Pastorale Giovanile

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    Giovanni: vangelo giovane



    Un gruppo di giovani cerca la verità con Giovanni

    Il Gruppo Tend *

    (NPG 1995-03-46)


    Siamo «giovani della Tendopoli» di Stimigliano Scalo e Forano (Rieti): una ventina di ragazzi dai 15 ai 30 anni. Il gruppo Tend è nei nostri paesi l'unica realtà di impegno presente nella comunità cristiana con un vero scopo dí formazione e di collaborazione alla pastorale. Quello che ci accomuna tutti, al di là delle diversità di età e di preparazione, è la ricerca di risposte alle nostre esigenze più profonde.
    Intendiamo far sì che venga smentita l'affermazione che i giovani sono di solito apatici e demotivati. Notiamo invece che molto spesso sono proprio loro, a motivo della loro condizione, a porsi maggiormente il problema del senso della vita e a cercare quali siano i valori per cuí vale la pena di vivere. La prova non la troviamo solo nel nostro gruppo, ma, più in generale, in un ritorno della gioventù al sacro, all'impegno politico onesto e a molteplici forme di volontariato.
    Da più di un anno abbiamo scelto per gli incontri destinati alla formazione, dietro proposta del parroco, il Vangelo di Giovanni, corredato da un commento da lui preparato con lo scopo di facilitarci la ricerca delle riposte alle nostre esigenze e aí nostri interrogativi.
    Non siamo quindi partiti da un'analisi delle problematiche giovanili, per poi pianificare un cammino, anche se ad un certo punto abbiamo discusso sulle esigenze profonde nostre e degli altri giovani e sulle più disparate soluzioni che troviamo, per verificare la validità delle risposte che il Vangelo può dare.
    Il cammino ci è venuto incontro.
    Subito ci siamo resi conto che Giovanni ci stava introducendo in un mondo nuovo e interessante. L'atteggiamento che ci insegnava fin dalle prime parole era quello del silenzio e dell'ascolto della Parola (il Lògos) che sprigionava una forza creativa e una luce misteriosa che attirava i nostri sguardi. Tutto il segreto stava nel saper contemplare, in attesa che accadesse qualcosa dentro di noi.
    Fino ad ora abbiamo utilizzato come testo di riflessione e di discussione le prime 10 unità (corrispondenti ai primi cinque capitoli del Vangelo).
    Il commento era stato preparato con lo scopo di farci acquisire alcune forme di mentalità che sono abbastanza lontane da quelle a cui ci abitua la nostra società.
    La mentalità simbolica è molto diversa da quella scientifica moderna, nor nel senso che la contraddice, ma nel senso che la supera. Mentre la scienza studia la natura per poterne sfruttare le potenzialità per il progresso ed il benessere (queste almeno in teoria dovrebbero essere le intenzioni) e non fornisce strumenti per rispondere al problema di quale sia il senso globale dell'universo, Giovanni, ricco di cultura biblica, vede le cose come simbolo di una realtà nascosta, ma reale e fondamentale, che dà senso al visibile.
    I vari esseri, le esperienze di vita... diventano perciò icona (figura, immagine) di realtà ed esperienze spirituali. Il cielo e la terra sono icone primordiali che esprimono due realtà che si devono incontrare tra loro: l'uomo e Dio (legate a queste icone vi sono le realtà di alto e basso, di salire e scendere, che diventano luoghi e movimenti con valore spirituale).
    Il paralitico di Betzatà, ad esempio, è figura di ogni uomo paralizzato dalle sue paure, dai suoi pregiudizi e dai suoi interessi. La scena della sua guarigione rappresenta una vera risurrezione che lo introduce in un tipo di vita dove egli deve avere l'iniziativa, il coraggio di progettare il suo futuro.
    Proprio questo futuro che sembra tanto lontano e pare sfuggire ancora al nostro potere, è invece visto da Giovanni come qualcosa che comincia adesso (mentalità anticipatrice) tanto che il tempo (così importante per l'uomo moderno) perde spessore e cede il posto ad un tipo di esistenza nel quale il passato e il futuro si rendono presenti nell'oggi. Ma tutto questo non sarebbe verità se fosse solo un desiderio o un nostro tentativo generoso, ma inefficace, di trovare un senso, di sfuggire alla precarietà. In realtà l'esperienza di Giovanni è che Dio stesso interviene, attraverso il Messia, con segni potenti a imprimere un nuovo corso alla storia: l'acqua cambiata in vino o la guarigione del figlio dell'ufficiale pagano sono opere che indicano che la vita comincia a vincere là dove il Cristo interviene con la sua parola ed il suo corpo (mentalità sacramentale, lontanissima dal modo di pensare moderno che tende a valutare il rapporto tra causa ed effetto solo in base a quelli che sono i ripetitivi - e mai creativi - esperimenti di laboratorio).
    Il commento non intende toccare tutte le tematiche: sarebbe impossibile. Vuole solo offrire alcuni strumenti di lettura (di carattere letterario: come il saper far attenzione a certe parole, al modo con cui sono usate; di metodo: come individuare ed interpretare i vari blocchi narrativi) e, soprattutto, suggerire alcuni atteggiamenti interiori per far sì che il Vangelo possa aiutarci a ripetere oggi l'esperienza entusiasmante di coloro che hanno incontrato il Signore (ascolto, contemplazione, attesa...).
    Possiamo ora proporre uno schema che illustra le prime dieci unità e comunicare alcune nostre convinzioni, nate dall'esperienza comunitaria che abbiamo fatto.

    Unità 1: La Parola si fa carne (1,1-18).
    La carne diventa sacramento della Parola di Luce e di Vita. Contemplare la gloria della Parola Unigenita del Padre nell'umanità di Cristo.

    Unità 2: Un testimone della luce (1,19-34).
    Essere voce nel deserto. È vietato tacere.
    Le icone dell'Agnello e della Colomba fanno capire chi è Cristo.

    Unità 3: Venite e vedrete (1,35-51). Muoversi per fissare il Cristo che passa.
    Un continuo incrocio di sguardi trasforma Simone in Pietra, Natanaele nel nuovo Israele. La chiamata ti è fatta oggi.

    Unità 4: Vino e tempio nuovi (2,1-22).
    È arrivato lo Sposo messianico, è in mezzo a noi il Tempio indistruttibile del nuovo culto al Padre.

    Unità 5: Dobbiamo nascere dall'alto (2,23-3,21).
    Nell'acqua e nello Spirito si nasce al Regno, si diventa come il vento.
    Fare la verità per vedere la luce.
    Nicodemo è tipo di tutti quelli che non riescono ad uscire dalla notte (icona questa che esprime il non-senso).

    Unità 6: L'amico ascolta la voce dello Sposo (3,22-36).
    Diminuire noi per far crescere Lui.

    Unità 7: L'acqua viva (4,1-42).
    Quale è la tua sete e la tua acqua? Chi è il tuo sposo e il tuo Dio?
    Il Cristo, che ti dona l'acqua viva; è il vero tempio dell'adorazione al Padre.
    Quale è il tuo cibo ed il tuo campo?
    Il mondo è il luogo della tua fatica apostolica.

    Unità 8: Tuo figlio vive (4,43-54).
    Credere solo alla parola e camminare (apparentemente soli) verso la vita.

    Unità 9: Alzati e cammina (5,1-18).
    La paura di guarire. Il dono del Signore ci fa alzare e progredire.

    Unità 10: Il Padre e il Figlio (5,1-16-47).
    Il Cristo vivifica e giudica come il Padre.
    Impossibile contestare l'Inviato: il Padre gli rende testimonianza.
    Cercare la gloria di Dio per conoscere la verità.
    Queste sono evidentemente solo alcune delle parole che ci hanno colpito. Ma oltre a questo vorremmo parlare di alcuni aspetti dell'esperienza di fede che il Vangelo giovanneo invita a capire e a vivere.
    Ad esempio, abbiamo scoperto come nasce il Sacramento del Battesimo: all'inizio c'è il Cristo immerso nelle acque, su cui scende lo Spirito come Colomba; poi viene l'annuncio che si deve nascere da Acqua e Spirito (Nico demo) e la promessa dell'Acqua I i% che disseta in eterno (la Samaritana): da questo sgorga la fede nel Messia che annuncia queste cose; infine Cristo. più forte dell'acqua di Batzatà, ci fa realmente sorgere e camminare.
    Abbiamo imparato ad immedesimarci nei personaggi e confrontarci con loro.
    Essi sono scelti da Giovanni come tipo di diverse categorie di persone che assumono precisi atteggiamenti di fronte alla verità: il Battista è amico e testimone del Cristo; i primi discepoli si dividono in due categorie: i decisi come Andrea o i perplessi come Natanaele; la Madre a Cana promuove il primo dei Segni; Nicodemo stenta a fidarsi della parola; la Samaritana trova il Messia e lo annuncia; il malato di Betzatà invece denuncia il suo salvatore. Noi possiamo vederci rispecchiati in alcuni di questi personaggi e fare le nostre scelte perché l'incontro è previsto per oggi.
    Non secondario è l'aiuto che ci viene per imparare a dialogare in modo corretto e creativo tra di noi: Gesù è maestro, ma non impone la sua scienza; propone come uno che non può nascondere di sapere quello che giova alla salvezza dell'uomo. Discute con i giudei. ma non aggredisce: aiuta a capire, porta le prove per convincere, rivela i lati deboli degli interlocutori (di Nicodemo. della Samaritana, dei Giudei...) per illuminare e non per umiliare. Propone con convinzione la sua superiore esperienza per istruire e quando compie segni prodigiosi, poiché la sua parola non può fare a meno di essere efficace, lo fa quasi di nascosto (a Cana agisce solo davanti ai servi; a Betzatà si ritira subito).
    Abbiamo trovato utile anche l'annotazione che vi è alla fine di quasi tutte le unità e nella quale vengono dati dei consigli sul modo o sulle finalità con cui si può utilizzare il brano appena considerato (ad esempio, la terza unità è utile per una catechesi vocazionale).
    Il metodo è quello di lasciarci guidare da Giovanni e non quello di imporre i nostri schemi per ottenere quello che ci fa comodo. Renderci vulnerabili alla luce, essere dalla parte della verità (Gv 18,37), imparare a giudicare con un giusto giudizio (Gv 7,24).
    Una volta compreso il metodo, questo strumento diventa un aiuto interessante per verificare la validità delle risposte che tentiamo di dare e per valutare le situazioni della nostra vita quotidiana.
    Le efficaci e puntuali attualizzazioni, che si trovano all'interno delle prime sei unità, ci sono realmente servite di stimolo per evangelizzare la nostra esperienza giornaliera.
    Sicuramente il Vangelo è andato al di là delle nostre aspettative e ci sta dan do molto di più di quello che pensavano di trovare. Ma, a ben pensarci, era proprio quello che cercavamo o, comunque, quello di cui avevamo bisogno per capire, per scegliere, per impegnarci.
    Il contributo che finora abbiamo dato con le nostre riflessioni è stato recepito dal commento, il quale è già stato ultimato su tutto il Vangelo giovanneo.
    Un lungo cammino ci resta ancora davanti. Chissà che cosa ci riserva il IV Vangelo? Gli inizi sono promettenti. Vogliamo non essere impreparati alle sorprese che il Signore ci vorrà fare.

    * La tendopoli è un'iniziativa dí formazione dei giovani promossa ormai da 15 anni dai Padri Pa! sionisti che tutti gli anni, alla fine di agosto presso il Santuario di S. Gabriele dell'Addolorata, organizzan una cinque-giorni fatta di proposte di riflessione, di testimonianze, di scuola e momenti di preghiera, di caz ti e di pernottamento sotto le tende (in media vi prendono parte circa 1000 giovani), Durante l'anno, i pa tecipanti fanno un cammino in collaborazione con i parroci attraverso incontri settimanali di preghiera e formazione in vista di un servizio alla comunità (Per informazione contattare la redazione del mensile «Te' dopoli»: Piazzale S. Gabriele, 2 - 62010 Morrovalle (MC) Tel. 0733/221273).


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