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    Avere un centro forte

    Silvia Casson *

    Silvia


    “E la strada si apre / Passo dopo passo / Ora, su questa strada noi”.


    Apro questo mio articolo sulla mia esperienza universitaria con una citazione dei Gen. Penso descriva piuttosto bene le sue tre tappe. Se penso ad essa, la vedo proprio come una strada. Una strada spesso in salita, tortuosa, buia, ma che ha saputo anche regalarmi belle discese, bei panorami e belle soddisfazioni, e soprattutto delle belle, bellissime mete (e bella compagnia).

    E la strada si apre

    Ho iniziato a frequentare l’università Cà Foscari di Venezia nel 2019. Più di qualcuno mi aveva detto che quel corso non era per me, che avrei potuto osare con qualcosa di più, ma non mi importava: c’era un sogno a guidare le mie scelte. Fin da bambina, ho sempre desiderato essere insegnante. Passavo interi pomeriggi con mia nonna e le mie zie a giocare alla “scuola”. Era un mondo da cui ero affascinata. Vuoi per il fatto che la mia famiglia vanta una squadra di insegnanti non indifferente, vuoi perché la scuola mi è sempre piaciuta, ecco confezionato un sogno per una bambina di cinque anni. Sogno che è sempre rimasto vivido nella mia mente, chiaro, luminoso, non c’erano dubbi. Ecco che dopo la maturità classica mi iscrivo a lettere: lineare. La mia strada si era aperta.
    Al mio fianco avevo dei compagni non indifferenti: qualcuno lo conoscevo grazie al MGS del Triveneto, con qualcuno ho creato nuovi legami, con altri lo ho rafforzato. Questa nuova avventura mi sembrava meravigliosa, tutto stava andando per il meglio e non avrei cambiato il mio presente con nessun altro. Studiare per gli esami, affrontare il viaggio, passare del tempo a chiacchierare mi faceva vivere l’esperienza con molta serenità e anche i momenti più difficili non sembravano così pesanti. Ripensando a quel periodo mi accorgo di come la novità non mi abbia spaventata, anzi, mi ha dato una carica non banale per affrontare le scelte quotidiane che mi si ponevano davanti. Sentivo che stavo crescendo e che questa crescita poteva portare dei frutti buoni!

    Passo dopo passo

    È durante il mio primo anno di università che scoppia la pandemia. Il mio entusiasmo non viene meno, cerco di vivere l’università al meglio, di non perdere quello che avevo costruito nei mesi precedenti. Passo dopo passo ci siamo re-inventati e i primi mesi sono anche stati piacevoli. Dopo, il vuoto. Il non poter frequentare le lezioni in presenza, il non vedere i compagni è stato un duro colpo. È in questo periodo che comincia la mia salita all’università, la mia fatica più grande. Numerosi dubbi mi tormentavano, mi chiedevo continuamente se fosse quella la scelta giusta, se avevo dato tutto per scontato e non mi ero mai interrogata sul mio futuro. Mi pesava frequentare i compagni, la pigrizia stava vincendo, perdevo la voglia di studiare e approfondire le materie che per me erano sempre state stimolanti. Per fortuna (o meglio, per provvidenza), a causa di un incidente burocratico, ho incontrato un professore che mi ha aiutata ad uscire da quel momento di sconforto e a riconquistare la fiducia negli altri (professori e compagni) e in me stessa. Avevo perso anche la fiducia nei docenti, mi sentivo trattata come un numero, non mi sembrava di avere valore. Ma grazie a quell’incontro il mio punto di vista è cambiato, ho guardato il mondo universitario con una nuova prospettiva, più adulta. Dopo aver affrontato questo periodo complicato, mi sentivo cresciuta, più matura. Dietro ai miei momenti di sconforto, di rabbia si nascondevano delle preziose occasioni che non hanno fatto altro che confermare la mia motivazione: studio, sono qui, per essere insegnante. Un’esperienza che ha contribuito a riaccendere la fiamma sono state le supplenze a scuola. Lì mi sono ricordata per chi stavo studiando e qual era la forza che mi spingeva avanti. Ho ritrovato un equilibrio che prima non riuscivo a mantenere.
    Insieme al professore, con il quale avevo costruito un rapporto di stima e amicizia, siamo arrivati alla laurea. Un momento intenso, unico, che ha contribuito alla crescita della mia autostima. Una tappa che mi ha fatto riconoscere quanto amore mi circonda, quanto io sia stata fortunata durante gli anni di crescita universitaria perché, se da una parte c’era una situazione che mi faceva sprofondare, dall’altra ho sempre trovato dei baluardi, delle stelle polari. È con questa consapevolezza e con questa idea differente di università che comincio la magistrale. Ho capito che l’università non è solo un gioco, un punto di incontro tra amici, ma è una palestra di vita, che ti educa, ti prepara e ti allena per il mondo degli adulti. È un contesto vario che ti ricorda che è importante saper accettare e accogliere tutti, nessuno escluso.

    Ora, su questa strada noi

    Ora sono iscritta al corso magistrale in Filologia e letteratura italiana. Devo ammettere che anche questo percorso è stato un po’ tortuoso, ma sto già cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel. Sicuramente mi sono trovata ad essere più consapevole, più furba per certi aspetti. Durante questo anno e mezzo mi sono resa conto che è importante avere un centro forte nella propria vita. Un centro che non è fatto solo di studio, di risultati che devono corrispondere agli standard, di presenze e di lavori strabilianti. Il centro che è necessario avere è un centro relazionale, un centro dove il cuore riposa, dove siamo custoditi come persone, come esseri umani. L’università dovrebbe aiutare a coltivare la nostra umanità, il nostro interesse e amore per l’Oltre, per quel qualcosa di più che solo lo studio riesce a darti. Una curiosità che ritroviamo solo leggendo, imparando, relazionandoci con l’antico, con il sapere astratto. Quel mistero dove io rivedo Dio, artefice e causa di tutto. È lui che deve abitare il nostro centro affinché possiamo essere uomini e donne libere di pensare, di guardare più in là. Ora, su questa strada, vado avanti con questa certezza, con un nuovo centro. Solo fidandomi e guardando avanti riesco a vedere come anche il mio sogno ha preso una forma di dono, una forma concreta. Un sogno che ha davvero a che fare con la mia vita e che è pronto ad essere speso per gli altri.
    Auguro a tutti voi di sperimentare l’umanità e la straordinaria libertà che solo l’università fatta con il cuore aperto riesce a darti. E si spalancherà un cielo, un mondo che rinasce.

    * 24 anni. Vive, da prima della nascita, il clima frizzante e le esperienze profonde dell’oratorio Salesiano di Chioggia. Capo scout e animatrice, si sente a casa con i più piccoli. Studia Filologia e letteratura italiana all’Università Cà Foscari, insegna nelle scuole del territorio. Le piacciono la musica, i giri in bicicletta, la santa allegria insieme agli amici, i tramonti in laguna.


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