Aldo Giraudo
SCRIVO A VOI GIOVANI...
Appunti di spiritualità salesiana
6. Darsi totalmente a Dio
Il vertice spirituale della mia giovinezza l’ho raggiunto il giorno in cui ho rivestito l’abito ecclesiastico. Nell’estate mi ero predisposto con un deciso impegno interiore. Avevo chiesto agli amici di accompagnarmi con la preghiera. Si trattava di un rito formale, è vero, ma intendevo viverlo come passaggio definitivo da uno stile di vita ad un altro.
È stato come se quel giorno io facessi miei, pienamente e consapevolmente, gli impegni del battesimo.
Il parroco, che presiedeva la funzione, mi chiese di togliere la giacca, dicendo le parole che san Paolo aveva scritto agli Efesini: «Il Signore ti spogli dell’uomo vecchio con le sue azioni». Allora, dal profondo del cuore ho detto con slancio sincero: «Oh quanta roba vecchia c’è da togliere! Mio Dio, distruggi in me tutte le cattive abitudini». Poi, porgendomi il colletto ecclesiastico, continuò: «Il Signore ti rivesta dell’uomo nuovo, che è stato creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità». Mi sentii tutto commosso e aggiunsi tra me con grande determinazione: «Sì, o mio Dio, fa’ che in questo momento io vesta un uomo nuovo. Cioè che da questo momento io incominci una vita nuova, tutta secondo la tua volontà, e che la giustizia e la santità siano l’oggetto costante dei miei pensieri, delle mie parole e delle mie opere. Così sia. O Maria, aiutami tu».
Quell’evento, così preparato e vissuto con tanta intensità, ha segnato una svolta nella mia vita. Finalmente avevo avuto il coraggio di “darmi” a Dio. Sentivo dentro che non avrei più potuto vivere in modo approssimativo e superficiale.
Conoscevo me stesso, e sapevo quanto mi sarebbe stato difficile mantenere le promesse. Perciò mi sono fatto un programma di vita stabile, da non dimenticare. Ho scritto delle risoluzioni adatte al mio carattere e allo stile di vita a cui avevo aderito. Affinché mi rimanessero bene impresse, sono andato davanti ad un’immagine della Madonna, le ho lette, e dopo una preghiera ho fatto formale promessa di osservarle a costo di qualunque sacrificio.
Voi penserete che così deve fare chi abbraccia una vocazione speciale. Io vi rispondo che questo è l’atteggiamento richiesto ad ogni cristiano: la fede implica il dono di sé a Dio, la conversione di tutto il cuore a Lui, abbracciando con slancio e con gioia le esigenze di una vita da discepolo del Cristo risorto. È la logica del battesimo.
San Francesco di Sales insegnava questa totalità ai laici, immersi nel vortice degli impegni e degli affari. In qualsiasi luogo, condizione ed età è possibile vivere da cristiani con dedizione gioiosa, se ci si consegna a Dio con slancio generoso e determinazione assoluta, dopo un attento cammino di purificazione del cuore. Senza un effettivo distacco del cuore dal peccato e dalle cattive inclinazioni, ma anche dai propri puntigli e dall’amore egoistico di sé stessi, non si può fare un solo passo nella vita spirituale.
Nel mio lavoro di educatore e di pastore, ho cercato di condurre giovani e ragazzi su questa stessa strada.
Ho sempre pensato che tutti, anche i più piccoli e i più poveri, sono chiamati ad essere buoni cristiani e santi: è possibile ed è facile. Ho sperimentato quali risultati, quanta fecondità, pienezza di vita e gioia vengano ad un giovane quando decide di darsi totalmente a Dio. Non importa se in passato è stato un mediocre o anche peggio, impantanato in esperienze negative… Quando ci si converte a Dio, la potente grazia di Cristo opera meraviglie e ci fa creature nuove.
Semplicemente si tratta di mettere in pratica il primo comandamento: collocare Dio al centro, amarlo sopra ogni cosa e con tutto noi stessi. È un bisogno del nostro Io profondo, accompagnato da una grazia efficace.
Rifletti e confrontati
• “Darsi totalmente a Dio”: quali reazioni interiori suscita in te questa esigente espressione di Don Bosco?
• Quali pensi siano gli ostacoli più comuni e più difficili che si oppongono per poter arrivare a tanto?