Giovanni Tonelli
(NPG 1984-09-20)
S. Lorenzo. Un quartiere di circa 7000 abitanti alla periferia di Riccione. La nostra iniziativa culturale nasce in una situazione sociale ed umana assolutamente povera di valori e disgregata. Nei giovani c'è una forte domanda di socializzazione, di stare insieme. Il nostro impegno culturale vuole rispondere a questo bisogno. Si tratta di aiutarci a far sì che il nostro stare insieme non sia massa anonima ed alienata, come magari spesso avviene nei bar e nelle discoteche. La Comunità Giovanile di S. Lorenzo elabora una piccola piattaforma che starà a fondamento dell'azione.
Ecco quali sono i propositi del nascente circolo culturale.
- Coprire un vuoto di proposta educativa e di spazi giovani esistente nel nostro quartiere ed in tutta Riccione.
- Stimolare in maniera permanente la creatività dei giovani. In ognuno di noi (nessuno escluso) Dio ha posto la sua forza creatrice, capacità e doni, di cui viviamo; queste capacità sono represse, o perché non funzionali al profitto, o perché alla fine sarebbe troppo «pericoloso» metterle in moto per la stabilità del sistema. Liberare l'intelligenza e la creatività è anche un po' liberare l'uomo.
- Essere un servizio di tutte quelle realtà che hanno già una loro «produzione» culturale, ma non hanno i «canali» per comunicare agli altri le scoperte fatte. Ad esempio: gruppi che preparano recitals, gente che compone canzoni, poesie, che sa fare foto... ma che non ha occasione di far «sentire» agli altri ciò che prova e ciò che sa fare.
- Essere momento di aggregazione e di incontro. Il circolo ha una sua sede che vuole far facilitare l'incontro fra le persone, anche senza nessun altro scopo, che non sia quello di stare insieme, senza dover comunque fare delle cose.
- Responsabilizzare i giovani ad autogestirsi. Gestiremo il circolo, la sede, ma soprattutto il nostro tempo libero. Non esiste il «tuttoconfezionato» del bar o della discoteca. No al tempo consumato a gettoni!
- Favorire il collegamento ed il dialogo fra gli adulti ed i giovani. Molto più di quanto non si pensi anche il mondo degli adulti soffre di quella disgregazione ed apatia di cui soffrono i giovani. Incontrarsi serve per comprendersi di più ed anche per aiutarsi.
- Essere un momento propositivo di contenuti, attraverso i canali che si darà e le attività che verranno portate avanti. I valori che si pongono a fondamento sono di ispirazione cristiana, ma si riconoscono come profondamenti umani: solidarietà, attenzione al povero, amore, non violenza, rispetto del fratello e del nemico, capacità di dialogo e di ascolto.
Intorno a questo progetto e ad una piccola radio di quartiere (Radio Icaro) si allarga il giro delle persone interessate e coinvolte.
Giovani e adulti insieme
Inizia qui la seconda fase, quella del coinvolgimento degli adulti nell'iniziativa. L'intuizione a distanza di qualche anno si rivela esatta. L'elemento adulto servirà a dare continuità, forza e costanza al lavoro e all'entusiasmo dei giovani. La nostra scelta sarà quella di creare una Cooperativa Culturale rivolta all'animazione del tempo libero. Altri potrebbero creare circoli, aggregarsi ad associazioni (Anspi, Enars ecc.).
Nasce così «Comunità Aperta». Elemento importante - l'abbiamo detto - è il coinvolgimento degli adulti che si pongono in tal modo in prima persona il problema dell'effettiva situazione delle nuove generazioni. «Quello della disaggregazione dei giovani, della loro emarginazione dalla vita pubblica e sociale, è un fenomeno presente anche nel nostro quartiere. In questa situazione in cui si trovano giovani demotivati ed alla ricerca, spesso vana, di una propria identità, affiorano e dilagano fenomeni preoccupanti quali la droga, come tentativo di fuga da sé stessi e dalla realtà, piccole bande vissute come tentativo di affermazione di sé stessi. In tale contesto le nostre iniziative rivolte, e per quanto possibile gestite da loro stessi, mirano ad avviare un dialogo, che speriamo costruttivo, coi giovani e fra i giovani, teso a ridare ad essi il gusto della vita, la bellezza dell'amicizia e della solidarietà».
L'essere legalmente riconosciuti come cooperativa (o come circolo culturale) permette di usufruire di fondi pubblici, conformemente ai fini che ci si prefigge e alle attività che si svolgono.
In questi anni abbiamo ricevuto finanziamenti dalla Regione Emilia Romagna, nel progetto dei Centri Giovani e contributi dal Comune di Riccione per le attività culturali svolte. L'essere legalmente riconosciuti permette poi di essere valido interlocutore dell'ente pubblico nella programmazione culturale (la nostra Cooperativa fa parte della consulta comunale per le attività culturali).
Servizio alla creatività
A partire dalla considerazione che dentro ad ogni uomo c'è qualcosa di unico e che bisogna creare la possibilità perché questi «numeri» vengano fuori, possano esprimersi e diventare patrimonio di tutti, la Cooperativa si pone come un «servizio alla creatività», uno spazio libero d'espressione, un momento di crescita comunitaria. Partendo da questa premessa, ogni anno viene fatta una programmazione che tiene conto anche delle capacità umane e delle «idee» (anche le più «strambe») che girano nel gruppo. Per cui è possibile che si programmi un'iniziativa (anche grossa a volte), perché si ritiene giusto e importante valorizzare quel ragazzo un po' in difficoltà o che certe idee, nate quasi come un sogno, diventino l'asse trainante delle iniziative di un anno (come è accaduto per la festa nazionale degli obiettori di coscienza e del volontariato femminile, che ha impegnato umanamente ed economicamente la cooperativa in uno sforzo davvero considerevole).
Lo stesso concorso di poesia sulla pace «Satyagraha», che ha avuto un successo incredibile alla sua prima edizione è nato dal sogno di un giovane poeta del quartiere. «Ciò che è impossibile fare da soli è possibile insieme»: questo è lo slogan e il motorino di avviamento. Naturalmente ogni iniziativa viene prima valutata per le capacità umane e disponibilità economiche della Cooperativa (a questa ponderatezza serve l'elemento adulto!), ma questo al massimo ha ritardato di qualche tempo o ha portato qualche pratica correzione al progetto iniziale.
Un'altra indicazione di metodo. Come Cooperativa abbiamo scelto di svolgere, per quanto possibile, le nostre attività, utilizzando le strutture pubbliche (sede di quartiere, teatro, cinema). Dietro questa scelta c'è il desiderio di far capire che il «pubblico» non è lo spazio dei partiti, ma della gente. Le realtà sociali, le speranze, le lotte della gente, devono essere coscienti di questo.
Le attività svolte
Concerti con gruppi musicali giovanili locali.
Economicamente questi concerti sono una rimessa (con una oculata programmazione si può andare in pareggio), ma si dà a tanti ragazzi la possibilità di comunicare attraverso le loro canzoni ciò che sentono (in rabbia e speranza) e ad altri si mette dentro la voglia di farlo. Per evitare spese eccessive è bene convenzionarsi con un negozio di articoli musicali o addirittura acquistare un impianto di amplificazione.
Con i gruppi contattati (non solo musicali, ma anche teatrali, ecc.) si potrebbe creare un Circuito espressivo, che compila un
«cartellone» da offrire ad enti pubblici, feste e circoli parrocchiali. In tal modo il lungo impegno di preparazione non viene vanificato in un solo spettacolo, che normalmente i gruppi fanno davanti ad amici e parenti.
Fra le cose possibili nel settore ci sono poi le scuole di musica (chitarra, ecc.), il discoforum, una scuola di disk-jockey (se avete possibilità di collaborare con una radio), un coro.
Fra le cose che maggiormente interessano i giovanissimi: il ballo, la danza (classica e moderna), ha una preminenza. È così nato il «New People's Dance». Chiamiamolo balletto-aggregazione. Una piccola scuola di ballo, che diventa però anche un'esperienza educativa. Dopo il necessario rodaggio anche questo gruppo potrà proporsi per spettacoli pubblici, senza avere naturalmente pretese. Anche in questo caso l'impegno si allarga ad altri componenti del gruppo per le scenografie, le luci, ecc.
Fra le attività di maggior spicco della nostra cooperativa ci sta un gruppo di clown (esclusivamente femminile!): il teatro della Carriola. Questo gruppo organizza spettacoli e seminari sul mimo e il clown in tutto il circondario. Diventa a sua volta proposta per altri giovani e giovanissimi a far teatro. La stessa cosa vale per i recitals, il teatro moderno, ecc. Per avvicinarsi ad un buon livello occorre non perdere l'occasione quando si organizzano in zona «seminari di studio teatrali». Il resto è nell'estro e nella pratica.
Il cinema, anche se un po' in crisi, ha sempre un grande fascino. Molto successo hanno riscosso nel nostro ambiente i cicli di film musicali (siamo alla IV edizione del «Musicmovie»). Ma ora, con l'introduzione del videotape, è possibile realizzare, anche se molto artigianalmente (è ovvio) filmati anche a soggetto. È quindi importante impossessarsi delle tecniche della ripresa televisiva con opportuni corsi (contattando magari operatori di Tv locali).
In tanti ragazzi c'è il pallino della fotografia. Con una spesa minima è facile costruire un laboratorio di fotografia ed intorno ad esso far nascere un piccolo circolo fotografico, che autofinanzia le sue attività e che ne propone altre per allargare il numero dei soci: concorsi, mostre, corsi di fotografia...
Noi abbiamo costituito anche una piccola biblioteca circolare. Ognuno ne ha favorito il sorgere «saccheggiando» la propria libreria personale. Insieme si possono anche fare abbonamenti a riviste dell'area giovanile.
Se ben organizzate e ben pubblicizzate hanno successo anche conferenze (noi le abbiamo chiamate «incontri con uomini di speranza»). In questi anni sono venuti: Carlo Carretto, Luigi Ciotti, p. Turoldo, Vilma Gozzini, Don Oreste Benzi...). Sono state organizzate (in collaborazione con l'AC e il Centro salesiano pastorale giovanile) incontri sul rapporto genitori-figli.
Altri corsi che si possono proporre sono quelli di fumetti (o vignette) e di giornalismo. Da cosa nasce cosa. È facile a questo punto far nascere un piccolo giornalino di quartiere. E quanto più l'ambito è piccolo, tanto più facile è che anche un così piccolo strumento (magari ciclostilato) incida e faccia opinione. Per una scuola di questo genere basta contattare il settimale diocesano, che si presterà validamente, anche con la segreta speranza di trovare nuove e valide firme.
La nostra cooperativa organizza poi un Palio (cf Giochi senza frontiere) fra i diversi rioni del quartiere. Un occasione di festa, incontro ed aggregazione.
Conclusione
In questi ultimi due anni abbiamo pure organizzato due iniziative a livello nazionale: la festa nazionale degli obiettori di coscienza e del volontariato femminile e il I premio di poesia Città di Riccione «Satyagraha» dedicato ai temi della pace. Due iniziative che ci sono servite ad alzare la testa, a guardare oltre il ristretto spazio del nostro territorio, dove pure siamo profondamente inseriti.
Naturalmente le cose che si possono fare sono innumerevoli (gite, soggiorni sulla neve, iniziative ecologiche, sport, feste...). Abbiamo presentato solo alcune delle cose fatte in questi tre anni di esperienza. Importante non è copiare, ma ripeto, mettersi al servizio della creatività, della fantasia, dei «numeri», che Dio ha posto in ogni persona. Se non vengono fuori, sarà compito del Circolo (che avrà ovviamente anche una sua sede fisica) fare in modo che emergano.
Importante è ... crederci!