Aldo Giraudo
SCRIVO A VOI GIOVANI...
Appunti di spiritualità salesiana
4. Le condizioni per iniziare il cammino
Ho compreso più tardi quanta ragione avesse mia madre dicendo, a proposito della mia prima comunione: «Sono persuasa che Dio abbia veramente preso possesso del tuo cuore».
Avevo undici anni e sapevo quanto stavo facendo, perché ero stato ben preparato a comprendere il significato del sacramento. Soprattutto avevo imparato come si deve corrispondere al dono di Dio: mi ero confessato bene, sinceramente pentito dei miei peccati. E mi ero impegnato a migliorare, superando me stesso nell’orgoglio, uno dei difetti dominanti.
Facevo il primo vero passo nella vita spirituale, perché mi aprivo a Dio. Infatti, soltanto quando si sgombera e si ripulisce la stanza interiore, il Signore può entrare e prenderne possesso. La sua grazia incominciava a lavorare il cuore. A me è parso di sperimentare un miglioramento, specialmente nell’ubbidienza e nella sottomissione agli altri, cose che prima mi ripugnavano.
Anche il gusto della vita spirituale provato tra i quattordici e i quindici anni, sotto la guida di don Calosso, è derivato dalla decisione di dare più spazio a Dio, di affidarmi pienamente a Lui, nella docilità alla guida spirituale.
Entrambi sono stati eventi interiori importanti.
Questi passaggi avvengono in vari modi e in diversi momenti della vita. La mia esperienza mi ha insegnato che può capitare a ragazze e ragazzi molto piccoli, agli adolescenti, ai giovani, come agli adulti. Ma credo che sia un’avventura tanto più bella, esaltante, quanto più si è giovani.
È qualcosa di molto personale. Può capitare d’improvviso, come una specie d’irruzione di Dio nella propria esistenza. Ma sono casi rari.
In genere avviene progressivamente, come una maturazione o una progressiva illuminazione interiore che si accompagna a un cammino di vita cristiana presa sul serio. La fedeltà alla preghiera quotidiana, la meditazione della Parola di Dio, l’esame di coscienza quotidiano per tenere sotto controllo i punti deboli, la confessione regolare, lo sforzo per evitare il peccato deliberato, il lavoro costante su di sé per costruire atteggiamenti e virtù cristiane, il contatto e l’inserimento in una comunità sana e allegra, animata dalla carità, la partecipazione alla liturgia e ai ritiri spirituali, l’amicizia con persone luminose e stimolanti, la direzione spirituale, il servizio in famiglia e nel gruppo… Sono tutti mezzi utili a preparare il terreno.
Poco alla volta questo insieme di elementi, questo clima di impegno, questo stile di vita fervido, fanno sbocciare e crescere un desiderio di interiorità sempre più forte, un amore reale per Dio e per le persone che ci stanno attorno, una gioia e una sicurezza intima che le difficoltà quotidiane e le fragilità non riescono più a turbare.
A questo punto è necessario assecondare senza paura la chiamata di Dio, ascoltare gli appelli del suo Spirito e muoversi sui sentieri che egli va tracciando.
Non tutte le strade sono uguali, però.
Per Domenico Savio - che era stato formato fin da piccolo ad un certo stile di vita, ad un atteggiamento di dedizione, al gusto dell’interiorità – le condizioni si crearono in seguito all’impegno regolare e perfetto nei doveri quotidiani, nella preghiera e nel servizio ai compagni. In questo stato interiore ed esteriore di affinamento dello spirito lo stimolo venne potentissimo da una predica ascoltata. Fu un’esperienza mistica, il suo cuore si sentì attratto irresistibilmente dall’amore di Dio.
Michele Magone, invece – ragazzo semplice e vivacissimo, ma abbandonato a sé stesso, cresciuto a contatto con compagni dissipati e marginali – è stato toccato nel profondo grazie all’inserimento nell’ambiente vivace e impegnato dell’Oratorio, alla disponibilità ad accettarne le regole essenziali e alla conoscenza di nuovi amici che vivevano in un modo diverso dal suo. Così molto presto si è reso conto della propria mediocrità e delle schiavitù del suo cuore. È stata una presa di coscienza sconvolgente. Si è innescata una crisi salutare che avrebbe potuto scoraggiarlo, se non avesse trovato un aiuto per uscirne costruttivamente.
Rifletti e confrontati
• Il cammino spirituale incomincia quando se ne creano le condizioni favorevoli: quali sono, a tuo parere, le più utili e urgenti per te?