(NPG 1989-09-50)
È il tempo per accorgersi che, intorno a noi, ci sono giovani, con le loro domande, con le loro speranze, con le loro delusioni, con la loro ricerca. Ma c'è, anche, un mondo che fornisce risposte in modo vario.
I giovani, che scelgono di dare una mano agli altri giovani, devono essere attenti ad una realtà complessa, mettersi in ascolto e far emergere la voce di chi è più solo, più in difficoltà.
È il tempo in cui, proprio i giovani, sono chiamati a farsi carico degli altri giovani.
«Mi pare di sentire una moltitudine di giovani che domandano aiuto» (Don Bosco).
* S.O.S. cercano sintonia: giovani lanciano domande e cercano giovani disponibili a...
- S.O.S. captati...
- S.O.S. appena intuiti...
- S.O.S. disturbati, deboli, confusi...
- S.O.S. dispersi...
* In tanti rispondono: un mondo di risposte, ma come?
- i «tanti» hanno nomi diversi (gruppi, associazioni, istituzioni, singoli...);
- i «tanti» danno le risposte più diverse: risposte al «posto di...»; risposte «in sostituzione di...»; risposte «sulla testa di...»; risposte «a dispetto di...»;
- tra i «tanti» c'è chi risponde «con i giovani...».
* Noi ci siamo dentro: tra «appelli e risposte» siamo provocati a:
- amplificare, dar voce, essere risonanza delle vere domande dei giovani;
- smascherare le false risposte (quali?), per ricercarne di nuove;
*…
Strada facendo con...
La seconda tappa delinea, in maniera più precisa, il cammino verso la scelta educativa. Si cerca, da giovani, di penetrare e valorizzare il mondo giovanile: non un mondo che vive ai margini di quello adulto, ma che cerca «sintonia» con gli adulti, con quelli che già hanno fatto esperienza.
È nel confronto con tutti e nella comune ricerca che si può pensare di dare concretezza ai propri sogni.
Il gruppo è il luogo in cui misurarsi con le domande intercettate e tentare piccole esperienze di servizio, che abilitano a scelte più grandi e decisive dentro una pluralità di sentieri (aree).
«Se questi giovani avessero un amico...» (Don Bosco).
* Noi giovani: un tesoro da valorizzare, da mettere insieme (quante risorse da scoprire in tutti i giovani...);
* noi giovani: chiamati per nome, a prendere il nostro posto (non senza di noi, non al posto nostro, non sulla nostra testa...)... (dove e come?);
* noi giovani: insieme. La forza di essere «in più» (quando l'unione fa la forza scopriamo...);
* noi giovani: non da soli. In cerca di sintonia con chi ha già camminato, con chi è sulla strada da tanto tempo, con chi ha già lo zaino pieno di... (a confronto con chi ha già tentato di dare risposte, per riuscire a inventarne di nuove);
* noi giovani: chiamiamo per nome le domande intercettate...
- tra le «tante» ci toccano, in particolare...
- tra le «tante» troviamo il sentiero dove fare esperienza (in quali aree?);
* noi giovani: sul sentiero sogniamo centomila possibili risposte;
* noi giovani: nella vita di ogni giorno ci com-pro-mettiamo (inventando, nel piccolo, insieme, per gli altri qualche cosa di concreto...);
*..
Sui passi di...
È perché si decide di far propria la causa di Gesù, così come è stata vissuta da Giovanni Bosco e da Maria Mazzarello, che ci si mette a «narrare» la condivisione, la compagnia con tutti, a partire dagli ultimi, l'accoglienza di ogni piccolo segno di vita, di ogni diversità per costruire un mondo in cui i giovani possano ritrovare la propria identità, tanto da scoprire il senso della propria esistenza.
Narrare oggi, in questo modo, la causa per il Regno di Dio è far nostro, ripensandolo creativamente e fedelmente, lo stile educativo di don Bosco e di madre Mazzarello. Perché la passione per ogni frammento di vita è passione educativa.
«Ho promesso a Dio che fin l'ultimo respiro sarebbe stato per i giovani» (Don Bosco).
* Raccontiamo di Gesù: in ascolto di ogni domanda, al passo con ogni uomo, in cerca di tutti, Lui che libera la risposta di ciascuno;
* raccontiamo di Giovanni Bosco e Maria Domenica Mazzarello: sulle strade a cercare i giovani: quelli più soli, più poveri, quelli che altri emarginano, giudicano buoni a nulla, sfruttano;
* raccontiamo di noi che insieme a quelli di ieri e di oggi continuiamo a:
- camminare in compagnia con tutti;
- scegliere di non smarrire nessuno per strada;
- tirar fuori da ognuno il tesoro che ha (anche le domande o le risposte più piccole...);
- costruire insieme 'cose di giovani': l'ambiente, mondo vitale.
La mia vita adesso e... domani
L'ultima tappa porta alla scelta personale. Il gruppo che, insieme, ha riflettuto sul significato del proprio servizio educativo, aiuta il singolo a prendere le proprie decisioni, che riguardano il suo presente e lo orientano verso un progetto personale di futuro.
Il tempo speso per gli altri nel tempo della giovinezza prepara i tempi della gratuità, anche nell'età adulta. Ed è compito di ciascuno trovare il «sentiero», cioè l'area, l'ambito, il «dove» del proprio servizio. Molti sono i sentieri che si aprono davanti; molte sono le domande dei giovani dentro i vari sentieri. Affrontarli uno per uno può essere un aiuto per orientare la scelta del proprio servizio, per misurarsi con le proprie capacità, attese, desideri, per dare nome e concretezza alla propria scelta vocazionale.
Questo è il significato del'itinerario, espresso con un linguaggio, a volte, metaforico ed evocativo.
«La mia vita è legata al bene dei giovani...» (Don Bosco).
* Il «tempo per gli altri giovani» è davanti a me in mille sentieri:
- sul sentiero del servizio educativo nella scuola, nell'oratorio, nel gruppo;
- sul sentiero del territorio in cui vivo e in cui far crescere vita, insieme agli altri;
- sul sentiero della responsabilità e partecipazione politica, per prendersi cura del bene di tutti;
- sul sentiero della scommessa educativa insieme a chi vive ai margini della società;
- sul sentiero del servizio missionario, per un mondo senza frontiere;
- sul sentiero di chi porta e celebra la buona notizia del Regno;
* Il «tempo per gli altri» disegna il mio domani:
- dà un volto alla mia gratuità;
- plasma la mia attenzione agli altri;
- dilata lo spazio della mia accoglienza;
- costruisce pian piano la mia competenza;
- rende più nitidi i miei orizzonti...;
* Il «tempo per gli altri» è un appello già adesso:
scelgo il sentiero... che è il mio... perché...
... e la strada continua!
Buona avventura!
ALCUNE CONDIZIONI EDUCATIVE
È importante che la comunità educante (il gruppo che si assume in prima persona la responsabilità della funzione educativa) si interroghi sulle condizioni educative irrinunciabili per percorrere l'itinerario indicato e si impegni ad assumerle.
Ogni progetto educativo ha certamente individuato ed elencato le condizioni ritenute prioritarie.
Non si intende dunque fare opera di sostituzione, bensì richiamare l'attenzione su alcuni punti nodali particolarmente in linea con la direzione indicata dal convegno.
Richiamare l'attenzione alle condizioni educative è connettersi a una esigenza intrinseca ad ogni progettazione educativa: non sono i giovani soltanto che, attraverso esperienze mirate, vengono sollecitati alla maturazione di atteggiamenti fondamentali e perciò al cambiamento.
Tutti i soggetti della comunità educante (adulti educatori, genitori, giovani) vengono coinvolti nel processo di cambiamento e di produzione di vita, perché tutti concorrono a dare «qualità» all'ambiente.
In riferimento alla proposta, si segnalano solo alcune delle condizioni educative che coinvolgono maggiormente la comunità educante.
La vocazione del servizio per i giovani
La prima sottolineatura è quella della consapevolezza che la comunità degli adulti, che assumono l'iniziativa di dar vita al contesto educativo (la comunità educante), è soggetto che nell'oggi vive la «vocazione specifica» della passione di Dio per l'uomo nella passione educativa per i giovani.
Essa si costituisce come gruppo di persone che già tenta di offrire una risposta alle domande giovanili, ed è perciò una delle tante risposte che l'itinerario sollecita a riscoprire e valorizzare.
La comunità educante, anzitutto, è chiamata a crescere nella consapevolezza del servizio verso i giovani, della qualità e dello stile di questo servizio; in questa direzione essa deve sollecitare ogni suo membro.
L'occasione della proposta potrà allora essere colta come momento privilegiato per approfondire le ragioni vitali, culturali e di fede, della scelta educativa oggi.
La comunità educante, in secondo luogo, riscopre l'urgenza di riformulare e riattualizzare «lo stile» con cui offre il servizio educativo «per» e «con» i giovani.
«Con i giovani sui passi di Giovanni Bosco e Maria Mazzarello» vuol dire oggi assumere lo stile di compagnia e di servizio educativo dell'animazione, e così vivere da educatori appassionati ai giovani secondo il «sistema preventivo». Motivazioni e stile di compagnia specificano la vocazione educativa tipicamente salesiana e sono occasione di approfondimento di alcuni temi generatori di spiritualità.
L'ambiente educativo
Una seconda condizione che si intende sottolineare è l'attenzione all'ambiente educativo, capace di far trasparire, attraverso la sua strutturazione (il gioco delle relazioni e degli scambi tra i soggetti, la partecipazione, l'organizzazione delle risorse e degli interventi, delle iniziative e delle attività), un clima tangibile di apertura, forza di aggancio e capacità di convocazione, accoglienza a grande fiducia verso i giovani che vivono sul territorio.
Sarà un ambiente educativo aperto e decentrato sul territorio dove vivono i giovani; nello stesso tempo sarà capace di offrirsi all'interno come «mondo vitale», luogo in grado di assicurare identificazione attraverso la valorizzazione delle risorse giovanili (domande, gusti, interessi, capacità, linguaggi), il coinvolgimento diretto dei giovani nella partecipazione alla progettazione e gestione delle iniziative, la capacità di far nascere esperienze giovanili e di far sviluppare la parola dei giovani attorno ad esse.
Il gruppo «luogo» educativo da privilegiare
Ogni proposta educativa, rivolta ai giovani, intende raggiungere e coinvolgere tutti i giovani e farne dei protagonisti.
Nello stile della nostra presenza riconosciamo che il luogo educativo privilegiato per far vivere intensamente ai giovani il cammino di apertura e di servizio verso i loro coetanei è il «gruppo».
Il gruppo, quello primario, quello in cui si scatenano le relazioni faccia e faccia, coinvolgenti la globalità del soggetto, è realmente il «luogo educativo» per eccellenza dell'animazione. Il gruppo è pensato come un laboratorio vitale entro cui i diversi soggetti sono sollecitati a scambiare esperienze di vita e messaggi vitali (non solo informazioni) che rielaborano l'esperienza prodotta insieme. Il gruppo permette di raggiungere la soggettività di ognuno senza cadere nell'intervento educativo di tipo individualistico e separatistico e neppure in quello che massifica e crea conformismo.
Il gruppo è, nella prospettiva educativa entro cui ci collochiamo, il luogo in cui è dato ad ognuno di essere il più possibile soggetto e protagonista dell'avventura educativa.
La proposta di quest'anno, inoltre, sviluppa un cammino particolarmente significativo «di gruppo» per fargli prendere coscienza delle provocazioni che gli giungono dal mondo dei giovani che è «fuori», e orientarlo, decentrandolo, «fuori di se stesso»: verso i giovani, coetanei conosciuti che cercano risposte educative adeguate.
Si intende sollecitare lo sviluppo di una soggettività collettiva, quale esperienza privilegiata entro cui ogni giovane può trovare un adeguato sostegno a collocarsi responsabilmente di fronte alle provocazioni del mondo giovanile, fino a decidersi per delle scelte, nel quotidiano, scelte anche piccole, ma capaci di divenire generatrici di progettualità e di orientamento nel suo futuro.
Il permanere della qualità educativa del gruppo (l'attenzione alle relazioni, la corretta gestione e distribuzione del potere, la valorizzazione di tutti i soggetti, la produzione di vita nuova al suo interno) è un compito affidato alla responsabilità e alla competenza di ogni educatore in quanto animatore di un gruppo.
Una comunità capace di «accompagnamento»
La prospettiva vocazionale dell'itinerario richiede, come condizione fondamentale, la presenza di una comunità educante, e di figure specifiche in particolare, che riscoprano il ruolo fondamentale dell'orientamento e del- l' accompagnamento .
Favorendo la lettura in profondità dell'esperienza di «dar vita a cose di giovani» per i giovani, la comunità favorisce in tutti, singoli e gruppi, la scoperta delle chiamate che li interpellano da vicino.
Li sostiene nella ricerca creativa di risposte, personali e collettive, che esigono di essere rapportate alle capacità, alle risorse personali, alle competenze di ognuno e alla collocazione specifica del gruppo con la sua capacità di rispondere alle domande giovanili (in riferimento ai progetti associativi, di gruppo, istituzionali... sempre aperti ad una riformulazione in base alle esigenze reali dei destinatari).
È parte integrante dell'accompagnamento la sollecitazione alla «partenza», cioè la predisposizione di possibilità reali di sbocco, per il gruppo e per i singoli, non solo nell'ambiente educativo, ma sul territorio, in continuità con il cammino vissuto nella proposta.