Pastorale Giovanile

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    Un itinerario metodologico di educazione ai valori



    Luciano Cian

    (NPG 1980-10-49)


    Le scienze dell'educazione hanno facilitato la riscoperta dell'uomo nella globalità dei suoi processi psicoaffettivi e spirituali interagenti e interdipendenti; hanno permesso l'abbandono della prassi illuminista volta a costruire la personalità dell'educando solo nei suoi aspetti intellettuali-nozionistici. Oggi si parla non tanto di «informazioni» da trasmettere, quanto di formazione completa della personalità, del livello globale di maturazione da raggiungere.
    E ciò è possibile in una concezione pedagogica curricolare che vede coinvolti in un ciclo continuo ragazzi, secondo le possibilità della loro età, genitori, educatori e proposte di formazione con relativa valutazione di obiettivi finali ed intermedi. Anche dal punto di vista della formazione religiosa e cristiana questa impostazione è sempre più studiata, accolta e resa possibile (vedi i vari catechismi e testi di religione).
    Il «curricolo» è un insieme pianificato di elementi (ipotesi educative, obiettivi, valori e contenuti, metodi, interventi concreti, valutazione e ridefinizione degli stessi), essenziali per un processo educativo. È qualcosa di ampio e di dinamico, di adattabile alle esigenze dei singoli, che ingloba gli schemi di un programma che è per sua natura più rigido del progetto.

    La «scaletta» del procedimento curricolare

    Il procedimento curricolare è organizzato secondo questo schema:
    - analisi della situazione di partenza del giovane, del suo ambiente socioculturale (famiglia, quartiere, scuola o luogo di lavoro...);
    - formulazione di ipotesi educative che includano: obiettivi finali ed intermedi del processo educativo da sperimentare, valori privilegiati da far circolare e assimilare, metodi da utilizzare e procedimenti concreti o mezzi da impiegare, valutazione dei risultati per vedere se le ipotesi sono state centrate o no e perché, ridefinizione del curricolo (obiettivi, contenuti, metodi...) per riadattare alla realtà tutto il processo educativo secondo scadenze fisse (ogni trimestre, quadrimestre...).
    L'aspetto didattico-metodologico tende a dare preferenza oggi ai metodi «cooperativi-attivi» (ricerca, gruppo, lavoro di gruppo, attività varie) usando con molta duttilità tecniche variate secondo le esigenze pedagogiche. La valutazione formativa finale tende a raccogliere informazioni concernenti i cambiamenti nel comportamento per prendere decisioni su programmi educativi e ridefinirli in termini formativi. Essa tiene presente le persone dei giovani, il curricolo nel suo insieme e nelle sue parti, l'ambiente come componente del processo educativo.

    Gli «atteggiamenti» dell'educatore

    La valutazione forse più difficile è quella che gli animatori devono fare nei confronti di se stessi Esige umiltà, riconoscimento dei propri limiti, capacità di rinnovarsi in continuazione, ammissione implicita che anche l'animatore può sbagliare, la necessità dell'autoanalisi degli atteggiamenti profondi. È possibile per esempio che tutto quanto sia compromesso a motivo di atteggiamenti che tendono ad allevare dei «sudditi» passivi anziché uomini veramente dinamici, responsabili, liberi da condizionamenti, protesi nella costruzione di autentiche comunità cristiane.
    La progettazione di un curricolo formativo deve basarsi su tutta questa serie di fasi in cui la valutazione gioca un ruolo preponderante perché non solo serve ad accertare il rendimento e la validità del progetto nel suo complesso e nelle sue parti, ma assume una funzione di controllo e di correzione costante di tutti gli elementi, in parti colare del modo di fare dell'animatore spesso determinante (in positivo o in negativo). Molte cose infatti sono legate al tipo di personalità che egli è (incerto, triste, dubbioso, dinamico, profondamente motivato, ricco di valori o povero...), al suo impegno (coscienzioso, impegnato a tempo perso, incoerente, incostante appassionato), alla sua testimonianza (sicura, incerta, controtestimoniante, gioiosa, senza speranza...), al suo modo di insegnare come «maestro» (competente, superficiale, impreparato, non aggiornato, amante della lettura, incapace di incontro), alla qualità del rapporto che vive con i giovani (cordiale, amichevole, ricercato, burocrate, accogliente, parziale, severo, troppo tenero, disponibile a lasciarsi interpellare con suggerimenti e proposte, attento a non umiliare e bloccare...), alla capacità di stabilire anche con i genitori e le famiglie un colloquio costruttivo (personalizzato, distaccato, amichevole, coinvolgente), proteso verso il contatto con la comunità ecclesiale (perché trascina verso la vita comunitaria e i gesti di essa, sacrifica del tempo per confrontarsi e scambiare idee, proposte, attività, esperienze, dà esempio di rapporti con i sacerdoti e i religiosi molto sereni e fiduciosi senza complessi di inferiorità o superiorità, prega insieme, lavora insieme, dialoga prima di decidere...), si lascia valutare per diventare un maestro competente e felice di fare quanto sta facendo, perché educare ed evangelizzare e tutta la sua vita.
    Vorremmo concretizzare questi elementi in un piano appena accennato e lontano dalla realtà, ma possibile e ricco di spunti per chi volesse approfondire il discorso pedagogico in chiave cristiana, tentare la realizzazione di essi nei tempi lunghi, in una impostazione curricolare.

    La «scaletta» di base

    A - Analisi della situazione di partenza
    B - Meta globale e finale
    C - Una scelta di aree valoriali: 1. la persona; 2. la comunità; 3. la cultura; 4. il lavoro; 5. la salvezza
    D - Obiettivi parziali o mete intermedie
    E - Metodi da privilegiare nell'azione concreta
    F - Attività, strategia di intervento, mezzi e strumenti
    G - Verifica dei risultati e valutazione d'uscita

    A - ANALISI DELLA SITUAZIONE Dl PARTENZA

    L'analisi della situazione di entrata è ricavabile dalla lettura critica della realtà (ricerche psicosociologiche), dall'osservazione personale diretta dei giovani, dai colloqui a tu per tu, dal contatto con i gruppi, specie nei momenti del tempo libero, nei luoghi di vita (famiglia, scuola, associazioni...), dalla analisi scientifica mediante questionari, tests, moduli di valutazione (per conoscere «questi» adolescenti, «questi» giovani). L'analisi obiettiva degli elementi di entrata è di più di una fredda statistica e di un contatto cerebrale con la realtà giovanile. Si tratta infatti di prestare attenzione soprattutto a tre esigenze:
    - fare «memoria» del passato di ogni giovane. Ogni persona ha la sua storia, popolata ed abitata da tante persone che l'hanno costruita o devastata; è erede di ricchezze e limitazioni che l'hanno fatta evolvere o bloccata nel suo divenire;
    - conoscere l'attuale «condizione giovanile». I giovani vanno collocati nel contesto sociale loro proprio per comprenderli nell'evoluzione loro caratteristica, fatta di aspirazioni, tensioni, domande, crisi, ricerca di valori;
    - educare in prospettiva verso il futuro. Occorre guidarli verso il progetto di sé, che diventa l'asse centrale dello sviluppo attorno ad un modello di uomo scelto tra tanti ma valido «per me». È quanto dire: avviarsi verso il domani con un'anima di speranza e di utopia perché si realizzi nella storia l'Umanità in una spirale positiva in infinita espansione.

    B - META GLOBALE E FINALE

    Sviluppo integrale della persona, unificata in prospettiva, dal dono della fede accolto e rivissuto come significato definitivo delle proprie esperienze storiche quotidiane (= integrazione della fede con la vita).
    In altre parole: il cammino educativo che si prospetta è la maturazione globale dell' uomo» come persona comunitaria, in grado cioè di essere se stesso e di stabilire rapporti intimi e solidali con gli altri/e, in una abitudine costante di lettura critica della realtà per trasformarla e «salvarla», orientandola verso il suo fine ultimo: Dio-Amore.

    C - UNA SCELTA Dl AREE VALORIALI

    1. La persona
    Occorre pensare ed agire per l'uomo. Perché ogni vita incompleta diventi piena e realizzata, perché ogni membro della famiglia umana, in tutto l'arco della sua esistenza, sia aiutato ad essere di più, nell'integralità delle sue esigenze e diritti, fino alla misura massima delle sue possibilità. Questo valore primordiale impegna nel momento educativo e politico perché ognuno, a modo suo, sia veramente libero e creativo e cammini nella vita con un progetto personale ed autonomo, nel rispetto delle sue scelte (= identità personale).

    2. La comunità
    La persona è veramente se stessa nell'incontro e nel dono di sé all'altro. Occorre pensare ed agire in termini comunitari, partecipativi, corresponsabili. La persona capace di rapporto e con un maturo senso di appartenenza si inserisce in modo critico e creativo nella società per trasformarla (= socializzazione come integrazione-conversione, cambiamento personale e strutturale).

    3. La cultura
    L'uomo è un essere pensante. Occorre che esso sia in grado, oggi soprattutto, di elaborare in modo personale, una visione critica, dinamica e non ideologizzata della realtà, della vita, della ragione, dell'amore, del lavoro, della storia (= antropologia) che gli consenta di mettersi sul sentiero della ricerca umile della verità, di aprirsi alla trascendenza, agli appelli che il dono eventuale della fede religiosa rivela, orientando la riflessione verso il senso ultimo di ogni progetto storico, animato dalla presenza dello Spirito.

    4. Il lavoro
    L'uomo è un essere fecondo, creatura che si fa continuamente, che si inserisce nel mondo con un mestiere, una professione, un impegno per rendere la terra una casa più abitabile, sulla sua misura di uomo. Lo studio o il lavoro di oggi, la competenza professionale di domani sono le possibilità concrete con le quali l'uomo si affianca a Dio che opera nel mondo, per farlo evolvere «fino ai cieli nuovi e alla terra nuova», fino al giorno in cui tutto sarà ricapitolato in Cristo, re dell'universo.

    5. La salvezza
    L'uomo è un essere «salvato» e quindi la sua persona, la comunità, la cultura, il lavoro diventano valori «già» salvati, ma per ora pienamente realizzati solo nell'Uomo nuovo/Gesù di Nazaret, e in Maria, sua Madre. Nell'uomo storico «non sono ancora» compiutamente portati a maturità. Un giorno lo saranno. Ora, nella storia, devono essere ricercati, vissuti, anticipati, liberati ed umanizzati nel singolo, nella comunità, nelle strutture educative, economiche, culturali, politiche e religiose sulle linee ispiratrici del Vangelo.

    D - OBIETTIVI PARZIALI O METE INTERMEDIE

    1. Relativamente al valore «persona»

    - Il primo diritto di ogni persona è quello di esistere e di vivere. L'essere e la vita per crescere hanno bisogno di riconoscimento, accettazione, accoglienza, di «fiducia originale».
    - Il rispetto assoluto per l'altro esige il superamento di qualsiasi atteggiamento di sopraffazione, di dominio, discriminazione, emarginazione; anzi esige un movimento di amicizia solidale, di aiuto, di tenerezza perché ognuno viva, sia felice a modo suo.
    - Nessuno nasce già libero, ma ricco di possibilità e capace di diventarlo se aiutato. La «libertà da» tutti i condizionamenti negativi è un impegno educativo prioritario. Occorre promuoverla integralmente, sotto tutti gli aspetti: fisico-corporeo, intellettuale-volitivo, psicoaffettivo, sociale, etico-religioso... Ma occorre educare in vista della «libertà per»: essere liberi per liberare gli altri da ogni forma di schiavitù, dalla più radicale delle alienazioni che è il peccato.
    - Le zone di maggiore impegno per la «libertà da», in vista della «libertà per» sono:
    * l'autonomia decisionale: ognuno deve poter scegliere la sua strada, superando i conflitti con gli adulti «significativi»;
    * l'autocontrollo: l'umanizzazione della persona richiede la canalizzazione degli impulsi per vivere razionalmente e in profondità, per far emergere il meglio di sé, i valori, le certezze, il progetto di vita;
    * la fiducia in sé: è la conseguenza della fiducia delle persone significative. Essa crea persone felici, con un'immagine di sé «normale» (né negativa, né aureolata), senza ansia elevata, capaci di amare, di avere fiducia nell'uomo, ottimiste, dinamiche.

    2. Relativamente al valore «comunità»

    - Il clima di famiglia è sempre il risultato di due componenti: la serietà nel dovere e la gioia dello stare insieme, l'impegno coerente e la letizia della festa.
    - Il rapporto di amicizia e di dialogo tra tutti, in particolare tra adulti e giovani, è la conseguenza del riconoscimento reciproco, della stima e dell'accettazione positiva ed incondizionata dell'essere di ciascuno che ha ricchezze complementari a quelle degli altri ma che occorre far emergere per conoscerle e donarle.
    - L'accoglienza di tutti aiuta a superare la tentazione dell'integrismo che discrimina facilmente tra «buoni» e «cattivi», tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti.
    - Ogni giovane ricerca un ruolo sessuale adeguato; occorre favorirlo nella serena apertura verso l'altro sesso.
    - L'autenticità nei rapporti interpersonali è fatta di schiettezza e di fiducia, di abbandono di meccanismi difensivi quali: chiusura, aggressione, evasione, distorsioni sessuali, droga, volontà di dominio, senso di inferiorità...
    - Cogliere occasioni, fatti, necessità per vivere la solidarietà umana come espressione di fraternità, superando le distinzioni legate alla razza, alla religione, alla politica, all'età...
    - Educarsi alla non violenza in ogni rapporto con le persone, la natura, le cose, la ricerca della verità per non ideologizzare e cosificare la relazione interpersonale.
    - Promuovere l'apertura verso la realtà sociale ed ecclesiale, sempre più ampia ed universale non solo per conoscerla ma anche per trasformarla.

    3. Relativamente al valore «cultura»

    - Prima di tutto essere. Per essere occorre coltivare la propria umanità pensante. Ci sono molti modi per vivere senza pensiero: schierarsi con qualcuno o contro qualcosa, chiudersi in un'ideologia rifiutando sistematicamente di partire dalla vita, dall'uomo che soffre, gode, vive, muore e dai suoi diritti (la vita, il lavoro, la famiglia, la casa, la salute, l'ambiente degno delle sue esigenze psichiche e spirituali, l'educazione, la cultura, la libertà di coscienza, di religione, di espressione pubblica della fede).
    - Per essere bisogna passare dall'irrazionale, dall'emotivo al razionale e quindi alla · vita profonda», dall'impulso al valore, dal valore per me al valore in sé e al valore per noi.
    - È essenziale l'impegno per lo studio serio, profondo, aperto alle espressioni culturali più varie, sistematico.
    - Bisogna avere il gusto per la lettura personale e l'approfondimento dei problemi vivi oggi. Con la passione per la verità, il rispetto del dato, della realtà, di tutta la realtà (non solo di quella che piace a me).
    - Superare il pensiero scientifico riduttivo: esso pone attenzione solo al dato visibile, all'utile, al misurabile trascurando l'apertura verso il possibile, il mistero, la contemplazione, il profondo, il religioso.
    - Recupero della coscienza storica. L'uomo che non ricorda ed è senza «memoria» può essere condizionato da ogni cosa. Essa si traduce nel gusto per la ricerca della tradizione, della cultura anche umanistica, della saggezza concretizzata nei beni culturali lasciatici in eredita dalle passate generazioni.

    4. Relativamente al valore «lavoro»

    - Il fare è la continuazione dell'essere e del pensare. Ci interessa il lavoro efficace, non efficiente e di tipo utilitaristico; ciò è conseguente alla scelta del lavoro come impegno di trasformazione della propria vita, dell'uso della scienza e della tecnica per dilatare il dominio sulla natura e per procurare i beni necessari a vivere da uomini.
    - Occorre rifiutare di fermarsi in casa «perché intanto che cosa posso farci io», perché questo ferma la partecipazione, il «fare insieme», il reagire, «il far succedere». Questo orientamento porterebbe a considerare il lavoro come pura fatica, sforzo ascetico, alienazione o luogo di autorealizzazione e basta. Il lavoro è invece un tutt'uno con l'uomo, sviluppa la sua persona, fonda i rapporti interpersonali, stimola la solidarietà, crea cultura, progresso, civiltà, impegno nel cammino di liberazione.
    - Lavoro, tecnica e scienza non solo non si oppongono alla fede ma aiutano a prolungare l'opera di Dio e a compiere il disegno divino nella storia, solo se lasciano spazio a risposte ad interrogativi come: «che senso, che valore ha l'attività umana? come si deve usare dei suoi frutti e delle sue risorse? Al raggiungimento di quale fine tendono gli sforzi sia dei singoli che dell'umanità?» (GS, 3334).
    - Per lavorare bene occorre apprendere presto un metodo di lavoro, di studio personale.
    - La coscienziosità e la tenacia nel dovere fa parte della serietà e competenza professionale; la quale poi ha bisogno di aggiornamento, frequente revisione, rigore e coerenza.
    - La conoscenza e il contatto con il mondo del lavoro e della scuola sono necessari per le scelte professionali realistiche; occorre però inquadrare tali scelte in un progetto di impegno che tende al servizio piuttosto che al successo, alla carriera, al prestigio, al guadagno.
    - Occorre prendere coscienza che il lavoro è un valore ambiguo; lasciato nelle mani dell'uomo può diventare costrizione, alienazione. Ha bisogno di essere «salvato». Cristo uomo-lavoratore aiuta a vedere la professionalità in tal senso.

    5. Relativamente al valore «salvezza»

    - Educare il cuore del giovane al senso dell'Assoluto e al rispetto del bisogno dell'al-di-là-di-sè è molto di più che parlargli di Dio.
    - Occorre rivelare ai giovani il nome di Dio facendo l'esperienza di relazione con mediante una testimonianza leggibile.
    - Il gusto per la Bibbia e l'approfondimento teologico risponde al bisogno di chiarimento, di amplificazione, di spiegazione, di essenzialità.
    - È un punto d'arrivo notevole la presa di coscienza che la salvezza è già in atto, «in me come figlio di Dio».
    - Il comportamento da figlio richiede il superamento dei conflitti interni: sensi di colpa, ossessioni, autopunizioni, pregiudizi verso la religione come oppio dell'anima e alienazione, esteriorità e formalismo...
    - Vivendo da figlio nel Figlio l'uomo diventa lievito nella pasta del mondo con il suo essere «uomo nuovo», non solo con il suo sapere o il suo sapere-fare.
    - Tutto in realtà è «già» salvato, tutto è ancora da salvare e trasformare, fino ai «cieli nuovi e alla terra nuova», anche col proprio impegno di credente. Con noi opera Dio. Ciò fa essere ottimisti e pieni di speranza: tutto andrà a finire bene.
    - Bisogna vivere l'esperienza di Chiesa come luogo di salvezza, qui-ora nel gruppo piccolo, nella comunità, nella parrocchia, nella diocesi fino alle sue dimensioni cattoliche ed universali.
    - Bisogna superare nell'esperienza viva di questa Chiesa, le sottolineature unilaterali di essa: movimento o istituzione, gerarchia o base, carisma d'ufficio o spontaneismo, per vivere la fede cristiana nella sua pienezza cattolica, la fede dei martiri e dei santi, del Papa, dei Vescovi, del popolo di Dio.

    E - METODI DA PRIVILEGIARE NELL'AZIONE CONCRETA

    1. Relativamente al valore «persona»

    - Non è possibile incontrare la «persona» al di fuori di una relazione educativa democratica fatta di vicinanza, presenza, comprensione, parità secondo i criteri dell'«animazione».
    - La relazione educativa deve coscientizzare le ricchezze d'essere personali. Esse sono la forza positiva dell'io, il meglio di se stessi.
    - Il rapporto deve essere personalizzato ed individualizzato. Passa attraverso la conoscenza di ognuno, per discernere il movimento interiore, liberare il bisogno di autoprogettazione che segue la direzione dei gusti, possibilità dei doni di ogni persona per individuare la propria vocazione e missione d'essere.
    - Contano molto i «modelli vivi», persone cioè significative e riuscite, uomini e donne sagge e competenti, vicine ai problemi e ai bisogni soprattutto esistenziali e progettuali dei giovani. Occorre conoscerle e poterle avvicinare a volte anche fisicamente.
    - Sostenere le scelte scolastico-professionali e vocazionali, mediante informazioni, conoscenze dirette, esperienze, ricerca di motivazioni di tipo individuale (la propria realizzazione), sociale (il servizio e la realizzazione degli altri), teologiche (per completare il piano di redenzione e di salvezza che Dio ha già concepito e attuato in Cristo).

    2. Relativamente al valore «comunità»

    - Un gruppo è una scelta di metodo importante e centrale. Essa può diventare luogo di circolazione ed assimilazione di valori, di esperienze di impegno, di interiorizzazione di proposte, di elaborazione di un maturo progetto di sé. Un anticipo di future appartenenze più vaste ed impegnative.
    - Nella scuola il gruppo naturale è la classe.
    - Non il gruppo «comunque» ma il gruppo con una vita interna che matura atteggiamenti costruttivi che vanno verso la solidarietà. Un uso corretto della dinamica di gruppo è molto utile, specie » livello di verifica di tale vita.
    - Il metodo del lavoro di gruppo utilizza le ricerche, le discussioni, gli incontri, le assemblee preparate e ben condotte per interagire in modo democratico.
    - Il metodo della collaborazione e del confronto tra adulti e giovani, educatori e ragazzi impegna nella «cogestione» del fatto educativo in tutti i suoi momenti: previsione programmatica, attuazione e revisione. Mai gli uni senza gli altri.
    - Il gruppo può maturare e progredire se: ogni membro mette a disposizione le sue energie; ognuno vive una presenza autentica; vive nel gruppo con un senso di agio; nell'apertura verso il gruppo e l'esterno; partecipando (non solo contestando); sostenendo l'animatore nel suo servizio.
    - Il gruppo può anche regredire. Bisogna evitare i freni: la dinamica del capro espiatorio, le tensioni eccessive, la rigidità della struttura, la distanza tra i membri specie i più influenti, il pessimismo sul gruppo. Ma soprattutto impegnarsi a crescere in libertà interiore superando le paure ed i complessi personali.

    3. Relativamente al valore «cultura»

    Il metodo in senso generale consiste nel tenere presenti alcuni atteggiamenti centrali che occorre educare nei giovani perché nel tempo il valore «cultura» possa emergere nella direzione della sua massima ampiezza e possibilità. In sintonia cioè con «l'essere» delle persone e con l'atteggiamento umile di ricerca della verità.
    - Il gusto per la riflessione, la meditazione, la preghiera;
    - lo sviluppo del pensiero creativo e scientifico;
    - l'esigenza di completezza nell'informazione;
    - il senso del mistero come apertura alla contemplazione delle cose, dell'arte, della natura;
    - l'orientamento sincero verso la verità allontana la cultura del sospetto che rende ideologico il discorso sulla verità, sull'uomo, sulle cose ed impedisce la purificazione del cuore;
    - l'apertura alla verità lascia che emerga il senso dell'Assoluto, del Trascendente e non ne ha paura. Dio infatti non è nemico della scienza e della cultura ma amico quando dà all'uomo l'opportunità di autotrascendersi per attingere la pienezza del proprio essere, inquieto finché non approda alla verità intera.

    4. Relativamente al valore «lavoro»

    - Non è possibile educare al senso del lavoro in modo astratto, ma mediante il metodo dell'attività creativa (imparare facendo).
    - Occorre dare molta importanza al lavoro manuale, anche nella scuola.
    - Sono di enorme aiuto tutte le attività espressive: recitazione, teatro, drammatizzazione e le attività artistiche.
    - Occorre moltiplicare le occasioni di incontro con gente che lavora, con le sue esperienze concrete, con i suoi problemi, con le proposte di soluzione prospettate da imprenditori, sindacati...
    - Impostare la propria vita con un fondamentale equilibrio tra riposo, lavoro, attività elettive per non soffrire le conseguenze dell'inerzia, del superlavoro...
    - Valutare il tempo libero come spazio capace di realizzare l'uomo attraverso le attività liberamente scelte, che rompono la routine. Tra queste attività occorrono spazi di silenzio, di calma, di riposo per recuperare profondità, distensione, apertura verso ciò che può essere stato dimenticato o trascurato.

    5. Relativamente al valore «salvezza»

    Per educare il senso religioso cristiano, aperto al Dio di Gesù Cristo occorre educare alcuni atteggiamenti centrali:
    - il senso della gratuità (l'amore secondo lo stile del Padre);
    - il senso dell'attesa e della pazienza (per essere capaci di speranza e di apertura verso il futuro);
    - la disponibilità al sacrificio (perdere per ritrovare, morire per dare la vita: la pasqua);
    - la fiducia interpersonale (per imparare a fidarsi degli altri e di Dio);
    - il senso del mistero (ogni cosa è grande e può aprire al mistero di Dio);
    - il bisogno di conversione e di cambiamento (che rinnova tutto e fa nuovo tutto attorno, anche nelle strutture ma soprattutto nelle persone);
    - il senso religioso, il senso di Dio (che represso o rimosso degenera nella ricerca di soddisfazione in aberranti e distorte espressioni religiose o alimenta il rifiuto del mondo e della convivenza attraverso molte forme di alienazione, di sette mistiche, intimistiche e selvagge, di errori e bizzarrie);
    - il senso dell'Assoluto che si chiama Padre, Figlio, Spirito Santo che elimina ogni pseudoassoluto e che induce ad un rapporto personale, familiare ed intimo.

    F - ATTIVITÀ, STRATEGIE Dl INTERVENTO, MEZZI E STRUMENTI

    1. Relativamente al valore «persona»

    - Ogni giovane si deve sentire persona in qualsiasi momento dell'esperienza educativa per imparare a trattare anche con gli altri come persone. È importante a questo proposito stabilire una relazione educativa coerente.
    - Conoscere i ragazzi uno a uno, anche con l'aiuto di eventuali esperti nelle scienze dell'uomo. Essi hanno bisogno di sapere chi sono per impostare bene il problema della maturazione della propria identità.
    - Il giovane ha bisogno di modelli vivi con cui confrontarsi e rapportarsi. Si possono trovare nella storia recente; ma anche l'educatore può essere un modello se competente, vicino, solido ed armonico, se ama i giovani e vive familiarmente con loro, se esprime l'amore profondo.
    - I rapporti personalizzati si sostengono anche con i segni caratteristici dell'amore educativo: il saluto, l'incoraggiamento, la stima, anche il rimprovero quando è giusto e meritato (ma che non lascia mai il giovane con il risentimento), il darsi del tu, il ricordare certe occasioni importanti, la vicinanza nei momenti di dolore...
    - Le persone che meritano una attenzione privilegiata sono i giovani più bisognosi, handicappati, svantaggiati.

    2. Relativamente al valore «comunità»

    - Curare la vita interna del gruppo, della classe perché siano eliminati gli atteggia menti emarginanti, competitivi, infantili, adolescenziali, sopraffattori... Una conoscenza minima della dinamica di gruppo può giovare.
    - Stare con i giovani, con familiarità, specie nei momenti del tempo libero dove vengono coltivati i loro interessi.
    - Utilizzare momenti per conoscersi di più e parlare di ciò che si è e si vive.
    - La discussione è un momento per imparare a parlare, ascoltare, confrontarsi, liberare la parola e le energie personali.
    - Sono utili incontri tra ragazzi e ragazze in forme di coeducazione pedagogicamente corrette e bene impostati.
    - Occorre progettare momenti di informazione sessuale ed educazione all'amore in modo interdisciplinare, con vari educatori ed esperti dove è possibile.
    - La sensibilizzazione e la partecipazione ad attività sociali, politiche, ecclesiali, missionarie fanno parte dell'educazione alla solidarietà che richiede gesti concreti nei confronti di chi è oppresso, dei diritti dell'uomo...

    3. Relativamente al valore «cultura»

    - Imparare a leggere criticamente un libro, un giornale, un articolo...
    - Imparare ad ascoltare prendendo appunti, a parlare in modo corretto, scrivere contenuti validi in ordine e stile.
    - Proporre esperienze di lettura dell'immagine e del suo linguaggio (un miniciclo d films adatti e discussi).
    - Utilizzazione costante di periodici culturali, giornali e riviste.
    - Programmare visite a musei, centri di cultura, monumenti, chiese, contatti con uomini di cultura significativi.
    - Fare attività musicali, teatrali; attivizzare i momenti del doposcuola con attività complementari allo studio.
    - Possono essere di una certa efficacia e favorire aggregazione incontri, tavole rotonde, dibattiti interdisciplinari su argomenti di cultura, attualità, religione...

    4. Relativamente al valore «lavoro»

    - È importante offrire suggerimenti per apprendere presto un metodo di studio e di lavoro.
    - Avere qualche contatto con il mondo del lavoro anche mediante incontri con adulti che presentano la propria attività professionale.
    - Conoscere esperienze di impegno significative nella società civile, politica, ecclesiale, missionaria.
    - Visitare scuole, fabbriche, botteghe di artigiani, ospedali... per favorire ipotesi di scelte scolastico-professionali e vocazionali.
    - Utilizzare sempre più nella scuola l'insegnamento tecnologico, artistico e musicale, le attività del tempo libero.
    - Conoscere il sindacato, le organizzazioni dei lavoratori e in modo particolare quelle di ispirazione cristiana.

    5. Relativamente al valore «salvezza»

    - Accrescere tra i giovani la familiarità con la Bibbia, approfondita anche in corsi e studi, alla luce del Magistero della Chiesa.
    - Conoscere la vita della Chiesa, anche la sua storia passata oltre che quella che vive attualmente, il Papa, il proprio Vescovo, il parroco, la chiesa locale e farne parte attivamente.
    - Prendere coscienza dell'esistenza di varie vocazioni nella realtà ecclesiale: coniugale, sacerdotale, religiosa, missionaria e di altre possibilità che oggi esistono nel mondo per testimoniare la propria fede.
    - Programmare esperienze di preghiera come contrappeso alla dispersione del quotidiano (ritiri, esercizi spirituali...).
    - Valorizzare il ritmo dell'anno liturgico e la sequenza delle feste più importanti.
    - Sostenere la catechesi secondo gli orientamenti dei nuovi catechismi, centrati sull'annuncio, l'utilizzazione della esperienza, la pedagogia dell'Eucaristia, della Cresima e della Riconciliazione.
    - Curare l'associazionismo di ispirazione cristiana ed ecclesiale.
    - Valorizzare nella scuola l'insegnamento della religione ed esperienze di riflessione al suo interno.
    - Avere cura di rendere significative di «ecclesialità» le esperienze di incontro: giovani-adulti-anziani-piccoli; sacerdoti, laici, religiosi e religiose... per non favorire la formazione di «chiese separate» o ghetti contrapposti.

    G - VERIFICA DEI RISULTATI E VALUTAZIONE D'USCITA

    Non si dà progetto educativo senza una verifica e la valutazione dei risultati.
    Certamente i risultati nel campo educativo non sono quantificabili con precisione; né è necessario giungere a questo tipo di «misurazione». Ma una stima con fatti, prove, osservazioni, elementi concreti e reali è indispensabile.
    La valutazione non è possibile se non si sono fissati prima gli obiettivi e le mete intermedie, se non si sono colti quei valori centrali da ricercare insieme, se non si è fatto lo sforzo per far coincidere obiettivi, valori con metodi e strumenti utilizzati.
    La verifica tende all'oggettività, alla sintesi, alla stima con dati qualitativi e quantitativi (là dove è possibile) ed osservabili.
    Le vie per giungervi sono diverse:
    - l'osservazione sistematica;
    - il confronto di più testimoni;
    - la stima mediante tests, questionari, prove oggettive, schede di valutazione.
    La valutazione conduce alla autovalutazione, alla ridefinizione degli obiettivi, in modo più realistico, concreto, possibile.
    Gli educatori hanno bisogno di maturare una mentalità educativa più «tecnologica» (non tecnicistica) in termini di «progetto» e di «programmazione curricolare».


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana
    rubrica sport


    PROSEGUE DAL 2023


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte


    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù


    Dove incontrare
    oggi il Signore


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo
     


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