Pastorale Giovanile

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    Xstory /3. Sono felice, anch'io porto le rose


     

    Sussidio per l'educazione alla pace (terza parte)

    (NPG 1987-03-73)


    Continua la presentazione del sussidio Xstory nella sua terza parte, avendo pubblicato le prime due parti nella scorsa annata di NPG. Ci ripromettiamo di concludere al piú presto la presentazione di questo che intende essere uno strumento per l'educazione dei ragazzi e delle ragazze ad atteggiamenti di fiducia in sé e negli altri, di rinuncia alla violenza, di speranza e di impegno costruttivo del futuro di tutti. È un insieme di sentieri educativi che prendono l'avvio dall'audiovisivo Flash (Audiovisivi Elle Di Ci, Ed 10) a cui abbiamo precedentemente rimandato.
    Narra la storia del signor «Non mi conosco».
    Uno che non vede il dono della propria esistenza. Lo porta come un peso sulle spalle trascinandosi sulle strade della vita.
    Passa, ed è gioia per chiunque. L'innocente lo raggiunge divertito. L'amore lo valorizza, lo regala.
    La saggezza gli sorride ed è felice, la povertà lo apprezza e se lo gusta.
    Soltanto lui non sa di tanto bene.
    È un incidente, una caduta, a farglielo scoprire. Disteso a terra vede di fronte a sé l'incanto che, trascurato ed «incosciente», prima aveva gettato di dietro. Lo raccoglie con gratitudine felice, traboccante e canta la canzone di una giovinezza nuova, riscoperta.

    LETTURA ANALITICA DELLA STORIA

    1. Mister X, ora signor «Non mi conosco», è solo ed in cammino. Stranamente triste e curvo, mentre porta con sé un meraviglioso carico di rose.
    L'hanno chiamato signor Incoscienti perché non riconosce il tesoro che la vita gli ha posato sulle spalle. Regalato.
    Vede solo il grigio della strada che percorre senza slancio, senza meta, forse.
    2. Si trascina sempre piú scontento. Ma un bambino vispo, intraprendente, vede la gerla e si regala un fiore... Ha l'aria semplice, felice: sa che la combina bella, ma se la ride doppiamente divertito.
    3. Pesante, cadenzato, Incoscienti cammina senza accorgersi di nulla, né alla destra, né alla sinistra.
    Cosí passa davanti ad una coppia innamorata e se la lascia alle spalle senza vedere che lui ha scelto le sue rose per esprimerle il suo amore, e lei risplende nella gioia quanto il sole.
    4. Chi non sorride di simpatia per una rosa?
    Incoscienti tira avanti sempre piú chiuso, come le sue mani nelle piccole tasche dei calzoni. Ma la vecchina, curva e acciaccata, se ne va lieta da quell'incontro. Porta con sé un profumo e un incanto regalati!
    5. E come? non lo vede? Piú sfortunato di lui il povero cieco rimane ad aspettare sul bordo della strada la carità dei passanti... la loro pietà. Ma Incoscienti è concentrato su se stesso. Vede solo i suoi pensieri.
    Sempre alle spalle, il miracolo di gioia avviene ancora: il povero non può vedere, ma il profumo gli rivela la bellezza, lafortuna che gli passa accanto. La raccoglie e se la bacia, lieto!
    6. Nulla. Neppure il masso che gli intralcia il cammino è oggetto della sua attenzione. Incoscienti inciampa e cade clamorosamente: vola la bisaccia, volano le rose, volano le gambe e braccia spalancate.
    7. Che cosa sta succedendo? Riavutosi dalla botta che gli ha spaccato il naso, cerca di sollevarsi e scopre, finalmente, rovesciate a terra le sue rose.
    Sorride sbalordito. E allunga la sua mano...
    8. La protende delicatamente... incredula, sorpresa come per un prodigio immeritato e magico.
    9. L'ha raccolta!
    Tutto preso dal rito che la scopre, che la gode profumata, dimentica la botta ed ogni ammaccatura. Rimane inginocchiato ed è il suo «grazie» per l'immenso dono ricevuto.
    10. Ecco: ora ha toccato il cielo nell'immensa statura della gioia. Eretto è felice del suo fiore posto all'occhiello sul petto.
    Nulla piú ha importanza di quanto esiste intorno. Soltanto la canzone del suo cuore: è l'inno per la vita riscoperta, esploso dal signor «Coscienti».

    PER UNA LETTURA PSICO-PEDAGOGICA

    Ogni vita che nasce e che cresce porta in sé un bagaglio potenziale di valori e di doti che la preordinano ad essere ciò per cui è chiamata: ciò vale per la pianta, per l'animale, per l'uomo. Per l'uomo però c'è molto di piú: accanto a ciò che la natura gli fornisce e l'ambiente gli comunica, c'è la possibilità di orientarsi per un libero progetto di sé. Perché questo si realizzi, è indispensabile che da parte sua:
    - prenda in mano il timone della propria esistenza;
    - conosca bene e fino in fondo se stesso e le potenzialità di cui dispone, i propri talenti;
    - sappia far fruttare i talenti che possiede;
    - compensi serenamente i propri limiti.
    In particolare, per una valida autoconoscenza, è necessario lanciare lo sguardo oltre il proprio quadro attuale e spingersi con lucidità serena a valutare:
    * La propria storia personale. È un cammino a ritroso che permette di ripercorrere con maturità le varie tappe della vita, evidenziando l'incontro con il bene e con il male; l'impatto con persone significative che hanno costruito o demolito la propria vita; gli avvenimenti significativi che hanno lasciato una traccia. Tutto questo per coscientizzare e «integrare» in sintesi il tutto della propria esistenza.
    * La scoperta delle proprie attitudini e doti fisiche, psichiche e intellettuali, viste non superficialmente, ma in termini approfonditi. Vale molto il confronto con quanto gli altri evidenziano nella pera.- zione che hanno di noi: cbe permette e oggettivare la nostra realtà eseneanaie Le doti, i pregi, i limiti, le arenar 1~0 spesso visti in modo più competo da. altri e, se raccolti con onestà, (amo atee sulle nostre qualità migliori, come su settori da rivedere.
    * L'esperienza dello scacco, dell'insuccesso, che facilita, se ben capita e assunta, la conquista di un sano realismo; evidenzia i punti nevralgici e gli aspetti in cui migliorare per occupare in modo armonico il proprio posto tra gli altri. È spesso un'esperienza provvidenziale, per una presa di coscienza piú limpida di sé e della realtà.
    * Le proprie aspirazioni e intenzionalità: danno la direttiva di marcia alla realizzazione concreta. Prospettive aperte, di ottimismo, di speranza, in un contesto di sano realismo, sono come l'ossigeno per i polmoni: danno vitalità, impulso, energia e fecondano ogni iniziativa.
    * La consapevolezza che la vocazione profonda dell'uomo è il dono di sé agli altri. Contro la tentazione sempre ricorrente dell'individualismo, del bisogno di possesso, di prestigio, di autoaffermazione. Una scoperta e una scelta che è da fare e da ribadire ogni giorno, ogni momento, e che deve progredire e specificarsi quanto piú i giorni e gli anni si snodano nell'iter della propria esistenza.

    GUIDA ALL'USO DELLE SCHEDE

    La storia della gerla di rose offre l'opportunità di far ricercare la ricchezza, la bellezza, la varietà dei doni che la vita elargisce ad ognuno. Nessuno è senza rose.
    Forse portiamo troppo inconsciamente il nostro dono e finiamo col restare chiusi, tristi, immusoniti, scontenti per' ché la vita con noi è stata avara. Perennemente ripiegati su di noi nel tentativo di incontrare una insperata fortuna.
    E la ricchezza è invece dentro la nostra gerla. È importante scoprirlo, crederlo, per donare piú consapevolmente la ricchezza che possediamo e gioire di quella che gli altri possiedono.
    Questo terzo nucleo di schede propone un cammino verso la consapevolezza delle nostre «rose» attraverso queste tappe:
    - prendere consapevolezza dei doni che la vita offre ad ognuno;
    - superare la tristezza e la chiusura di chi dona le «sue rose» senza esserne consapevole;
    - fare sempre piú consapevolmente del dono-vita un dono per gli altri;
    - celebrare la gioia per il dono-vita.

    1. Nella mia gerla...

    L'incoscienza non è una virtú, tutt'altro: è piuttosto un problema. Ed è diffusa piú di quanto pensiamo. Forse corriamo troppo: il ritmo travolgente della civiltà dei consumi e dei computers non facilita l'attenzione sulla bellezza della vita dentro e fuori di noi.
    Succede di non accorgersi piú che la primavera arriva, che i prati cambiano colore, che il vento tra le spighe ha unsuono armonioso; e allora perché stupirci se non ci accorgiamo che ogni vita, ogni uomo ha la sua gerla carica di rose e che neppure noi ne siamo privi?
    La scheda nelle sue varie proposte vuol far prendere coscienza di questo fatto.
    Il signor Incoscienti ha una gerla di rose e lo ignora. Qui inizia la sua storia. E la nostra?...
    È necessario riflettere per scoprire se è proprio vero che il Padre dei cieli dona ad ogni uomo la sua gerla.
    È la presa di coscienza non solo del valore dell'altro, ma anche della varietà dei doni, dell'esigenza di riconoscerli, di stupirsene, di goderne.
    Ognuno ha quindi la sua gerla carica di... rose. Se nelle schede del signor Complessi e signor Larabbia l'analisi aveva sottolineato piú facilmente gli aspetti negativi o gli atteggiamenti scorretti, ora si tratta di completare il ritratto con l'elenco e il riconoscimento della positività di ognuno. Il «gioco della valigia» può rivelarsi utile a questo scopo, e insieme divertente (Grom, n. 35).
    Ricercare la gerla carica di rose del gruppo, della propria famiglia soprattutto, è un ottimo esercizio di riconoscenza. La scoperta della ricchezza cosí vicina e cosí insospettata diviene un motivo di gratitudine. Soprattutto per il preadolescente non sarà facile riconoscere e accogliere i doni nascosti della propria famiglia. Ma l'esercizio di ritrovarli e di convertirli in «grazie» sarà opportunamente salutare.
    Lo stesso potrebbe avvenire per i propri educatori, i vicini di casa, le persone meno simpatiche.
    C'è un ulteriore passaggio da fare: scoprire la gerla dell'universo. Il macro e il microcosmo sono ricchissimi di meraviglie. A seconda del luogo in cui i ragazzi passano l'estate è possibile realizzare l'Operazione scoperta, che può portare a ritrovare la bellezza anche nel bruco o nella lucertola, nelle mille famiglie di fiori e di erbe, nel mondo marino e nella sabbia delle spiagge.

    Scheda /1
    NELLA MIA GERLA

    Guardando bene...
    - Tornate insieme a rivedere la faccia del signor Incoscienti. Vi accorgerete che non è contento. Elencate i motivi.
    - Ora andate in giro in due, con una buona macchina 'fotografica, e cercate di riprendere ed immortalare le facce tristi e quelle figure ricurve che riuscite ad incontrare (naturalmente senza dare nell'occhio); in un secondo momento avvicinatele e rivolgete loro alcune domande, che avrete formulato in precedenza, per conoscere le ragioni della loro scontentezza.
    - Elencate qualche situazione quotidiana in cui voi stessi vi sentite nei panni del signor Incoscienti.

    Esperienze-giochi-rIcerche
    - Il buon Dio ha dato ad ogni uomo una gerla piena di doni: anche una per te. Conosci quello che c'è nella tua gerla? Fai un elenco e poi in gruppo ognuno riporta, con un disegno su un cartellone comune, il contenuto della propria gerla.
    - Ognuno realizza una intervista individuale alle persone con le quali vive maggiormente, chiedendo loro di elencare i doni, le buone qualità, le capacità che hanno trovato in lui.
    - Fatevi spiegare dall'animatore il gioco del «fare la valigia», da svolgersi in gruppo, per mettere in evidenza i doni che ognuno riconosce negli altri membri.
    - In gruppo rispondete insieme a queste domande: capita anche a te di non accorgerti di avere un sacco di doni?
    Come mai capita cosí?
    Quali sono le persone che piú ti aiutano a farti scoprire i tuoi doni?
    Secondo te ci può essere qualcuno che è assolutamente sprovvisto di qualità?
    - Anche la famiglia ha la sua «gerla»... prova a scoprire cosa c'è dentro.
    - Ora è tempo di guardare dentro la «gerla del gruppo». Prima elencherete i regali, i doni che nel gruppo ci sono, poi riempirete una grande gerla che avrete disegnato su di una parete. Ogni membro del gruppo sarà un mazzo di rose... con tutte le qualità che egli porta nel gruppo.
    - E la grande «gerla dell'universo»? Attraverso l'operazione «scoperta» vi guarderete attorno per scoprire i «regali» nascosti, le grandi sorprese che popolano l'ambiente circostante: persone, animali, natura, paesaggi, cose... Ci vorrà una gerla robusta per contenere tutto quello che troverete di bello!
    - Andate ora a caccia di un'antichissima favola (i vecchi professori di italiano e di latino certamente la ricorderanno) detta delle «due bisacce».
    Cercate di rappresentarla in gruppo. Cosa ha in comune con la storia del signor Incoscienti?

    2. C'è un dono per tutti

    È importante essere coscienti dei propri doni, delle rose che ognuno di noi ha nella sua gerla e di cui gli altri godono. Altrimenti la vita sembra inutile e triste.
    - Il signor Incoscenti cammina mesto e accasciato; ma qualcuno è felice e sorride per il profumo delle sue rose.
    I ragazzi sono invitati a popolare la strada del signor Incoscienti: tanta gente gode dei suoi fiori, del profumo delle sue rose, mentre lui se ne va, chiuso nella sua tristezza e nella sua solitudine.
    - Tu, sai chi puoi fare felice? L'interrogativo vorrebbe aiutare i ragazzi a scoprire che anche lungo la loro strada qualcuno può godere dei doni della loro gerla: i genitori, i fratelli, gli amici, le persone anziane, ecc.
    Sono tanti i fiori che ognuno possiede...
    L'animatore deve aiutare i ragazzi a scoprire e a chiamare per nome le qualità positive, i gesti concreti con cui i ragazzi già fanno felici gli altri, anche se non lo sanno... Essere consapevoli di questo è aprire la strada al dono, all'accoglienza degli altri, al servizio.

    Scheda /2
    C'È UN DONO PER TUTTI

    Guardando bene...
    - Il signor Incoscienti cammina triste, ma senza accorgersi, lungo la strada, ha già fatto felici piú persone. Ricordate insieme i diversi incontri.
    - Rappresentate in gruppo la scenetta, ma inventando dei nuovi incontri un po' originali.
    - Riuscite ad inventare un'altra storia simile?

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Quando non si sa di far felice qualcuno, si cammina cosí chiusi in se stessi che non ci si accorge di nessuno.
    Il proprio «io» diventa una prigione.
    È come camminare coi paraocchi. Costruiteveli di cartone e poi fate un giretto in città... tanto per vedere che cosa capita!
    - Tu sai chi puoi far felice? Prova a fare un elenco di queste persone.
    Poi fai un'inchiesta in casa, agli amici, a scuola, nel gruppo, all'animatore, per conoscere se, quando e in che modo li rendi felici.
    - Ora vi farete indicare dall'animatore il gioco della «sedia che scotta», ma con una significativa variante: tutto il gruppo dirà di colui che siede al centro, quali doni, quali «rose» verrebbero a mancare nella gerla del gruppo se lui non ci fosse piú.
    Ognuno scoprirà che la sua vita è dono per tanti.
    - Prova a far sbocciare la prima rosa del mattino: ti alzi per primo in casa e prepari una sorpresa alla tua mamma (es. la colazione, le scarpe lucide...). Questa rosa profumerà la casa per tutto il giorno.
    - Perché non preparare qualche sorpresa anche per l'incontro del gruppo la prossima volta?

    3. Quando lo scopro...

    Ci possono essere salutari circostanze che fanno sbattere il naso, non tanto per smascherare i trampoli, ma questa volta per scoprire una gerla di rose dietro le nostre spalle.
    Nella vita di ognuno ci sono momenti in cui siamo stati quasi forzati a renderci conto che avevamo un tesoro da donare. Benedette circostanze. Benedetti gli amici, gli educatori, i genitori, che ci hanno aiutato - anche a costo di farci inizialmente soffrire - a scoprire la nostra gerla.
    La scheda, partendo appunto dall'esemplare caduta del signor Incoscienti, sollecita a rivedere la sequenza della nostra vita per scoprire quando e come siamo diventati consapevoli di portare e di essere un dono.
    - La narrazione (verbale, gestuale, con il disegno, il canto...) di una esperienza può diventare ulteriore possibilità di scoprire le proprie rose.
    Ci sarà il ragazzo che si esprime poco verbalmente, ma che riesce a drammatizzare col gesto; o quello che nel gioco rivela ricchezze insospettate. Non si può passare il tempo delle nostre vacanze insieme, senza la scoperta delle nostre e altrui rose.
    - Diviene allora importante studiare i modi piú delicati e creativi per scoprire le rose altrui e consentire ad ogni persona di scoprire le proprie.
    Ripensiamo a tanti «burberi benefici» che si incontrano sul nostro cammino e che noi allontaniamo perché non sappiamo leggere oltre la loro apparenza di durezza o scontrosità.
    - Il gioco del «riconoscersi» è finalizzato a saperci riconoscere nella descrizione che altri fanno di noi, sia pure in modo incompleto e impreciso. occasione opportuna per l'animatore per favorire una lettura e relativa interpretazione positiva dei membri del gruppo.
    Se l'animatore sa che il gruppo non è ben fuso o si conosce poco, è preferibile che tralasci questo gioco e lo sostituisca con un mimo al positivo.
    Riconoscere i propri doni è pure riconoscere che ci vengono da altri: i genitori per primi.
    Si apre la possibilità già evidenziata nella prima scheda di saper esprimere riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto.
    È bene educare a non essere avari di ringraziamenti: dire grazie è illuminare la propria vita e quella degli altri.
    - La parabola evangelica dei talenti riporta al tema centrale: il Padre dei cieli fa a tutti il dono di una gerla carica di rose (cf Mt 25, 14-30).
    Che ne facciamo delle nostre rose una volta che sappiamo di possederle? Qui si innesta la proposta della scheda.

    Scheda /3
    QUANDO LO SCOPRO

    Guardando bene...
    - Punfete!... Splasch!... Il signor Incoscienti ha sbattuto il naso sull'asfalto; ma solo cosí le rose gli sono arrivate tra le mani e le ha viste. Mimate la scena in gruppo, ripetendola in diversi stili, come fosse una ripresa cinematografica (dapprima normalmente, poi al rallentatore, poi a doppia velocità, quindi in stile comico, poi ancora col muso lungo, tutti seri, infine in stile lirico... e chi piú ne ha, piú ne metta). Ora provate a riflettere un momento insieme: cosa sarebbe capitato se il nostro amico non fosse caduto?

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Prova a raccontare (con disegno o con mimo) un episodio capitato a te, simile a questo, mettendo in evidenza quale «rosa» hai scoperto.
    - E se il vostro gruppo si arricchisse di qualche membro (chi potreste invitare a farne parte?) non ci sarebbe qualche rosa in piú? Prendete una decisione in gruppo, dopo averne discusso con calma.
    - Gli altri sono importanti nel cammino di scoperta dei doni che ci portiamo. Prova ad aiutare gli altri a scoprire le loro rose. Essi ti faranno trovare le tue.
    Il gioco sarà il seguente: il gruppo si suddivide in gruppetti da quattro. Ogni gruppetto pone sul pavimento un grande foglio di carta bianco diviso in quattro, nel cui centro sta scritto: «Che cosa trovo di bello e di positivo in me».
    Si procede in silenzio. Ognuno, dopo un certo tempo necessario di riflessione, scrive il nome sulla propria parte del foglio (un quarto!) e accanto ad esso le caratteristiche positive che ha finora trovato in se stesso. Quando tutti hanno finito, il foglio viene fatto girare in modo che ogni partecipante possa leggere ciò che il suo vicino ha scritto di se stesso. Può sottolineare quello che l'altro ha scritto o completare con le proprie osservazioni positive. Poi si ruota nuovamente il foglio. Alla fine ognuno prende visione delle qualità che gli altri hanno evidenziato di lui.
    - Provate a giocare a «riconoscersi», per verificare se vi sapete trovare nelle descrizioni che gli altri fanno di ciascuno di voi. L'animatore vi darà le istruzioni necessarie.

    A confronto con...
    - Rileggete in gruppo la parabola dei talenti, delle monete d'oro (Mt 25, 14-25). Mimatela in gruppo. Di sera poi rileggila da solo, quando ti troverai nella tua cameretta, e fai una preghiera.
    - Esprimi con un gesto di bontà (e con una bella rosa) il grazie a chi ti ha dato il dono della vita.
    Magari anche un piccolo dono ad un amico/a che ti aiutano in modo particolarissimo a scoprire le tue rose.
    - Scrivi una preghiera di «grazie» per le rose che hai nella tua gerla e per quelle che sono nella gerla dei tuoi amici, della tua famiglia, del gruppo. Riscrivila in grande su di un cartellone e appendila in camera tua. Perché non raccoglierla anche in un libretto di preghiere nel gruppo? Qui ci vuole allora una stamperia! Datevi da fare.

    4. Nasce un canto nel cuore

    È il momento della celebrazione, del dono. Quando si scoprono i doni meravigliosi di cui è ricca la propria vita nasce nel cuore il canto della riconoscenza a Dio e alle numerose persone che alimentano e fanno crescere le nostre rose: i genitori, i fratelli, gli amici, gli insegnanti, gli animatori, i nonni...
    E si cammina felici per la propria strada distribuendo con gioia il profumo dei propri fiori a quanti si incontrano sul proprio cammino.
    La consapevolezza diventa cosí impegno di far felici gli altri con le cose belle che la vita ci dona.
    - La scheda invita i ragazzi a mettere le parole al canto del signor «Coscienti». Un'attività, individuale o di gruppo, che aiuta i ragazzi ad esprimere la gioia e la riconoscenza per i doni della propria gerla e di quella dei compagni.
    Se si ritiene opportuno si può realizzare il festival «La mia rosa», oppure con i canti preparati dal o dai gruppi si può realizzare una celebrazione...
    - Le proposte della «festa della vita» e della «fiera delle gerle», del «party delle rose», ecc. sono modi concreti per celebrare insieme la riconoscenza e la gioia della vita.
    - L'eucaristia può costituire il cuore e il culmine di questa celebrazione delle «gerle», il momento in cui ringraziare Dio per la gratuità dei suoi doni.

    Scheda /4
    NASCE UN CANTO DAL CUORE...

    Guardando bene...
    - Quando si scoprono insieme i doni della propria vita, si esplode di gioia, e si vuol continuare a «distribuire a tutti le proprie rose». Allora si vedono anche le cose con occhi diversi.

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Provate nel gruppo a trovare le parole e, perché no?, anche la musica del canto che il signor Coscienti ora va canticchiando allegramente. Sarà la canzone per poter raccontare agli altri la «storia delle rose», la vostra e quella del gruppo.
    - È l'occasione che il vostro gruppo si faccia sentire nell'ambiente in cui si trova. Perché non farsi promotori di un «festival delle rose», con i gruppi e i complessi di ragazzi e ragazze del quartiere? Cosí vi accorgerete che anche il vostro gruppo ha qualcosa da poter offrire ad altri gruppi. Non resterà una rosa a profumare solo per sé.
    Poi, al momento opportuno, racconterete agli altri il perché della vostra iniziativa e la storia che avete vissuto insieme.
    - Organizzate il «party delle rose»: con dolci, doni, scenette, canti, e preparate una festa. Lo offrirete ai vostri genitori e familiari, che saranno gli invitati d'onore. Non potrà mancare una rosa per ognuno.
    - Operazione «una rosa dietro le sbarre»: come gruppo cercate di contattare qualche ragazzo in difficoltà, che si trova in un carcere minorile o in situazione di particolare bisogno d'aiuto e di amicizia.
    Sarà una lettera, o una visita, o un invito alla vostra festa.

    A confronto con...
    - Celebrando l'eucaristia, dopo averla accuratamente preparata con gli amici, potrete scoprire e confrontarvi con la storia di Gesú: la sua vita è stata come «una rosa per tutti».
    - C'è un libro di preghiere di ragazzi dal titolo: «Amico Dio».
    Con l'aiuto dell'animatore cercate di procurarlo per il gruppo. In esso c'è una preghiera dal titolo «Abbiamo ancora tante monete nascoste».
    Riproducetela in grande su un foglio. E completatela con qualche espressione tutta vostra.

    (Per gentile concessione della rivista per la pastorale giovanile «Da mihi animas» delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Hanno collaborato: Maria Perentaler, Giuseppina Teruggi, Emilia Musatti, Gabriella Scarpa, Paola Guidali. Adattamento di Mario Delpiano. Per la prima parte si veda NPG aprile '86, per la seconda NPG dicembre '86).


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