Pastorale Giovanile

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    DOCUMENTO FINALE DEL SINODO 2018

    Raccomandazioni,

    suggerimenti e proposte

    a cura di Lello Lanzilli *


    1. (…) il Sinodo riconosce la necessità di preparare consacrati e laici, uomini e donne, che siano qualificati per l’accompagnamento dei giovani (n. 9)

    2. Il carisma dell’ascolto che lo Spirito Santo fa sorgere nelle comunità potrebbe anche ricevere una forma di riconoscimento istituzionale per il servizio ecclesiale (n. 9)
    3. Vari interventi hanno segnalato la necessità che la Chiesa si schieri coraggiosamente dalla loro parte [di coloro che vivono ai margini della società o nel mondo rurale e patiscono gli effetti di forme di esclusione e scarto] e partecipi alla costruzione di alternative che rimuovano esclusione ed emarginazione, rafforzando l’accoglienza, l’accompagnamento e l’integrazione (n. 12)
    4. (…) è emersa la necessità di qualificare vocazionalmente la pastorale giovanile, considerando tutti i giovani come destinatari della pastorale vocazionale (n. 16)
    5. (…) la necessità di sviluppare processi pastorali completi, che dall’infanzia portino alla vita adulta e inseriscano nella comunità cristiana (n. 16)
    6. Molti Padri hanno fatto notare che il peso dei compiti amministrativi assorbe in modo eccessivo e a volte soffocante le energie di tanti pastori; questo rappresenta uno dei motivi che rendono difficile l’incontro con i giovani e il loro accompagnamento. (…) i Padri sinodali insistono sulla necessità di ripensare le modalità concrete dell’esercizio del ministero (n. 17)
    7. (…) diverse voci hanno indicato come la parrocchia fatichi a essere un luogo rilevante per i giovani e come sia necessario ripensarne la vocazione missionaria (n.18)
    8. (…) urgente ripensare a fondo l’impostazione della catechesi e il legame tra trasmissione familiare e comunitaria della fede, facendo leva sui processi di accompagnamento personali (n. 19)
    9. I diversi tipi di abuso (…) fermo impegno per l’adozione di rigorose misure di prevenzione che ne impediscano il ripetersi, a partire dalla selezione e dalla formazione di coloro a cui saranno affidati compiti di responsabilità ed educativi (n. 29)
    10. Si rende evidente il compito di sradicare le forme di esercizio di autorità su cui essi (gli abusi) si innestano e di contrastare la mancanza di responsabilità e trasparenza con cui molti casi sono stati gestiti (n. 30)
    11. (…) il Sinodo riconosce che affrontare la questione degli abusi in tutti i suoi aspetti, anche con il prezioso aiuto dei giovani, può essere davvero un’opportunità per una riforma di portata epocale (n. 31)
    12. Aiutare i giovani a scoprire la ricchezza viva del passato, facendone memoria e servendosene per le proprie scelte e possibilità, è un vero atto di amore nei loro confronti in vista della loro crescita e delle scelte che sono chiamati a compiere (n. 35)
    13. (…) far scoprire ai giovani la sessualità come un grande dono abitato dal Mistero (…). Tali risultati sollecitano e incoraggiano a un maggiore investimento di energie ecclesiali in questo campo (n. 38)
    14. (…) la necessità che la Chiesa valorizzi le capacità dei giovani esclusi e i contributi che essi possono offrire alle comunità. Essa vuole schierarsi coraggiosamente dalla loro parte, accompagnandoli lungo percorsi di riappropriazione della propria dignità e di un ruolo nella costruzione del bene comune (n. 42)
    15. Per la Chiesa si tratta di un appello alla conversione, alla solidarietà e a una rinnovata azione educativa rendendosi presente in modo particolare in questi contesti di difficoltà. Anche i giovani che vivono in queste situazioni hanno risorse preziose da condividere con la comunità (…). È inesauribile la creatività con cui la comunità animata dalla gioia del Vangelo può diventare un’alternativa al disagio e alle situazioni di difficoltà (n. 44)
    16. Il linguaggio musicale rappresenta anche una risorsa pastorale, che interpella in particolare la liturgia e il suo rinnovamento (n. 47)
    17. Il mondo dello sport ha bisogno di essere aiutato a superare le ambiguità da cui è percorso (…). In questo senso si ridadisce il valore dell’accompagnamento e del sostegno dei disabili nella pratica sportiva (n. 47)
    18. (…) maggior riconoscimento e valorizzazione delle donne nella società e nella Chiesa (…) Il Sinodo raccomanda di rendere tutti più consapevoli dell’urgenza di un ineludibile cambiamento, anche a partire da una riflessione antropologica e teologica sulla reciprocità tra uomini e donne (n. 55)
    19. (…) vi sono gruppi di giovani (…) molto attivi nell’evangelizzazione dei loro coetanei (…) Tale apostolato (…) va dunque apprezzato, sostenuto, accompagnato con saggezza e integrato nella vita delle comunità (n. 56)
    20. Tra le attese dei giovani spicca in particolare il desiderio che nella Chiesa si adotti uno stile di dialogo meno paternalistico e più schietto (n. 57)
    21. Anche i giovani con disabilità o segnati da malattie possono offrire un contributo prezioso. Il Sinodo invita le comunità a far spazio a iniziative che li riconoscano e permettano loro di essere protagonisti, ad esempio con l’uso della lingua dei segni per i non udenti, itinerari catechistici opportunamente finalizzati, esperienze associative o di inserimento lavorativo (n. 65)
    22 (…) creare le condizioni perché in tutte le comunità cristiane (…) si sviluppi una vera e propria cultura vocazionale e un costante impegno di preghiera per le vocazioni (n. 80)
    23. (…) rende necessaria una rinnovata riflessione sulla vocazione al ministero ordinato e su una pastorale vocazionale che sappia far sentire il fascino della persona di Gesù e della sua chiamata a divenire pastori del suo gregge (n. 89)
    24. (…) l’Assemblea sinodale raccomanda la valorizzazione della dottrina sociale della Chiesa (n. 94)
    25. è pastoralmente opportuna una sana e saggia gradualità di percorsi penitenziali, con il coinvolgimento di una pluralità di figure educative, che aiutino i giovani a leggere la propria vita morale, a maturare un corretto senso del peccato e soprattutto ad aprirsi alla gioia liberatrice della misericordia (n. 98)
    26. Terminata la fase iniziale della formazione, occorre assicurare la formazione permamente e l’accompagnamento di sacerdoti, consacrati e consacrate, soprattutto i più giovani (…). Il compito di accompagnarli spetta non solo ad appositi delegati, ma deve essere esercitato personalmente da vescovi e superiori (n. 100)
    27. (…) l’accompagnatore (…). Sarà importante che riceva una formazione specifica per questo particolare ministero e che possa beneficiare a sua volta di accompagnamento e di supervisione (n. 103)
    28. (…) il processo sinodale (…). (…) invitiamo le Conferenze Episcopali e le Chiese particolari a proseguire questo percorso, impegnandosi in processi di discernimento comunitari che includano anche coloro che non sono vescovi nelle deliberazioni, come ha fatto questo Sinodo. Lo stile di questi percorsi ecclesiali dovrebbe comprendere l’ascolto fraterno e il dialogo intergenerazionale, con lo scopo di elaborare orientamenti pastorali particolarmente attenti ai giovani emarginati e a quelli che hanno pochi o nessun contatto con le comunità ecclesiali. Auspichiamo che a questi percorsi partecipino famiglie, istituti religiosi, associazioni, movimenti e i giovani stessi, in modo che la “fiamma” di quanto abbiamo sperimentato in questi giorni si diffonda (n. 120)
    29. (…) Il Sinodo chiede di rendere effettiva e ordinaria la partecipazione attiva dei giovani nei luoghi di corresponsabilità delle Chiese particolari, come pure negli organismi delle Conferenze Episcopali e della Chiesa universale (n. 123)
    30. (…) si rafforzi l’attività dell’Ufficio giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita anche attraverso la costituzione di un organismo di rappresentanza dei giovani a livello internazionale (n. 123)
    31. Ai pastori è richiesta la capacità di far crescere la collaborazione nella testimonianza e nella missione, e di accompagnare processi di discernimento comunitario (…) con il contributo di tutti i membri della comunità, a partire da chi si trova ai margini (n. 124)
    32. Responsabili ecclesiali con queste capacità hanno bisogno di una formazione specifica alla sinodalità. Pare promettente da questo punto di vista strutturare percorsi formativi comuni tra giovani laici, giovani religiosi e seminaristi, in particolare per quanto riguarda tematiche come l’esercizio dell’autorità o il lavoro in équipe (n. 124)
    33. Occorre risvegliare in ogni realtà locale la consapevolezza che siamo popolo di Dio, responsabile di incarnare il Vangelo nei diversi contesti e all’inteerno di tutte le situazioni quotidiane. Ciò comporta di uscire dalla logica della delega che tanto condiziona l’azione pastorale (n. 128)
    34. (…) percorsi di catechesi in preparazione ai sacramenti (…) molte famiglie demandano del tutto alla parrocchia (…) camminare insieme: la parrocchia ha bisogno della famiglia per far sperimentare ai giovani il realismo quotidiano della fede; la famiglia viceversa ha bisogno del ministero dei catechisti e della struttura parrocchiale per offrire ai figli una visione più organica del cristianesimo, per introdurli nella comunità e aprirli ad orizzonti più ampi. Non basta dunque avere delle strutture, se in esse non si sviluppano relazioni autentiche (n. 128)
    35. (…) una visione dell’azione parrocchiale delimitata dai soli confini territoriali e incapace di intercettare con proposte diversificate i fedeli, e in particolare i giovani, imprigionerebbe la parrocchia in un immobilismo inaccettabile e in una preoccupante ripetitività pastorale. Occorre dunque un ripensamento pastorale della parrocchia, in una logica di corresponsabilità ecclesiale e di slancio missionario, sviluppando sinergie sul territorio (n. 129)
    36. (…) la nostra vita ordinaria, in tutte le sue espressioni, sia più accessibile (n. 130)
    37. La (…) realizzazione di una comunità dai molti volti incide anche sull’inserimento nel territorio, sull’apertura al tessuto sociale e sull’incontro con le istituzioni civili (…). I giovani ci chiedono di non affrontare queste sfide da soli e di dialogare con tutti, non per ritagliare una fetta di potere, ma per contribuire al bene comune (n. 132)
    38. (…) impegno a offrire itinerari continuativi e organici che sappiano integrare: una conoscenza viva di Gesù Cristo e del suo Vangelo, la capacità di leggere nella fede la propria esperienza e gli eventi della storia, un accompagnamento alla preghiera e alla celebrazione della liturgia, l’introduzione alla Lectio divina e il sostegno alla testimonianza della carità e alla promozione della giustizia (n. 133)
    39. Gli itinerari catechistici mostrino l’intima connessione della fede con l’esperienza concreta di ogni giorno, con il mondo dei sentimenti e dei legami, con le gioie e le delusioni che si sperimentano nello studio e nel lavoro; sappiano integrare la dottrina sociale della Chiesa; siano aperti ai linguaggi della bellezza, della musica e delle diverse espressioni artistiche, e alle forme della comunicazione digitale. Le dimensioni della corporeità, dell’affettività e della sessualità vanno tenute bene in conto, giacché c’è un intreccio profondo tra educazione alla fede e educazione all’amore (n. 133)
    40. (…) nella catechesi (…) si rinnovi l’impegno per i linguaggi e le metodologie (n. 133)
    41. (…) rinnovato impegno per i catechisti, che spesso sono giovani a servizio di altri giovani, quasi loro coetanei. È importante curare adeguatamente la loro formazione e fare in modo che il loro ministero sia maggiormente riconosciuto dalla comunità (n. 133)
    42. (…) impegno a celebrare con nobile semplicità e con il coinvolgimento dei diversi ministeri laicali (n. 134)
    43. (…) celebrazioni (…) favorire la loro partecipazione attiva, ma tenendo vivo lo stupore per il Mistero (n. 134)
    44. (…) accompagnare i giovani a scoprire il valore dell’adorazione eucaristica (n. 134)
    45. (…) sacramento della Riconciliazione (…) i presbiteri offrano una generosa disponibilità per la celebrazione di questo sacramento (n. 135)
    46. pellegrinaggio (…) si ripropongono le migliori condizioni del discernimento (n. 136)
    47. Un’apertura particolare è richiesta, in diversi contesti, ai migranti e ai rifugiati (n. 137)
    48. (…) non si chiede di rafforzare la pastorale vocazionale in quanto settore separato e indipendente, ma di animare l’intera pastorale della Chiesa presentando con efficacia la molteplicità delle vocazioni (n. 139)
    49. Il Sinodo avanza la proposta che a livello di Conferenza Episcopale Nazionale si predisponga un “Direttorio di pastorale giovanile” in chiave vocazionale (n. 140)
    50. (…) sviluppare maggiore coordinamento e integrazione tra i diversi ambiti, passando da un lavoro per “uffici” a un lavoro per “progetti” (n. 141)
    51. (…) Giornata Mondiale della Gioventù e anche di tanti altri eventi (…) progettare e realizzare queste convocazioni come tappe significative di un processo virtuoso più ampio (n. 142)
    52. (…) passando dall’idea di centri statici, dove i giovani possano venire, all’idea di soggetti pastorali in movimento con e verso i giovani, capaci cioè di incontrarli nei loro luoghi di vita ordinari (…) generando un nuovo tipo di apostolato più dinamico e attivo (n. 143)
    53. L’ambiente digitale (…) approfondire la conoscenza delle sue dinamiche e la sua portata dal punto di vista antropologico ed etico. Esso richiede non solo di abitarlo e di promuovere le sue potenzialità comunicative in vista dell’annuncio cristiano, ma anche di impregnare di Vangelo le sue culture e le sue dinamiche (n. 145)
    54. (…) i giovani a chiedere di essere accompagnati in un discernimento sulle modalità mature di vita in un ambiente oggi fortemente digitalizzato che permetta di cogliere le opportunità scongiurando i rischi (n. 145)
    55. Il Sinodo auspica che nella Chiesa si istituiscano ai livelli adeguati appositi Uffici o organismi per la cultura e l’evangelizzazione digitale, che, con l’imprescindibile contributo di giovani, promuovano l’azione e la riflessione ecclesiale in questo ambiente. Tra le loro funzioni (…) potrebbero anche gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici, per contrastare la diffusione di fake news riguardanti la Chiesa, o cercare le strade per persuadere le autorità pubbliche a promuovere politiche e strumenti sempre più stringenti per la protezione dei minori sul web (n. 146)
    56. (…) migranti giovani. (…) la grande opportunità di far dialogare le comunità da cui essi partono e quelle in cui essi arrivano (n. 147)
    57. (…) impegno culturale e politico, (…) attraverso apposite strutture, per lottare contro la diffusione della xenofobia, del razzismo e del rifiuto dei migranti (n. 147)
    58. (…) lotta al traffico di esseri umani (….). Il ruolo del Santa Marta Group, che unisce i responsabili religiosi e delle forze dell’ordine, è cruciale e rappresenta una buona pratica a cui ispirarsi (n. 147)
    59. (…) particolare importanza (…) presenza femminile negli organi ecclesiali a tutti i livelli, anche in funzioni di responsabilità, e (…) partecipazione femminile ai processi decisionali ecclesiali nel rispetto del ruolo del ministero ordinato (n. 148)
    60. (…) corporeità e della sessualità (…) urgente una ricerca di modalità più adeguate, che si traducano concretamente nell’elaborazione di cammini formativi rinnovati. Occorre proporre ai giovani un’antropologia dell’affettività e della sessualità capace anche di dare il giusto valore alla castità, mostrandone con saggezza pedagogica il significato più autentico per la crescita della persona, in tutti gli stati di vita (n. 149)
    61. sessualità (…) curare la formazione di operatori pastorali che risultino credibili, a partire dalla maturazione delle proprie dimensioni affettive e sessuali (n. 149)
    62. Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale. Tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali (n. 150)
    63. (…) cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo (n. 150)
    64. La Chiesa si impegna nella promozione di una vita sociale, economica e politica nel segno della giustizia, della solidarietà e della pace, come anche i giovani chiedono con forza. Questo richiede il coraggio di farsi voce di chi non ha voce presso i leader mondiali denunciando corruzione, guerre, commercio di armi, narcotraffico e sfruttamento delle risorse naturali e invitando alla conversione coloro che ne sono responsabili. In una prospettiva integrale, ciò non può essere separato dall’impegno per l’inclusione dei più fragili, costruendo percorsi che permettano loro non solo di trovare risposta ai propri bisogni, ma anche di recare il proprio contributo alla costruzione della società (n. 151)
    65. (…) il lavoro (…), il Sinodo raccomanda alle Chiese locali di favorire e accompagnare l’inserimento dei giovani in questo mondo, anche attraverso il sostegno di iniziative di imprenditoria giovanile. Esperienze in questo senso sono diffuse in molte Chiese locali e vanno sostenute e potenziate (n. 152)
    66. (…) la gestione dei beni della Chiesa. I giovani si sentono a casa in una Chiesa dove l’economia e la finanza sono vissute nella trasparenza e nella coerenza. Scelte coraggiose nella prospettiva della sostenibilità (…) sono necessarie (…). (…) è possibile un modo diverso di vivere la dimensione economica e finanziaria. I giovani spronano la Chiesa a essere profetica in questo campo, con le parole ma soprattutto attraverso scelte che mostrino che un’economia amica della persona e dell’ambiente è possibile (n. 153)
    67. (…) questioni ecologiche (…) offrire linee guida per la concreta attuazione della Laudato si’ nelle pratiche ecclesiali (n. 154)
    68. (…) l’importanza di offrire ai giovani una formazione all’impegno sociopolitico (…). I giovani impegnati in politica vanno sostenuti e incoraggiati a operare per un reale cambiamento delle strutture sociali ingiuste (n. 154)
    69. (…) offrire l’opportunità di sperimentare la convivenza tra appartenenti a religioni e culture diverse, perché tutti in un clima di convivialità e nel rispetto delle rispettive fedi siano attori di un impegno comune e condiviso nella società (n. 155)
    70. (…) crescente complessità dei fenomeni sociali e dell’esperienza individuale (…). Ciò richiede un nuovo approccio formativo, che punti all’integrazione delle prospettive, renda capaci di cogliere l’intreccio dei problemi e sappia unificare le diverse dimensioni della persona (n.157)
    71. (…) compito decisivo e insostituibile della formazione professionale, della scuola e dell’università (…) esprimere una presenza significativa in questi ambienti con docenti qualificati, cappellanie significative e un impegno culturale adeguato (n. 158)
    72. (…) istituzioni educative cattoliche (…) proporre un modello di formazione che sia capace di far dialogare la fede con le domande del mondo contemporaneo, con le diverse prospettive antropologiche, con le sfide della scienza e della tecnica, con i cambiamenti del costume sociale e con l’impegno per la giustizia (n. 158)
    73. (…) promozione della creatività giovanile nei campi della scienza e dell’arte, della poesia e della letteratura, della musica e dello sport, del digitale e dei media, ecc. (n. 158)
    74. (…) le università e le facoltà ecclesiastiche (…) criteri fondamentali per un progetto formativo che risulti all’altezza delle sfide del presente: la contemplazione spirituale, intellettuale ed esistenziale del kerygma, il dialogo a tutto campo, la trans-disciplinarità esercitata con sapienza e creatività e la necessità urgente di “fare rete” (cfr. Veritatis gaudium, n. 4, d). Tali principi possono ispirare tutti gli ambiti educativi e formativi; la loro assunzione andrà anzitutto a vantaggio della formazione dei nuovi educatori, aiutandoli ad aprirsi a una visione sapienziale e capace di integrare esperienza e verità. (…) le Università Pontificie e (…) le Università Cattoliche e i centri di studio. La verifica periodica, la qualificazione esigente e il rinovamento costante di queste istituzioni è un grande investimento strategico per il bene dei giovani e della Chiesa intera (n. 159)
    75. (…) il Sinodo propone la valorizzazione delle esperienze di missione giovanile attraverso l’istituzione di centri di formazione per l’evangelizzazione destinati ai giovani e alle giovani coppie attraverso un’esperienza integrale che si concluderà con l’invio in missione. Vi sono già iniziative di questo tipo in vari territori, ma si chiede a ogni Conferenza Episcopale di studiarne la fattibilità nel proprio contesto (n. 160)
    76. (…) il Sinodo propone con convinzione a tutte le Chiese particolari, alle congregazioni religiose, ai movimenti, alle associazioni e ad altri soggetti ecclesiali di offrire ai giovani un’esperienza di accompagnamento in vista del discernimento. Tale esperienza – la cui durata va fissata secondo i contesti e le opportunità – si può qualificare come un tempo destinato alla maturazione della vita cristiana adulta. Dovrebbe prevedere (…), ed essere costruita intorno ad almeno tre cardini indispensabili: (…) (n. 161)
    77. (..) accompagnare le coppie lungo il cammino di preparazione al matrimonio (n. 162)
    78. proseguire l’accompagnamento delle giovani famiglie, soprattutto nei primi anni di matrimonio, aiutandole anche a farsi parte attiva della comunità cristiana (n. 162)
    79. (…) i seminari, (…) l’assunzione e la traduzione operativa della nuova Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis (n. 163)
    80. (…) formatori: non basta che siano culturalmente preparati, occorre che siano capaci di relazioni fraterne, di un ascolto empatico e di profonda libertà interiore (n. 163)
    81. (…) seminari sarà necessario un serio e competente lavoro in équipe educative differenziate, che includano figure femminili (n. 163)
    82. (…) la formazione deve puntare a sviluppare nei futuri pastori e consacrati la capacità di esercitare il loro ruolo di guida in modo autorevole e non autoritario, educando i giovani candidati a donarsi per la comunità. (…) alcuni criteri formativi: il superamento di tendenze al clericalismo, la capacità di lavoro in équipe, la sensibilità per i poveri, la trasparenza di vita, la disponibilità a farsi accompagnare (n. 163)
    83. (…) è decisiva la serietà del discernimento iniziale, perché troppe volte i giovani che si presentano ai seminari o alle case di formazione vengono accolti senza una conoscenza adeguata e una rilettura approfondita della loro storia (n. 163)
    84. (…) la consistenza numerica delle comunità di formazione: nè troppo grandi, nè troppo piccole; in questi casi (…) costituire seminari interdiocesani o case di formazione condivise tra più province religiose, con progetti formativi chiari e responsabilità ben definite (n. 163)
    85. (…) formazione congiunta di laici, consacrati e sacerdoti (…) tenere in contatto permanente i giovani e le giovani in formazione con la vita quotidiana delle famiglie e delle comunità, con particolare attenzione alla presenza di figure femminili e di coppie cristiane
    86. (…) l’inserimento nel curriculum di preparazione al ministero ordinato e alla vita consacrata di una preparazione specifica riguardante la pastorale dei giovani, attraverso corsi di formazione mirati ed esperienze vissute di apostolato e di evangelizzazione (n. 164)
    87. (…) si valuti la possibilità di verificare il cammino formativo in senso esperienziale e comunitario (…) specialmente per l’ultima tappa del percorso (…). Le formule e le modalità potranno essere indicate dalle Conferenze Episcopali di ogni Paese (n. 164)
    88. Recuperare in tutta la pastorale ordinaria della Chiesa il contatto vivente con l’esistenza felice di Gesù è la condizione fondamentale per ogni rinnovamento (n. 165)

    * Officiale della Segreteria del Sinodo


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