Una ricerca dell'Ufficio Diocesano di Pastorale - Torino
(NPG 1990-09-03)
Si sa che un Ufficio di pastorale dei giovani e dei ragazzi non esiste (e forse è ritenuto inutile) in tutte le diocesi italiane. Ne «fanno le veci» vari altri Uffici, siano essi catechistici, della scuola, della famiglia, del lavoro o altri ancora.
Questo dossier, elaborato dai membri del quasi neonato Ufficio di pastorale giovanile della diocesi di Torino, ha se non altro il pregio di mostrare quanto sia avvertita l'esigenza di un modo nuovo di affrontare le problematiche dell'educazione dei giovani e dei ragazzi che parta da una pastorale pensata e organizzata unitariamente, con persone a ciò appositamente deputate, che collaborano con le forze di base (animatori, parroci, responsabili di movimenti e associazioni, ecc.) e ripensino con loro i tratti della pastorale globale della diocesi, con esplicito riferimento al mondo giovanile.
Questo significa che quel tanto che viene fatto (basta leggere le esperienze che provengono dalla base e parlare con chi ha a cuore i problemi dei giovani e dei ragazzi) ha bisogno di essere ri-organizzato e ripensato in una pastorale di insieme adeguata, specifica, misurata sui destinatari, attenta alle loro reali esigenze e attenta in modo particolare al cammino progressivo della maturazione.
In fondo, è proprio la complessità del mondo giovanile e la caduta di modelli pastorali collaudati che fanno sentire l'esigenza di pensare a una pastorale «nuova», perché le tante attività e iniziative a favore dei giovani, non diventino dispersive o fine a se stesse, ulteriori nuove esperienze che si aggiungono ad altre in progressione geometrica, al solo scopo di «non mollare» i ragazzi e fare concorrenza ad altre agenzie di attrazione e di educazione.
II dossier presenta quello che potrebbe essere, come in ogni buon progetto, l'analisi della situazione: il primo passo di un lungo cammino chi non vuole far piazza pulita di tutto e ricominciare da capo, ma che recensisce (e interpreta) cose che già si fanno, problemi e difficoltà, attese e speranze.
Anche se ovviamente non si limita a questo, dal momento che offre prospettive di ripensamento e di azione, lo proponiamo anzitutto per questa chiara e coraggiosa analisi, che può essere uno specchio fedele di tanti altre diocesi in Italia.
Gli articoli che compongono il dossier infatti ruotano esplicitamente attorno ad analisi e interpretazione.
L'articolo di approfondimento di Garelli, pur riflettendo sulla realtà torinese, può essere preso come indicatore di quanto avviene in molti altre diocesi, e delle effettive difficoltà tra il modello teorico di pastorale giovanile (che si ha in mente) e le sue effettive realizzazioni pratiche.
Sono, in fondo, i problemi con cui è necessario fare i conti.
Gli articoli di Villata riprendono da un punto di vista pastorale i nodi dell'analisi, indicandoli rispettivamente nei modelli di chiesa (tradizionale, comunionale, presenza nel mondo e per il mondo: ogni modello suggerisce e guida diverse educazioni e diverse appartenenze) e nei modelli di pastorale che ne derivano.
Ovviamente nelle singole realtà i modelli non esistono mai allo stato puro, ma convivono, si mescolano, si amalgamano in misture e forme diversificate.
Interessante è poi l'analisi su ciò che i giovani chiedono e su ciò che le parrocchie offrono. Domanda e offerta sono infatti intrecciate e si condizionano reciprocamente mentre insieme crescono.
Non basta in un progetto fare analisi particolareggiatissime della domanda giovanile (ormai su questo punto tutti gli operatori sono «esperti»), ma è necessario anche recensire ciò che di fatto (e non solo come «modello di pastorale») viene offerto, sia esso la singola proposta individuale sia quella istituzionale racchiusa in strutture e opere.
Anche qui è possibile verificare la congruenza o meno col modello di pastorale teorico, e dall'insieme cogliere le sfide che permettono verifica e progettazione nuova.
Questo dossier è globalmente di analisi.
Nessuna analisi è mai neutra, perché nasconde preoccupazioni, problemi, indicazioni già di prospettive; né è mai totalmente fedele; però è sempre sufficientemente indicativa perlomeno della necessità di un cammino che parta da una seria verifica.
Presenteremo nel corso del 1991 progetti di pastorale di altre diocesi che hanno preso sul serio le sfide presentate dalla condizione giovanile rispetto alla loro crescita umana e nella fede, e hanno deciso di essere «salvezza in situazione» per i giovani.