Lettera del Card. Pappalardo ai giovani di Palermo
(NPG 1993-07-32)
Cari giovani Il vostro Vescovo, che serve la Chiesa palermitana fin da quando voi siete nati o eravate ancora piccoli, vi invia questo Messaggio di affetto, di speranza, di incoraggiamento. Difficili sono, soprattutto per voi, i tempi che viviamo; so quante insoddisfazioni e delusioni provate per tutto quello che accade intorno a voi, quanti dubbi vi assalgono, quali pericoli e rischi vi circondano, compreso quello di un ricorso alla droga, quale facile ricerca di artificiosa evasione. Per questo voglio starvi vicino, e rivolgere a voi un calda parola che vi sia di aiuto per reagire sanamente, e con forza, alle difficoltà in cui vi trovate, e per .cercare e percorrere la via di uscirne con vantaggio vostro e della società tutta. La prepotenza, le molte ingiustizie, le violenze della famigerata mafia, con i suoi delitti e terribili stragi, con le sue preoccupanti connivenze, turbano il tranquillo svolgersi della vita delle nostre comunità e compromettono in particolare il vostro avvenire. Anche la vasta corruzione di numerose persone della pubblica amministrazione, delle organizzazioni politiche e di società imprenditoriali ed industriali nel nostro Paese, fa emergere un quadro assai desolante. Si può notare quanta mancanza di sensibilità morale vi sia stata, e quale assenza di necessari tempestivi interventi da parte delle competenti autorità. La disoccupazione che una tal somma di comportamenti ha finito per produrre reca un grave danno a tutta la popolazione, e dà luogo ad una preoccupante incertezza per quello che sarà il vostro futuro. Giustificate sono quindi le vostre reazioni, e le manifestazioni giovanili contrarie a tutto ciò che ha prodotto un sì grave sfacelo. Voi con ragione invocate, anzi esigete, un radicale mutamento di rotta che, pur nell'ambito di una sana vita democratica, impedisca il perpetuarsi e l'aggravarsi dei tristi fenomeni che lamentiamo. Non fermatevi dall'esercitare questa sostenuta pressione. 3. Il vostro necessario contributo a tale mutamento e all'indifferibile operazione di risanamento morale, politico, sociale ed economico non può però limitarsi alla sola denunzia e protesta. Vi si deve dare spazio perché altre vostre energie siano impiegate ed impegnate per la ricostruzione di un ambiente sociale più limpido, più giusto e non pervaso dalle oscure forze che hanno variamente e gravemente compromesso l'immagine della nostra Sicilia, di tutta la nostra Italia. La vita, per voi giovani, ed ancor più se siete cristiani, non può essere considerata come una continua ricerca di personali profitti, e di sfruttamento indiscriminato di tutte le occasioni che si presentano, ma come un inderogabile impegno di servizio. Lo scopo da perseguire non può essere quello di arricchirsi in ogni modo e ad ogni costo, ma di condividere con i propri simili le gioie e le sofferenze dell'esistere umano; diremmo con San Paolo: «saper godere con chi è nella gioia e piangere con chi è nella tristezza» (Rom 12,15). Forti, coraggiosi e perseveranti, dovete essere capaci di vivere, non una vita qualsiasi, vuota, annoiata, incostante, ma piuttosto improntata ad un preciso progetto che attui la nobile vocazione che viene da Dio, e che chiama l'uomo a fare tutto e soltanto ciò che è giusto, bello, veramente utile a se stessi e agli altri. Occorre quindi che abbiate sempre la retta coscienza di adempiere i doveri che vi spettano, con sincerità, con fedeltà, con diligenza. Soltanto se sarete incorrotti ed onesti da giovani, c'è la speranza che lo siate poi da adulti. Il mondo che attendiamo per il domani dipende in gran parte da quello che siete voi oggi. Sappiate preferire un vivere sobrio, senza bisogno di cose superflue, senza ostentazione di prestigio, di potenza, di lusso. Solo così sarete capaci di intendere i bisogni degli altri, per poterli adeguatamente aiutare, apprezzando personalmente quella grande verità che Gesù ha proclamato, per la quale ci deve essere «più gioia nel donare che non nel ricevere» (cf At 20,35). Siate perciò aperti ai valori e alle forme di una disinteressata amicizia, della gentilezza, della generosità e di una capacità di accoglienza che non escluda ed emargini nessuno. La vostra attenzione si rivolga maggiormente alla situazione di quei tanti altri giovani che in questa società non trovano un sostegno e un indirizzo per la loro vita, ma piuttosto l'occasione e la spinta per la devianza e per la militanza tra le forze del male. 6. Anche la dimensione dell'amore, alla quale voi giovani siete così sensibili, vi trovi capaci di non banalizzarlo, di non concepirlo come pura ricerca delle emozioni fisiche che può procura re, ma come elevante esperienza delle risonanze e convergenze spirituali che deve suscitare. Abbiate sempre rispetto per voi stessi, non degradando mai la vostra persona, il vostro spirito. Abbiate reciproco rispetto, sapendo finalizzare l'educazione all'amore quale vera premessa per costruire, col matrimonio, una solida famiglia. La corruzione dei costumi, in questo campo, è anch'essa un preoccupante segno di decadenza. Ed infine vorrei raccomandarvi che vi prepariate, con lo studio e con l'esercizio delle vostre personali capacità, per occupare i ruoli ad assumere le responsabilità che vi potranno spettare nella vita. Le trasformazioni in atto nell'assetto nazionale e l'eliminazione indispensabile di tanti uomini corrotti, esige che altri, preparati ed onesti, abbiano a subentrare. Siate quindi disponibili ed idonei ad impegnarvi nella gestione delle attività pubbliche, dei pubblici servizi, dell'amministrazione, ed anche della politica, perché sia svolta nel pieno rispetto del cittadino, dell'uomo e dei suoi irrenunziabili valori. È un dovere dal quale non potete esimervi. Non è «sporca» la politica, se quelli che la svolgono sono veramente onesti! Una sana politica deve essere rispettosa e garante di tutti i diritti dei cittadini, e deve assolvere a tutti i doveri che riguardano la civile convivenza. Va tutelata la vita e la dignità di ogni persona, così come la sua giusta libertà di espressione, di azione e di coscienza; va assicurata l'uguaglianza di tutti davanti alla legge e la corretta amministrazione della giustizia, senza eccezione di persone, ed abolendo ogni esenzione e privilegio, sia di diritto che di fatto. Vanno protetti i deboli e gli indifesi, quali sono i bambini, gli anziani, i disabili, e si devono distribuire equamente tanto i vantaggi come gli oneri, tenendo conto dei diritti e delle attese dei lavoratori e della difesa della loro occupazione. Va rispettata la dignità e la libertà della donna, alla quale bisogna attribuire maggiore spazio e presenza negli ambiti decisionali della società. A tutti questi valori dovete, voi giovani, essere sensibili, e di essi dovete farvi carico, affermandoli concretamente nella vostra vita personale, nelle relazioni con gli altri, nella partecipazione alla vita della comunità. E per comunità intendo sia quella civile che quella ecclesiale, con i suoi specifici aspetti e doveri. Proprio a voi giovani, presenti ed impegnati variamente nella comunità ecclesiale, chiedo di saper dare un contributo di ardimento e di speranza sostenuta dalla vostra viva fede battesimale, una testimonianza di coraggio, che sia frutto del dono di Fortezza ricevuto dalla Spirito nella Cresima, un impegno di carità derivante in voi dalla presenza dell'amore di Cristo diffuso nel vostro cuore. Siate fedeli alla Chiesa vostra Madre, e per tutte le giuste rivendicazioni che intendete promuovere, ispiratevi a quella sua Dottrina sociale che trae ispirazione dal Vangelo. Impegnatevi generosamente nel servizio volontario ai fratelli sofferenti, mostrando che anche voi, come il Signore Gesù, non siete venuti nel mondo per essere serviti ma per servire. Con questo messaggio, che di gran cuore indirizzo a voi, amati giovani della Chiesa palermitana, faccio eco alle continue attenzioni ed esortazioni che il Papa rivolge ai giovani di tutte le nazioni della terra, perché in essi Egli, e noi insieme, riponiamo la più viva fiducia che sapranno dar corso ad un mondo più umano, più fraterno, più pacifico e giusto. In questo clima pasquale vi giunga anche il mio fervido augurio di vittoria e di vita!
Palermo, 21 marzo 1993
Salvatore Card. Pappalardo