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    NOTE A 

    «Buon cristiano e onesto cittadino»
    Una formula dell'«umanesimo educativo» di don Bosco
    Pietro Braido

    1 A Diogneto V 1-10.

    2 Le posizioni dei cristiani non sono univoche e non tutte concordano con le affermazioni del discorso A Diogneto: cfr. la rapida rassegna antologica II pensiero politico cristiano. Dai Vangeli a Pelagio, a cura di Giorgio Barbero. Torino, UTET 1962, 645 p. (A Diogneto, pp. 159-163) e le discussioni e informazioni bibliografiche offerte da I primi cristiani, la politica e lo stato, in «Pensiero e Vita» 54 (1972) 695-868 e, per gli atteggiamenti della dinastia dei Severi, da E. dal COVOLO, I Severi e il cristianesimo. Ricerche sull'ambiente storico-istituzionale delle origini cristiane tra il secondo e il terzo secolo. Roma, LAS 1989, 116 p.

    3 La manipolazione ha inizio con l'edizione milanese in due volumi, curata da C.A. Barbiellini e dedicata a S. Ecc. Mons. C.G. conte di Gaysruck, arcivescovo di Milano (G. Pogliani 1821). Seguono con lo stesso titolo le edizioni di Parma (P. Fiaccadori 1851, in 2 vol.), Firenze (Tip. della Casa di correzione 1852, XIII-525 p.), Imola (Galeati 1853, 2 vol.), Torino (G.B. Paravia 1926, XXI-494 p.).

    4 Per es.: «Da noi si tratta della educatione non in qual si voglia modo, ma ristrettamente, come christiana, il cui fine è fare, col divino aiuto un buon christiano. Tale è colui, che non solo crede rettamente, ma anchora opera virtuosamente secondo la legge di Dio» {Dell'educazione christiana dei figliuoli, libr. II 3, fol. 33v).

    5 Dell'educazione christiana dei figliuoli, libr. I 11, fol. 6v-7r.

    6 I 37, fol. 22v.

    7 II 136, fol. 116v.

    8 I 43, fol. 26r.

    9 I 43, fol. 26r.

    10 III 23, fol. 2v.

    11 I 4, fol. 2v.

    12 I 4, fol. 3r. La preoccupazione capitale dell'educazione cristiana è congiunta alla sollecitudine perché «civilmente et moralmente si allevassero bene i figliuoli» (I 4, fol. 3r). I due poli si connettono: «che s'un animo altiero non è frenato dal timor di Dio, molto meno è frenato dal timor delle leggi, et chi non ha cura di rompere la fede data à Dio, et alla Chiesa nel battesimo, non curará di romper la fede data à Dio» (I 10, fol. 6v).

    13 II 86, fol. 85r.

    14 II 104, fol. 97r.

    15 III 60, fol. 164r.

    16 III 76, fol 174v.

    17 III 77, fol 175r e 175v.

    18 Cfr. E. GARIN (Ed.), Il pensiero pedagogico dell'Umanesimo. Firenze, edizioni Giuntine-Sansoni 1958, pp. XI-XXVIII La pedagogia dell'umanesimo; F. BATTAGLIA (Ed.), La pedagogia del Rinascimento. Ibid. 1960, pp. XI-XVI II pensiero pedagogico del rinascimento.

    19 Cf. Della maniera d'insegnare e studiare le belle lettere. Opera dell'abate Carlo Rollin. 3 vol. Reggio, Tip. di P. Fiaccadori MDCCCXXVIII.

    20 Traité des études, par Rollin. Nouvelle édition, revue, par M. Letronne et accompagnée des remarques de Crévier, t. I. Paris, Librairie de Firmin-Didot 1881, Discours préliminaire, p. 1.

    21 Traité des études, t. I, p. 9.

    22 Traité des études, t. I, p. 19.

    23 Traité des études, t. I, p. 22 e 32.

    24 Cf F. MAASS, Der Josephinismus, III, Band Das Werk des Hofrats Heinke 1768-1790.

    Wien-München, Herold 1956. Note preliminari (pp. 141-154) confluiscono in una istruzione da inviare a tutti gli impiegati e funzionari dei territori soggetti alla corona asburgica (pp. 154-191, il testo, seguito nelle pp. 192-207 da note esplicative).

    25 F. MAASS, o.c., vol. III, p. 141.

    26 F. MAASS, o.c., vol. III, pp. 142, 143-146, 148, 159.

    27 F. MAASS, o.c., vol. III, p. 155.

    28 F. MAASS, o.c., vol. III, pp. 161-162.

    29 F. MAASS, o.c., vol. III, p. 165.

    30 «L'ecclesiastico riveste una duplice personalità morale, ossia quella di sacerdote e di pastore nelle cose puramente spirituali concernenti la religione e la salvezza eterna, mentre nelle cose e attività secolari quale suddito e cittadino rimane soggetto come tutti i laici alle leggi civili» (F. MAASS, o.c., vol. III, p. 268).

    31 Parere di F.J. Heinke sul programma di riforma ecclesiastica di Giuseppe II, 14 marzo 1781 (F. MAASS, o.c., vol. III, p. 255).

    32 F. MAASS, o.c., vol. III, p. 264.

    33 F. MAASS, O.C, vol. III, p. 267. 34 F. MAASS, O.C, vol. III, p. 285.

    35 F. MAASS, o.c., vol. II, p. 140. «È manifesto che lo stato degli ecclesiastici in genere e molto più quello dei monachi che si estende ai due sessi è per se stesso sommamente nocivo llo stato e alla società civile» (Ibid.).

    36 F. MAASS, o.c., vol. II, p. 141. Dalla richiesta di un'età più elevata per la professione dei voti (24/30 anni) deriverà maggior maturità e un minor numero di candidati: «due effetti da cui è lecito aspettarsi sicuramente le più desiderabili ulteriori conseguenze per lo stato, per la religione e per il miglior bene dei singoli sudditi» (F. MAASS, o.c., vol. II, p. 145).

    37 F. MAASS, o.c., vol. II, pp. 174-175.

    38 F. MAASS, o.c.,vol. II, p. 220 e 223.

    39 Le riforme sono elencate dal Kaunitz in un promemoria motivato punto per punto e presentato all'imperatore con la data del 22 marzo 1782: F. MAASS, o.c., vol. II, pp. 324-327.

    40 F. MAASS, o.c., vol. II, p. 325.

    41 Ibid. A pag. 326 sono indicate le opere a cui devolvere i beni incamerati: seminari per ecclesiastici, accrescimento del clero in cura d'anime, dotazione dei parroci e loro cooperatori, loro mantenimento nei casi di vecchiaia e di infermità, «altre opere pie di vera utilità alla chiesa ed alla società».

    42 F. MAASS, o.c., vol. II, p. 327.

    43 F. MAASS, o.c.,vol. II, p. 341.

    44 Sulla posizione del Felbiger, cf Ulrich KRÕMER, Johann Ignaz von Felibiger. Leben und Werk. Freiburg. Herder 1966, § 7, 1: Das Leitbild vom rechtschaffenen Christen, treuen

    Untertan und brauchbaren Menschen, pp. 58-60.

    45 J.I. von FELBIGER, General-Landschul-Reglement Eigenschaften und Bezeigen rechtschaffener Schulleute Methodenbuch. Besorgt von Julius Scheveling. Paderborn, Verlag Ferdinand Schõningh 1958, 1. Hauptstück, § 1, p. 35.

    46 Eigenschaften, 1. Hauptstück, § 2, p. 36.

    47 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 1, p. 47. 48 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 2, p. 47.

    49 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 3, pp. 47-48. Non a caso, ma intenzionalmente, per illustrare il metodo dell'istruzione mediante domande e risposte, il Felbiger assume un esempio concernente l'obbedienza politica del buon cittadino. Lo fa commentando il testo iniziale del terzodecimo capitolo della lettera ai Romani: «ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio (...). Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza (...). Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto» (Rm 13,1-2. 5. 7): cf Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 4, pp. 62-66.

    50 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 4, pp. 48-49.

    51 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 5, p. 49.

    52 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 6, pp. 49-50. 53 Eigenschaften, 2. Hauptstück, § 7, p. 50.

    Anche nel Regolamento del 1818 che traccia il nuovo ordinamento scolastico austriaco in piena restaurazione, con la più stretta alleanza di trono ed altare, si afferma: «La piena confidenza dell'ottimo Monarca nella conosciuta saviezza e specchiata religione dei Rev.mi Signori Ordinarj, il comune scopo della politica ed ecclesiastica autorità per diffondere l'istruzione elementare la più atta, e proporzionata ai nostri bisogni, alle nostre crcostanze, ed ai principj fondamentali di nostra Santa Religione Cattolica, la vista veramente Sovrana, e la certa fiducia di rendere popoli quanto istrutti altrettanto cristiani, e quindi onorati e fedeli sudditi, presentano i principali argomenti, anzi i doveri indispensabili dell'Episcopato, perché i Signori Ordinarj si mostrino solleciti, e zelanti a promuovere una tanto benefica istruzione, che fa sperare i più felici risultamenti pel bene della Chiesa e dello Stato» [Regolamento per le scuole elementari nel Regno Lombardo-Veneto (Venezia 1818), citato da F. De Vivo, L'insegnamento della religione nella scuola elementare. Dalla metà dell'Ottocento ai primi del Novecento, in «Pedagogia e Vita»

    42 (1981) aprile-maggio, p. 364].

    54 Cf Paola VISMARA CHIAPPA, Le soppressioni di monasteri benedettini. Un episodio dei rapporti Stato-Chiesa nella Lombardia teresio-giuseppina e napoleonica, in Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana. Nel XV Centenario della nascita di San Benedetto (480-1980), vol. IX.

    Milano 1980, pp. 138-146; ID., Il «buon cristiano». Dibattiti e contese sul catechismo nella Lombardia di fine Settecento. Firenze, La Nuova Italia 1984.

    55 P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., pp. 49-50.

    56 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 62, n. 34.

    57 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 63. «L'odierno catechismo sacro e civile (...) offre uno spaccato della vita e della mentalità dell'epoca, e costituisce un tentativo, pur ritenuto inadeguato anche da coloro cui era dedicato, di unire l'educazione cristiana e quella

    civile, considerate l'una dall'altra inseparabili» (Ibid., p. 65).

    58 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 73.

    59 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 73.

    Il giudizio negativo sarà ripetuto vari anni dopo nel P.S. a una lettera a Wilzeck del 13 aprile 1789: «Le riscontrai con mia lettera 18 gennaio 1781 e tanto in questa che nella molto posteriore 10 marzo 1785 spiegai il motivo per cui io credevo non poter essere sodisfatto di tale compilazione, eseguita senza fare ai leggitori né ben conoscere i rapporti che la dottrina cristiana ha alla vita sociale dell'uomo, né sentire più segnatamente il pregio e la necessità di quella per procurargli oltre la spirituale felicità anche la temporale» (Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., pp. 177-178).

    60 Lett, al Wilzeck, 10 marzo 1785, cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., pp. 176-177.

    61 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 102 e n. 101.

    62 Cit. da P. VISMARA CHIAPPA, Il «buon cristiano»..., p. 178.

    In una relazione riservata del 21 luglio 1795, il sac. Giovanni Bovara (1734-1812), uomo di fiducia di Vienna in Lombardia, dopo aver rapidamente percorso la storia del catechismo voluto dal Pozzobonelli fin dal 1777 e fatto poi preparare e pubblicare dal successore, mons. Visconti, nel 1789 con il titolo Esposizione della dottrina cristiana, ne rileva il principale difetto: «L'attuale catechismo pecca di sterilità in ciò che riguarda la morale del cattolico e del cittadino

    » (Cit. da P. CHIAPPA VISMARA, // «buon cristiano»..., p. 183).

    63 V.E. GIUNTELLA, La Religione amica della Democrazia. I cattolici democratici del Triennio rivoluzionario (1796-1799). Roma, Edizioni Studium 1990, p. 36.

    64 Per un generale inquadramento storico-teologico di vasto respiro è fondamentale il lavoro di B. PLONGERON, Théologie et politique au siècle des lumières. Genève, Droz 1973.

    Sono interessanti degli opuscoli sorti nell'Italia repubblicana del triennio 1796-1799: La Religione amica della democrazia. Instruzione d'un teologo filantropo al clero e al popolo romano. Perugia 1798; La Religion cattolica amica della democrazia. Instruzione d'un teologo al clero e al popolo romano. In Perugia, presso Carlo Baduel e Figli stampatori nazionali 1798 (ristampa dell'edizione di Padova, presso Pietro Brandolese Librajo al Bo 1797); N. FAVA GHISILIERI, Riflessioni politico-morali raccolte da un solitario ad uso della gioventù libera dell'Italia. Bologna 1797; [G. MASCHERANA], Concordia tra la società e la Religione ossia Difesa del culto cattolico contro chi lo calunnia in contrasto con la società. Opera del cittadino M.G.T. raccomandata alle potestà costituite del popolo cisalpino. Milano 1798; CRISTIANI, Il Vangelo amico, anzi amante della Democrazia. Firenze 1799; R. BARTOLI, I diritti dell'uomo. Catechismo cattolico del cittadino Riccardo Bartoli minore osservante sacerdote reggiano. In Reggio 1779.

    65 I testi sono tutti ricavati dalla raccolta curata da V.E. Giuntella; essi sono riportati secondo l'ordine cronologico.

    66 Ai parroci inviando il testo dell'omelia, 28 dic. 1797.

    67 Omelia del cittadino cardinal Chiaromonti vescovo d'Imola al popolo della sua diocesi nella Repubblica cisalpina nel giorno del santissimo Natale l'anno MDCCXCVII. Imola, nella stamperia della Nazione, l'anno VI della libertà [1797].

    68 Cfr. I Diritti dell'uomo. Catechismo Cattolico-democratico del cittadino Ricardo Bartoli

    M.O. sacerdote reggiano. In Reggio, pel Davolio 1797.

    69 S. BONIFACIO, Li diritti dell'uomo..., in Raccolta di carte pubbliche, istruzioni, legislazioni ecc. del nuovo veneto Governo democratico, vol. X. Venezia, dalle stampe del cittadino Silvestro Gatti 1797, pp. 73-75. In un altro opuscolo ribadisce: «Il cittadino cristiano trova nella legge del Vangelo qualunque regola sicura per esser sempre buon democratico prima con se stesso, cioè osservante esatto delli primi dettami della legge di natura che sviluppati si chiamano diritti e doveri dell'uomo (...). Dunque quello solo sarà buon cittadino democratico, buon vassallo della monarchia, buon suddito dell'aristocrazia, che sarà buon cristiano». (S. BONIFACIO, L'uomo cittadino democratico, l'uomo vassallo dell'aristocrazia e della monarchia, l'uomo cristiano in ogni Stato, in Raccolta di carte pubbliche..., vol. X, p. 237).

    70 Senza data; altra edizione anonima, Genova, Stamperia della Verità 1798.

    71 Opera del cittadino M.G.T. raccomandata alle potestà costituite del popolo cisalpino. Milano 1798. 72 2 gennaio 1799, p. 6.

    73 Omelia recitata al suo popolo dal parroco di S. Savino Giuseppe Viti di Perugia il dì 28 pratile anno 7 dell'era repubblicana. Perugia, Ottavio Sgariglia stampatore nazionale 1799.

    74 Poesie inedite di Giuseppe Gioachino Belli romano. Roma, Tipografia Salviucci 1866, pp. 59-60.

    75 Regolamento del Pio Istituto eretto in Brescia a ricovero ed educazione de' figli poveri ed abbandonati, in Raccolta ufficiale di documenti e memorie d'archivio. Brescia, Opera Pavoniana 1947, p. 40 e 42.

    76 Organizzazione e Regolamento della Congregazione dei Giovani... (1815/18), in Raccolta..., p. 10.

    77 Regolamento del Pio Istituto..., in Raccolta..., p. 46.

    78 Regolamento del Pio Istituto..., in Raccolta..., p. 54.

    79 Regolamento del Pio Istituto..., in Raccolta..., p. 43.

    80 Regole dei Fratelli consacrati all'assistenza ed educazione dei Figli orfani ed abbandonati..., in Raccolta..., p. 61.

    81 Costituzione della Congregazione Religiosa dei Figli di Maria (1847), in Raccolta..., p. 95.

    82 Costituzione..., in Raccolta..., p. 109.

    83 «L'Artigianello» 3 (1847) n. 15, 10 aprile, p. 117.

    84 Prefazione a L'Artigianello 1 (1845) 4 gennaio, p. 7-8.

    85 «L'Artigianello», 22 nov. 1845, p. 376.

    86 «L'Artigianello», 19 aprile 1845, p. 124. 87 «L'Artigianello», 3 maggio 1845, p. 141.

    88 «L'Artigianello», 31 maggio 1845, p. 174.

    89 «L'Artigianello», 7 giugno 1845, p. 177.

    90 «L'Artigianello», 7 giugno 1845, p. 183. Il binomio religioso e sociale ricorre in più altre occasioni. Quando si parla di risparmio: «Sta in noi il rendere industriosamente operosi, e in conseguenza migliori i nostri concittadini, e lasciare dopo di noi una generazione più attiva, più sobria, più cristiana» («L'Artigianello», 24 gennaio 1846, p. 30). E ancora in riferimento alle scuole serali: per esempio una di Napoli dove mons. Carlo Gazòla sa «così bene educare alle cristiane e civili virtù i ragazzi, pur troppo generalmente abbandonati, del popolo» («L'Artigianello », 30 maggio 1846, p. 171). Ci si augura in altra circostanza che i «Capi delle Provincie (...) profittando del soccorso di zelanti ministri del santuario e di nobili e probi cittadini, come in diverse parti già avviene, diano opera ad estendere in ogni luogo l'educazione civile e religiosa dell'infima classe del popolo» («L'Artigianello», 29 agosto 1846, p. 274). «Nessuno io reputo più degno di commendazione che colui il quale si briga di illuminare le menti, e dirizzare nel retto sentiero delle virtù religiose, morali e cittadine que' teneri fanciulli, onde poi risulta la massa de' cittadini» («L'Artigianello», 9 gennaio 1847, p. 14). Altrove si indica il triplice fine: «il farvi esser Cristiani per persuasione (...); il farvi odiare il delitto (...): il prepararvi

    all'esercizio d'un mestiere» («L'Artigianello», 13 marzo 1847, p. 82).

    91 Festa in onore di Maria SS. Addolorata, patrona delle Scuole Notturne di Roma, e premiazione de' giovani delle Scuole medesime, «L'Artigianello», 10 ottobre 1846, p. 324.

    92 «L'Artigianello», 20 marzo 1847, p. 91. 93 Ibid.

    94 «L'Artigianello», 18 sett. 1847, pp. 302-303.

    95 «L'Artigianello», 25 sett. 1847, p. 309.

    96 Viva Pio Nono, «L'Artigianello», 5 febbr. 1847, pp. 41-42.

    97 «L'Artigianello», 13 maggio 1848, p. 155.

    Ricorrono anche formule, nelle quali è esplicitamente sottolineato il «buon cittadino», con il riferimento solo implicito al «buon cristiano». Questo orientamento risulta più accentuato, secondo quanto è promesso nell'ultimo numero del 1847, col sopravvenuto maggior interesse «per le discussioni civili e politiche»: coll’anno seguente si «ragionerà» «delle nuove istituzioni » concesse da Pio IX, «perché ognuno ed anco i teneri giovinetti (...) conoscano pure quali siano gli obblighi del cittadino in corrispondenza dei diritti che gli vengono riconosciuti ed accordati: e così venga a crescere una generazione virtuosa ed utile a sé ed allo Stato» («L'Artigianello», 25 dic. 1847, pp. 409-410). «Sono certo che con questa morale limosina vorranno (...) rendere numerosa questa scuola, dalla quale usciranno ottimi cittadini, operosi artigiani che benediranno il loro nome (...) perciocché col rimuovere dalla plebe la rozzezza, il bisogno, ed i vizii, acquista la patria maggiore onoranza, restano più sicure e tranquille le sostanze e la vita de' cittadini («L'Artigianello», 20 febbr. 1847, pp. 62-63). «I. Ma l'amor nostro non sia di sole parole. Io voglio che la patria abbia in me un cittadino probo, utile, laborioso. (...) IL Viene onorata la famiglia, i cui membri siano tutti galantuomini. Verrà onorata la patria nostra, se

    avrà buoni cittadini» (C. CANTÙ, La patria, «L'Artigianello», 29 luglio 1848, p. 242).

    98 V. TROYA, Proposta dì alcuni mezzi onde la pubblica istruzione compia il suo ufficio,

    «L'Educatore Primario» 1 (1845) n. 1, genn., pp. 25-27.

    99 V. TROYA, Delle materie d'insegnamento nelle scuole elementari italiane, «L'Educatore Primario» 1 (1845) n. 3, 30 genn., p. 41.

    100 V. TROYA, Insegnamento proprio d'una quarta scuola elementare superiore, «L'Educatore Primario» 1 (1845) n. 4, 1o febbr., p. 58.

    101 V. GARELLI-V. TROYA, Scuole serali a Migliabruna reale podere presso Racconigi, «L'Educatore Primario» 1 (1845) n. 7, 10 marzo, pp. 100-101.

    102 «L'Educatore Primario» 1 (1845) n. 15, 30 maggio, p. 233.

    103 Ibid., p. 235.

    104 Con la legge di soppressione degli enti morali e di incameramento dei loro beni del 7 luglio 1866 il riconoscimento civile viene sottratto senza eccezioni a tutti gli enti e corporazioni religiose.

    105 Discorso del 10 maggio 1855, in U. RATTAZZI, Discorsi parlamentari. Roma, Eredi Botta 1877, vol. III, p. 399.

    106 Discorso dell'1 gennaio 1855, Ibid., p. 219; cfr. anche p. 234.

    107 Discorso del 23 gennaio 1855, Ibid., pp. 293-294.

    108 Ibid., p. 218; cfr. Discorso del 10 maggio 1855, Ibid., p. 403.

    109 Ibid., p. 221.

    110 Discorso del 15 gennaio 1855, Ibid., p. 266.

    111 Discorso del 24 aprile 1855, Ibid., p. 354; cfr. anche Discorso del 10 maggio 1855, Ibid, p. 394 e 397.

    112 Discorso del 15 gennaio 1855, Ibid., p. 269.

    113 Discorso del 24 aprile 1855, Ibid., pp. 354-355.

    114 Ibid., p. 356.

    115 Discorso del 24 aprile 1855, Ibid., p. 357.

    116 Discorso del 10 maggio 1855, Ibid., pp. 397-398.

    117 Ibid., p. 270; cf anche Discorso del 22 gennaio 1855, Ibid., p. 280.

    118 Discorso del 24 gennaio 1855, Ibid., pp. 296-297.

    119 Discorso del 15 gennaio 1855, Ibid., p. 271; cf anche Discorso del 22 gennaio 1855, Ibid., pp. 280-281, 284-286.

    120 Discorso del 10 maggio 1855, Ibid., p. 403.

    121 Natura e scopo di questo giornale, «L'Armonia», martedì 4 luglio 1848, N° 1, p. 1-2.

    122 Gustavo di CAVOUR, Del progresso in senso cattolico, «L'Armonia», 4 luglio 1848, N° 1, p. 3.

    123 Giudizi del Signor Thiers sulla necessità del clero e dell'insegnamento cattolico per la conservazione e la restaurazione dell'ordine sociale, «L'Armonia», venerdì 7 luglio 1848, N° 2, p. 7.

    124 «L'Armonia», martedì 11 luglio 1848, N° 3, p. 12.

    125 A.G.C., I ministri della religione ed il risorgimento d'Italia, «L'Armonia», venerdì 14 luglio, N° 4, p. 14.

    126 Circolare del Vicario Generale di Genova ai parroci e al Clero, «L'Armonia», martedì 15 agosto, N° 15, p. 58.

    Il concetto ricorre anche in una circolare del ministro di Grazia e Giustizia Gioia diretta ai vescovi e riportata nel numero di martedì 22 agosto e nel commento che ne fa il giornale: «I parrochi dipendenti dalla S.V. Ill.ma e Rev.ma aiutino la pia opera; e se qualcuno desse segno di non apprezzare abbastanza i doveri di suddito e di cittadino, voglia Ella provvedere colla sua autorità, di modo che sia rimossa ogni occasione di scandalo» («L'Armonia», N° 17, p. 65). Il giornale replica: «Si assicuri il Ministro che niuno più del clero apprezza i doveri di suddito e di cittadino, perché nati e fortificati dalla somma legge del cristiano, della quale legge il clero è il maestro e il depositario» (Ibid.). Infatti — viene ribadito nel N° 21 di lunedì 4 settembre —, «spargere sulle anime le parole della vita, i conforti e le benedizioni del Calvario è l'invariabile e indefettibile missione del sacerdozio cattolico. Ma questa celeste missione esercitandosi nella società civile, gli studi la vigilanza e le fatiche del clero debbono, secondo le occorrenze, allargarsi ed estendersi per guisa, che le stesse discipline politiche ricevano da esso quell'elemento cattolico, il quale sarà in ogni tempo il principio conservatore e restauratore della giustizia e della moralità privata e pubblica delle nazioni» (Politica religiosa, «L'Armonia», N° 21, p. 81).

    127 Cf La rivoluzione del 1848, «L'Armonia», martedì 5 settembre 1848, N° 22, pp. 85-86: vengono denunciate le due dee del tempo, l'«opinione» e la «ragione».

    128 Ai nostri Associati, venerdì 22 settembre 1848, N° 27, pp. 105. E la battaglia continua su queste direttrici: armonia tra religione e moderno incivilimento; compito religioso e civile del sacerdozio; coesistenza di virtù cristiane e virtù civili del cattolico dei tempi nuovi: cf Circolari di vescovi, «L'Armonia», mercoledì 15 novembre 1848, N° 45, p. 177; La religione e la società, «L'Armonia», venerdì 1 dicembre 1848, N° 52, p. 206; Ai nostri amici un augurio ed una promessa, «L'Armonia», venerdì 29 dicembre 1848, N° 63, p. 249; Le imminenti elezioni, «L'Armonia», martedì 2 gennaio 1849, N° 1, p. 1-2; A.G.C., L'educazione, ibid., p. 3; Le imminenti elezioni, «L'Armonia», venerdì 5 gennaio 1849, N° 3, p. 10; A.G.C., L'educazione, «L'Armonia», ibid., pp. 10-11; Le due politiche per servire di norma nelle prossime elezioni, «L'Armonia», lunedì 8 gennaio 1849, N° 4, pp. 13-14.

    129 «L'Armonia», 2 (1849), mercoledì 17 gennaio, N° 8, p. 30; venerdì 19 genn., N° 9, p. 34 («Amanti sinceri e costanti della patria nostra, nutriamo il più profondo convincimento che nell'armonia della religione colla civiltà stia il vero bene, la vera prosperità della medesima»);

    venerdì 26 genn., N° 12, p. 45 («la religione è il primo elemento di concordia, di unità e di coraggio civile»); lunedì 12 febbr., N° 19, p. 73 (la Religione «è il fondamento, il sostegno, il vincolo di ogni civile società, né la società potrà giammai raggiungere il suo scopo che è la felicità

    dei popoli, se questi non sono sinceramente religiosi, né i popoli saranno mai tali, se non si procura di radicare per tempo i principii della religione, sovrattutto nel cuore della gioventù studiosa, dal cui seno deggiono poi uscire coloro, che formano il principale movente, e, diremmo, l'anima del civile consorzio»); mercoledì 9 maggio, N° 55, p. 210 («Quanto più sono liberali le istituzioni, quanto più all'uomo si rallenta il freno della legge umana, quanto più sente egli d'esser libero, tanto fa più mestieri che la religione, questa celeste moderatrice non che delle azioni, persino de' più secreti pensieri ed affetti dell'animo, prenda a guidarlo, ed egli ne senta l'autorevole voce, ne riverisca il comando; altrimenti la libertà si tramuta in licenza ed in principio dissolvente della civil società»).

    130 «L'Armonia», mercoledì 9 maggio 1849, N° 64, p. 218.

    131 «L'Armonia», 7 marzo 1857, OE XXXVIII 39. 132 Ibid. In una circolare successiva sulla medesima lotteria si parla ancora degli oratori

    torinesi, che hanno lo scopo di «accogliere ed instruire nella religione i giovani più abbandonati e pericolanti, e di avviarli ad una professione per così guadagnarsi onestamente il pane col lavoro delle loro mani» (Ibid., 12 maggio 1857). 133 «L'Armonia», 24 gennaio 1860, OE XXXVIII 53.

    Dal 1849 al 1863 L'Armonia è ricca di informazioni sull'Oratorio di don Bosco e di testi provenienti dallo stesso don Bosco. Essi sono raccolti nel volume XXXVIII delle Opere edite (= OE). Roma, LAS 1987, pp. 9-63. 134 Cf OE XXXVIII «L'Unità Cattolica» (1864-1888), pp. 65-286.

    135 Di don Bosco si parla come di un «benemerito della Chiesa e della civile società per varie sue istituzioni sì religiose che di pubblica beneficenza» (Chiesa ed ospizio di San Giovanni Evangelista, «L'Unità Cattolica», 28 agosto 1877, OE XXXVIII 220).

    136 Don Bosco e l'Oratorio di S. Francesco di Sales, «L'Unità Cattolica», 30 agosto 1865, OE XXXVIII 71.

    137 Nuove Case Salesiane, «L'Unità Cattolica», 30 ottobre 1877, OE XXXVIII 226.

    138 La chiesa ed ospizio del S. Cuore in Roma, «L'Unità Cattolica», 24 marzo 1881, OE XXXVIII 262.

    139 La conferenza dei salesiani in Roma e un discorso dell'Emin. cardinale Alimonda, «L'Unità Cattolica», 2 maggio 1882, OE XXXVIII 263-265. 140 Un discorso di don Bosco nella chiesa di S. Agostino a Parigi, «L'Unità Cattolica», 22 maggio 1883, OE XXXVIII 272.

    141 Arrivo di D. Bosco a Torino e la conferenza dei cooperatori salesiani, «L'Unità Cattolica », 3 giugno 1883, OE XXXVIII 274-275.

    142 I Salesiani di Don Bosco nella repubblica Argentina, «L'Unità Cattolica», 30 ottobre 1875, OE XXXVIII 126.

    143 Partenza dei missionari salesiani per la repubblica Argentina, «L'Unità Cattolica», 14 novembre 1875, OE XXXVIII 129.

    144 Missione salesiana nella Repubblica Argentina, «L'Unità Cattolica», 6 agosto 1876, OE XXXVIII 183; più avanti si parla di una somma di danaro che sarebbe servita meglio a «inviare qualche Salesiano di più nell'America ad evangelizzare ed incivilire i barbari della Patagonia» (I ministri a Lanzo e D. Bosco, Ibid., 17 agosto 1876, OE XXXVIII 184). 145 Le missioni della Patagonia ed il cacico Queupumil, «L'Unità Cattolica», 18 agosto 1877, OE XXXVIII 216-217.

    146 Una lettera di Don Bosco ed il suo Istituto paterno, «L'Unità Cattolica», 10 agosto 1879, OE XXXVIII 258.

    147 La festa di S. Francesco di Sales e la conferenza dei cooperatori salesiani in Torino, «L'Unità Cattolica», 1 febbraio 1883, OE XXXVIII 270.

    148 Don Bosco a Parigi e il trionfo della carità cattolica, «L'Unità Cattolica», 9 maggio 1881, OE XXXVIII 271.

    149 Omelia recitata (...) per l'ingresso come arciprete vicario foraneo (...) il 25 febbraio 1849 nel duomo di Bassano. Parma, Tip. Fiaccadori 1876, p. 13.

    150 Non basta essere galantuomo ma bisogna vivere da cristiani cattolici per conseguire la giustificazione. Omelia recitata... per la festa di sant'Ilario... il 14 Gennaio 1876, Parma, Tip. Fiaccadori 1876, p. 19.

    151 Il vero amico del popolo. Omelia recitata... il IV dicembre MDCCCLXXVI... Parma, Tip. Fiaccadori 1887, p. 14.

    152 Leone XIII e l'enciclica Inscrutabili. Omelia... per la Pentecoste 1878. Parma, Tip. Fiaccadori 1878, pp. 9-10.

    153 Omelia... recitata nella cattedrale il XXIX giugno MDCCCLXXII. Parma, Tip. Vescovile Fiaccadori 1872, p. 6 e 26.

    154 Il vero amico del popolo..., p. 20.

    155 Parole dette (...) il giorno 2 ottobre 1855 in cui i MM.RR. Padri Somaschi vennero ad assumere la direzione dell'orfanotrofio maschile Cremona. Bassano, Tip. Remondini 1855, p. 5 e 10.

    156 Omelia... recitata nella cattedrale il XXIX giugno MDCCCLXXII..., p. 12.

    157 Omelia... recitata nella cattedrale il XXIX giugno MDCCCLXXXII..., p. 24.

    158 Il vero amico del popolo..., p. 9; cfr. anche p. 10.

    159 La santificazione della festa equivale al santo timor di Dio. Indulto... per la Quaresima 1879. Parma, Fiaccadori 1879, p. 20.

    160 Non basta essere galantuomo..., p. 3; identiche formule si trovanno a p. 7 e 10.

    161 Non basta essere galantuomo..., p. 16.

    162 Non basta essere galantuomo..., p. 18.

    163 Dei particolari intorno alla dedizione religiosa dei parmigiani..., p. 14.

    164 Non basta essere galantuomo..., pp. 13-14.

    165 Non basta essere galantuomo..., pp. 17-20.

    166 Si terrà presente che le documentazioni allegate sono tutte attribuibili a don Bosco, anche se alcuni pochi testi, soprattutto degli ultimissimi anni, possono aver subito l'influsso di qualcuno dei suoi collaboratori. Tra essi emerge don Giovanni Bonetti, soprattutto da quando, nel 1877, diventa il redattore del Bollettino Salesiano e in quanto tale può aver rifinito i resoconti delle conferenze pubblicati nel periodico (non, però, per quanto riguarda la formula in questione). Non solo, ma negli ultimi anni di vita del suo Superiore (cioè almeno nel triennio 1885-1888) egli può considerarsi l'Autore della lettera ai Cooperatori e alle Cooperatrici che all'inizio di ogni nuovo anno don Bosco fa pubblicare a proprio nome — e con il suo probabile controllo — nel numero di gennaio. Ma è indubbia anche in questi casi l'ispirazione ad un uso lessicale che risale a don Bosco e che don Bonetti ha appreso dal suo Maestro, come dimostra la presenza della formula in testi autografi di don Bosco, che egli utilizza.

    167 Salvo indicazione contraria tutti i corsivi indicati nei testi citati non si trovano nell'originale.

    168 Lett, al conte Clemente Solaro della Margherita del 5 gennaio 1854, Em I 212. La formula «abbandonati, pericolanti e pericolosi» ricorre anche nella circolare del 1 ottobre 1856, Em I 304. Pericolosi è sottolineato anche nell'originale di don Bosco.

    169 Circ. per la fondazione dell'opera di Sampierdarena, luglio-agosto 1872, E II 220.

    170 Lettera ai tipografi torinesi e risposta alle loro obiezioni, ott.-nov. 1872, E II 234-235.

    Il primo corsivo è nell'originale.

    171 Lett, all'on. Paolo Boselli del 26 gennaio 1873, E II 254.

    172 Al dott. Edoardo Carranza del 30 sett. 1877, E III 221. In altra lettera don Bosco loda i Confratelli della Misericordia per l'accoglienza offerta ai Salesiani, messi in condizione di «aprire altre e poi altre case a favore della classe più bisognosa della civile Società; dei pericolanti

    giovanetti, che se non sono aiutati diventano il flagello della Società, e vanno per lo più a popolare le prigioni» (Lett, del 30 sett. 1877, E III 224).

    173 Circolare agli abitanti di Nizza Monferrato del marzo 1878, E III 333. 174 Il sacerdote Bosco ai benemeriti Signori Cooperatori e Cooperatrici, BS 4 (1880) n. 1. genn., p. 3.

    175 È questo il senso della scelta sociale e «politica», su cui ritorna più volte: si veda più avanti i paragrafi 3.2, 3.3 e 5.

    176 P. BRAIDO, Il progetto operativo di Don Bosco e l'utopia della società cristiana. Roma. LAS 1982, pp. 10-11: cf Un modello vetusto di «società cristiana», tesi e documentazioni.

    177 «Avviso» di Esercizi spirituali per giovani (dic. 1849), BS 4 (1880) n. 12, dic, p. 6.

    178 Al medico di Cassine (Alessandria), 6 sett. 1876, E III 93.

    179 Prima conferenza ai Cooperatori di Torino, 16 maggio 1878, MB XIII 626.

    180 Lettera del sac. Giov. Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani, BS 3 (1879) n. 1, genn., p. 2.

    181 La prima conferenza in Lucca, BS 3 (1879) n. 5, maggio, p. 5.

    182 Conferenza ai Cooperatori di Lucca, sabato santo 8 aprile 1882, BS 6 (1882) n. 5, maggio, p. 81.

    183 Conferenza nella chiesa della Maddalena a Parigi, 29 aprile 1883, MB XVI 235.

    184 Conferenza ai Cooperatori [Torino], 31 maggio 1883, BS 7 (1883) n. 7, luglio, p. 104. 185 Discorso detto da D. Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici [Torino], 23 maggio

    1884, BS 8 (1884) n. 7, luglio, p. 96.

    Toni più foschi caratterizzano due articoli del redattore del Bollettino, don Bonetti, ma i concetti sono vicini alle idee di don Bosco: Necessità dell'unione tra i buoni Cristiani. Unione tra i Cooperatori Salesiani, BS 2 (1878) n. 1, genn., pp. 1-3 («non cadrà la società religiosa, perché è la famiglia, anzi il regno di Dio sulla terra; ma ben può andare in rovina la società civile», p. 1); Necessità del Sacerdozio Cattolico per la Religione, e pel benessere della civile Società, BS 2 (1878) n. 2, febbr., pp. 1-4 («nazioni un tempo cristiane e incivilite, venendo a mancar tra loro i sacerdoti di Gesù Cristo, tornarono a paganizzarsi e imbarbarire (...) non solamente per la Religione e per formare dei Santi sono necessarii i sacerdoti, ma atresì pel benessere della società, per formare dei cittadini virtuosi e probi», p. 2). Il medesimo Autore dedica vari articoli al tema: I più degni di compassione, BS 2 (1878) n. 5, maggio, p. 3; La Chiesa Cattolica la Gioventù e la Società, BS 2 (1878) n. 7, luglio, pp. 1-4 (la Chiesa «sola è capace a formare e conservare una società illuminata e saggia, proba ed onesta, e quindi salvarla pel tempo e per l'eternità», p. 1); D. Bosco in Francia, BS 7 (1883) n. 6, giugno, pp. 87-88; Un modello ai secolari nell'esercizio della carità, ibid., pp. 88-89.

    186 Discorso di don Bosco a Nizza Marittima, 12 marzo

    1877, Inaugurazione del Patronato di S. Pietro..., p. 16, OE XXVIII 394. 187 Ai Cooperatori Salesiani, BS 1 (1877) n. 1, agosto, p. 1. 188 Circolare ai Cooperatori fiorentini, maggio 1881, E IV 54. 189 Circolare ai Cooperatori fiorentini, ott. 1881, E IV 85. 190 Festa e conferenza dei Cooperatori nell'Oratorio di San Leone in Marsiglia, BS 7

    (1883) n. 5, maggio, p. 78.

    191 L'elemosina è l'occasione che dà luogo a una classificazione analoga di stati dell'uomo presente nella conferenza tenuta a Lucca l’8 aprile 1882.

    192 In questo e nei testi seguenti verranno evidenziati in corsivo i termini e le formule che definiscono le diverse «cittadinanze».

    193 La diocesi di Casale Monferrato e la prima Conferenza dei Cooperatori, 17 nov. 1881, BS 5 (1881) n. 12, dic, pp. 5-6.

    194 Prima conferenza ai Cooperatori in Genova, 30 marzo 1882, BS 6 (1882) n. 4, aprile, p. 70.

    195 Il sacerdote Giovanni Bosco ai suoi Cooperatori e alle sue Cooperatrici, BS 7 (1883) n. 1, genn., pp. 3-4.

    196 Conferenza ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Torino, 23 maggio 1885, MB XVII 464.

    197 Lettera di D. Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici, BS 10 (1886) n. 1, genn., p. 2.

    198 Ibid., p. 3.

    199 Alla gioventù, [p. 5], OE II 187. Cf Considerazioni sopra diversi punti della morale cristiana del card. C. Guglielmo de la Luzerne antico vescovo di Langres, t. IV. Firenze, Presso Gius, di Giovac. Pagani 1824, II ed.: «Noi aspiriamo a rendervi buoni cittadini della terra; e il mezzo atto di divenirlo, è di rendervi degni di essere un giorno i cittadini del cielo. La pietà, che è utile a tutto, e che alle speranze della vita futura congiunge i veri beni della vita presente, la pietà è il principio fecondo, il mobile il più attivo, il garante il più sicuro, il sostegno il più sodo di tutte le virtù sociali» (pp. 275-276).

    200 Introduzione a un Piano di regolamento..., in P. BRAIDO (Ed.), Don Bosco Educatore. Scritti e testimonianze, Roma, LAS 1992, p. 110.

    Molti anni dopo, nel 1884, esprimerà il medesimo concetto con parole analoghe: «Vi dico adunque che io sono assai contento di voi, della sollecitudine con cui affrontate qualsiasi genere di lavoro, assumendovi anche gravi fatiche a fine di promuovere la maggior gloria di Dio nelle nostre case e tra quei giovanetti che la Divina Provvidenza ci va ogni giorno affidando perché noi li conduciamo pel cammino della virtù, dell'onore, per la via del cielo». (Circolare ai Salesiani del 6 gennaio 1884, E IV 249).

    201 Discorso a ex-allievi sacerdoti, 29 luglio 1880, BS 4 (1880), n. 9, sett., p. 11.

    202 Lettera del sac. Giov. Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani, BS 3 (1879), n. 1, genn., p. 2.

    203 Memoriale a Leone XIII, 13 aprile 1880, E III 572.

    204 Lett, a don F. Bodrato, 15 aprile 1880, E III 576.

    205 Circolare per l'opera di La Spezia, 11 Ottobre 1880, E III 628.

    206 Circolare ai giornalisti cattolici dell'Italia in favore della chiesa del S. Cuore a Roma, genn. 1881, E IV 21. Nell'analoga circolare latina per i giornalisti stranieri la formula è così resa: «ad bonum Religionis itemque societatis civilis omnino pertinet», E IV 22.

    207 Il sacerdote Giovanni Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane (dopo l'udienza pontificia del 23 aprile del 1881), BS 5 (1881) n. 5, maggio, p. 1-2.

    208 Lett, al ministro austriaco del Commercio, febbr. 1883, E IV 213.

    209 Prima conferenza dei Cooperatori in Genova, 30 marzo 1882, BS 6 (1882) n. 4, aprile, p. 70-71.

    210 Conferenza ai Cooperatori di Lucca, 8 aprile 1882, BS 6 (1882) n. 5, maggio, p. 81. 211 Conferenza alla chiesa della Maddalena a Parigi, 29 aprile 1883, MB XVI 238.

    212 Conferenza ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Torino, 23 maggio 1885, MB XVII 465.

    213 Partenza dei missionari salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice per l'America, BS 1 (1877) n. 4, dic, p. 1.

    214 Lett, a don F. Bodrato, 15 aprile 1880, E III 577.

    215 Circolare ai Cooperatori in favore dei missionari, 15 ott. 1886, E IV 361: egli invita il maggior numero di persone a «concorrere col suo obolo a questa opera di umanità e di fede», p. 363.

    216 Conferenza ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Torino, 23 maggio 1885, MB XVII 464.

    217 Lett, ad un benefattore, 1 nov. 1886, IV 364.

    218 Lettera di Don Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici, BS 11 (1887) n. 1, genn., p. 5.

    219 Ibid., p. 6.

    220 Conferenza ai Cooperatori a S. Benigno Canavese (Torino), 4 giugno 1880, BS 4 (1880) n. 7, luglio, p. 12. I corsivi di questo testo si trovano nell'originale.

    221 Lett, al presidente del consiglio e ministro degli esteri Benedetto Cairoli, 16 gennaio 1881, E IV 6.

    222 Circolare ai collettori di oblazioni in favore della chiesa del S. Cuore, genn. 1881, E IV 23.

    223 La missione della Patagonia, BS 6 (1882) n. 1, genn., pp. 2-3.

    224 L'onomastico del Padre e i figli a mensa con lui, 24 giugno 1883, BS 7 (1883), n. 8, agosto, p. 28.

    225 Discorso detto da D. Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici [a Torino], 23 maggio 1884, BS 8 (1884) n. 7, luglio, p. 96.

    226 Lettera di Don Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici, BS 10 (1886) n. 1, genn., p. 3.

    227 Ibid., p. 5.

    228 Lettera di Don Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici, BS 11 (1887) n. 1, genn., p. 3.

    229 Dei Cooperatori, BS 1 (1877) n. 1, agosto, p. 2.

    230 Esso definisce i contenuti concreti della formula «buoni cristiani e onesti cittadini» già più volte illustrati: cfr. P. BRAIDO, Il sistema preventivo di don Bosco. Torino, PAS 1955, parte II, pp. 135-173, cap. I Integralità educativa cristiana. Religione prima componente del

    sistema preventivo e cap. II Concretezza e articolazione umanistica dell'ideale educativo (II ed., Zurich, PAS-Verlag 1964, parte II, pp. 121-155, cap. I Integralità educativa cristiana e cap. II Articolazione umanistica dell'ideale educativo); ID., L'esperienza pedagogica di don Bosco.

    Roma. LAS 1988, pp. 115-122, cap. 9 L'educazione dell'antico uomo «rinnovato» «secondo i bisogni dei tempi»: il cristiano e il cittadino.

    231 MO (1991) 122-123. Si deve tener presente, però, che il testo è redatto negli anni 1873-1874.

    232 Circolare del 20 dicembre 1851, Em I 139-140.

    233 Lett, al prefetto di Torino, Vittorio Zoppi, 3 gennaio 1873, E II 250.

    234 Il sacerdote Bosco ai benemeriti Signori Cooperatori e Cooperatrici, BS 4 (1880) n. 1, genn., p. 2.

    235 Notizie sull'oratorio di Maria Immacolata e conferenza dei Cooperatori in Firenze, BS 6 (1882) n. 7, luglio, p. 121.

    236 Discorso ai Cooperatori a Torino, 23 maggio 1885, MB XVII 463.

    237 Il sacerdote Giovanni Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici, BS 9 (1885) n. 1, genn., pp. 3-4.

    238 Lett, al collegio di Lanzo, 5 gennaio 1875, E II 437 e 438: è da notare che in questa lettera la «moralità» è intesa chiaramente come «onestà» (inclusa in modo privilegiato la castità); la religione vi è semmai implicita come causa nell'effetto. Il collegio di Valsalice ha lo scopo «di assicurare alle famiglie signorili un mezzo di far dare ai propri figliuoli una educazione letteraria secondo le leggi della pubblica istruzione, ma che nel tempo stesso sia ai medesimi assicurato il più prezioso dei tesori, la moralità e la religione» (Programma, luglio 1874, E II 393).

    239 Lett, al Circolo Cattolico di Prato, 31 ott. 1884, E IV 303.

    240 La storia d'Italia raccontata alla gioventù da' suoi primi abitatori sino ai nostri giorni. Torino, Tipografia Paravia e Compagnia 1855, p. 109, OE VII 109.

    241 La storia d'Italia..., p. 131, OE VII 131.

    242 Il pontificato di S. Caio papa e martire. Torino, Tip. dell'Orat. di S. Franc. di Sales 1863, p. 36 e 38, OE XIV 398 e 400.

    Analogo discorso fa al governatore Marziano il vescovo Acacio: «Chi ama più i nostri Principi che noi Cristiani? Noi preghiamo ogni giorno per la conservazione della loro persona, per la prosperità del loro regno, per la gloria delle loro armi, e generalmente per tutto ciò che può portare loro qualche bene» (La persecuzione di Decio e il pontificato di San Cornelio I. Papa. Torino, Tip. G.B. Paravia e comp. 1859, p. 9, OE XII 9).

    243 Storia d'Italia, p. 184.

    244 Storia d'Italia, p. 189.

    245 Storia d'Italia, p. 523. Si riferisce al trattato di pace dopo la guerra di Crimea (30 marzo 1856), che per don Bosco ebbe come protagonisti i cattolici Francesco Giuseppe d'Asburgo e Napoleone III, felicemente concordi.

    246 È una delle conclusioni della Storia d'Italia, pp. 524-525.

    247 Fatti ameni della vita di Pio IX raccolti da pubblici documenti. Torino, Tip. dell'Oratorio di S. Franc. di Sales 1871, p. 3, OE XXIII 53.

    248 È quanto don Bosco avrebbe dichiarato nel 1850 al senatore piemontese conte Federico Sclopis in visita all'Oratorio di Valdocco con una commissione del Senato subalpino, BS 4 (1880) n. 12, die, p. 8. Si deve ricordare, tuttavia, che il testo è pervenuto a noi tramite il compilatore della Storia dell'Oratorio, don Giovanni Bonetti. Un'espressione simile è adottata dal medesimo don Bonetti, fedele discepolo di don Bosco, a commento del resoconto di una conferenza del Maestro tenuta a Lucca il 29 aprile 1880: «E noi ringraziamo i Cooperatori e le Cooperatrici Lucchesi delle tante prove di benevolenza date finora ai nostri fratelli loro ospiti, apriamo il cuore alla lieta speranza, che essi continueranno a confortarli della loro carità, affinché possano vedere esaudito il voto comune, che è di salvare dai pericoli dell'anima e del corpo un più gran numero di poveri giovanetti, e renderli savii cittadini col farli buoni cristiani» (La conferenza a Lucca, BS 4 [1880] n. 6, giugno, p. 10).

    249 La diocesi di Casale Monferrato e la prima Conferenza dei Cooperatori, BS 5 (1881) n. 11, dic., p. 5. È abbastanza chiaro che per don Bosco il «saviamente educati» coincide con il «cristianamente educati».

    250 Prima conferenza dei Cooperatori in Genova, BS 6 (1882) n. 4, aprile, p. 70.

    251 BS 6 (1882) n. 10, ott., p. 171.

    252 Noi riteniamo piuttosto che don Bosco esprima qui la sua permanente autocoscienza che egli vede ratificata (o immagina ratificata o fa ratificare) solennemente nelle parole del papa.

    253 Udienza del 9 maggio 1884, MB XVII 100.

    254 BS 8 (1884) n. 8, agosto, p. 113.

    255 Al Circolo Cattolico di Prato, 31 ott. 1884, E IV 303.

    256 Conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici di Torino, 23 maggio 1885, MB XVII 465.

    257 Lett, del 14 aprile 1873 alla signora Eugenia Radice Marietti Fossati, E II 269.

    258 «Ricordati, o Cristiano, che tu sei uomo di eternità. Ogni momento di tua vita è un passo verso l'eternità». È un motivo intenzionalmente raccolto ne La chiave del Paradiso in mano al cattolico che pratica i doveri di buon cristiano (Torino, Tip. Paravia e comp. 1856, pp. 24-29, OE Vili 24-29). Ma nello stesso libretto, fatto suo da don Bosco con correzioni e ritocchi, nelle pagine immediatamente precedenti, si trova delineato un Ritratto del vero Cristiano (pp. 20-23), che è tutto un richiamo all'imitazione di Cristo, concretata in puntuale impegno di virtù attive.

    259 Conversione di una valdese. Fatto contemporaneo esposto dal Sac. Bosco Gioanni. Torino, Tipografia dir. da P. De-Agostini 1854, pp. 99-100, OE V 357-358.

    260 Conversazioni tra un avvocato ed un curato di campagna sul sacramento della confessione per cura del Sac. Bosco Giovanni. Torino, Tip. Paravia e comp. 1855, p. 8, OE VI 152. Germano, «ricondotto alla fede dalle sue considerazioni, e da’ suoi studi aiutati dalla divina grazia, (...)

    si dimostrò d'allora in poi cristiano e cattolico sincero» (Ibid., p. 21).

    261 Circolare per la fondazione di un'opera a Sampierdarena, luglio-agosto 1872, E II 220.

    262 Al prefetto di Torino, 3 gennaio 1873, E II 249. Ancora al prefetto di Torino scriverà il 18 maggio 1879, perorando la causa delle scuole dell'Oratorio, minacciate di chiusura: «Scopo principale era di far loro apprendere un'arte o mestiere per renderli capaci di guadagnarsi un

    giorno onesto sostentamento» (E III 471); la medesima espressione ricorre in una lettera al ministro della pubblica istruzione sullo stesso oggetto del luglio 1879 (E III 486). 263 All'on. Paolo Boselli, 26 gennaio 1873, E II 254. 264 Al collegio di Lanzo, 5 gennaio 1875, E II 437. 265 Circolare per l'ospizio di Sampierdarena, gennaio 1875, E II 448.

    266 Al ministro Brin per l'opera di La Spezia, 16 gennaio 1878, E III 273.

    267 Lettera del sac. Giov. Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani, BS 3 (1879) n. 1, genn., p. 1.

    268 Al teol. G. Margotti, 9 agosto 1879, E III 509.

    269 A Giuseppe Borgogna, 30 maggio 1880, E III 590.

    270 Al Comitato Esecutivo dell'Esposizione Nazionale di Torino, 25 ottobre 1884, E IV 300.

    271 È la qualifica che don Bosco attribuisce a un adulto che egli ritiene meritevole di un'onorificenza civile. «A maggior gloria di Dio ed onore della verità il sottoscritto di tutto buon grado dichiara che il nobil signor Barone Antonio Nasi gode fama di buon cristiano, di onesto cittadino, appartiene ad una delle più rispettabili famiglie patrizie torinesi, membro di parecchie associazioni di beneficenza» (Attestazione al ministro degli Interni Villa, 5 luglio 1879, E III 485).

    272 Circolare, [10] giugno 1857, Em I 326.

    273 Catalogo degli oggetti posti in lotteria..., Torino, tip. di G.B. Paravia 1857, p. 3, OE IX 3.

    274 Circolare, 10 ottobre 1862, Em I 530.

    275 Lett, alla contessa G. Uguccioni, 28 marzo 1872, E II 203.

    276 Al prefetto di Torino, 3 gennaio 1873, E II 250.

    277 MO (1991) 123.

    278 MO (1991) 200: colloquio di don Bosco con il marchese Michele Cavour.

    279 Cooperatori salesiani ossia un modo pratico per giovare al buon costume ed alla civile società. San Pier d'Arena, Tip. e Libr. S. Vincenzo de' Paoli 1877, p. 4, OE XXVIII 342.

    280 A Carlo Vespignani, 11 aprile 1877, E III 166.

    281 Ai Cooperatori Salesiani, BS 1 (1877) n. 1, agosto, p. 2.

    282 Sistema preventivo (Utilità), 1877, p. 60, OE XXVIII 438 (des citoyens utiles et des bons chrétiens, p. 61) e XXIX 107.

    283 A E. Carranza, 30 sett. 1877, E III 221.

    284 Regolamento dell'Oratorio di S. Francesco di Sales per gli esterni (1877), parte II, capo II, p. 30, OE XXIX 60.

    285 Promemoria a Leone XIII, marzo 1878, E III 318.

    286 Conferenza a Roma, BS 2 (1878) n. 3, marzo, pp. 12-13.

    287 Lett, ai Cooperatori, BS 3 (1879) n. 1, genn., p. 2.

    288 Discorso ai giovani nella festa onomastica, 24 giugno 1879, BS 3 (1879), n. 7, luglio,

    p. 9.

    289 Lett, ai Cooperatori, BS 4 (1880) n. 1, genn., p. 3.

    290 Conferenza a Marsiglia, 20 febbr. 1880, ms allografo con corr di don Bosco, FdB

    1.888 D 2.

    291 Discorso a ex-allievi, 24 giugno 1880, BS 4 (1880) n. 9, sett., p. 10.

    292 Ibid.

    293 Deliberazioni del secondo Capitolo generale..., 1880, p. 57, OE XXXIII 65.

    294 Circolare, gennaio 1881, E IV 23.

    295 Conferenza ai Cooperatori di Torino, 20 gennaio 1881, ms allografo, FdB 444 A 6.

    296 Lettera ai Cooperatori, BS 5 (1881) n. 5, maggio, p. 1.

    297 Conferenza a Firenze, BS 5 (1881) n. 7, luglio, p. 9.

    298 Lett, ai Cooperatori, BS 6 (1882) n. 1, genn., p. 1.

    299 Ibid., p. 4.

    300 Conferenza ai Cooperatori a Genova, BS 6 (1882) n. 4. aprile, p. 70.

    301 Ibid., p. 73.

    302 Discorso a ex-alunni, 24 giugno 1882, BS 6 (1882) n. 7, luglio, p. 123.

    303 Lett, ai Cooperatori, BS 7 (1883) n. 1, genn., p. 4.

    304 Omelia a S. Sulpizio (Parigi), 1 maggio 1883, MB XVI 245.

    305 Lett, ai Cooperatori, BS 8 (1884) n. 1, genn., p. 2.

    306 Discorso a ex-allievi, 13 luglio 1884, BS 8 (1884) n. 8, agosto, p. 113.

    307 Circolare ai Cooperatori di Parigi, 29 genn. 1885, E IV 310.

    308 Conferenza ai Cooperatori di Torino, 23 maggio 1885, BS 9 (1885) n. 7, luglio, p. 95.

    309 Lett, ai Cooperatori, BS 10 (1886) n. 1, genn., p. 3.

    310 Lett, ai Cooperatori, BS 11 (1887) n. 1, genn., p. 5.

    311 Catalogo degli oggetti posti in lotteria..., pp. 2-3, OE VII 2-3.

    312 Circolare per una lotteria, 10 giugno 1857, Em I 326.

    313 Circolare per una lotteria, 10 ottobre 1862, Em I 530.

    314 Lett, alla contessa Gerolama Uguccioni, 28 marzo 1872, II 203.

    315 Lett, a Carlo Vespignani, 11 aprile 1877, E III 166.

    316 Il sistema preventivo nella educazione della gioventù (1877), p. 60, OE XXVIII 438.

    317 Lett, a un benefattore uruguayano, Enrique Fynn, 30 sett. 1877, E III 223. È evidente l'equivalenza delle parole da noi sottolineate con la formula «onesto cittadino e buon cristiano».

    318 Promemoria a Leone XIII, marzo 1878, E III 318.

    319 Lettera del sac. Giovanni Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani, BS 3 (1879) n. 1, genn., p. 2.

    320 Discorso al convegno degli ex-allievi laici, 25 luglio 1880, BS 4 (1880) n. 9, sett., p. 10.

    321 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale... (1880), p. 57, OE XXXIII 65.

    322 Conferenza ai Cooperatori fiorentini, 15 maggio 1881, BS 5 (1881) n. 7, luglio, p. 9.

    323 Il sacerdote Giovanni Bosco a’ suoi Cooperatori e sue Cooperatrici, BS 6 (1882) n. 1, genn., p. 1.

    324 Ibid., p. 4.

    325 Prima conferenza dei Cooperatori in Genova, 30 marzo 1882, BS 6 (1882) n. 4, aprile, p. 73.

    326 Parole di ringraziamento agli ex-allievi dell'Oratorio di Valdocco, la mattina del 24 giugno 1882, BS 6 (1882), luglio, p. 123. 327 Parole dette dopo il Vangelo nella chiesa di S. Sulpizio a Parigi, 1 maggio 1883, MB XVI 245.

    328 Il sacerdote Giovanni Bosco ai suoi Cooperatori e alle sue Cooperatrici, BS 8 (1884) n. 1, genn., p. 2.

    329 Feste di famiglia, 13 luglio 1884, a ex-allievi laici, BS 8 (1884) n. 8, p. 113. 330 Circolare ai Cooperatori di Parigi, 29 genn. 1885, E IV 310. 331 Circolare per l'ospizio di Sampierdarena, gennaio 1875, E II 448.

    332 Lett, al medico di Cassine (Alessandria), 6 sett. 1876, E III 93.

    333 Al ministro della Marina, Benedetto Brin, 16 genn. 1878, E III 273.

    334 Il sistema preventivo nella educazione della gioventù, promemoria a Francesco Crispi, febbraio 1878, P. BRAIDO (Ed.), Don Bosco educatore. Scritti e testimonianze. Roma, LAS 1992, p. 303.

    335 Ibid., p. 303.

    336 Lett, al ministro Giuseppe Zanardelli, 23 luglio 1878, E III 367.

    337 Lett, al prefetto di Torino, 18 maggio 1879, E III 471; identica formula si trova in una lettera al ministro della Pubblica Istruzione, luglio 1879, E III 486.

    338 Lett, al teol. Giacomo Margotti, 9 agosto 1879, E III 509.

    339 Lett, a Giuseppe Borgogna, 30 maggio 1880, E III 590.

    340 Lett, al ministro degli Interni, Benedetto Cairoli, febbr.-marzo 1880, E III 549.

    341 Esposto al Comitato Esecutivo dell'Esposizione Internazionale di Torino, 25 ottobre 1884, E IV 300-301.

    342 Breve conferenza alla Società Cattolica di Barcellona, 15 aprile 1886, MB XVIII 85.

    343 Don Bosco vi dedica buona parte della sessione XXIV del I capitolo generale (5 ottobre 1877), G. BARBERIS, Verbali III 42-44. «Scopo nostro [dei salesiani] si è di far conoscere che si può dare a Cesare quel che è di Cesare, senza compromettere mai nessuno; e questo non ci distoglie niente affatto dal dare sempre a Dio quello che è di Dio. Ai nostri tempi si dice questo essere un problema ed io se si vuole aggiungerò che è forse il più grande dei problemi; ma fu già sciolto dal nostro Divin Salvatore Gesù Cristo» (Ibid., p. 42).

    Un'esegesi puntuale del testo è offerta da F. DESRAMAUT, La sentence «Rendez à César...», avec ses exceptions (11 juillet 1860), nel saggio Autour de six logia attribués à Don Bosco dans les Memorie Biografiche, RSS 10 (1991) 13-25.

    344 Qualche suggestione è stata offerta in tre brevi saggi: P. BRAIDO, Il progetto operativo d don Bosco e l'utopia della società cristiana. Roma, LAS 1982; ID., Laici e laicità nel progetto operativo di don Bosco, nel vol. a cura di M. Cogliandro e A. Martinelli, Laici nella Famiglia salesiana. Atti della XII Settimana di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Roma, Editrice S.D.B. 1986, pp. 17-34; ID., Pedagogia ecclesiale in don Bosco, nel vol. a cura di C. Cini e A. Martinelli, Con i giovani raccogliamo la profezia del Concilio. Atti della XIII Settimana di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Editrice S.D.B. 1987, pp. 23-63.

    RSS 24 (1994) 7-75.

     

     

     

     


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