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    Ascolta la Parola!

    Messaggio del Rettor Maggiore ai giovani del MGS (2001)



    1. Cari giovani del Movimento Giovanile Salesiano.

    Abbiamo terminato da pochi giorni l'esperienza singolare dell'anno giubilare.
    È stato un anno intenso per i momenti vissuti a livello locale e mondiale. Più di una volta abbiamo accolto l'invito di Giovanni Paolo II e lo abbiamo seguito, anche noi, pellegrini nella storia, per incontrare il Signore Gesù: il centro e il motivo delle celebrazioni giubilari.
    Ci siamo lasciati coinvolgere nel cammino della Chiesa anche come Famiglia Salesiana e come Movimento giovanile. Rimangono indimenticabili, tra i tanti momenti, la Giornata mondiale della Gioventù nel mese di agosto, preceduta dal Forum mondiale del MGS, e le celebrazioni missionarie del mese di ottobre e novembre, con la canonizzazione dei nostri salesiani martiri in Cina, Mons. Versiglia e Don Caravario, e la partenza dei missionari dalla Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino.
    Tutto ci ha aiutato certamente a verificare il nostro stato di salute vocazionale. I canti, il gioco e l'allegria hanno espresso, esteriormente e visibilmente, la nostra gioia interiore perché ci siamo trovati di volta in volta confermati nella nostra fede e coinvolti in un cammino di educazione e di servizio, secondo il modello di santità giovanile proposto da Don Bosco.
    Non posso dimenticare che la gioia è trasparita anche sul volto stanco e affaticato di chi, in un'esperienza di servizio, si è impegnato, talvolta in maniera nascosta, perché la gioia potesse essere condivisa, l'incontro risultasse accogliente e proficuo, la preghiera potesse essere curata ed efficace, l'organizzazione attenta alle molteplici necessità. Penso specialmente ai numerosi volontari, giovani e adulti, che hanno prestato il loro servizio, con generosità e competenza.

    2. «Chi cercate?» È la domanda che oso rivolgervi, pensando alla vostra ricerca di gioia e di felicità, ai vostri sogni per il futuro ed anche ai momenti di sconforto dopo una delusione o un insuccesso.
    «In realtà - vi ha detto il Papa -è Gesù che cercate, quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna» (Giovanni Paolo II, 19 agosto 2000, Veglia a Tor Vergata nella GMG 2000) .

    3. Dove trovare il Signore Gesù? Siamo soliti ripetere che Gesù è in ogni nostro fratello che ha bisogno e attende che noi ci facciamo a lui prossimi. E vero. La carità verso il fratello è in qualche modo la misura a nostra disposizione per manifestare l'amore di Dio. Ci viene ricordato da San Giovanni nella sua Lettera. È l'insegnamento della parabola del buon samaritano.
    Nel Messaggio finale del Forum mondiale avete auspicato, tra le linee di impegno, di «fare della vita di ogni giorno il luogo dell'incontro con Dio nella scoperta della sua presenza nei giovani, soprattutto i più poveri» e, inoltre, di «coltivare il discernimento spirituale che ci porti a scoprire la nostra vocazione nella società e nella Chiesa e favorisca uno stile di vita cristiano realmente evangelizzatore dei giovani, soprattutto di quelli lontani».
    Impegni elevati e meritevoli di attenzione e incoraggiamento. Impegni che esigono costanza, fiducia, speranza. Impegni che molte volte si scontrano anche con la fatica quotidiana e il limite posto dal nostro egoismo, che talvolta genera il peccato. Non possiamo appoggiarci solamente sulle nostre forze e i nostri entusiasmi: dobbiamo continuamente rivolgerci alla fonte da cui scaturisce la forza dell'amore di Dio.
    Durante la celebrazione eucaristica al Forum mondiale MGS, vi feci una consegna, ricordandovi le parole di Gesù: «Io sono il pane della vita! Questa è la consegna che Gesù vi dà al termine del Forum che avete vissuto in questi giorni. Una consegna che vi dispone ad affrontare con coraggio il cammino del Terzo Millennio, mentre pregustate già l'incontro tonificante con il Papa e con una grande Chiesa giovanile, capace di convocare tanti discepoli e amici di Gesù provenienti da tutto il mondo».
    E proseguivo dicendo: «Io sono il pane di vita! Gesù ci chiama in primo luogo ad avvicinarci a Lui e a coltivare con Lui un'amicizia entusiasta e feconda, come quella dei discepoli, che ci metta a contatto con la sua persona, la sua mentalità e la sua missione. Ricordate quanto gli apostoli hanno imparato nei tre anni vissuti con Lui: una intensa amicizia e una grande familiarità, una vera e propria scuola di vita. Voi non potete essere soltanto frequentatori occasionali di tale Maestro: non basta portarlo nella T-shirt o rappresentare un musical nel quale si parla di Lui. Occorre la frequentazione assidua, l'amicizia, l'amore, il desiderio di imparare da Lui, di conformarsi a Lui, di assumere lo stile di vita che Lui ci propone».

    4. È proprio vero: non è sufficiente essere frequentatori occasionali di tale Maestro. Il Papa, ancora nella Veglia durante la Giornata Mondiale della Gioventù, ha indicato ai giovani la centralità del Vangelo: «Questa sera vi consegnerò il Vangelo – disse  È il dono che il Papa vi lascia in questa veglia indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l'ascolterete nel silenzio, nella preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete impegnando giorno dopo giorno la vita per Lui!».
    Voi stessi avete ripetuto nel Messaggio finale del Forum l'impegno a «favorire l'incontro personale con Gesù con l'interiorizzazione della Parola di Dio».
    Nella Spiritualità salesiana, la Parola è strettamente unita all'Eucaristia: la mensa della Parola e la mensa dell'Eucaristia sono intimamente unite e si richiamano a vicenda. Lo ricordavo sempre al Colle Don Bosco durante il Forum: «La Parola poi ci porta all'Eucaristia. Nella celebrazione c'è una continuità e un riferimento vicendevole tra Parola accolta e Corpo di Cristo mangiato. L'una non si capisce senza l'altro e viceversa. Alla compagnia assidua e all'ascolto della Parola bisogna aggiungere il nutrimento del Pane di vita: e così l'Eucaristia accolta e assimilata sarà vissuta poi nella carità e nell'amore fraterno. È stata la forza di tutti i lottatori, il riferimento di tutti i santi, la compagnia di tutti gli apostoli».
    La frequentazione quotidiana con la Parola non solo introdurrà a una più frequente partecipazione alla celebrazione eucaristica, a cominciare da quella domenicale, ma soprattutto sarà lo strumento primo e più efficace per quel laboratorio della fede richiamato dal Papa.

    5. Eccovi dunque il messaggio: ascolta la Parola!
    Ascolta e medita la Parola, per incontrare la volontà di Dio, e confrontala con il tuo progetto di vita.
    Ascolta la Parola, per cogliere i segni della presenza di Dio nella tua storia, che è porzione preziosa della grande storia di salvezza.
    Ascolta la Parola, per far crescere la tua fede e conquistare una sempre maggiore e chiara conoscenza del Dio di Gesù Cristo contro ogni forma di idolatria.
    Ascolta la Parola, per illuminare la tua mente e assumere criteri di valutazione sul mondo e sulla storia, perché cresca la giustizia e la pace.
    Ascolta la Parola, per irrobustire il tuo carattere e affrontare con gioia e coraggio le difficoltà e le prove della vita.
    Ascolta la Parola, per purificare la tua coscienza e amare il prossimo con generosità, purezza di cuore, libertà interiore.
    Ascolta la Parola, per qualificare la tua formazione cristiana e per alimentare quotidianamente la tua carità.

    6. «Si faccia in me secondo la tua Parola». Ci guidano ancora una volta le parole di Maria: come Lei, anche tu sei invitato ad ascoltare e a meditare la Parola, a credere e a scommettere su di essa. Come Maria, anche tu sei invitato a dare carne a quella Parola e renderla vivente quotidianamente.
    Soltanto il Vangelo vi sosterrà. Soltanto il Vangelo creerà attorno a voi un campo di luce, uno spazio di verità, una forza di amore. Ritornate regolarmente alla Parola. Interiorizzate gli insegnamenti del Vangelo. Confrontate continuamente la vostra vita con questa proposta di vita piena e di salvezza integrale.

    (Messaggio che il Rettor Maggiore d Juan E. Vecchi ha rivolto al Movimento Giovanile Salesiano dalla Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino-Valdocco, nel corso della Concelebrazione in occasione della festa di San Giovanni Bosco, il 31 gennaio 2001, riprendendo e sottolineando ancora alcuni temi dell'Anno giubilare, da poco concluso)


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