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    Pastorale giovanile in Germania



    Martin Lechner

    (NPG 2005-04-47)


    Nella pastorale giovanile in Germania in questo momento predomina un tema: il prossimo Incontro mondiale dei giovani a Colonia. Per questo grande avvenimento si prevede la partecipazione di 800.000 giovani: un numero che già da solo fa venire i brividi, almeno in Germania. Molte attività preparatorie sono già in corso. La Chiesa in Germania vuol essa stessa predisporsi convenientemente a questo grande evento spirituale, ma desidera anche dare degna accoglienza agli ospiti che vengono; perché – si dice da noi – “gli ospiti sono una benedizione”.
    Nonostante questo accentuato orientamento di quasi tutte le attività verso un avvenimento particolare, non mi pare fuori luogo volgere lo sguardo agli aspetti ordinari della pastorale giovanile in Germania per vedere e valutare la sua storia, la sua comprensione del lavoro pastorale tra i giovani partendo dalla loro situazione, gli operatori di PG e alcuni fatti di attuale importanza.

    Un po’ di storia

    La pastorale giovanile da noi ha le sue origini nel XIX secolo, e precisamente nei cosiddetti “circoli” (Bündnisse). Erano associazioni di giovani, create da sacerdoti nell’ambito della parrocchia, con lo scopo di rendere più efficace il lavoro pastorale del parroco. Erano la risposta ai capovolgimenti sociali, conseguenze della rivoluzione industriale, erano anche reazioni alle connesse correnti ideologiche, spesso avverse alla Chiesa. La finalità di tale pastorale giovanile era principalmente il benessere spirituale dei giovani: “cura et regimen animarum”.
    Presto però a queste “pie” associazioni se ne aggiunsero altre di diverso genere: quelle socio-caritative. L’esempio eminente di questo nuovo tipo di pastorale è rappresentata dal beato Adolf Kolping, il “Don Bosco tedesco”. Con la sua “Associazione di apprendisti e giovani operai” (oggi chiamata brevemente “Kolping-Verein”), fondata nel 1848, operò una risposta alla miseria sociale dei giovani lavoratori nelle grandi città. Tali associazioni con finalità sociali sussistevano su una base di autogestione. Offrivano alloggio e spazio per incontri nel tempo libero, si procuravano vicendevolmente sovvenzioni sociali (crediti, assicurazioni contro la malattia e la disoccupazione), creavano possibilità di cultura sociale, politica e religiosa e offrivano consulenza e aiuti. Verso la fine del XIX secolo queste associazioni erano diffuse in tutta la Germania e valevano come tipo ideale della pastorale giovanile cattolica. Hanno conservato la loro grande importanza fino al giorno d’oggi.
    Esse sono però diventate oggetto di critica negli anni tra il 1920 e il 1936 da parte dei gruppi del cosiddetto “Movimento giovanile”. Questi raggruppamenti di giovani, provenienti dalla classe borghese, aspiravano ad un’autonomia e corresponsabilità più vaste dentro la Chiesa e cercavano una loro vita propria in una distanza critica dalla generazione degli adulti. Le loro concezioni innovatrici, in particolare l’idea di vita comunitaria, il principio educativo dei piccoli gruppi, la guida dei giovani attraverso i giovani stessi, la creazione di una propria cultura giovanile, originarono un progressivo processo di riforma della pastorale giovanile in genere.
    Nel tempo della dittatura nazionalsocialista tutte le associazioni e i movimenti furono proibiti. La pastorale giovanile venne così rinchiusa negli spazi protetti della parrocchia e rimase solo nelle mani dei sacerdoti. Tale situazione perdurò sotto il regime comunista nella Germania orientale fino al 1990. Nella parte occidentale della Germania invece la pastorale giovanile si organizzò subito dopo la guerra su nuove basi. Ciò avvenne – alla maniera tipicamente tedesca – dando origine ad un organismo unico, di ferma struttura gerarchica, in cui vennero integrati tutti i gruppi della gioventù cattolica. Dalla tendenza all’unità e unificazione sorse la “Confederazione della gioventù cattolica tedesca” (“Bund der deutschen katholischen Jugend”, BDKJ).
    La Confederazione esiste tuttora nonostante un gran numero di ristrutturazioni organizzative. Essa è per così dire il soggetto più importante della pastorale giovanile in Germania. È nella sua struttura interna ad ogni livello strettamente collegata con la Chiesa, ha inoltre anche il riconoscimento da parte dello Stato, ricevendo per le sue attività mezzi finanziari dal bilancio statale. In ragione di questa posizione privilegiata la Confederazione funge da avvocato della gioventù davanti allo Stato e alla Chiesa, ed è in grado di influenzare sostanzialmente le decisioni politiche riguardanti la gioventù. Dopo l’unificazione tedesca si tentò di creare strutture associative anche nel territorio della tramontata Repubblica democratica tedesca, con solo modesti risultati; ciò dipende dall’importanza anch’essa limitata della Chiesa in queste regioni orientali della Germania. Solo circa il 7% dei giovani appartengono alla Chiesa cattolica!

    Essere giovani in Germania

    Se i giovani sono effettivamente “sismografi” del tempo presente, allora bisogna interpretare la situazione della giovane generazione come “segno dei tempi”. Cercherò di tracciarla almeno in alcuni cenni.

    * Un “laboratorio” per la vita.
    Nelle condizioni di vita dell’età postmoderna il modo di vivere dei giovani è notevolmente cambiato. Mentre prima ci si poteva affidare tranquillamente ai percorsi di vita prestabiliti e regolati dalla società, ora le biografie dei singoli sono diventate assai flessibili. Ognuno può, e anzi deve progettare lui stesso il suo piano di vita, e questo nella situazione di una nuova società produttiva che oltre tutto è in crisi. Così il periodo giovanile di vita oggi non è più una “moratoria” inteso come uno spazio dove si gode di riguardevole cura e protezione, in cui ci si prepara tranquillamente alla vita di adulto. È piuttosto un “laboratorio”, uno spazio di vita “aperto e da formare liberamente”. Ciò rende l’avvenire del giovane incerto e pieno di rischi. Le prospettive calcolabili e in antecedenza prevedibili sono piuttosto un’eccezione che la regola.

    * Tattiche per il successo.
    Chi vuole “sopravvivere” e affermarsi in questa situazione ha bisogno di adottare una forma di vita che si può indicare come “tattica dell’io”. Nuovi studi sulla gioventù mostrano come la maggioranza dei giovani possieda questa capacità. Essi mettono in evidenza la disposizione dei giovani ad assumere la responsabilità di sé, la loro fiducia in se stessi e la volontà di efficienza. Essi pensano positivamente e si propongono mete realistiche. Sono disponibili anche per impegni comunitari e sono pronti ad assumere responsabilità sociali: caratteristiche che sono positivamente correlate con la crescita in una famiglia in cui predominava uno stile educativo incoraggiante, la prassi di approvazione e di lode e accordo. “Educazione esigente in un’atmosfera che promuove”: tale è lo stile educativo che prepara i giovani alla vita nell’epoca postmoderna.

    * I “fallimenti”.
    In percentuale sempre più elevata i giovani però falliscono in questo progetto moderno, progressista di vita. Questo tocca soprattutto giovani cresciuti in situazioni familiari difficili e in condizioni sociali e familiari svantaggiose, e inoltre giovani di basso livello di formazione scolastica e quelli che vivono in zone economicamente depresse. Essi reagiscono alla loro situazione di svantaggio spesso con rassegnazione e apatia, oppure scaricano la loro frustrazione in comportamenti devianti o di violenza. Dalla coscienza di essere dei falliti nascono in loro una coscienza deficiente del loro valore proprio e una carente fiducia in loro stessi, inoltre vari disturbi nello sviluppo della loro personalità, danni alla salute fisica e turbamenti psicosomatici, comportamento asociale e aggressivo, infine anche atteggiamenti di ribellione contro le leggi e odio verso gli stranieri.

    * Povertà in mezzo alla ricchezza.
    Gli squilibri sociali nella Repubblica Federale - materialmente ricca, ma povera di bambini e di giovani - si sono negli ultimi 15 anni assai acutizzati. All’interno di una crisi economica che perdura si contano 4,5 milioni di disoccupati, tra cui in quantità sproporzionata molti giovani. Un gruppo particolarmente problematico sono i giovani immigrati, i quali si ritrovano svantaggiati riguardo alla istruzione scolastica, la professione e lo stato sociale. E così si comprende che in Germania, paese del benessere, 7,5 milioni di cittadini - dunque quasi 10 % della popolazione - vivono in una relativa povertà. Particolarmente colpiti dalla povertà sono bambini e adolescenti, e donne sole con figli. Due milioni di bambini e giovani hanno bisogno degli aiuti dello Stato per la loro sussistenza. Se poi si considerano le conseguenze di questa povertà - abitazione insufficiente, cattiva nutrizione, danni alla salute fisica, stigmi sociali, bassa istruzione scolastica - allora diventa già ora palese di fronte a quali sfide e compiti si troverà la pastorale giovanile nell’avvenire.

    * Giovani e Chiesa.
    I rapporti tra i giovani e la Chiesa sono in Germania di carattere particolare. Balza agli occhi subito la grande differenza a questo riguardo tra l’Ovest e l’Est. Nelle regioni dell’Est solo il 17% circa dei giovani sono legati ad una confessione religiosa. Oltre l’80% sono senza religione e confessione. Nell’Ovest il rapporto è esattamente l’opposto. Non si pensi però che il legame ad una confessione equivalga alla pratica ecclesiale e alla testimonianza della fede. Pur ritrovando in diversi contesti una religiosità rinnovata e slanci spirituali, bisogna realisticamente ammettere che il rapporto della maggioranza dei giovani con la fede, il cristianesimo e la Chiesa è, se non ancora del tutto interrotto, molto “selettivo”. “Strumentalizzazione individuale della Chiesa”: così denomina questo fenomeno lo studioso C. Wippermann. Gioventù senza confessione religiosa da una parte, e dall’altra una sempre più diffusa tendenza alla religiosità individuale costituiscono un’enorme sfida e un pesante compito missionario per la nostra pastorale.

    Orientamenti e linee direttive per la pastorale giovanile

    Per la pastorale giovanile in Germania furono adottati diversi Orientamenti di rilievo. Anzitutto il Documento Fini e compiti del lavoro della Chiesa tra giovani del 1975. Esso ha già quasi 30 anni, ma è tuttora valido, perché è anzitutto il documento del Sinodo della Chiesa in Germania, approvato non solo dai vescovi, ma anche da tutti i partecipanti del Sinodo. Il lavoro tra i giovani viene definito qui come il servizio della Chiesa in favore di tutti i giovani e insieme come servizio alla società: servizio di cui attori sono anche i giovani stessi. La pastorale giovanile si realizza come un rapporto. L’importanza decisiva spetta qui alle persone credibili, che vivono personalmente il Vangelo e sono disposte a condividere la loro vita con i giovani. Dopo la riunificazione della Germania si rese necessario estendere l’obbligatorietà di questo orientamento normativo anche alle diocesi della Germania Est. Per questo scopo i vescovi crearono una commissione; il risultato del lavoro di questa furono le Linee direttrici per la pastorale giovanile (del 1991). Questo documento rimane in continuità con l’ordinamento del Sinodo ricordato sopra; anch’esso definisce la pastorale giovanile come “servizio ai giovani per mezzo e con i giovani stessi”. E sottolinea nuovamente che questo servizio non si rivolge solo ai giovani appartenenti alla Chiesa, ma a tutti gli altri. I vescovi però inseriscono nel testo anche l’impegno di evangelizzazione, per mettere in evidenza il compito integrale della pastorale giovanile (anche mediante testimonianza senza parole, annuncio, catechesi, comunità e liturgia, apostolato).
    Accanto a questi due orientamenti generali vi sono ancora altre direttive più recenti dei vescovi che trattano questioni particolari della pastorale giovanile. Da ricordare sono:
    – gli orientamenti su Direzione spirituale nelle associazioni giovanili cattoliche (del 1997), dove si precisa il compito dei teologi laici;
    – il documento su I giovani al servizio dell’altare e la loro pastorale (del 1998);
    – il documento La nostra responsabilità verso i giovani negli istituti di educazione speciale (del 1997);
    – la Lettera della Commissione per la gioventù ai responsabili del lavoro ecclesiale tra giovani su alcune questioni di sessualità ed educazione sessuale (del 1999). Questa lettera ha dato origine ad un vasto e fruttuoso dialogo; esso incoraggia all’introduzione dei valori cristiani nell’ambito della sessualità umana ed esorta a non stancarsi di farlo.

    Nuovi sviluppi nella pastorale giovanile

    La Chiesa va incontro ad una “vita experimentalis”. Diventerà “più sorprendente, meno controllata, più libera, mobile e dialogica” (H. H. Schultz). In questa affermazione del teologo protestante può vedersi felicemente riassunta la situazione e insieme la prospettiva futura della Chiesa e della pastorale giovanile da noi. Vorrei presentarne alcuni esempi concreti di attualità.

    Le chiese dei giovani

    Negli scorsi anni sorse in alcune diocesi l’idea di mettere a disposizione dei giovani una chiesa rimasta inutilizzata. Lo scopo era di superare la profonda frattura tra la prassi liturgica e di preghiera improntata agli adulti da una parte e la cultura dei giovani lontani dalla Chiesa dall’altra. Per la prima volta si osò realizzare questa esperienza a Oberhausen/Renania, diocesi di Essen. Sotto la guida di un giovane sacerdote, l’interno sacrale della chiesa venne insieme con i giovani arredato in una nuova forma, senza rinunciare ai simboli della presenza di Dio (croce, tabernacolo, altare). Questa chiesa dei giovani viene tuttora utilizzata sia per le attività religiose come per altre di seria cultura giovanile (musicals, “gospels”, esposizioni, incontri giovanili). L’evento centrale in questa chiesa resta la messa serale nelle domeniche, preparata dai giovani, e poi una preghiera serale durante la settimana. È sorta così una “comunità ecclesiale giovanile”, i cui membri vengono in parte inseriti nei progetti o in compiti in favore della giovane comunità cristiana (come consulenza, gruppi di preghiera, iniziative sociali). L’idea ha intanto trovato molti seguaci sia nelle comunità cattoliche che in quelle evangeliche. Da parte delle autorità esistono in parte notevoli riserve.

    Progetti ed “events”

    La pastorale giovanile tradizionale si effettua in gruppi pedagogicamente assistiti. Soprattutto le attività delle associazioni giovanili devono acquistare così una base sicura riguardo al contenuto e alla loro continuità. Ci si occupa di temi specifici dei giovani, ma anche di temi della fede, della Chiesa, della società, della politica. Si passano insieme i tempi liberi, insieme si fanno progetti e ci si impegna nella comunità del luogo. Sotto l’impulso del crescente individualismo però si sono negli ultimi tempi cercati e trovati modi complementari di attività che richiedano meno legame e impegno, e anche meno tempo. Si sono dimostrati efficaci in particolare progetti di nuovo tipo, per esempio quelli in cui i giovani, con grande risonanza dei mezzi di comunicazione, fanno la scommessa di realizzare entro 24, 48 o 72 ore qualche opera sociale nel loro comune (per esempio “big bagger”). La grande eco dei mezzi, il riconoscimento da parte degli adulti, la gioia di lavorare insieme e un lieto star insieme nella festa di conclusione favoriscono la popolarità di tali progetti ed “events”.

    I “cantanti Magi” dell`Epifania

    È un’usanza in Germania da ormai 50 anni. Bambini e adolescenti vestiti da Magi vanno da una casa all’altra e con un canto augurano agli abitanti la benedizione di Dio per il nuovo anno, raccogliendo offerte volontarie. Responsabili per l’organizzazione di questa iniziativa sono insieme l’Opera missionaria dei bambini qui esistente e la sopra ricordata Confederazione della gioventù cattolica tedesca. Frattanto questa iniziativa è diventata la più grande azione di solidarietà a livello mondiale: in essa 500.000 bambini e adolescenti raccolgono aiuti finanziari per i loro coetanei nei paesi più poveri. Li accompagnano in questa opera 90.000 giovani più grandi e adulti. Il risultato della raccolta ammontava nel 2003 ad oltre 32 milioni di euro che servirono al finanziamento di 3000 progetti in tutto il mondo (scuole, centri di aiuto sociale, programmi di alimentazione e di sviluppo, progetti anti-aids e anti-prostituzione). Questa iniziativa dimostra come anche i giovani di minore età siano disposti ad impegnarsi in azioni pure piuttosto tradizionali, se si dà loro la possibilità di partecipare personalmente. L’iniziativa è sempre ancora in fase ascendente; è un gioiello della pastorale giovanile tedesca.

    Associazioni giovanili

    I soggetti di gran lunga più numerosi e importanti della pastorale giovanile in Germania sono le associazioni giovanili cattoliche. Esse per tradizione collegano mistica e politica, vita spirituale e impegno sociale. Sono “a casa nella Chiesa, ma aperti alla società”. Si autocomprendono come unioni di giovani cristiani che desiderano dare il loro apporto costruttivo alla vita della Chiesa e della società. Sono a pari tempo scuole della fede, mentre portano la giovane generazione a contatto con le espressioni di vita spirituale, quelle tradizionali ed anche quelle nuove (celebrazioni eucaristiche con giovani, la preghiera serale del vespro, pellegrinaggi sempre in forme giovanili, le preghiere di Taizè, ecc.). In esse i giovani apprendono come la fede “diviene attiva nella carità” (Gal 5,6). Qui, nelle associazione giovanili, le giovani, i giovani cristiani si occupano seriamente dei problemi importanti del tempo presente, come la globalizzazione, la migrazione, l’ecologia, le attività per “un mondo di tutti”, l’ecumenismo, l’Europa unificata, i nuovi mezzi di comunicazione sociale, ecc. Le associazioni giovanili si impegnano nel “commercio equo e solidale”, promuovono progetti ecologici (per esempio il progetto “eternergy”) e si offrono per “l’anno di volontariato sociale”. Questi pochi ma significativi esempi lasciano intuire come le associazioni giovanili siano in Germania uno strumento eccellente della pastorale giovanile, perché esse come nessun altro mezzo sono in grado di collegare la fede con la vita e di creare uno spazio sicuro per la creatività e la disposizione all’impegno dei giovani.

    Movimenti e comunità spirituali

    Negli ultimi 10 anni il campo della pastorale giovanile si è allargato con nuovi gruppi di cosiddetti movimenti e le comunità spirituali. Il loro numero è intanto cresciuto a 64 (cf www.geistliche-gemeinschaften.de). Un gruppo diffuso qui da noi è, accanto agli scouts cattolici recentemente riconosciuti dal Vaticano, la “Gioventù 2000”. Essa è sorta dall’impulso di far conoscere e preparare le giornate dell’Incontro mondiale della gioventù. “Rivivi il fascino della fede”: con tale parola d’ordine questo gruppo spiccatamente fedele al papa e alla Chiesa svolge le sue attività. Oltre questo impegno per le giornate mondiali e altri grandi incontri giovanili, Gioventù 2000 organizza i “Prayer-Festivals” e le cosiddette “holy hours” a livello interregionale. Per motivo del loro atteggiamento “ortodosso”, per il loro orientamento marcatamente spirituale e grazie alla loro abilità di muoversi dentro la politica ecclesiale, questi gruppi hanno nel tempo acquistato un grande riconoscimento e anche aiuti finanziari da parte di più vescovi del luogo. Tuttavia, in confronto con altre associazioni giovanili il numero dei loro membri è relativamente basso e le loro attività più modeste. È deplorevole che tra questi nuovi movimenti spirituali e la pastorale giovanile di tipo normale esista spesso il rapporto più di concorrenza che di unione e collaborazione nell’opera comune dell’evangelizzazione.

    Pastorale giovanile come diaconia

    Sulla base della Costituzione e della legislazione sociale nella Germania Federale (entrambe favoriscono più iniziative libere che quelle dello Stato), sia le chiese che le comunità cristiane si sono sviluppate come soggetti qualificati e decisamente importanti nel campo del lavoro sociale. La Caritas cattolica e la Diakonia protestante sostengono anche numerose istituzioni e servizi nell’ambito dell’assistenza sociale dei giovani. Le loro attività assai differenziate in questo campo comprendono collegi per bambini e adolescenti, istituzioni e centri di qualificazione professionale dei giovani, offerte di prevenzione e di terapia e negli ultimi tempi anche nuove forme di cooperazione tra la scuola e altre opere giovanili. Non sempre in questo lavoro, peraltro socialmente assai importante, è evidente e palese il rapporto con il compito di evangelizzazione della Chiesa. Questo deve essere nuovamente ricuperato mediante processi di riflessione e di formazione. L’assistenza ai giovani vissuta come vocazione o come professione è senza dubbio una forma di “testimonianza senza parole” che, nella lettera apostolica “Evangelii nuntiandi” di Paolo VI, viene indicata come “evangelizzazione silenziosa, ma potente ed efficace”. La nostra opera come educatori è la nostra evangelizzazione: questa intuizione salesiana vale qui in Germania anche per il lavoro assistenziale per i giovani. Ed è lecito affermare che la Chiesa conquista molte simpatie e riconoscimenti del pubblico proprio grazie alle sue attività in favore dei giovani.

    La GMG del 2005

    Questo incontro che si svolgerà dall’11 al 21 agosto a Colonia ha come tema: “Siamo venuti per adorarlo”. Per la pastorale giovanile in Germania questa “festa della fede” è da vari punti di vista un dono. La pastorale deve fare ogni sforzo per preparare l’incontro così che esso diventi per i giovani qui e anche per i giovani di ogni parte del mondo una profonda esperienza spirituale. Organizzazione e finanziamento di questo avvenimento costano un’enorme fatica. Solo nell’ufficio centrale appositamente istituito per questo Incontro lavorano circa 50 collaboratori impiegati a tempo pieno. Essi sostengono il lavoro di molti sacerdoti, di assistenti della gioventù e anche di molti volontari che operano nelle strutture ordinarie della pastorale giovanile nelle diocesi. Circa 100 milioni di euro vuole investire la Chiesa in Germania in queste giornate.
    Il XX Incontro Mondiale dei Giovani deve effettuarsi come un pellegrinaggio di fede. Dall’11 al 15 agosto i giovani saranno ospiti delle diocesi e delle parrocchie. Conoscersi sul luogo, condividere, vivere esperienze nuove, festeggiare la fede: questi interessi guideranno i giovani in questi primi giorni che per gli ospitanti portano lo slogan: “Gli ospiti sono una benedizione”. Il 12 agosto avrà luogo il giorno dell’impegno sociale “under construction”: ospiti ed ospitanti si sforzeranno di costruire assieme in vari progetti una “civiltà dell’amore e della giustizia”.
    Le manifestazioni centrali dell’Incontro avverranno poi nei giorni 16-21 agosto a Colonia. Il papa ha espresso il desiderio di parteciparvi. Con lui sono attesi circa 800.000 giovani e giovani adulti tra 16 e 30 anni, poi 600 vescovi e 4.000 giornalisti, gente da tutto il mondo. A Colonia il programma conterrà gli elementi tradizionali: il benvenuto al papa, le catechesi, le veglie e la celebrazione solenne dell’eucaristia alla conclusione. Altre componenti del programma si aggiungeranno ancora, come per esempio la visita-pellegrinaggio all’altare nel celebre duomo che secondo una tradizione plurisecolare conserva le ossa dei tre santi Magi.
    Dalla domenica delle palme di quest’anno stazioneranno, nelle diocesi tedesche, la croce intorno a cui si raccoglieranno le masse dei giovani nell’incontro mondiale, e anche un’icona della Madonna. Questo loro pellegrinaggio attraverso la Germania è un elemento importante nella preparazione all’Incontro. Esso terminerà con un pellegrinaggio di 40 giorni a piedi dalla città di Dresda in Sassonia fino a Colonia tra l’8 luglio e il 15 agosto. Le esperienze fatte finora hanno confermato una grande risonanza da parte dei giovani, ma anche degli adulti, e la forte partecipazione dei mezzi di comunicazione. E così c’è da sperare che l’Incontro mondiale dei giovani diventerà un autentico avvenimento spirituale per l’intera Chiesa in Germania e offrirà un’ulteriore chance per l’evangelizzazione.


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