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    Educare cristiani adulti: un compito per la catechesi ecclesiale



    Giuseppe Morante

    (NPG 1990-05-46)


    Sviluppiamo la riflessione attorno a due nuclei tematici, da cui si dipanano filoni operativi concreti:
    - che cosa coniugare per far realizzare un cammino di fede che porti alla formazione di cristiani adulti;
    - quali sfide deve affrontare la pastorale catechistica, perché il «cammino di fede» porti alla maturità cristiana.

    IL CAMMINO DI FEDE VERSO LA MATURITÀ CRISTIANA

    Partiamo da un principio catechistico acquisito: «La fede in Cristo e il battesimo, che sono l'inizio della vita cristiana, hanno una dinamica interiore che deve svilupparsi sino a far raggiungere al battezzato la misura della maturità perfetta in Cristo» (RdC 123).
    Analizziamo il senso di questa dinamica.

    Un cammino a itinerari progressivi

    La dinamica interiore che rapporta crescita umana/maturazione cristiana suppone un itinerario progressivo verso la meta finale, un cammino continuo senza interruzioni, uno sviluppo costante verso la pienezza.
    Itinerario, cammino, sviluppo, sono termini che fanno riferimento ad una sintesi: da una parte una sempre più cosciente accettazione del dono divino della fede in una esperienza storica cristianamente significativa, dall'altra la risposta umana (l'accettazione del dono della fede da parte dell'uomo), in vista di quella maturità che costituisce il termine finale di ogni azione evangelizzatrice. Il dono della fede inteso come contenuto della rivelazione, come verità da accogliere, come codice da applicare nel proprio comportamento, da solo non può ordinariamente portare a maturazione tutta l'esperienza della fede storica, perché, pur essendo efficace in sé, richiede un clima favorevole nella persona.
    Il concetto di maturità cristiana rivela lo sviluppo proprio della risposta umana al dono di Dio, nell'avvicinamento alla maturità perfetta di Cristo.
    La dinamica interiore che rapporta la crescita umana alla crescita cristiana suppone la «peregrinazione della fede» in vista di una piena integrazione con la vita. Il catechismo degli adulti non esclude l'itinerario, anche se precisa l'articolazione delle verità che informano la risposta umana come «vita cristiana pienamente riuscita».
    Anche il catechismo dei giovani rimanda a quel modo di fare catechesi che integri le verità della fede nella esperienza umana quotidiana, come risposta personale.
    Per raggiungere questa integrazione necessariamente s'impone, per il principio della correlazione, una capacità di mediazione pedagogica attraverso una serie di itinerari che integrino cioè nuclei di verità di fede da conoscere, modalità di viverle, atteggiamenti da irrobustire nella logica del piccolo seme, che per crescere ha bisogno di una forza intrinseca e di favorevoli condizioni esterne.
    Anche per la catechesi dei giovani e degli adulti perciò c'è bisogno di itinerari che assumano in pieno l'esperienza umana in ordine a un processo di maturazione, dove la fede-dono di Dio diventa la luce che dà significato alle scelte storiche.

    Un cammino verso la maturità

    «Gli adulti in senso pieno sono i destinatari della catechesi, perché essi possono conoscere meglio la ricchezza della fede rimasta implicita o non approfondita nell'insegnamento anteriore. Essi sono poi gli educatori e i catechisti delle nuove generazioni cristiane. Nel mondo contemporaneo pluralista e secolarizzato, la Chiesa può dare ragione della sua speranza in proporzione alla maturità di fede degli adulti» (RdC 124).
    La chiesa italiana, «ormai missionaria», si orienta in questa prospettiva, almeno a livello di principio: ci si vuole impegnare ad educare adulti credenti e testimoni coscienti della propria fede. Ma sembra che si rimanga ancora a livello di buone intenzioni, dal momento che una mentalità pastorale nuova è lenta a formarsi nelle nostre comunità parrocchiali. Il principio catechistico affermato dal documento di base infatti comporta un cambio di prospettive nella pastoralità della chiesa locale:
    - è necessario capovolgere la situazione attuale organizzando la catechesi a partire dagli adulti, e successivamente ai giovani, agli adolescenti, ai ragazzi, ai fanciulli, ai bambini. La situazione attuale purtroppo trova attestata l'organizzazione catechistica sul procedimento inverso, con il pericolo che non c'è sostegno al cammino della fede che può interrompersi lungo la strada. Molto spesso con la recezione del sacramento della cresima l'itinerario si blocca e la fede si atrofizza, sia perché non ci sono catechisti che accompagnino lungo l'adolescenza e la giovinezza, sia perché non ci sono molte strutture parrocchiali che sostengano il cammino stesso, sia perché soprattutto manca una organizzazione pastorale in cui la pastorale giovanile diventi il solido sostegno alla catechesi di approfondimento-maturazione;
    - bisogna concentrare più forze nella evangelizzazione degli adulti spostando progressivamente gli attuali equilibri: sappiamo che circa 1'80% dei catechisti delle nostre parrocchie sono impegnati nella catechesi dei fanciulli. Tale percentuale sale ancora di più se si escludono movimenti ed associazioni, perché persiste una mentalità che ritiene che è sufficiente l'iniziazione alla vita cristiana, senza continuare nella catechesi di approfondimento (adolescenza e giovinezza) e di maturazione (adulti). Capovolgere questa situazione significa impiegare 1'80% delle forze catechistiche per gli adulti facendo lievitare una più efficace mentalità missionaria nelle nostre parrocchie. Devolvere più energie alla catechesi degli adulti porta automaticamente alla riqualificazione della catechesi dei fanciulli e dei giovani;
    - è indispensabile coinvolgere di più gli adulti stessi, naturali destinatari della catechesi e della pastorale, facendoli diventare soggetti attivi, riconoscendo il valore della loro ministerialità nella chiesa, che oggi vuole essere più credibile proprio attraverso la mediazione del servizio. Una autentica diaconia deve caratterizzare le comunità cristiane, spinte dalla esigenza di nuove braccia impegnate nella missione di evangelizzazione. La scelta pastorale dell'adulto postula improrogabilmente tale coinvolgimento.

    Il segno di una più diffusa ministerialità

    Realizzare una missione evangelizzatrice in un mondo pluralista e scristianizzato pone alla Chiesa il problema di una fede più adulta. È certamente un'istanza attuale richiesta ai credenti per le motivazioni sociali, culturali e storiche in cui essi si trovano a vivere.
    Formare cristiani maturi significa superare le ambivalenze attuali spostando sempre di più l'attenzione pastorale verso gli adulti. L'esortazione apostolica «Christifideles laici», con la descrizione dei compiti laicali nella comunità cristiana e nel mondo, fa emergere una forte contraddizione tra principi e prassi: una Chiesa laicamente matura suppone laici adulti maturi.
    Se la Chiesa è ministeriale, e se nella ministerialità i ministeri laicali sono fondamentali, sarà necessario formare a questa Chiesa ministeriale in cui ciascuno assume responsabilmente i propri compiti di evangelizzazione.
    Le nostre comunità forse sono ancora inconsciamente governate da uno stile clericale che mortifica all'interno la comunione ecclesiale e non libera le energie di quella ministerialità comunionale che può imprimere un grande impulso alla nuova evangelizzazione. Molto probabilmente è proprio questo il difetto che blocca la pastorale catechistica in uno sterile infantilismo sia verso i destinatari (i fanciulli e i ragazzi) sia nel modo di farla (lo stile operativo).
    Adulti maturi saranno quei cristiani che sono capaci di creatività pastorale e di assunzione di responsabilità personale nell'unica missione ecclesiale.

    Rapporto tra pastorale e catechesi

    Se è vero che la catechesi sostiene il cammino di fede fino alla maturità cristiana, e se è vero che la catechesi è il momento essenziale di ogni attività pastorale, bisogna instaurare uno stretto rapporto tra pastorale (nelle sue molteplici mediazioni) e catechesi (per le varie categorie di persone).
    Quale tipo di rapporto? Quali particolari scelte pastorali?
    Non può sussistere, ad esempio, una catechesi per i giovani senza un'adeguata pastorale giovanile. Non ha fondamento una pastorale giovanile che non sia studiata e attuata nell'ottica particolare di una lettura della realtà giovanile, all'interno della pastorale globale.
    Diventa sterile una pastorale senza catechesi, se pastorale e catechesi procedono ciascuna nel proprio ambito indipendente, non pensate in forma organica. Le parti, senza riferimento al tutto, non portano frutti...
    Se pastorale significa comunicare la salvezza attraverso una esperienza, questa diventa significativa solo se è confermata da riflessione e illuminata da verità esistenziali. La catechesi assicura il rapporto attraverso la riflessione sull'esperienza che diventa il sostegno del cammino di fede.
    Per un rapporto efficace perciò tra le due realtà ecclesiali non bisogna far mancare alle nostre comunità quella riflessione che accordi questi due momenti relazionati tra loro, perché non vivano uno scollamento o una indipendenza reciproca.

    Quale catechesi per gli adulti?

    La catechesi degli adulti non può essere un ricalco della catechesi dei fanciulli, perché la catechesi coinvolge tutta l'esperienza della persona. I vari tentativi di ricerca mettono in evidenza le molte difficoltà nell'elaborare una catechesi «adulta»:
    - che sia essenziale ed illuminante nei suoi contenuti;
    - che sia sobria nelle sue modalità, senza perdersi in una serie di triadi come fa l'attuale catechismo degli adulti;
    - che sia efficace nel raggiungere mete ed obiettivi anche attraverso concrete scelte pedagogiche;
    - che sia incidente nel formare i cristiani a fare storia.
    Una catechesi che voglia tener conto di tutte queste caratteristiche, non potrà essere realizzata con l'uso del semplice strumento del catechismo. Suppone la realizzazione di quella pastorale catechistica le cui indicazioni sono ipotizzate nei documenti ufficiali, ma che ancora sopportano eccessivi ritardi nella traduzione pratica.

    LE SFIDE POSTE ALLA CATECHESI

    La nostra è una civiltà che si caratterizza per una cultura «uniformemente accelerata». Non solo è difficile una sintesi, ma anzi prolifica una frammentazione pluralista che si traduce in una ricerca di nuove esperienze religiose. In una situazione così labile, senza stabili punti di forza, la catechesi deve poter far riferimento almeno ad alcuni elementi di non ritorno.

    Una sintesi contro la frammentazione

    Da una breve analisi ecclesiale rileviamo che sono numerose le strutture che si occupano della educazione cristiana degli adulti, come scelta prioritaria.
    Il movimento adulti di AC segue un suo itinerario annuale, che ha un progetto organico e fa riferimento alle scelte ecclesiali e al catechismo nazionale.
    Un fenomeno di questi anni è la proliferazione di case di spiritualità che accolgono gruppi desiderosi di esperienze forti di preghiera e di intenso desiderio di parola di Dio.
    Si vanno diffondendo comunità di base a scelta radicale e movimenti carismatici che impegnano i loro aderenti in giornate di convivenza e in intensi incontri spirituali.
    Molti uffici diocesani e parrocchiali, cui fanno capo gruppi di animazione liturgica, di pastorale sanitaria, di formazione politica, organizzano incontri per adulti su temi teologici e su proble mi di attualità sia sociale che ecclesiale.
    Gli istituti di scienze religiose e le facoltà di teologia impegnano in una formazione teologica di base quei laici che nella chiesa occuperanno ministeri e servizi pastorali vari.
    Le scuole di formazione dei catechisti di base e quelle di animatori della catechesi, presenti in molte diocesi, promuovono la formazione degli educatori della fede delle nuove generazioni, qualificandoli dal punto di vista teologico e pedagogico.
    I vari incontri parrocchiali per genitori, in preparazione alla celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione cristiana dei figli, offrono occasioni di formazione e di approfondimento di temi di fede.
    Ci troviamo perciò davanti ad una pluralità di esperienze formative per adulti, che pongono una serie di interrogativi:
    - quanti adulti si raggiungono con queste varie iniziative?
    - si tratta di proposte frammentate o si perseguono finalità con programmi organici?
    - non c'è il pericolo di una frammentazione, senza una visione sistematica della fede?
    Il moltiplicarsi di tali iniziative e il loro successo attuale costituisce una chiara prova di un nuovo interesse per la maturazione cristiana: gli adulti chiedono che ci si interessi di loro. Sono disponibili. Ma l'offerta di tante esperienze, anche qualitativamente diverse, non può nascondere delle insidie?
    Spesso non si offrono a questi adulti risposte motivate ad autentici bisogni religiosi, perché non si ha la pazienza di educare le loro domande esistenziali. Probabilmente esistono bisogni religiosi nascosti che non vengono colti coscientemente e quindi non vengono soddisfatti...
    Molte di queste offerte religiose non si integrano nella maturità personale perché sono un po' intimiste e snobbano le esperienze fondamentali della vita degli adulti, quali la famiglia, la sessualità, il lavoro, la politica, l'economia. Non raggiungono quindi l'uomo integrale, rimanendo marginali alla personalità.
    Non è sufficiente un insegnamento, una esperienza religiosa, perché ci sia autentica catechesi ecclesiale. Al contrario, anche un discorso occasionale, che raggiunga l'uomo nella sua situazione concreta e lo orienti a Cristo, può avere carattere catecumenale. Ciò significa che il moto di approfondimento della fede proprio della catechesi degli adulti non riguarda anzitutto la coerenza interna del contenuto (come avviene nella conoscenza della teologia); ma deve mettere in moto un cammino che tiene conto degli «interessi vitali» dei partecipanti durante tutto il processo di educazione cristiana.
    Lo studio teologico delle verità della fede segue la ripartizione del sapere in discipline (cristologia, teologia, morale, esegesi...). Il cammino catechistico affronta la questione dal punto di vista dell'interesse dei soggetti.
    Bisogna aggiungere che la catechesi degli adulti non si interessa solo del sapere religioso; essa deve prendere in considerazione anche gli atteggiamenti attraverso i quali si cerca di vivere e di dire la propria fede: si tratta di coniugare l'aspetto soggettivo (la risposta umana) e l'aspetto oggettivo della fede (le verità rivelate), restando molto aderente al modo in cui ciascuno esprime le sue convinzioni e formula le sue domande
    Perché ci sia catechesi, infatti, non basta proporre una esposizione organi ca della fede, rendendola accessibile attraverso la semplicità del linguaggio; lo scopo della catechesi è quello di ravvivare la fede per mezzo dell'istruzione religiosa, e renderla cosciente e operante, portandola a maturità. La catechesi perciò è quell'azione ecclesiale che rende l'esistenza umana illuminata, nei suoi significati trascendenti, dalla parola di Dio.
    Apprendere la fede, per un adulto, significa complessivamente tutto questo:
    - accettare «le verità rivelate» con tutto ciò che si è, per cui entra in gioco tutta la sua storia personale con i suoi interessi vitali;
    - integrare queste verità nel momento particolare del proprio sviluppo attuale, per cui le capacità di apprendimento sono legate alle tappe psicologiche che può percorrere il cammino della maturità personale;
    - tener conto del tessuto sociale in cui è inserito, perché fortemente segnato dalle sue appartenenze e dal suo inserimento professionale e sociale.

    Un'esistenza da valorizzare

    Il Direttorio Catechistico Generale descrive le caratteristiche della catechesi agli adulti che ogni comunità non può disattendere:
    - rispondere alle esigenze delle molteplici responsabilità familiari, sociali, professionali e politiche che ogni adulto più o meno coscientemente assume nella propria vita;
    - permettere agli adulti di vivere le diverse tappe della propria esistenza e il progressivo accesso alla maturità umana, alla luce della parola di Dio;
    - offrire agli adulti gli aiuti spiritualmente e moralmente necessari per superare quei momenti critici che vengono periodicamente a turbare il corso dell'esistenza.
    Perciò è comprensibile da tutti, che non si tratta di catechesi autentica se per rispondere a bisogni di formazione organica si offrono conferenze e sermoni. L'insegnamento, che è uno degli aspetti del compito catechistico, comporta anche iniziazione ed educazione (DCG 31).
    Se questo è il quadro di riferimento ufficiale della Chiesa, perché la catechesi degli adulti fa tanta fatica a trovare la sua strada? Quali ostacoli la comunità cristiana dovrà ancora superare, per ricondurre finalmente la catechesi nei suoi alvei naturali e poter efficacemente guidare alla maturità cristiana?

    Il rispetto della dinamica propria della vita adulta

    Gli adulti, più o meno coscientemente, sono sempre portatori di esperienze. Ogni essere umano non è mai da considerare un foglio bianco su cui scrivere. La catechesi perciò ha il compito fondamentale di far parlare l'esperienza di cui ciascuno è portatore.
    Gli adulti, anche se hanno raggiunto un equilibrio di maturità affettiva, sociale, professionale... sono sempre realtà in divenire. Non bisogna credere che nell'arco della loro vita (fra i 25 e i 70 anni) non avvenga più nulla di importante e di particolarmente significativo dal punto di vista umano e religioso: nuovi traguardi personali, familiari, professionali...; momenti particolarmente critici per non previste difficoltà...
    È evidente che non tutti sono uguali, e non tutti vanno trattati con lo stesso cliché; ciascuno può avere attese diverse e specifiche.
    La catechesi che non rispetti questa dinamica specifica della vita adulta è destinata ad essere poco significativa ed incapace di orientare a sintesi cristiana riuscita.
    Lo studio di alcuni progetti di catechesi degli adulti (sono veramente pochi...) mette in evidenza carenze strutturali di questo tipo; vuol dire che non c'è ancora una sintesi al riguardo e non ci sono ancora stabili mentalità pastorali che possano far decollare questa realtà.
    Del resto non è neppure sufficiente avere un quadro di riferimento organico anche a proposito della dinamica propria della vita adulta, se nella pastorale catechistica non ci si preoccupa molto di formare i catechisti degli adulti capaci di interpretare le loro istanze più profonde e rispondervi in maniera adeguata.
    Un insegnamento del magistero ci ammonisce che senza catechisti qualificati non si può fare una buona catechesi, e senza una buona catechesi non ci sarà una buona comunità cristiana.

    La scelta di un metodo educativo efficace

    Anche il metodo deve essere funzionale agli obiettivi catechistici della maturazione cristiana. Del resto il metodo è sintesi di tutti gli elementi che entrano in una organica programmazione catechistica.
    Non è elemento qualificante del metodo della catechesi agli adulti l'assunzione della mentalità che concepisce la tradizione cristiana da adattarsi meccanicamente ai cambiamenti culturali in atto (è questo il modello educativo di tipo trasmissivo).
    Non è elemento qualificante del metodo della catechesi agli adulti l'assunzione della mentalità che concepisce la tradizione cristiana da accostarsi meccanicamente alle esperienze personali (è questo il modello educativo di tipo dualistico).
    La catechesi considera al contrario la tradizione cristiana come sorgente permanente di confronto, di contestazione e di rinnovamento della propria esperienza storica; solo questo metodo porta ad una integrazione della fede nella vita.
    Il metodo inoltre sarà efficace quando farà modificare l'appartenenza alla chiesa da semplice appartenenza anagrafica o sociale ad adesione e libera scelta personale.


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