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    “Fammi camminare a testa alta”. Salmo 3




    Maria Giovanna Noccelli

    (NPG 2005-03-48)


    “O Signore, quanti sono
    i miei oppressori!
    Molti si levano contro di me.
    Molti sono coloro
    che dicono della mia anima:
    “Non c’è salvezza per lui in Dio”.
    Ma tu, Signore, Tu sei uno scudo
    intorno a me.
    Tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
    Con la mia voce verso il Signore grido
    ed Egli mi risponde dal suo monte santo.
    Io mi corico e mi addormento,
    mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
    Più non temo i nemici a miriadi
    pur se schierati contro di me.
    Alzati, Signore,
    salvami, mio Dio!
    Tu solo sai salvare”.

    Amo questo salmo in particolare per questo verso: “A testa alta mi fai camminare”.
    Mi fa venire in mente una bellissima poesia di Davide Maria Turoldo:

    “Fammi camminare a testa alta;
    che tutti dicano:
    è il Suo amico!
    E mai abbia ad arrossire
    e vedano tutti
    quanto di Te io sia orgoglioso”.

    Quanta dignità riscattata c’è in queste parole! Andare in giro orgogliosi di questa nostra più profonda e vera identità di amici di Dio, di coloro che lui ha chiamato amici, dopo che miriadi di pensieri, i nostri veri e soli nemici, ci assalgono ogni giorno.
    Ci assalgono per demolire la nostra immagine di noi stessi, la percezione della nostra identità, la consapevolezza di noi stessi quali creature sempre meritevoli e amate agli occhi di Dio, mai separate da Lui. Ci assalgono con sensi di colpa, con dichiarazioni di fallimento, con letture storte della nostra storia, dei fatti della nostra vita. Spesso, fin dal mattino ci svegliamo con questi pensieri, e ancora a sera essi ci tormentano, impedendoci il sonno, la serenità.
    Così andiamo in giro, lungo le nostre giornate, lungo le strade della nostra vita (strade relazionali, lavorative, amicali, familiari, ogni genere di strada), a testa china, convinti nel profondo di non meritare nulla, di aver sbagliato questo o quello, di aver sbagliato tutto, di non valere niente, e che niente cambierà perché niente di buono ci può essere per noi. Così si compie profeticamente quella Parola che giustamente dice “A chi non ha sarà tolto anche quello che ha”, perché se tu non sei consapevole che niente di quanto queste voci interiori ti sussurrano corrisponde a verità, esse finiranno col convincerti, e tu finirai col vedere la tua realtà coi loro occhi, gli occhi dei tuoi pensieri neri; e finirai col vedere sempre meno cose buone, cose belle, di te stesso e della tua vita.
    Chi non ha questi nemici schierati contro di sé almeno una volta nelle sue giornate; chi non li ha conosciuti, almeno una volta nella vita?
    Ma la realtà è ben diversa: tu sei l’amico di Dio, tu sei colui che Dio ha chiamato amico, una volta per sempre; colui che Egli chiama amico ogni giorno, ogni ora delle tue ore più buie e tormentate, ogni ora di quelle ore in cui non ti senti né amato né amabile.
    Tu sei il suo amico: niente può toglierti la veste che Lui ti dà, l’identità che ti dà Lui; niente ti può separare da questa verità, né il tuo passato, né la situazione presente, né alcunché che possa avvenire in futuro, né gli alti e bassi dei tuoi stati d’animo e dei tuoi comportamenti, né alcuna cosa detta di te o fatta contro di te da chiunque.
    Dio è il solo che ci sa salvare dall’interno di noi stessi: il solo che possa contrastare i tuoi nemici al cuore del tuo essere, dove risiedono le oscurità della tua vita, i tuoi pensieri e le tue convinzioni errate su te stesso, e che sono la sola fonte di tutto ciò che di male pensi che ti accada. Ma là, dentro di te, risiede anche la tua Luce: il tuo Amico.
    Tutto si compie sempre e solo dentro di te, e la nostra battaglia non è mai con ciò che avviene o che è fuori di noi: persone, fatti, avvenimenti. La nostra battaglia è sempre interiore, non è mai, al suo livello più profondo, contro cose o persone. Ciò che si disputa in questa battaglia, in tutte le tue battaglie, è sempre la tua vera identità: identità di figlio e figlia, amico e amica, amato sempre e comunque da Dio qualunque cosa tu faccia o non faccia, oppure identità di essere sperduto e solo, qualunque cosa tu abbia.
    Quanti ne conosci inquieti, angosciati, paurosi, insicuri, infelici, arrabbiati, tormentati? Questo è in ogni caso il frutto delle battaglie vinte dai nostri pensieri nemici. Chi ci salverà dunque da noi stessi, dalle nostre convinzioni errate, dalle nostre percezioni malate? Colui che è il solo che ci difende veramente, sempre, che è sempre alleato con noi, sempre dalla nostra parte; Colui che sorge dall’interno di te, e ti fa risorgere con Sé; Colui che ad un tuo grido d’aiuto è già presente, perché non ha mai smesso di essere con te.
    Metti sulla tua testa, contro i pensieri nemici, l’elmo di questo Amore; fai dell’amicizia di Dio con te lo scudo contro tutto ciò che avvilisce la tua persona, la tua vita.
    Se tu riesci a crederti, a percepirti come l’amico di Dio, questo non è solo il vertice della tua identità, ma è anche la tua forza, la tua sicurezza non effimera, il tuo fondato orgoglio, la tua maturità, la tua pace.
    Tu mi dirai: perché Dio dovrebbe amarmi quando mi comporto male? Perché Lui sa vederti nella tua verità, e sa che il comportamento errato non è la tua identità, ma è il frutto di una scelta di pensiero errata: hai creduto ai tuoi nemici, a coloro che ti “sussurrano” all’orecchio interno che per te non c’è salvezza, che non cambierai, che sei solo, solo e miserabile, e, naturalmente, colpevole. Che sei brutto, che sei cattivo, che non sei abbastanza di questo, o che sei troppo di quello. Se vuoi portare un uomo a sbagliare, prima devi demolirlo dall’interno! Prima devi fargli credere che è carente di qualcosa, e che è solo. Solo e colpevole.
    Svegliati! Perché invecchi in questa terra straniera? Questi pensieri, e le realtà che suggeriscono, non sono casa tua. Hai dimenticato la Fonte della vita: e la Fonte è sempre stata dentro di te, forse interrata, ma ancora pronta a zampillare. E la Fonte è l’Amore eterno di cui sei amato.
    Dio vede la tua verità: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi compiaccio”. Tu non sei mai stato lontano da me. Tu sei il mio amico. Tu sei l’amico di Dio. Torna a casa.


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