Nicoletta Grieco
(NPG 1999-07-02)
Sono diversi mesi che la sento.
Questa atmosfera irrespirabile in casa, fatta di silenzi, sguardi torvi, battute ironiche.
Sia mamma che papà mi hanno preso molte volte da parte, spiegandomi che ormai ho dodici anni e sono in grado di capire, che sono grande e devo aiutare anche il fratellino piccolo.
Ma non è così facile; la sera quando vado a letto mi accorgo che papà va a dormire sul divano e guarda la televisione fino a tardi. Sento mamma nella sua stanza che parla al telefono fitto fitto con le sue amiche: qualche volta la sento piangere piano, quasi un sussurro nella notte.
Ho tentato di andare da lei, di chiederle cosa aveva, ma si è asciugata gli occhi in fretta e mi ha detto di tornare a dormire, che non era niente, non dovevo preoccuparmi.
I primi tempi non capivo o forse non avevo voglia di capire; mi ha spiegato tutto Giusi, la mia compagna di banco. Ha detto che è successo così anche a casa sua e che questo vuol dire che papà e mamma stanno per separarsi, cioè che papà va a vivere da un’altra parte, in una casa diversa. Questo succede, a detta di Giusi, «per incompatibilità di carattere»: una cosa che a quanto pare si verifica dopo svariati anni di matrimonio.
Dopo quello che mi ha detto Giusi ho capito tante cose: tutti quei discorsi di papà sul fatto che lui ci vorrà sempre bene, che niente cambierà per lui nei nostri confronti, che il fatto che lui e la mamma non vanno più d’accordo non diminuirà il suo amore per me e per mio fratello.
Ma io, anche se loro dicono che sono grande (anche al telefono la mamma dice spesso che per me non si preoccupa, sono una ragazza matura), proprio non riesco a capire.
Due persone si amano, si sposano e hanno dei figli e, all’improvviso, le nostre domeniche passate al mare, le serate tutti insieme davanti alla televisione, le gite in campagna con papà che mi porta a cavalluccio e poi bacia la mamma, mio fratello che la domenica si butta nel loro lettone alle 6,30 del mattino, le risate insieme, le urla contro i nostri capricci, le coalizioni mie e di mio fratello contro di loro, tutte queste cose, tutte queste immagini vive nella mia mente, tutto questo di colpo non c’è più.
Non so, forse non sono abbastanza grande o forse non abbastanza intelligente, ma per me, per noi, non sarà uguale vedere papà qualche pomeriggio la settimana o la domenica, non vederlo più quando esce dal bagno assonnato la mattina, non vederlo più insieme alla mamma e a noi; io non mi so spiegare ma è come se si rompesse qualcosa irreversibilmente, anche nell’affetto che hanno verso di noi.
Non so come mi devo comportare, so solo che ho sempre voglia di piangere e ho anche voglia di ricambiare il male che mi stanno facendo.
Mamma dice sempre che non le sto vicina, che in questo momento dovrei essere più buona, che lei sta soffrendo e io la dovrei a aiutare anche con Francesco, che invece i capricci li fa perché è piccolo.
Io, forse sono egoista, ma non ce la faccio a stare vicina a nessuno.
Una sola cosa vorrei, ritornare indietro, quando eravamo felici.