Pastorale Giovanile

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    Adulti giovani: linee per un cammino di gruppo


    AC - Associazione Diocesana di Torino

    (NPG 1988-06-42)


    INTRODUZIONE

    L'Azione cattolica di Torino, consapevole dell'urgenza di una pastorale rivolta agli adulti giovani (cioè ai 25-40enni), promuove la formazione di gruppi di adulti giovani che si riconoscano nelle linee che l'Associazione è andata maturando in questi anni e che sono state recentemente espresse nella VI Assemblea nazionale (cf Documento finale approvato dal Consiglio nazionale il 22 giugno 1986).

    Tali linee possono essere così sintetizzate:
    1. Formare, alla luce del Concilio Vaticano II, laici cristiani consapevoli di essere chiamati a fare propria la missione della Chiesa: annunciare agli uomini di oggi il mistero della salvezza in Cristo; che rendano questo servizio come «singolare forma di ministerialità laicale» attraverso una collaborazione «più immediata» con l'apostolato della gerarchia, attenti e partecipi alla storia degli uomini, da leggere e comprendere con una mentalità di fede e con amore; impegnati in un servizio nel quotidiano, volto alla animazione cristiana della realtà, promuovendo spazi di dialogo, di incontro e di crescita per ogni persona, nel rispetto e nell'accoglienza di tutte le persone alla ricerca della verità e nell'ascolto delle molte e diversificate lontananze culturali ed etiche.
    2. Essere non un luogo rassicurante o un'esperienza fine a se stessa né tanto meno uno strumento di potere, bensì una strada che porta, nella Chiesa, all'incontro con il Signore, una scuola di formazione e di apostolato, che con- duca a vivere con spirito di fede e con responsabilità in ogni realtà dove la gente vive ed opera, uno strumento povero per il nostro servizio gratuito ad ogni condizione umana, offrendosi come luogo di ricerca e di proposta.
    3. Aiutare la crescita della vita interiore dei laici, impegnandosi a promuovere una spiritualità laicale strettamente legata alla concretezza delle realtà quotidiane proprie dei laici (lavoro, famiglia, educazione, impegno civile...).
    4. Porsi come luogo permanente di approfondimento del mistero cristiano, perché ognuno sia capace di rendere ragione della speranza che è in lui con la vita e con la parola.
    5. Offrire il suo originale contributo per una Chiesa capace di condividere le situazioni umane e di coniugare l'evangelizzazione e la promozione umana, per una Chiesa sempre fedele al Signore ed attenta ai problemi dell'uomo e del proprio tempo, sempre in ascolto dello Spirito e della storia.

    ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE DEGLI ULTRA 25ENNI

    Negli ultimi quarant'anni (cioè nel «periodo storico» in cui sono nati e cresciuti gli adulti giovani di oggi) si è verificato il passaggio da un clima di sicurezze e di certezze (intuizioni salde e ben definite, visioni ideologiche precise e contrapposte, chiarezza sul futuro individuale) ad una situazione in cui tali sicurezze sono state messe in dubbio perché fossero garantite scelte più libere, nuove prospettive e nuove speranze.
    In seguito è spesso subentrata una grande delusione di fronte allo spegnersi di molte delle speranze, dei miti e delle utopie su cui si era voluto giocare la propria vita, di fronte alla sperimentata difficoltà di incidere realmente sui grandi problemi.
    La reazione della delusione è consistita per molti nella tentazione di chiusura e di ridimensionamento degli obiettivi di vita in ambiti più ristretti e personali, quali la propria famiglia ed il proprio lavoro, ambiti cioè in cui ancora «si conta qualcosa» e che sembra di poter programmare in qualche modo.
    Queste alterne «vicende storiche» hanno fatto sí che non pochi adulti giovani di oggi, che le hanno in vario modo «attraversate», abbiano un pressante bisogno di darsi ragione di tanti aspetti del loro stesso vivere, credere ed operare.
    La situazione attuale degli adulti giovani può essere poi schematizzata distinguendo tra di essi due «psicologie» fondamentali: la prima rivela ancora parecchie caratteristiche tipiche della sensibilità giovanile (provvisorietà delle scelte, forte bisogno di primarietà...), la seconda invece presenta tratti già decisamente adulti (assunzione di responsabilità a lungo termine o definitive, equilibrio affettivo...).
    La linea di spartiacque tra le due fasce non è tanto l'età, quanto la situazione concreta vissuta dall'adulto giovane. Allo stato di chi vive una propria effettiva autonomia (adulto giovane sposato, tanto più se con figli, inserito nel mondo del lavoro, non più comunque dipendente dalla famiglia di origine, o decisamente orientato ad una vocazione sacerdotale o religiosa) corrisponde una psicologia «più adulta», mentre quella più «giovanile» è relativa allo stato degli adulti giovani ancora per diversi motivi «dipendenti» o abituati al «provvisorio» (adulti giovani che ancora vivono in famiglia, studenti, non militesenti, in ricerca di un'occupazione stabile).
    Volendo ora, sempre schematizzando, analizzare la situazione «sociologica» degli adulti giovani nelle parrocchie, bisogna anzitutto premettere un'importante considerazione: vi sono esperienze di aggregazione che, per svariati motivi, si sono sviluppate a partire dalla parrocchia e si sono poi evolute all'esterno di essa.
    Le annotazioni che seguono sono, almeno in parte, valide anche per questo tipo di gruppi.
    Tenuto conto di ciò, possiamo comunque distinguere, per quanto riguarda l'aggregazione degli adulti giovani in parrocchia, quattro situazioni principali:
    - persone aggregate unicamente o quasi iiìtorno ad un impegno specifico (educativo, caritativo, sportivo...).
    - persone non aggregate ma frequentanti la messa domenicale e a volte disponibili ad iniziative, più o meno sporadiche di formazione e di servizio;
    - persone ancora legate al gruppo giovani;
    - gruppi di famiglia più o meno strutturati.
    Se, comunque, in parrocchia troviamo degli adulti giovani aggregati, spesso il «motore» o un elemento importante del loro ritrovarsi insieme è di tipo «affettivo» (specialmente se nel gruppo è predominante la psicologia «giovanile»); il gruppo è visto e diventa anche risposta al bisogno di «stare con altri» e di confrontarsi con persone che stiano vivendo esperienze simili alla propria.
    Pur tenendo conto della distinzione fatta prima tra le due «psicologie», si può tentare di formulare un elenco delle caratteristiche che costituiscono comune denominatore degli adulti giovani oggi in parrocchia:
    - disponibilità alla ricerca, al dibattito, al confronto;
    - disponibilità ad accogliere gli altri e desiderio di sentirsi accolti ed accettati;
    - scarsa fiducia nelle strutture troppo complesse;
    - forte interesse per i temi di tipo esistenziale;
    - difficoltà oggettiva a partecipare ad incontri troppo frequenti; esigenza, quindi, di dare una forte significatività agli incontri proposti e di affrontare e di risolvere in qualche misura queste difficoltà. 
    Ma quali mete e obiettivi?

    METE DA RAGGIUNGERE. OBIETTIVI FONDAMENTALI

    Si possono ipotizzare diverse «situazioni» a cui poter rivolgere una proposta di gruppo adulti giovani:
    — gruppo adulti (di AC o no) già esistente;
    — gruppo giovani che cresce (riscontrabile più che altro fuori città);
    — persone che già si conoscono e vogliono formare gruppo (anche non parrocchiale);
    — persone aggregate proprio dal comune interesse verso una proposta di questo tipo.
    In ogni caso, tenuto conto delle considerazioni svolte analizzando la situazione attuale, è essenziale che una proposta di gruppo adulti giovani:
    — riesca a far intuire l'importanza e la significatività di certi momenti di confronto su tematiche vitali, alla luce della Parola di Dio;
    — cerchi di fornire gli strumenti necessari per rispondere alle tensioni ideali presenti nelle singole persone;
    — si qualifichi soprattutto sulla sostanza degli obiettivi proposti lasciando una certa autonomia alle scelte metodologiche del gruppo;
    — garantisca peraltro delle modalità di funzionamento del gruppo che consentano sia la partecipazione di chi si interessa solo ad alcuni aspetti, sia la continuità di cammino del gruppo stesso.
    Gli obiettivi su cui fondare un gruppo di adulti giovani devono essere commisurati alle persone che lo costituiscono, rapportati alla loro esperienza umana e di fede.
    È possibile però, per evitare di risultare ambigui o troppo generici, individuare alcuni punti fermi cui la nostra proposta mira:
    — la familiarità con la Parola di Dio acquisita mediante uno studio serio ed un confronto con la propria vita quotidiana;
    — la vita di gruppo, in cui si mettono in comune le diverse vicende umane: professionali, familiari, sociali;
    — la valorizzazione della dimensione spirituale, che appartiene ad ogni uomo, e che nel gruppo deve trovare il luogo dove esprimersi, nel rispetto della libertà di ognuno;
    - lo sguardo aperto sul mondo: per capire ciò che avviene ed il senso della fede cristiana all'interno della storia degli uomini d'oggi, per educarci insieme alla responsabilità ed al servizio, per cogliere le attese della gente e saperne far parte;
    - il confronto con altre esperienze.
    Per un gruppo già «radicato ecclesialmente» sono identificabili ulteriori obiettivi:
    - la valorizzazione dell'esperienza laicale come ricchezza per tutta la Chiesa;
    - la disponibilità a sviluppare, ognuno secondo le sue possibilità, le sue competenze, i suoi interessi, il proprio servizio nella Chiesa;
    - un collegamento stabile con altre realtà ecclesiali e in particolare con altri gruppi che facciano riferimento a questa stessa proposta dell'Azione cattolica, per acquisire un più ampio respiro di Chiesa;
    - la partecipazione a momenti significativi della vita della Chiesa e la ricerca su documenti ecclesiali di particolare rilievo.
    Il gruppo può, inoltre, ritenere importanti altri obiettivi, che ne qualifichino la presenza nella Chiesa e nella realtà territoriale in cui vive (ad esempio sviluppo di specifiche forme di servizio in settori più «scoperti»).

    COME? CENNI DI METODO

    Anche i gruppi di adulti giovani sono soggetti alle dinamiche tipiche di ogni gruppo; sarebbe pertanto un errore pensare che sia inutile porsi per essi il problema del metodo, vista l'età adulta dei loro componenti.
    Una riflessione lunga e profonda sul metodo per i gruppi giovani adulti ed adulti è doverosa, ed è uno dei compiti che l'équipe diocesana si prefigge di svolgere nei prossimi mesi di lavoro. Qui si vogliono solo elencare alcuni «ingredienti» che si ritengono indispensabili per una vita di gruppo significativa e proficua.
    - Il clima di un gruppo di Azione Cattolica deve essere sempre di grande attenzione alla situazione personale dei singoli componenti favorendo il confronto delle posizioni, in un clima di dialogo sereno, evitando atteggiamenti polemici o di emarginazione.
    Non si tratta tanto di un facile qualunquismo quanto di una attenzione ai cammini di ognuno, alla loro maturazione di fede, in uno spirito sincero di ricerca.
    - La continuità del cammino di gruppo è una meta da perseguire. Ribadendo ancora una volta che, poiché molti adulti giovani devono superare difficoltà oggettive per partecipare agli incontri del gruppo, è necessario che tali incontri siano fortemente significativi. Per garantire una tale significatività è necessario programmare il cammino del gruppo, darsi degli obiettivi generali, validi ad esempio per tutto l'anno, e degli obiettivi intermedi facilmente raggiungibili e quindi verificabili. Particolare attenzione deve poi avere l'informazione all'interno del gruppo; è necessario infatti tenere i contatti con coloro che sono stati assenti per alcuni incontri (fatto che può verificarsi piùttosto di frequente a causa delle difficoltà già citate) per informarli del cammino percorso dal gruppo.
    - Il responsabile: coordinatore o/e animatore? Le caratteristiche dei gruppi adulti giovani sono cosí varie che non è probabilmente possibile rispondere in modo univoco a tale domanda. Entrambi i ruoli, quello di coordinatore (cioè di colui che organizza, tiene i contatti...) e quello di animatore (cioè di colui, o coloro, che possiedono una forte carica umana, forte sensibilità, che credono fortemente al gruppo, che sono in grado di essere «anima» del gruppo) sono necessari in un gruppo di adulti giovani. Essi possono essere «interpretati» o da una sola persona o da persone diverse, a seconda della storia del gruppo.
    Chiaro deve essere comunque che il responsabile, pur avendo un compito di stimolo, di coordinamento e di organizzazione, deve favorire la responsabilizzazione dei singoli, facendo leva soprattutto sulla loro maturità di persone adulte e sulla loro capacità di assumere impegni seri e continuativi, tenendo conto però delle effettive possibilità di ognuno.
    - Il sacerdote nel gruppo ha il compito di favorirne la comunione ecclesiale ed il cammino formativo e spirituale, in spirito di dialogo e disponibilità verso ogni persona.
    Il sacerdote non è né il cappellano per le celebrazioni liturgiche né il responsabile del gruppo. Il suo compito è quello di aiutare tutti ad essere più cristiani, più Chiesa, proprio aiutandoli ad essere più laici, cioè uomini e donne del proprio tempo ed in esso segni del Signore.
    Nella vita del gruppo il sacerdote porta il carisma del suo ministero, aperto ad accogliere la ricchezza dei carismi e delle esperienze laicali, in uno scambio e in una collaborazione reciproca, che sia arricchimento umano e di fede per ognuno.
    Ma quali itinerari concreti?

    IN CAMMINO: ITINERARI DIVERSI

    Itinerario 1

    Le caratteristiche fondamentali che proponiamo vertono essenzialmente su un approccio semplice e popolare alla riflessione biblica:
    - la ricerca: perché ognuno ha una storia e delle idee, che ha il diritto di raccontare e di confrontare con la storia e le idee degli altri;
    - il dialogo: segno di tolleranza e di disponibilità, impegno a discutere con tutti senza voler imporsi o prevalere; - la riflessione sulle radici dell'esperienza cristiana: fatta anche da chi la sta vivendo in modo parziale o sente appena interesse per il fatto religioso;
    - la lettura degli avvenimenti, personali, sociali, ecclesiali, attraverso i quali interpretare la fede e comprenderne il valore.

    Prima pista: il senso della fede oggi

    * Contenuti
    - Crisi delle ideologie, crisi dei valori, crisi della fede.
    - Fede e progresso scientifico: l'evoluzione tecnologica mette in crisi antiche sicurezze.
    - Le eterne domande dell'uomo: il senso della vita e della morte, il dolore e la felicità.
    - Una fede adulta: è proprio vero che essere adulti vuol dire aver stabilizzato una propria situazione e le proprie convinzioni?
    - La fede oggi: perché così grande domanda di sacramenti, ma così scarsa partecipazione alla vita della comunità ecclesiale?
    - L'importanza ed il ruolo della Parola di Dio nell'esperienza cristiana.
    - Gesù Cristo: che cosa è per noi e per gli uomini d'oggi?
    - L'annuncio del Regno di Dio, fondamento della missione di Cristo.
    - Regno di Dio e speranze degli uomini: come prendere sul serio il nostro mestiere di uomini credenti.
    * Strumenti
    - Catechismo CEI degli adulti: Signore, da chi andremo?
    - Testo di mediazione del catechismo adulti, a cura dell'AC: La persona e l'opera di Cristo, vol. I, ed. AVE.
    - Catechismo CEI dei giovani: Non di solo pane.
    - F. Garelli, La religione dello scenario, ed. Il Mulino.

    Seconda pista: ciò che noi siamo

    * Contenuti
    - La nostra esperienza umana e di fede ha una storia: raccontare questa storia serve a conoscerci e ad illuminare la situazione presente.
    - I nodi dell'esperienza di un adulto che si interroga sul senso che la fede ha nella sua vita, in costante confronto con la Parola di Dio.
    La professione: ciò che stiamo realizzando e ciò che avremmo voluto fare; competenza e serenità; rivalutare la professionalità in una realtà sociale che evolve rapidamente; il lavoro bene prezioso: come interpretare oggi la solidarietà; lavorare per che cosa e per chi?
    La famiglia: il rapporto di coppia; che cosa vuol dire essere padre e madre oggi; a quali valori educarci ed educare; la sessualità; il matrimonio cristiano, la dimensione sacramentale.
    La politica: l'illusione del '68, la disillusione degli anni 70 ed oggi? la dignità della politica, il valore del servizio; partecipare: dove, a che cosa, perché? il volontariato, nuova frontiera della politica o fuga dalla politica? noi cittadini e lo stato.
    * Strumenti
    - A. Monticone, G. Piana e altri, La generazione del Concilio ed. AVE.
    - F. Franceschi, Chiesa di adulti, ed. AVE.

    Itinerario 2

    Le caratteristiche fondamentali di questo itinerario riprendono quelle precedenti, ma si aggiungono alcune ulteriori accentuazioni:
    - una maggiore attenzione alla centralità della Parola di Dio;
    - un approfondimento dell'essere chiesa, vissuto soprattutto nella ricerca del significato della dimensione laicale;
    - una riflessione sui problemi etici connessi alle esperienze di ognuno e alle domande, che le trasformazioni sociali pongono a tutti gli uomini;
    - una riflessione sul significato del servizio cui ognuno è chiamato quotidianamente nell'esperienza professionale, familiare, politica e nella sua partecipazione alla vita della Chiesa ;
    - la progressiva apertura del gruppo ad una prospettiva di collegamento con altri gruppi ed altre esperienze.
    * Contenuti
    Possono essere seguite le due piste indicate nel primo itinerario; una ulteriore pista può essere quella della lettura sistematica ed approfondita di un libro della Bibbia, particolarmente del Nuovo Testamento, ed il confronto con l'attuale sistemazione di vita del credente.
    Una quarta pista può essere quella indicata dal testo di AC sul tema della missione della Chiesa.
    * Strumenti
    - Testo di catechesi adulti '86/'87 dell'AC: Laici per una Chiesa missionaria, ed. AVE.
    - Documento CEI, Comunione e comunità missionaria.
    - Documento CEI, Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini.
    - Documento CEI, La Chiesa italiana e le prospettive del Paese.
    - Testi indicati nel precedente itinerario.


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