IL FILO DI ARIANNA DELLA POLITICA /7
Raffaele Mantegazza
(NPG 2023-04-56)
Come parlare
Molti educatori vivono nell’illusione di poter decidere chi deve essere il leader del gruppo di ragazzi che è loro assegnato. In realtà non solo questo non è vero, ma molto spesso è anche difficile capire qual è il vero leader designato dal gruppo, perché prima di tutto è il gruppo a scegliere il leader e non qualcuno dall'esterno, e le procedure di decisione e di scelta e soprattutto i criteri di visibilità e di riconoscibilità del leader sono molto complessi. Può essere che un gruppo di ragazzi non abbia nessuna intenzione di mostrare all'adulto chi è il suo leader, e quindi le dinamiche sotterranee e le relazioni invisibili tra di essi metteranno l'educatore di fronte ad un grosso problema. Ma in realtà il problema è solo apparente. Infatti la parola leader andrebbe sempre declinata al plurale perché in ogni gruppo la leadership qualcosa non solo di variabile, ma anche di distribuito tra differenti ruoli proviamo ad elencarne alcuni:
a) il leader per competenze: si tratta sostanzialmente della persona che è più brava a svolgere i compiti che il gruppo le assegna, può essere il ragazzo migliore in matematica o giocatore di calcio che segna più gol;
b) il leader sindacale: è la persona che i ragazzi ritengono più adatta a parlamentare con i capi, con gli adulti, con gli educatori, quello che può rappresentare le loro istanze e può portare le loro richieste a chi detiene il potere;
c) il leader relazionale: si occupa dei rapporti all'interno del gruppo, è quello che fa fare pace a chi ha litigato, chi accoglie i nuovi venuti, chi sa sempre sentire l'energia del gruppo e capire quando è il momento di sorridere, quando occorre spronare i compagni ad un maggior impegno, ecc.;
d) il leader organizzativo: è il ragazzo che sa raccogliere i soldi per una gita, che sa gestire il gruppo social, che si fa carico di tutte quelle questioni che ovviamente all'interno di un gruppo non sono mai solo organizzative, ma hanno sempre a che fare con l'identità del gruppo stesso.
Dunque l'educatore non determina la leadership o le leadership, ma certamente le può osservare e capire in base alle relazioni tra i ragazzi: come esse cambiano, come si evolvono nel tempo, come condizionano l'identità e le attività del gruppo.
Come pensare
Il passo dei fanciulli
Una tipica rappresentazione del leader, nota anche per alcuni quadri di opere d'arte, è quella che lo vede davanti al popolo, a guidare, a indicare la strada. Un importante passo di Genesi che racconta della riappacificazione tra Giacobbe e Esaù ci presenta un modello molto differente di leadership:
Poi Esaù disse: «Leviamo l'accampamento e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te». Gli rispose: «Il mio signore sa che i fanciulli sono delicati e che ho a mio carico i greggi e gli armenti che allattano: se si affaticano anche un giorno solo, tutte le bestie moriranno. Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi sposterò a tutto mio agio, al passo di questo bestiame che mi precede e al passo dei fanciulli, finché arriverò presso il mio signore a Seir». Disse allora Esaù: «Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!». Rispose: «Ma perché? Possa io solo trovare grazia agli occhi del mio signore!» (Gen 33, 12-15).
Qui dunque il leader è dietro il gruppo, un po’ come il chiudifila delle esercitazioni antincendio. Ha responsabilità di aiutare chi è rimasto indietro, di prendere in braccio i bambini, di muoversi non al ritmo del proprio passo, a volte un po’ troppo presuntuoso e sicuro di sé, ma a quello dei bambini, degli agnellini, dei più deboli.
Cosa fare
Il leader designato
In questo gioco il conduttore fa mettere i partecipanti in cerchio, fa chiudere loro gli occhi e si posiziona all'esterno del cerchio stesso, dietro le spalle dei ragazzi. Poi dice che toccherà la schiena a uno dei ragazzi e che questo sarà il leader designato. L'unico compito del leader sarà quello di non farsi scoprire: quando tutti apriranno gli occhi nessuno potrà parlare, ma i ragazzi dovranno cercare di capire chi sia il leader attraverso l'osservazione del linguaggio del corpo. Il conduttore gira dietro le spalle dei ragazzi, ma in realtà non tocca nessuno di loro, poi permette di aprire gli occhi. A questo punto inizierà a dire che le cose non vanno bene, che il leader è troppo scoperto, dirà che forse non è stato abbastanza chiaro nello spiegare le regole e che il leader stia facendo troppo capire. Annullerà dunque il gioco e lo ricomincerà da capo girando sempre alle spalle dei ragazzi con gli occhi chiusi, ma questa volta toccando ogni ragazzo sulla schiena. Farà riaprire gli occhi e permetterà ancora di cercare di scoprire chi sia il leader. Poi chiederà chi secondo i ragazzi fosse il leader del primo giro e per quale motivo indicano proprio quella o quelle persone. Una volta svelato il trucco sarà interessante capire quali saranno state le cosiddette tracce che hanno portato i ragazzi a identificare un leader quando in realtà non ce n’era nessuno.
Election Day
Riprendendo le quattro tipologie di leadership elencate sopra, proponiamo ai ragazzi di votare (con scrutinio segreto) un loro compagno nelle quattro seguenti situazioni:
a) leader per competenze: a chi chiederesti aiuto per preparare una verifica, a chi passeresti la palla per l’ultimo tiro se siamo all’interno di una squadra di pallacanestro, ecc.;
b) il leader sindacale: chi manderesti dal professore a contrattare lo spostamento di una verifica, magari in un momento in cui il docente è un po’ arrabbiato con la classe;
c) il leader relazionale: se due tuoi amici litigassero a chi affideresti il compito di mettere pace;
d) il leader organizzativo: a chi affideresti il compito di organizzare una pizzata insieme (prenotando il ristorante, raccogliendo i soldi, ecc.).
È interessante poi chiedere ai ragazzi che sono stati scelti se si aspettavano questa loro elezione, e capire se per esempio esiste un ragazzo o una ragazza che è stato votato per due, tre o addirittura per tutte quante le funzioni e come questo influenza le dinamiche di gruppo.
Come provare
Spesso nei gruppi di adolescenti è presente il cosiddetto leader oppositivo, cioè il ragazzo o la ragazza che, quasi prendendosi carico dell'aggressività del gruppo, costantemente e tenacemente si pone contro l'educatore. Non è una situazione semplice e ovviamente non si può risolvere semplicemente con i richiami e le punizioni. Chiediamo che sia importante esplicitare con i ragazzi la questione cercando di capire come mai siano tanto legati a questa persona, quali sono le sue caratteristiche che la rendono un leader e soprattutto per quale motivo in qualche modo scaricano su di lui o su di lei le loro richieste, la loro aggressività, le loro critiche nei confronti dell'educatore. Anche questa esplicitazione però va condotta con molta cautela, perché in alcuni gruppi potrebbe addirittura avere l’effetto di rafforzare ulteriormente la leadership dell'oppositore. In questo come in tutti gli altri temi che vengono trattati in questa rubrica non esistono regole fisse o schemi da applicare: occorre sempre partire dall'attenta osservazione e conoscenza dei ragazzi e delle dinamiche tra di loro.
Cosa domandarsi
1. Quanto la leadership espressa dai ragazzi, quando è oppositiva o comunque conduce il gruppo in una direzione diversa da quella che l'educatore vuole imprimere, infastidisce quest'ultimo e lo tocca sul piano personale?
2. Quali sono stati i leader che l'educatore stesso ha incontrato nel corso della sua vita nei gruppi che ha frequentato e come si è rapportato ad essi? L’educatore era un leader oppure un seguace o ancora un ignavo?
3. Come si comporta oggi l'educatore nei confronti dei suoi capi, dei suoi referenti, di coloro che hanno potere su di lui?