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    La collaborazione educativa sul territorio


    Chiesa per la scuola /12

    Piero Cattaneo


    (NPG 2021-07-77)

    1. Scuola e territorio: un rapporto da “ricostruire” con un altro sguardo

    Nel corso del suo Pontificato Papa Francesco ha più volte ricordato la necessità di un’ampia collaborazione a livello territoriale sul piano educativo per la “custodia della casa comune”.
    Ricordiamo, tra i suoi interventi quanto ha affermato al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede il 9 gennaio 2020, poco tempo prima dell’inizio della pandemia nel nostro Paese: “ogni cambiamento, come quello epocale che stiamo attraversando, richiede un cammino educativo, la costituzione di un villaggio dell’educazione che generi una rete di relazioni umane e aperte. Tale villaggio deve mettere al centro la persona, favorire la creatività e la responsabilità per una progettualità di lunga durata e formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. Occorre dunque un concetto di educazione che abbracci l’ampia gamma di esperienze di vita e di processi di apprendimento e che consenta ai giovani, individualmente e collettivamente, di sviluppare le loro personalità”.
    Apprendere, conoscersi, dialogare, condividere orientamenti e decisioni, sono passi lenti che richiedono tempo e gradualità, passione e disponibilità a mettersi in ascolto, sapere in ogni caso dialogare e anche mettersi in discussione. Si tratta di un investimento sul futuro. È il futuro che ci viene incontro nella forma dell’esigenza di un cambiamento.
    Il focus di questa riflessione è posto sull’esigenza di “non sprecare una crisi di queste dimensioni” ma di fare tesoro del frutto di varie iniziative ed esperienze di collaborazione tra la scuola e le altre istituzioni e realtà educative presenti sul territorio. In prima linea sicuramente le famiglie, ma anche altre realtà, dagli Enti locali ai Servizi socio-sanitari, al mondo del volontariato: tutti impegnati a collaborare con le scuole per offrire risposte alle varie richieste. La collaborazione è un principio fondamentale in relazione al compito che la scuola, nelle sue varie articolazioni e livelli, è chiamata a dare soprattutto in questo momento di grandi e continui cambiamenti.
    Le parole di Papa Francesco riferite alla costituzione del “villaggio dell’educazione” richiamano in modo forte l’idea di comunità educante che pone al centro la persona sulla base di un progetto comune e condiviso a livello di territorio.
    Quanto è emerso nella scuola e fuori di essa e quanto sta ancora accadendo sono motivo di riflessione importante e spunti altrettanto validi per immaginare, inventare, sognare la scuola del futuro, trasformando le esperienze fatte e ancora in atto per effetto della pandemia, in un’opportunità per “ricominciare” insieme a fare scuola nei vari territori in una prospettiva nuova, creativa, interattiva con l’ambiente esterno.
    In ogni caso le esperienze di questi mesi ci stanno cambiando come singoli e come cittadini, come società. Per questo vale la pena di guardare al futuro, ai cambiamenti in atto e a quelli che verranno con un “altro sguardo”: definire come comunità educante nei vari territori le nuove priorità e scegliere la direzione verso cui dirigersi nel momento in cui sarà possibile ripartire.

    2. Verso il patto educativo globale

    Un contributo per aiutare le scuole del nostro Paese ad agire in una logica di collaborazione educativa è fornito dalle molte esperienze che sono state realizzate in vari territori italiani in una logica di rete territoriale. Ci sono precedenti estremamente importanti e utili al riguardo e che hanno avuto modo di agire come “comunità educante” là dove, da diversi anni, sono stati definiti accordi, patti educativi territoriali, ampliando l’idea e la proposta del Progetto educativo di corresponsabilità introdotto nelle scuole italiane nel 2007 (DPR n. 235) e entrato in vigore il 2 gennaio 2008. Esso riprende con aggiunte e modifiche, lo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR n. 248/1998).
    In molte realtà territoriali questa idea del patto educativo territoriale è stata accolta e tradotta in esperienza di “rete territoriale”. A titolo esemplificativo si possono raccontare in breve le esperienze di patti educativi territoriali, realizzate nel Lodigiano (ad esempio nel Comune di Casalpusterlengo) e nel Bresciano (nel Comune di Orzinuovi). In entrambi i casi le scuole e i relativi dirigenti hanno avuto la forza di coinvolgere in modo responsabile e impegnato un numero sempre più ampio di realtà istituzionali, di associazioni, di enti arrivando a definire concretamente delle “alleanze” educative, condividendo la direzione verso cui muoversi e il cammino da percorrere insieme.

    L’esperienza del Patto Educativo territoriale nel Comune di Casalpusterlengo (Lodi)

    Il Consiglio di Istituto della scuola media statale di Casalpusterlengo (ora Istituto Comprensivo) si è fatto promotore già nel 2008/09 di un’iniziativa tesa ad avviare un dialogo costruttivo tra le Istituzioni locali (Comune con i vari Assessorati, l’ASL, i Servizi Sociali, le due Parrocchie, le Associazioni di volontariato e le Associazioni sportive), per progettare insieme iniziative formative per i ragazzi e gli adolescenti della comunità locale. Il verificarsi di alcuni episodi di intolleranza, di bullismo, di difficoltà nell’accoglienza di migranti, hanno richiamato prontamente i responsabili dell’educazione e della formazione a incontrarsi per concordare iniziative e azioni condivise.
    La necessità riconosciuta dai responsabili di processi di formazione (genitori, educatori, docenti, dirigenti scolastici, politici e amministratori, parroci e coadiutori, medici e assistenti sociali, …) ha dato origine ad un movimento di opinione e di sensibilizzazione e si è costituito il Comitato per il Patto Educativo territoriale, coordinato dal Preside della Scuola Media in accordo con l’Assessore all’Istruzione del Comune.
    Nel tempo il Comitato si è ampliato anche con il coinvolgimento diretto dei due dirigenti di scuola primaria e scuola dell’infanzia e della locale scuola secondaria di secondo grado (Istituto Tecnico Cesaris). Durante gli anni si sono organizzati incontri periodici del Comitato con l’invito e la partecipazione di esperti e/o consulenti per affrontare problematiche collegate con la prevenzione di forme di violenza e di bullismo, per aiutare i genitori ad affrontare tematiche collegate alla gestione dei rapporti famigliari, per risolvere concretamente situazioni di disagio e di difficoltà nella relazione con famiglie di migranti e il rapporto tra alunni italiani e alunni stranieri.
    Il Comitato ha promosso anche iniziative per migliorare l’ambiente circostante le scuole: si sono costruite piste ciclabili ed è stata organizzata una festa in piazza per la firma del Patto Educativo di Corresponsabilità alla presenza degli allievi, dei docenti, dei dirigenti, dei genitori, degli Amministratori locali e di altri residenti nel Comune.
    Attualmente continuano gli incontri periodici tra il Consiglio dell’Istituto Comprensivo, quello delle altre scuole del territorio, del Consiglio Pastorale con i vari responsabili delle Associazioni culturali e sportive locali. Continua il dialogo e si continua a prendere insieme le decisioni, anche se con fatica, a causa dei cambiamenti delle Amministrazioni, dei Dirigenti scolastici, dei Parroci e dei Responsabili delle varie Associazioni.

    L’esperienza del Patto Educativo territoriale a Orzinuovi (Brescia)

    Il Patto per l’Educazione è un movimento di persone, provenienti da storie, mondi e realtà diverse che fanno della questione educativa un luogo di incontro, mettendola al centro della famiglia, della scuola, della società, della politica perché sull’educazione si costruisce la qualità della vita e del futuro dei nostri figli ci interpella e ci interessa. Il desiderio di costruire un movimento di pensiero, di buone pratiche e di «immigrazione» sulla questione educativa è cresciuto nella Consulta dei dirigenti delle Scuole Statali e Paritarie della Città di Orzinuovi, promossa dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, coinvolgendo nel tempo altri numerosi soggetti e associazioni. Oggi il momento comprende Famiglie, Scuole, Nuovi Cittadini, Associazioni, Comunità cristiana (Oratorio), Imprese, Sport, Territori, Politici.
    L’obiettivo è di risvegliare la passione educativa e la responsabilità civile, di educare come comunità territoriale attraverso: il dialogo tra i soggetti del Patto; i “Dialoghi sull’educazione e società”, occasione di elaborazione culturale tra il «locale» e il «mondo»; il Festival dell’Educazione per inaugurare i vari anni scolastici assumendo le proprie responsabilità.
    Nel corso degli anni sono maturate queste azioni di lavoro: assemblea degli amici per la verifica e la programmazione di ogni nuovo anno con l’individuazione di un tema di fondo; assemblea degli insegnanti di tutte le scuole statali e paritarie (Infanzia, Primaria, Secondaria di primo grado, Secondaria di secondo grado) per dibattere il tema; Dialoghi sull’educare: un mese di incontri per adulti e, successivamente, con i giovani e per i giovani; Festival dell’educazione di Piazza valorizzando le arti, la musica, la danza.
    Rimane ancora forte la nostalgia di una fraternità possibile a livello territoriale, continuando gli incontri attraverso la partecipazione di adulti e di giovani, i dialoghi intergenerazionali, rispettando ii valori del Manifesto (bello e originale) che rappresenta il patto territoriale. Si vuole continuare a garantire un “respiro di paese di mondo dentro la scuola”.
    Si tratta forse di esperienze piccole ma importanti, che si collocano nella prospettiva più ampia del Patto educativo globale proposto da Papa Francesco.

    Per approfondire

    - P. Giovanni Cucci, Ricostruire il Patto Educativo globale, in “Civiltà Cattolica” n. 4087
    - P. Vitangelo Denora, Didattica digitale e scuola del futuro, in “Civiltà Cattolica” n. 4082
    - P. Antonio Spadaro, Fratelli tutti, l’enciclica di Francesco, in “Civiltà Cattolica” n. 4088
    - P. Giacomo Costa, Ricominciare con un altro sguardo, in “Aggiornamenti Sociali”, aprile 2020


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