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    «Giovani adulti»: un'esperienza a Rimini


     

    (NPG 1990-05-58)

     

    Attualmente siamo una decina di nuclei di giovani adulti (arco di età 25-30 anni) radicati quasi tutti nelle parrocchie, tutti nell'area dell'AC. Ogni nucleo va dalle 10 alle 20 persone.
    Quasi tutti proveniamo dai gruppi parrocchiali ACR, giovanissimi, giovani dell'AC. Molti di noi hanno vissuto l'esperienza, e alcuni la vivono tuttora, di animatori di gruppi ecclesiali nelle parrocchie.
    I nostri gruppi attualmente si collocano in un ambito tipicamente ecclesiale fondato sulla centralità della Parola, dell'Eucaristia e della Carità. Il passaggio dai gruppi giovani a quelli dei giovani adulti ha rinforzato la scelta ecclesiale e di fede in quanto, mentre diminuivano le dinamiche dei gruppi di appartenenza, emergeva la necessità di condividere progetti di vita imperniati sulla scelta di Cristo. Questo passaggio dall'ambito giovanile a quello dei giovani adulti ha evidenziato alcuni nodi.
    Li esplicitiamo.

    Alcuni «nodi» del passaggio

    Anzitutto la mancanza di ambiti adulti significativi per una esperienza di fede in sintonia con il cammino formativo percorso.
    La sensibilità ecclesiale personalizzata e vissuta nelle età precedenti, attinta dal Concilio, difficilmente si coniugava con i tradizionali gruppi adulti parrocchiali e di AC.
    Lo stile dell'animazione ci aveva abituato alla centralità della persona, a cogliere la vita come luogo teologico, quindi a leggere la Parola dentro l'esperienza, a maturare le decisioni insieme per una corresponsabilità, ad avere degli itinerari formativi che non si esaurissero in incontri verbali ma promuovessero esperienze di vita. Ancora, lo stile dell'animazione ci aveva educato ad essere dei laici responsabili del nostro cammino con la presenza del sacerdote non come primo responsabile ma come assistente.
    Tutto questo entrava in conflitto con un mondo adulto cattolico, più clericodipendente, eterodiretto, meno attento alle dinamiche della vita, e più preoccupato e attento alle dimensioni veritative della fede.
    In secondo luogo, l'essere stati educati a distinguere l'ambito tipicamente ecclesiale da quello delle mediazioni politico-partitiche, ha evidenziato la difficoltà di convivenza con un mondo cattolico adulto che non lasciava sufficiente autonomia e responsabilità personale nell'impegno sociale e politico.
    Tale problematica si è evidenziata anche nel rapporto con dei preti abituati a pensare l'omogeneità di fede come omogeneità culturale, politica e partitica.
    Questa situazione ha portato una certa diffidenza o perlomeno difficoltà a passare da parte di molti di noi dall'impegno del volontariato, dell'obiezione di coscienza, delle caritas, a quello più adulto dell'impegno sociale e partitico. Mentre l'impegno di volontariato si è speso e si spende a presa diretta con i bisogni della gente con coinvolgimento personale, emotivamente forte e gratificante, l'impegno politico e partitico evidenziava diffidenza, mancanza di progettualità, insufficienti mediazioni culturali, per cui attualmente quasi nessuno è impegnato direttamente nei partiti.
    Ancora, se il pluralismo partitico espresso nel voto è presente nei gruppi giovani adulti e non crea particolari problemi, tuttavia difficile rimane ancora il parlarne pubblicamente in ambiti ecclesiali ufficiali.

    Momenti formativi

    La vita del giovane adulto, con la responsabilità della famiglia o del cammino di fidanzamento, con l'impegno del lavoro e della professione, con lo stare dentro alla comunità parrocchiale e civile, è il luogo primario e insostituibile di educazione permanente alla fede.
    I momenti periodici e comunitari vissuti all'interno del gruppo giovani adulti hanno la finalità di aiutare la persona a cogliere la volontà di Dio nei fatti della vita. Gli incontri sono settimanali o quindicinali come gruppo o nucleo parrocchiale.
    Tali incontri formativi sono:
    - incontro sulla parola, seguendo il metodo del partage promosso dalla spiritualità dei gruppi di C. de Foucauld, sulla linea dell'anno liturgico;
    - incontri di catechesi per recuperare e approfondire i contenuti fondamentali della fede. Il metodo usato vuole favorire l'ascolto, la riflessione personale e il confronto all'interno del gruppo, per una rimotivazione più approfondita e più libera della fede;
    - revisione di vita, con l'intento di rinsaldare i rapporti di fraternità tra le persone e di fare discernimento di fede sulla vita, e per un cammino di conversione e di testimonianza cristiana. Il metodo usato è nella successione dei momenti, vedere, giudicare, agire già sperimentato nei gruppi JOC;
    - gli incontri culturali sono un'occasione per approfondire, dibattere insieme situazioni ecclesiali, sociali, politiche, con l'intento di rendere le persone più competenti e consapevoli a quanto accade nella nostra società d'oggi;
    - incontri di discernimento pastorale, con l'intento di aiutare le persone a cogliere i problemi della comunità parrocchiale per un impegno di evangelizzazione e di missionarietà. Tutto ciò impegna a formulare proposte in ordine al cammino pastorale che la comunità parrocchiale è chiamata a percorrere. In questo modo i gruppi giovani adulti vivono la specifica vocazione dell'AC;
    - accanto ai momenti formativi all'interno dei gruppi, abbiamo momenti mensili a livello diocesano. Questi momenti sono strutturati o come convivenze: week-end passati insieme nello stile della condivisione di vita, con momenti di preghiera, di catechesi, di incontro con testimoni, centrati sulla celebrazione dell'Eucaristia; o ritiri spirituali nell'arco di una mezza giornata con pranzo o cena insieme.
    Durante l'estate da un po' di anni, sulla scia dei campiscuola giovanili, passiamo le ferie insieme nello stile di cristiani che segnano le giornate di riposo con la preghiera e la riflessione oltre al divertimento e alla festa.

    Alcune difficoltà

    1. La fedeltà ai momenti, la situazione di giovani coppie spesso con bimbi piccoli rende difficile la partecipazione costante ai momenti formativi.
    2. La presenza di animatori responsabili e qualificati all'interno dei gruppi rischia di fondarsi unicamente sulle esperienze di animazione fatta nei gruppi giovanili; occorre pensare alla formazione di animatori per gruppi giovani adulti.
    3. Scarsa comunicazione a livello nazionale tra le esperienze dei giovani adulti: le conseguenze sono ravvisabili nella difficoltà di progettazione dei cammini formativi, nella improvvisazione di iniziative, nella sensazione di isolamento e di incertezza in cui ci si muove.
    4. Scarsa attenzione e valorizzazione da parte dell'istituzione chiesa della esperienza e delle potenzialità di energia di questa fascia di età in ordine alla evangelizzazione e alla missionarietà.
    5. Urgente si avverte la necessità di intensificare la formazione etico-politica per superare lo scarto tra volontariato e impegno sociale e politico. Fino a quando tale scarto non viene superato, la stessa dinamica missionaria rimane relegata ad ambiti molto ristretti e intraecclesiali.

    I contatti con gli adulti

    Se nella vita sociale siamo adulti a tutti gli effetti perché «responsabili», nella Chiesa la dimensione adulta fatica ad essere riconosciuta. Per cui ci si chiede chi siano oggi gli adulti nella Chiesa e se realmente esistano, poiché non è tanto un problema di età quanto di mentalità.
    Ad ogni modo gli adulti come età li incontriamo nei momenti comuni della vita parrocchiale (liturgia, assemblee, consigli pastorali, iniziative varie). In maniera più specifica incontriamo gli adulti nelle associazioni unitarie parrocchiali di AC. Questo ambito, seppure agli inizi, si presenta stimolante e significativo per la corresponsabilità, la comunione, la missione dei singoli e della associazione.

    Suggerimenti a chi si mette in cammino oggi

    1. Una chiara scelta di fede da parte del nucleo più responsabile del gruppo giovani adulti.
    2. Formazione degli animatori per evitare la clericalizzazione da una parte e la povertà di proposte formative dall'altra.
    3. Cogliere la dimensione laicale in tutta la sua tendenza missionaria e di itinerario alla santità.
    4. Cercare collegamenti, tenersi in contatto a livello diocesiano e oltre, con esperienze analoghe di giovani adulti.
    5. Attrezzare i giovani adulti di profezia per il futuro della Chiesa e della società, di pazienza per non perdere il rapporto di amore e di servizio con il popolo cristiano.

     


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