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     3. Influsso della

    Congregazione Salesiana

    sulle scelte pastorali

    di NPG

    Rosangela Siboldi


    (cf Note di pastorale giovanile (1967-1988): rivista salesiana audace e aperta agli influssi ecclesiali)


    Le pagine di NPG documentano l’influsso decisivo del carisma salesiano che –lungo gli anni- emerge come l’elemento ispiratore della continuità educativo-pastorale. Il periodico è risposta di avanguardia alla decisione di rinnovamento pastorale avanzata dalla Congregazione salesiana; è frutto di una “fucina” culturale in cui i contributi emergenti dal mondo salesiano sono particolarmente intensi e significativi e sono finalizzati all’approfondimento/interpretazione e divulgazione dell’eredità educativo-pastorale salesiana.

    3.1. Impulso a un rinnovamento pastorale

    La “salesianità” della rivista emerge soprattutto nella fedeltà costante e austera al compito scaturito dalla riflessione del Capitolo Generale XIX (1965) della Congregazione salesiana.[1] Il CG19, che intraprende un cammino di ricerca tesa alla rivisitazione della missione, intravede alla base del necessario rinnovamento l’urgenza di un atteggiamento di dialogo ad intra e ad extra rispettando due condizioni irrinunciabili: la fedeltà allo spirito del Vaticano II e all’eredità educativa di Don Bosco.
    Ai membri del CG19, Paolo VI sottolinea che nell’auspicato rinnovamento sono in gioco il discernimento della Tradizione salesiana stessa e il «nucleo primitivo» della pedagogia di don Bosco ossia la «più vitale radice» di conoscenza e di amore della gioventù. Suggerisce che riscoprire il dialogo ad intra significa intraprendere il coraggioso processo di «distinguere le forme essenziali, da quelle contingenti; le forme interiori, animatrici del […] sistema pedagogico e dell’ […] arte di educatori, da quelle esteriori, di per sé suscettibili di perfezionamento e di diverso esperimento; le forme valide sempre da quelle che le mutate condizioni dei tempi rendessero stanche o inefficaci».[2]
    Le opzioni innovatrici del CG19 sono perseguite con l’emergere di alcuni criteri di fondo: l’impegno per la scoperta dell’«anima» del sistema pedagogico di Don Bosco e l’assunzione di un cambio di “mentalità”.[3]
    Nell’impegno del dialogo ecclesiale i Salesiani rinnovano la consapevolezza di essere «inviati» dalla Chiesa stessa, assumono l’impegno dell’assimilazione del magistero pontificio e dei documenti conciliari, scelgono di integrare l’azione della Congregazione salesiana in una «pastorale d’insieme», promuovendo un collegamento «organico» con «l’azione educativo-pastorale della Chiesa» in risposta alle esigenze delle diocesi e in sintonia con le direttive degli ordinari locali.[4]
    L’assemblea capitolare riconosce inoltre che l’assimilazione dello spirito del concilio Vaticano II implica l’apertura ad ogni apporto culturale, ossia il dialogo con l’umanesimo contemporaneo. Ciò comporta «equilibrio» e capacità di «coordinamento», per rinforzare un atteggiamento di discernimento dei valori e disvalori, per promuovere l’apertura alle risorse scientifiche in particolare ad «ogni apporto valido delle scienze pastorali, pedagogiche e sociologiche»,[5] e per unire gli sforzi di studio e di collaborazione con tutte le agenzie educative presenti sul territorio.
    Il Capitolo auspica un’apertura missionaria verso tutti i giovani, anche i «lontani» con l’attenzione ai loro interessi, alla loro vita, alla loro psicologia, alla necessità di creare ambienti di incontro con adulti significativi, tutto questo con una preoccupazione di competenza educativa.
    I membri del CG19 prevedono nuovi organismi al servizio della missione giovanile nella consapevolezza che disporsi a un cambio di mentalità significa intraprendere un cammino di studio e di ricerca a vari livelli.
    Esprimono l’opportunità di creare «centri permanenti di ricerca, di consulenza, di studio, a livello centrale e periferico, collegati con il PAS».[6] Deliberano di fondare «un Istituto Salesiano di Pastorale collegato con il PAS, a cui possano accedere i sacerdoti novelli per l’anno di pastorale»; di curare al Centro della Congregazione «organi di informazione e di diffusione di sussidi pastorali, collegati con la Libreria della Dottrina Cristiana, con il Centro Catechistico Salesiano, con l’Istituto di Pastorale e Catechesi del PAS».[7]
    L’impegno di assumere una nuova mentalità pastorale ha spinto anche alla ristrutturazione dei servizi preposti al potenziamento della missione. In particolare, si stabilisce di costituire a livello centrale «un Centro salesiano di Pastorale della Gioventù» col triplice scopo di: studiare con precisione e tempestività la condizione giovanile; essere un centro di convergenza delle migliori riflessioni ed esperienze educativo-pastorali; suscitare e orientare la prassi educativa dei salesiani e degli operatori pastorali. Si prevede una rete di collaboratori a vari livelli.[8]
    Il Centro di Pastorale Giovanile, istituito nel 1966, abbraccia tutti gli interessi giovanili superando il puro fatto associativo (Compagnie e Circoli); intende estendere la sua competenza ad “ambienti educativi” a carattere scolastico e non-scolastico, animati dai salesiani o dove i salesiani svolgono qualche incarico.
    Viene disposto che «lo schema strutturale della Pastorale giovanile dovrà ripetersi a piano nazionale e ispettoriale fino alla “comunità educativa”, che comprende la comunità degli educatori, la comunità degli allievi, i rappresentanti delle famiglie e i rappresentanti di altri eventuali interessi della vita giovanile».[9]
    Secondo la «rete» educativa prevista dal CG19, a livello nazionale, nel settembre 1966 le Ispettorie salesiane d’Italia danno vita al Centro Salesiano Pastorale Giovanile, nodo propulsore di una fitta rete di iniziative pastorali distribuite in tutta la penisola, a cui affidano il lancio della rivista NPG per la riflessione teorica e sussidiazione pratica al servizio della pastorale giovanile.
    Il periodico dal 1967 è in prima linea per rendere operativa la decisione di impostare un agire ecclesiale tra i giovani rispondente al rinnovamento auspicato. Un testimone degli inizi, Elio Scotti, precisa che dopo il periodo dell’avvio, le finalità della rivista furono così espresse: «a) offrire ai confratelli un “servizio” che sia di aiuto ad adeguare gli orientamenti, l’azione, l’organizzazione della Pastorale Giovanile Salesiana allo spirito del Concilio, alle deliberazioni del CG19, alle più sicure conquiste delle scienze pedagogiche; b) presentare e approfondire il carisma educativo di Don Bosco a vantaggio non solo dei confratelli, ma anche degli altri educatori cristiani; c) occuparsi soprattutto dei problemi della pastorale di giovani oltre i 14 anni, con opzione preferenziale ma non esclusiva; d) tenere presente tutti gli aspetti della Pastorale giovanile».[10]
    Lo studio delle opzioni teologico-pratiche di NPG conferma che la testata ha sempre perseguito con tenacia e creatività il compito inscritto nelle sue origini. Ciò ha comportato una ricerca notevole –visto il cambio registrabile negli anni studiati- per assumere una coscienza ermeneutica finalizzata alla fedele attualizzazione della passione educativo-pastorale di Don Bosco e la proponibilità del messaggio cristiano.
    Nell’iter di riflessione della rivista, si nota come anche i Capitoli Generali successivi fungono da grandi orientamenti normativi. Il Capitolo Generale Speciale (1971-’72) potenzia l’onda di rinnovamento.[11] Esprime la complessità della missione salesiana scegliendo due espressioni ritenute complementari: «promozione integrale cristiana» e «educazione liberatrice cristiana». Mette in luce la continuità dinamica tra fede e vita e quindi l’importanza di una fede integrata e impegnata, sottolineando che promozione umana ed evangelizzazione sono «un unico movimento di carità». Riafferma con decisione la “scelta dei poveri” e considera l’oratorio come criterio permanente di rinnovamento dell’azione salesiana.
    Il Capitolo Generale XXI (1977-’78) dedica un notevole lavoro alla “riscoperta” del sistema preventivo di Don Bosco, indicandolo come programma del sessennio per la Congregazione salesiana, definendolo come metodo di educazione, ma soprattutto una spiritualità.[12] Parla di “animazione” come momento e frutto della ragionevolezza e dell’amorevolezza dello stile di Don Bosco; ritiene che il significato del termine sia legato a quello di suggerimento, motivazione, persuasione; supponga atteggiamento di ascolto, di comunicazione, di discernimento.
    Annoto che, in NPG, gli editoriali del 1978 curano la rilettura dei cardini del sistema preventivo nel primo centenario dello scritto di don Bosco sul sistema preventivo; nell’annata ’79 gli articoli della rubrica “studi” puntano verso un progetto educativo e pastorale ispirato al «sistema preventivo». La testata afferma di essersi sempre ispirata al sistema preventivo inteso come prassi pastorale e pedagogica nella consapevolezza di fare un servizio alla comunità ecclesiale italiana solo nella fedeltà all’identità carismatica.[13]
    Nel 1988, primo centenario della morte del Santo Educatore, NPG accentua l’approfondimento dell’eredità educativo-pastorale salesiana. Guarda al “sistema preventivo” come elemento unificatore del suo progetto e punta su un modello di evangelizzazione significativo e coerente con la mentalità pastorale che è andata maturando. Afferma: «Credere all’educazione con don Bosco significa per noi credere nell’animazione»;[14] ossia, «l’animazione è il nome nuovo del “sistema preventivo”».[15]
    Consegna ai lettori alcune Fonti salesiane con la consapevolezza di consegnare ad amici qualcosa di caro, qualcosa di famiglia: Il giovane provveduto (1947), Il sistema preventivo (1977), la Lettera da Roma (1884).[16]

    3.2. Apporto decisivo del mondo culturale salesiano

    L’impegno della rivista ha richiesto l’apporto di numerosi collaboratori e apertura di orizzonti culturali. Sono di particolare importanza le risorse salesiane che concorrono alla sua riflessione educativo pastorale.
    NPG resta fino ad oggi il frutto di una vasta collaborazione: persone note per la loro passione educativo pastorale e sensibili al carisma educativo ed ecclesiale di Don Bosco (un’altissima percentuale è costituita da Salesiani); gente che ricopre responsabilità a livello nazionale, diocesano, associativo, di animazione di gruppi giovanili; sacerdoti, religiosi e laici uniti nella ricerca paziente e dialogica; «competenti in vari settori: psicologi, sociologi, pedagogisti, catecheti, teologi e operatori nei gruppi giovanili».[17]
    Nella rivista, numerosi sono gli apporti di personalità qualificate all’interno della Congregazione salesiana. Mi limito a qualche riferimento.
    Già dagli anni ’70, gli articoli di E. Viganò si presentano innovativi. Esponente della corrente teologica moderata della liberazione confluita a Medellín, la rivista lo presenta come una delle personalità più in vista nel campo dell’evangelizzazione dell’America latina; perito conciliare e preside della Facoltà teologica di Santiago del Cile, impegnato contemporaneamente in un contatto diretto con la realtà pastorale.[18] I suoi contributi (cristologia, educazione) trattano ampiamente del tema della liberazione, privilegiano la categoria del Regno di Dio, la scelta di interventismo, una concezione di educazione socialmente e politicamente impegnata.[19]
    Negli anni in cui Viganò è Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana (1977-1995), la rivista si sente sfidata a fondare in termini antropologici e teologici corretti il rapporto che intercorre tra educazione e evangelizzazione; egli, infatti, tematizza il binomio “evangelizzare educando” e “educare evangelizzando” che NPG registra prontamente.[20] La testata pubblica anche l’intervento al Sinodo sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo (8 ottobre 1987), in cui viene sottolineata l’importanza della “formazione” della vocazione-missione laicale dei giovani.[21]
    Nell’impegno di attualizzazione del Sistema Preventivo, risulta centrale il contributo di E. Vecchi, Consigliere generale per la pastorale giovanile salesiana dal 1978 al 1990. Egli tematizza l’importanza di mettere il sistema preventivo in progetto, di considerarlo come una «esperienza globale»; guarda ai destinatari privilegiati; rivisita la “formula” dell’oratorio, tema in quel momento tornato di attualità.[22]
    Nel 1982, la rivista giunge a qualificare il modello di spiritualità perseguito col titolo di “salesiano”, avvalendosi della riflessione condotta con i centri giovanili, con i centri catechistici e pastorali salesiani d’Italia e che è andata man mano maturando in due convegni nazionali salesiani.[23] In un dossier del 1985, partendo dalle beatitudini evangeliche offre i contributi della XI Settimana di spiritualità della Famiglia salesiana, come commento ampio e qualificato alla Strenna che il Rettor Maggiore dei Salesiani ha voluto indicare in occasione dell’anno internazionale della gioventù.[24] Nel 1987, NPG narra l’esperienza-proposta «Festa e servizio», a cui hanno partecipato insieme per la prima volta giovani, Salesiani e FMA d’Italia a Torino (8-10 maggio 1987).[25] Nel convegno ha trovato convergenza il cammino di ricerca sulla spiritualità giovanile condotto ormai da sette anni dalle due Congregazioni dei Salesiani e delle FMA, con convegni e documenti distinti ma convergenti, permettendo di giungere a un’unica proposta elaborata dai “gruppi giovanili salesiani” d’Italia.
    Da sottolineare la collaborazione speciale del CSPG, e quindi della rivista, con alcune istituzioni anch’esse promosse dalla Congregazione salesiana.
    Il CSPG riflette le tendenze teologico-pastorali di un’équipe che è in stretta relazione col Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica dell’Università Pontificia salesiana di Roma anche per la compresenza significativa dello stesso personale nei due ambiti di riflessione. Basta ricordare che diversi membri dell’équipe sono professori del Dipartimento stesso; lo stesso Direttore della rivista, R. Tonelli, è professore ordinario di Pastorale giovanile presso l’UPS ed è risaputo che particolare rilievo merita il suo contributo offerto alla pastorale giovanile.[26]
    Si documenta una collaborazione continua tra i due alvei culturali uniti dalla stessa passione pastorale. Dai Calendari delle lezioni dell’UPS risulta che già nell’anno accademico 1975-1976 la Facoltà di Teologia promuove il Biennio di Teologia pastorale, con indirizzo di Catechetica, divenuto triennale nell’anno 1977-1978; oltre tale curricolo triennale in Catechetica, a partire dal 1977-1978 inizia un Corso biennale di Pastorale giovanile,. Contestualmente all’avvio di tale Biennio in Pastorale giovanile viene istituito l’Istituto di Teologia pastorale della Facoltà di Teologia. Dopo la Costituzione apostolica Sapientia christiana circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche (29 aprile 1979), dal 15 ottobre 1981 funziona una “struttura Dipartimentale” che attua il “Curricolo di Pastorale giovanile e Catechetica” (Corsi accademici per la licenza in Teologia pastorale con indirizzo di “Pastorale giovanile” e con indirizzo “Catechetico”) e permane il Corso biennale con Diploma di Pastorale giovanile e Catechetica. Dall’8 dicembre 1986 è costituito tra la Facoltà di Teologia e la Facoltà di Scienze dell’Educazione un “Dipartimento” che attua il “Curricolo di Pastorale giovanile e Catechetica”.
    Una rassegna delle tesi prodotte su NPG dal 1982 al 2000, presso l'UPS, rivela il notevole interesse per le proposte pastorali veicolate dalla rivista.
    Un’altra espressione di collaborazione è la promozione costante di seminari di studio, di convegni e corsi di formazione che segnano la riflessione della rivista.
    Va sottolineato che il CSPG per un certo tempo fornisce il quadro di riferimento pastorale alle redazioni di altre riviste come “Mondo Erre” e “Dimensioni Nuove”.[27] Inoltre, condivide l’orientamento teologico, pastorale e metodologico della rivista Catechesi del Centro catechistico salesiano, fondato nel 1939 al servizio della Congregazione e delle comunità ecclesiali per la promozione catechistica. Il successo delle iniziative (pubblicazioni, corsi, convegni…) del Centro condusse alla fondazione dell’Editrice Libreria Dottrina Cattolica (Elle Di Ci) nel 1941. Queste fondazioni segnarono un tempo di grande apporto nel servizio a vantaggio della catechesi. La rivista “Catechesi”, ad esempio, impegnata nella pastorale catechistica e dell’insegnamento della religione fin dal 1932, sensibile al movimento catechistico internazionale, divenne un importante strumento di animazione del movimento catechistico italiano. Nel 1950 il Centro catechistico fu incaricato della gestione del 1° Congresso Catechistico Internazionale; le pubblicazioni nell’area catechistica, liturgica, biblica, teologica e pastorale, si moltiplicarono sotto i fermenti di rinnovamento che hanno preceduto, accompagnato e seguito il Concilio Vaticano II.
    Il CSPG, grazie soprattutto all’Editrice Elle Di Ci, offre al mercato editoriale numerose collane per gli operatori pastorali e per i giovani stessi. Negli anni studiati, si caratterizza anche per la collaborazione con altre espressioni pastorali della Famiglia salesiana: il CIPG delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Roma) e la rivista Da mihi animas;[28] il Dicastero per la Pastorale Giovanile (Roma-SDB).[29]

    Conclusione: la realtà di un ammirabile scambio

    In conclusione, va riconosciuto a NPG il merito di essersi introdotta in modo qualitativo nell’ambito pastorale internazionale e soprattutto italiano; di essere postazione culturale attenta al cammino ecclesiale e espressione autorevole della riflessione salesiana. Si è distinta come polo di dibattito, offerta di proposte, stimolo all’interesse ecclesiale per i giovani, espressione di una pastorale che resta preferenziale rimanendo inserita nella pastorale organica.
    Alcuni anni dopo il periodo analizzato (1967-1988) della rivista, i passi del documento della chiesa italiana Con il dono della carità dentro la storia (1996), raccolti sotto il titolo “con i giovani per testimoniare la speranza” (n. 38-40), risultano molto significativi in rapporto alla proposta di NPG. Essi recitano:
    La chiesa si sente impegnata «ad offrire alle nuove generazioni la possibilità di un incontro personale con Cristo, nell’ambito di una comunità fraterna, dove ciascuno sia aiutato a sviluppare la propria identità, a scoprire la propria vocazione».
    Le comunità cristiane «di fronte alla carenza di relazioni educative, che provoca disagio ed emarginazione, avvertono l’urgenza di ripensare la pastorale giovanile, conferendole organicità e coerenza in un progetto globale». «Devono essere […] una casa accogliente, in cui trovare occasioni di dialogo con gli adulti e nello stesso tempo essere valorizzati come soggetti attivi, protagonisti della propria formazione e dell’evangelizzazione. Di grande importanza, per rendere concreta questa accoglienza, sono gli oratori e le altre strutture educative parrocchiali, le associazioni e i movimenti ecclesiali».
    «I giovani chiedono di non essere lasciati soli. […] È perciò indispensabile formare educatori e guide spirituali, sacerdoti, religiosi e laici, in grado di accompagnarli. […] Occorre risvegliare responsabilità e passione educativa in varie figure di adulti».
    «La formazione sia attuata mediante itinerari, differenziati per età e per situazioni esistenziali, impegnativi ed esigenti, ma rispettosi della gradualità».
    «La pastorale giovanile deve estendersi agli ambienti della scuola, dell’università, delle caserme, del lavoro e del tempo libero, della vita di relazione e dell’impegno sociale. […] “Pastori ed educatori incontrino i giovani là dove essi sono”. I giovani cedenti siano aiutati ad essere i primi testimoni e annunciatori del vangelo ai propri coetanei».
    Queste affermazioni sembrano proprio una sintesi del cammino pastorale percorso e sofferto dalla testata, impegnata da tempo a «trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (GS 31f); una sintesi che è frutto di un ammirabile scambio culturale assunto da NPG fin dalle origini e supportato dalla passione educativa.

     

    NOTE

    [1] Cf Società Salesiana, Atti del Capitolo Generale XIX (Roma, 8 aprile-10 giugno 1965), in Atti del Consiglio superiore della Società Salesiana 47(1966)244 (=ACG19).

    [2] Ivi 301.

    [3] Presentazione del Rettor Maggiore, in ACG19 6.

    [4] Cf ACG19 187.

    [5] Ivi 101.

    [6] Ivi 104. Il PAS (Pontificio Ateneo Salesiano) eretto il 3 maggio 1940, con sede a Torino; si stabilisce a Roma il 29 ottobre 1966 ed è stato insignito del titolo di Università Pontificia Salesiana il 24 maggio 1973.

    [7] Ivi 133.

    [8] Cf Disposizioni e norme, in Atti del Consiglio Superiore della Società Salesiana 47(1966)246, 30-31 (=ACS).

    [9] Cf ivi 31.

    [10] Scotti Elio, La rivista Note di pastorale giovanile, in NPG 1(1967)5, 89.

    [11] Cf Società Salesiana, Capitolo Generale Speciale XX (Roma, 10 giugno 1971 - 5 gennaio 1972), Roma, [SDB] 1972.

    [12] Cf Società Salesiana, Capitolo Generale 21 (Roma 31 ottobre 1977-5 gennaio 1978). Documenti capitolari, Roma, SDB 1978.

    [13] Cf NPG 1979/1, 2.

    [14] Tonelli Riccardo, Con don Bosco crediamo nell’educazione, in NPG 22(1988)1-2, 33.

    [15] Ivi 34.

    [16] Cf Alcuni “documenti storici”, in NPG 22(1988)1-2, 103-113.

    [17] Scotti, Undicesimo anno, in NPG 11(1977)1, 2.

    [18] Cf Verso una educazione liberatrice. Intervista con Egidio Viganò, in NPG 5(1971)10, 65.

    [19] Cf ad es.: Il «volto» di Cristo per i giovani d’oggi, in NPG 6(1972)2, 11-25; L’educazione liberatrice come criterio di verifica dell’attività pastorale, in NPG 7(1973)12, 3-18; Educazione liberatrice in America Latina, in NPG 6(1972)11, 2-15.

    [20] Cf Scotti Elio, Religione a fondamento dell’educazione, in NPG 12(1978)6, 3. Cf pure Viganò Egidio, Il progetto educativo salesiano (15 agosto 1978), in ACS 59(1978)290, 3-42.

    [21] Cf Viganò Egidio, Formazione dei laici e pastorale giovanile, in NPG 22(1988)3, 61-64.

    [22] Cf ad es.: Vecchi Giovanni, Per elaborare seriamente un progetto educativo, in NPG 13(1979)10, 3-13; Raccontare il vangelo della felicità ai giovani lontani, in NPG 22(1988)1-2, 65-67; L’oratorio salesiano: memoria e profezia, in NPG 22(1988)5, 4-19. Cf pure: Ripartire dall’oratorio. L’impegno programmatico dei Salesiani d’Italia. Documento conclusivo della Presidenza CISI, in NPG 22(1988)5, 37.

    [23] Cf Una proposta di spiritualità giovanile, in NPG 16(1982)1, 44; Centro Salesiano Pastorale Giovanile, Un manifesto per la spiritualità giovanile salesiana, in NPG 16(1982)1, 65-88.

    [24] Cf Dossier. “Beati voi…”: un annuncio e una promessa per il cristiano oggi, in NPG 19(1985)6, 3-32. Cf AA.VV., Le beatitudini del vangelo. Riflessioni per una spiritualità giovanile. Atti della XI Settimana di spiritualità della Famiglia salesiana, 21-25 febbraio 1985, Roma, Editrice SDB 1985.

    [25] Cf Martinelli Antonio (a cura di), “Festa e servizio” nella spiritualità giovanile. Un’esperienza-proposta dei gruppi giovanili salesiani d’Italia, in NPG 21(1987)8, 33-47.

    [26] Cf alcune pubblicazioni del Direttore di NPG: Midali Mario - Tonelli Riccardo (a cura di), Dizionario di Pastorale giovanile, Leumann (TO), Elle Di Ci 19922; Tonelli Riccardo, Per la vita e la speranza. Un progetto di pastorale giovanile = Biblioteca di scienze religiose 120, Roma, LAS 19965; Istituto di Teologia Pastorale-Facoltà di Teologia UPS (ROMA), Pastorale giovanile. Sfide, prospettive ed esperienze, Leumann (TO), Elle Di Ci 2003 [Coordinatori dell’opera: Antony F.V. - Gallo L.A. - Midali M. - Tonelli R.].

    [27] Cf NPG 10(1976)1, 6. Nell’aprile 1962 nasce la rivista «Dimensioni nuove» con la quale NPG condivide dal 1967 la stessa passione per l’universo giovanile e alla quale a volte fa riferimento [cf ad es.: “Dimensioni” vent’anni con i giovani. Intervista a Carlo Fiore, in NPG 16(1982)5, 39-46]. Nel 1975 si aggiunge ai membri della comunità anche la redazione della rivista per ragazzi (11-14 anni) «Mondo Erre» [cf in NPG 9(1975)1, 94-96]. Le redazioni delle riviste «Dimensioni nuove» e «Mondo Erre», nel 1983, quando il CSPG sarà voluto a Roma, cessano di far parte del Centro ed avranno la loro sede presso la Elle Di Ci di Torino - Leumann.

    [28] Cf ad es.: Centro Internazionale di Pastorale Giovanile Delle Figlie di Maria Ausiliatrice, “Il manifesto delle beatitudini” nell’anno dei giovani, in NPG 18(1984)10, 25-38.

    [29] Cf ad es.: Vecchi Juan (a cura di), Comunità salesiana nel territorio: presenza e missione, in NPG 20(1986)9, 20-34. Cf il sussidio completo: Dicastero per la Pastorale Giovanile, Comunità salesiana nel territorio. Presenza e missione = Documenti PG 10, Roma, Editrice SDB 1986.


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