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    Il percorso formativo del “Gruppo Samuele”


    Catechesi con i giovani /8

    Marcello Scarpa

    (NPG 2021-05-73)


     

    Nell’attuale società liquida, caratterizzata da scelte provvisorie e reversibili, incertezza del futuro e ristrettezza di orizzonti progettuali, non è facile proporre ai giovani né la ricerca di una forma di vita “solida” intorno a cui imperniare la propria esistenza, né parlare di “vocazione”, una parola che evoca l’esigenza di impegni definitivi che limitano la libertà della persona. Eppure, nonostante le intemperie dell’attuale cultura postmoderna, il termine “vocazione” non è estraneo al background culturale dei giovani d’oggi. Essi, infatti, sentendosi chiamati a prendere delle decisioni in ambito professionale, sociale, politico e affettivo, sono alla ricerca di una direzione da assegnare alla propria vita, di qualcuno con cui confrontarsi sul proprio futuro.[1] Pertanto, è doveroso accompagnare i giovani nella ricerca della propria “vocazione”, ovvero del modo di collocarsi nel mondo con l’originalità e la specificità della propria esistenza.
    Lungo il corso della storia ecclesiale il concetto di vocazione ha conosciuto differenti modalità di comprensione.[2] Il Concilio Vaticano II ha recuperato il significato biblico della vocazione, Dio non solo ha creato l’uomo, ma l’ha pensato e amato sin dall’eternità, assegnandogli un nome preciso con il quale lo chiama ad entrare in comunione con Lui «per collaborare alla trasformazione del mondo» (CV 178); in tal senso, ogni vita umana ha un orizzonte vocazionale in rapporto a Dio. Al dato originario che la vita è vocazione, bisogna aggiungere un secondo elemento, il “come” rispondere alla vocazione della vita. Il cardinale Martini, che nell’anno pastorale 1990-1991 iniziò con alcuni giovani dai 17 ai 25 anni l’esperienza del Gruppo Samuele, spiegò loro che il senso della vocazione consisteva nell’«orientare la libertà verso la realizzazione del progetto di Dio sul mondo, per quella parte che mi riguarda».[3] Nei suoi quarant’anni di storia, il Gruppo Samuele è stato insieme un cammino di grazia e libertà per molti giovani che, già familiari ad un annuncio minimale del Vangelo, «avvertivano il bisogno di un approfondimento serio della loro fede e la necessità di un itinerario concreto per scoprire la loro vocazione».[4] Ancora oggi, «stupiscono la disponibilità dei giovani a intraprendere l’itinerario, la serietà e l’assiduità agli incontri mensili da novembre a giugno, la disponibilità a lasciarsi guidare dalla Parola del Signore in un discernimento reale della propria vita».[5]

    Un percorso di discernimento vocazionale

    La parola catechesi fa riferimento a una Parola che cade dall’alto (kata = dall’alto in basso) e risuona (eko = suono) nel cuore, propagandosi e diffondendosi all’esterno.[6] Di solito si è portati a pensare che un percorso catechistico vocazionale debba svolgersi seguendo un’esposizione chiara e lineare dei contenuti della vocazione dal punto di vista dottrinale e biblico. In realtà, il senso della vocazione si svela al giovane quando si lascia interpellare dalla vita che continuamente pone «delle domande sulla bontà e verità di quanto sperimentiamo e su quanto è opportuno o meno scegliere per noi. È un fatto che l’esistenza stessa non cessi di produrre delle domande e che, d’altra parte, noi non smettiamo di porre delle domande alla vita, come pure siamo alla ricerca della verità del nostro stesso interrogarci».[7] Pertanto, dobbiamo evitare il rischio di trasmettere concetti vocazionali con argomentazioni solide e unidirezionali a giovani pensati solo come destinatari di un messaggio sulla “chiamata” di Dio o sui diversi stati di vita del cristiano (sacerdozio, vita religiosa, matrimonio); dobbiamo invece far vivere al giovane credente un itinerario esperienziale in cui possa accorgersi «che la persona di Gesù non è semplicemente un modello universale, ma interseca qualcosa della sua storia personale, è capace di cambiare le sue abitudini, animare i suoi pensieri».[8] Il percorso elaborato dal Gruppo Samuele ha come obiettivo di accompagnare i giovani a una lettura del loro presente alla luce della Parola di Dio; si tratta di un cammino di maturazione nella fede, di crescita nel rapporto di amicizia personale con il Signore che fa progredire nel “discernimento”, ovvero nella ricerca della volontà di Dio per comprendere cosa conviene fare nell’hic et nunc della loro vita.
    Il processo del discernimento spirituale proposto dal cardinale Martini offre ai giovani un modo di procedere per mettersi in «ascolto di una parola di Dio non scritta che risuona ancora oggi nella Chiesa e che non si trova in nessun altro se non in me».[9] È interessante notare la sintonia con quanto emerso dal recente Sinodo dei Vescovi sui giovani: «il discernimento è anzitutto ascolto, che può diventare anche spinta propulsiva alla nostra azione, capacità di fedeltà creativa all’unica missione da sempre affidata alla Chiesa. Il discernimento si fa così strumento pastorale, in grado di individuare cammini vivibili da proporre ai giovani di oggi, e di offrire orientamenti e suggerimenti per la missione non preconfezionati, ma frutto di un percorso che permette di seguire lo Spirito. Un cammino così strutturato invita ad aprire e non a chiudere, a porre quesiti e suscitare interrogativi senza suggerire risposte prestabilite, a prospettare alternative e sondare opportunità».[10]

    Come funziona il percorso del Gruppo Samuele

    Il Gruppo Samuele si presenta come una singolare proposta di discernimento vocazionale per l’età giovanile, un cammino che intende «offrire ai giovani un aiuto ad assumere seriamente la questione fondamentale della “vocazione”, nella convinzione che il desiderio di servire il Signore è l’unico in grado di dare senso alle decisioni, piccole o grandi, dell’esistenza. Lo scopo del cammino, dunque, è quello di essere aiutati a cercare la volontà di Dio nella propria vita».[11] I passaggi concreti della proposta che strutturano ogni incontro mensile sono cinque: l’esperienza quotidiana come punto di contatto per l’ascolto della Parola di Dio (lectio), la purificazione della vita (purificatio), un impegno concreto da assumersi durante il mese (actio), la riflessione su di sé con l’avvio di un cammino di direzione spirituale (scrutinio).

    L’esperienza quotidiana
    .
    Ogni incontro inizia da una lettura delle esperienze più comuni della vita quotidiana; infatti, è proprio nel tessuto dell’esistenza umana «che si incontra il Vangelo e la persona di Gesù. Queste esperienze elementari sono: la libertà corporea con cui si entra nella storia; la propria biografia, nella sua singolare vicenda di grazia e fragilità; gli affetti e le relazioni, con cui s’intrecciano legami nella comunità ecclesiale, come nel mondo globale; l’amore, con la sua passione e la sua dedizione; la qualità, il gusto e la durata della vita; la vocazione, a cui un Altro ti chiama; la Chiesa che custodisce il mistero di Cristo; infine, il mondo, creato da Dio e affidato alla custodia dell’uomo».[12]


    L’ascolto.
    La fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio che continua a parlare agli uomini di tutti i tempi che si mettono in ascolto della sua “voce”. Il progetto di Dio si rivela nella storia dell’uomo che si mette in sintonia con il suo Spirito, presente nella Sacra Scrittura; pertanto, la meditazione e la contemplazione della Parola sono il modo concreto di entrare nel mondo di Dio, di immergersi nel suo sguardo d’amore, di iniziare a pensare con la logica del Vangelo, di diventare più sensibili a capire la volontà di Dio su di sé, a riconoscere la propria chiamata, il proprio posto nel mondo.[13]


    La purificazione.
    La purificazione della vita consiste nella presa di distanza consapevole dai piccoli egoismi quotidiani che inducono il soggetto a concentrare lo sguardo su di sé, dimenticandosi di Dio e del prossimo. Si tratta dell’invito a vigilare e a “limare” le asperità del proprio carattere, a togliere da sè ciò che ci allontana dal Signore e appesantisce il cammino della vita: inclinazioni sbagliate, affetti egoistici che ci chiudono, forme di mondanità che ci dissipano, illusioni che ci fanno rincorrere miraggi, per acquisire, con l’aiuto della Grazia, ciò che invece ci assimila a Lui.[14]


    L’esercizio e l’atto.
    Al termine di ogni incontro ai giovani viene proposto un “impegno” da vivere durante il mese; ciò abitua la volontà a superare uno stile di vita disordinato, a vincere condizionamenti che sembrano insormontabili e a compiere scelte “virtuose”, precise e concrete. Di volta in volta, si è invitati a prendersi cura di un aspetto del proprio carattere (temperamento, gestione del tempo, qualità delle relazioni) e della vita spirituale (preghiera personale, esame di coscienza, riscoperta della riconciliazione), ecclesiale (fraternità e servizio) e civile, come cittadini del mondo. L’esercizio di una pratica continuativa, fatta di pensiero e azione, porta ad una più completa maturazione della libertà e delle proprie scelte.[15]


    La direzione spirituale.
    Il discernimento accade nella continua attenzione alla propria interiorità, e agli eventi della vita quotidiana. La riflessione avviene mediante il confronto con la propria guida spirituale che, senza mai sostituirsi alle decisioni del singolo, aiuta il giovane a rileggere il cammino e a personalizzare la proposta degli incontri mensili. A ciò, si aggiunge la condivisione di gruppo dei propri vissuti che arricchisce la riflessione personale e favorisce una mutua conoscenza e reciproca fiducia; infatti, ascoltare con passione e rispetto il racconto altrui aiuta a cogliere i segni della grandezza e misericordia di Dio che agisce nelle persone orientandone il cammino.[16]


    In conclusione, il successo del percorso vocazionale del Gruppo Samuele risiede nella capacità di saper bilanciare in maniera armonica gli elementi caratteristici di un percorso catechistico, ovvero l’oggettività del contenuto (in questo caso la vocazione, presentata nella lectio), la soggettività dei giovani, chiamati a confrontarsi alla luce della Parola su alcuni temi dell’esperienza quotidiana, l’incontro con la persona di Gesù che annuncia a ciascun giovane che si pone in ricerca la sua singolare “vocazione”, il suo posto nel disegno di Dio sull’umanità.

    Una proposta per gli ambienti ecclesiali

    Annunciare la bella notizia della vocazione.
    Siamo chiamati a proporre ai giovani la vita come libertà di scelta, possibilità di dare un senso all’esistenza, invito a rispondere al dono della vita con il dono di sé. Amare senza misura, dare la vita per gli altri morendo a se stessi, essere una missione per gli altri, scoprire il proprio posto nel mondo, ecco la fonte della felicità, il senso autentico della vita che Gesù vuole rivelare, l’annuncio vocazionale da fare con gioia ai giovani.[17]


    La vocazione come dono di sé.
    Tra le vie da praticare perché il giovane maturi liberamente la sua esistenza orientandola al dono di sé vi sono il contatto con la Parola di Dio, la preghiera, la carità verso il prossimo. Poco alla volta nel giovane, dal punto di vista vocazionale, matura la forma della vita cristiana: spendere pienamente la propria vita per il prossimo. Dove indirizzare le proprie potenzialità e risorse? Fino a che punto?


    Figure di giovani santi
    .
    Un percorso sistematico con i giovani sulla ricerca della propria vocazione specifica deve tenere conto del fatto che tutte le diverse vocazioni «si raccolgono nell’unica e universale chiamata alla santità» (DF 165); pertanto, si possono presentare le figure di “santi giovani” che hanno vissuto l’età della giovinezza coniugando l’interesse per la bellezza, la natura, l’arte, la letteratura, la musica, lo sport, l’amicizia, l’allegria, con l’amore per Gesù e il dono di sé al prossimo. Essi possono essere modelli da ammirare e imitare, figure che aiutano i giovani a scoprire la propria identità, a capire il sogno unico e irrepetibile che Dio vuole realizzare in loro.[18]

    NOTE

    [1] Cfr. Francesco, Christus vivit (= CV). Esortazione apostolica postsinodale ai giovani e a tutto il popolo di Dio, Città del Vaticano, 25 marzo 2019, nn. 76.140.
    [2] Cfr. Sinodo dei vescovi - XV Assemblea Generale Ordinaria, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento Finale (= DF), Città del Vaticano, 27 ottobre 2018, n. 78.
    [3] C.M. Martini, Il Vangelo per la tua libertà. L’itinerario vocazionale del “gruppo Samuele”, Àncora, Milano 1995, 37.
    [4] S. Pagani, Il gruppo Samuele, in: Arcidiocesi di Milano. Pastorale Giovanile, Parla Signore. La proposta vocazionale del Gruppo Samuele, Centro Ambrosiano, Milano 2016, 26.
    [5] M. Tremolada, Un significativo tratto di storia, in: Arcidiocesi di Milano, Parla Signore, 13.
    [6] Cfr. E. Alberich, La catechesi oggi. Manuale di catechetica fondamentale, LDC, Leumann (TO) 2002, 70.
    [7] C. Passoni, La pratica del discernimento spirituale. Esperienza e metodo del “gruppo Samuele”, in: “La Rivista del Clero Italiano” 98 (2017) 9, 647.
    [8] S. Pagani, Il gruppo Samuele, 33.
    [9] C.M. Martini, Il Vangelo per la tua libertà, 39.
    [10] Sinodo dei vescovi - XV Assemblea Generale Ordinaria, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Instrumentum Laboris (=IL), Città del Vaticano, 8 maggio 2018, n. 2
    [11] C. Passoni, La pratica del discernimento spirituale, 652.
    [12] Idem, Il Metodo del gruppo Samuele. Un singolare «modo di procedere», in: Arcidiocesi di Milano, Parla Signore, 42.
    [13] Cfr. ibidem.
    [14] Cfr. ibidem, 43.
    [15] Cfr. ibidem, 43-44.
    [16] Cfr. ibidem, 44-45.
    [17] Cfr. N. Becquart, Lo Spirito rinnova ogni cosa. Una pastorale giovane con i giovani, LEV, Città del Vaticano 2020, 119-125.
    [18] Cfr. F. Motto, L’avventura della santità, in: “Note di Pastorale giovanile” 51 (2019) 70; per un itinerario catechistico-vocazionale con le figure di giovani santi, cfr. CV 49-63.


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