Vincenzo Marrone
(NPG 1977-05-64)
PREMESSE
1. Il campo-scuola non fa nessun miracolo. Senza un «prima» e un «dopo» è una costosa e più o meno allegra scampagnata. Il campo-scuola deve rappresentare un momento all'interno di un progetto di crescita di un gruppo o comunità, come contenuto e come programma.
2. I giorni del campo-scuola non sono giorni di ritiro o di esercizi spirituali, anche se ci possono essere momenti intensi di preghiera. Non è una parola nuova, un po' più moderna per sostituire altri termini frustrati dal tempo e poco graditi ai giovani. E non è neppure tempo di «aggiornamento culturale»...
3. Il campo-scuola è caratterizzato da un «clima» frutto di:
– isolamento dalla vita normale
– una giusta scelta del luogo. Abbiamo sperimentato che la montagna è il luogo ideale per il clima, per la vita che si è costretti a condurre
– una forte componente del clima è la costruzione del campo da parte dei componenti impegnandoli nell'allestimento dei locali, nella distribuzione dei cartelloni, nei piccoli servizi necessari alla vita comunitaria. È l'atmosfera del sentirsi coinvolti da vicino.
Il campo-scuola deve essere il più possibile un esperimento di autogestione dei giovani, senza sfociare nell'anarchia.
4. Per il buon andamento e per una efficacia del campo è necessaria una giusta scelta degli «animatori». L'animatore non dovrebbe essere troppo distante per età da quelli per cui è fatto il campo e più ancora dovrà essere colui che continuerà con i ragazzi anche nel «dopo-campo» finché il giovane non sia inserito nel gruppo o comunità a cui è destinato. Accanto all'animatore è utile inserire qualche adulto della Comunità in modo che i «campisti» percepiscano che c'è un mondo alle loro spalle che segue il loro esperimento e li attende.
5. Accanto agli animatori è necessario fare una giusta scelta degli esperti. È superfluo dire che questi debbono essere in linea con le idee, gli orientamenti e i metodi della comunità o del gruppo. Bisognerà chiedere agli esperti che partecipino con gli animatori e responsabili della comunità alla preparazione del campo e che ci «stiano al gioco» lasciandosi coinvolgere dal clima che si crea.
6. Quando si invita il ragazzo o il giovane al campo si spieghi chiaramente con un volantino o ciclostilato cos'è il campo, chi troverà, cosa si intende fare, i temi che saranno trattati, lo stile che si vuole al campo, la fatica e l'impegno che attende ognuno.
Non si abbia paura a sottolineare la fatica e a richiedere l'impegno e la serietà, scoraggiando chiunque voglia fare una allegra gita in compagnia.
Solo così si potrà pretendere l'impegno al campo, perché ognuno sapeva cosa l'attendeva.
AL CAMPO
Per la buona riuscita del campo e per chiarire una volta di più la impostazione che si vuole dare ad esso, è necessario curare con particolare attenzione la riunione di inizio. Essa deve servire come spiegazione generale di ciò che si intende fare e deve fungere da «rompighiaccio» per le persone che non si conoscono sufficientemente. Per questo motivo è bene che sia uno dei giovani animatori a condurla, ma anche un responsabile della Comunità, sia esso sacerdote o laico.
Tecnicamente è necessario ricordare
– l'orario generale della giornata
– la distribuzione degli incarichi
– dare le necessarie informazioni sulla casa ed il luogo in cui è ospitato il campo in modo che l'elemento sorpresa disturbi il meno possibile.
Bisogna creare, fin dall'inizio, la convinzione che:
– il campo «è fatto da noi»; è frutto del contributo di ogni partecipante
– è un momento importante nella vita della comunità e del singolo
– i denari che si spendono sono giornate di lavoro e di fatica di altri
– se il gruppo è misto (cosa per altro augurabile) l'animatore della riunione deve prevenire e un po' «smontare» i «momenti romantici», la necessità di parlare.. al chiaro di luna.
Sono atteggiamenti ingenui, inevitabili ma che disturbano il campo.
Se al campo ci sono gruppi che non si conoscono, la prima riunione deve contribuire a fare crollare la difesa iniziale che si manifesta nella ritrosia a parlare e ad intervenire o nella spavalderia troppo scanzonata. Si può fare ciò con una carrellata «attenta» su ogni persona chiedendo ad ognuno che presenti se stesso. Già in questa riunione si può fare la divisione in gruppi se il lavoro futuro lo esige. Tutta la riunione deve essere accompagnata da canti che aiutino a creare il «clima». La musica, i canti, devono essere costantemente presenti nei momenti di preghiera come in quelli d'insieme.
ORARIO (in linea generale)
Levata.
Buon giorno! Servendosi del libro «Pregare giovane» (LDC), anticipare con la preghiera e la meditazione il tema del giorno.
Colazione.
Non è bene che i campisti si sentano serviti esclusivamente da persone estranee. Per quanto è possibile, è bene coinvolgerli nei lavori di pulizia e di vario servizio di cui necessita il campo, in modo da far sentire «quel luogo» come la propria casa e tradurre subito concretamente il discorso del servizio.
Riunione a gruppi.
Ogni animatore con il suo gruppo (6-8 persone), imposta il tema del giorno, suscitando interrogativi e problematiche secondo la pista precedentemente preparata, che chiameremo «il punto».
ore 10 Relazione dell'esperto.
Egli avrà l'accortezza di far sospendere – se l'attenzione generale lo richiede – e concedere opportuni intervalli.
ore 12,30 Pranzo.
Con la massima libertà e nello spirito di servizio, tutti sono invitati a offrirsi come volontari per lavare e riordinare le stoviglie e la sala da pranzo. Gli altri, nel frattempo, gestiranno il loro tempo in modo distensivo.
ore 15 Lavoro di gruppo (secondo la pista).
ore 18 Relazione del lavoro di gruppo.
È importante saper dire agli altri ciò che si è riflettuto nel proprio gruppo, per un arricchimento generale. È bene invitare a fare le relazioni; possibilmente, in forme non solo verbali, ma con l'ausilio di diapositive, di cartelloni, di fotolinguaggio, di «mimo», di azioni sceniche...
ore 7.45
ore 8,15
ore 8,30
ore 9,15
ore 19,30 Momento personale.
A richiesta di chi lo desidera (se non è programmata per tutto il campo) il sacerdote può celebrare la Messa; ci si può raccogliere per un momento di preghiera... Ciò che è essenziale è che ognuno impari a gestire il proprio tempo nel rispetto di tutti gli altri.
ore 20 Cena.
ore 21 Dopo cena consueto momento di servizio.
A volte, quando è un momento di tutti, celebrazione della Messa; a volte,
invece, serata di allegria. I ragazzi intoneranno canti, mimeranno scenette,
senza avere paura delle risate dei compagni avendo lo scopo di trascorrere
una allegra serata insieme agli altri.
ore 23 Buona notte!
Dopo che i campisti sono andati a dormire, gli animatori si riuniranno ancora:
– Per scambiarsi le impressioni sull'andamento della giornata; su come è stato recepito il «tema»; su come si è lavorato nei gruppi; sull'umore dei ragazzi e anche, con molta discrezione, sarà opportuno dare una valutazione sull'impegno e le capacità di ogni singolo campista.
– Per impostare la giornata di «domani» definendo chiaro il «tema» e il collegamento con il giorno precedente; in questo saranno aiutati dagli esperti che saranno pure presenti.
– Per preparare il «punto» e il materiale per il lavoro di gruppo.
NOTE PARTICOLARI
– La durata del campo può aggirarsi intorno ai 5 giorni, minimo indispensabile per creare affiatamento fra le persone e il clima adatto. Se la durata del campo si dovesse protrarre oltre questo limite di giorni, è bene, verso metà, fare una mezza giornata di distensione.
– Perché non sia il proseguimento della scuola, si sappia fare un giusto dosaggio tra momenti di «cultura» e quelli di interiorizzazione, di discussione, di ripensamento personale; tra i momenti di preghiera, della celebrazione eucaristica e le serate di divertimento.
– La preghiera, in modo particolare, deve entrare nel ritmo della giornata (mattino, sera, prima dei pasti...), senza aver troppo il carattere della eccezionalità. Sia data ogni giorno, a coloro che lo desiderano, la possibilità di partecipare alla Messa, lasciando a tutti la libertà di parteciparvi. Ma alcuni giorni (almeno due su cinque), la Messa sarà per tutto il campo, perciò si richiederà a tutto il gruppo dei partecipanti la preparazione delle letture e dei vari momenti della celebrazione.
– Il campo è una spesa non indifferente sia per la Comunità sia per il singolo partecipante. La Comunità potrà venire in aiuto al singolo, ma ad esso non dovrà mai pagare ogni spesa.