Gesù sceglie
dei pescatori
La scelta dei pescatori (cf. Mt 4,18-22) illustra l`attività del loro futuro incarico derivante dal loro mestiere umano: gli uomini, alla stregua dei pesci tirati su dal mare, debbono emergere dal secolo verso un luogo superiore, ossia verso la luce del soggiorno dei cieli.
Abbandonando mestiere, patria, casa, ci insegnano, se vogliamo seguire Cristo, a non essere trattenuti né dall`inquietudine della vita nel mondo, né dall`attacamento alla casa paterna. La scelta di quattro apostoli all`inizio, insieme alla veracità dei fatti, dal momento che questi sono effettivamente avvenuti, prefigura il numero futuro degli evangelisti.
(Ilario di Poitiers, In Matth., 3, 6)
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Il beato apostolo Pietro, mentre stava sul monte col Signore e con gli altri due discepoli di Cristo, Giacomo e Giovanni, sentì una voce che veniva dal cielo: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mc 17,5).
L'apostolo lo ricorda nella sua lettera e ne dà testimonianza dicendo: «Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte». Poi soggiunge: «E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti» (2 Pt 1,18-19).
Questo Pietro, che parla così, era un pescatore: e ora merita gran lode come predicatore, né in lui si potrebbe più riconoscere il pescatore. Perciò l'apostolo Paolo, rivolgendosi ai primi cristiani, disse: «Considerate la vostra vocazione fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti,. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio» (1 Cor 1,26-29).
Se Cristo infatti avesse scelto per dare inizio alla sua opera un oratore, questi direbbe: sono stato scelto per la mia eloquenza. Se avesse scelto un senatore,costui potrebbe dire: sono stato scelto per la mia dignità. Se avesse scelto un imperatore, questi potrebbe dire: sono stato scelto per la mia potenza.
Tacciano e si facciano aspettare costoro, si calmino un poco. Non che debbano essere abbandonati né disprezzati; ma siano tenuti un po' in disparte quanti si possono vantare di se stessi.
Dammi, egli dice, quel pescatore; dammi quell'ignorante, quell'impreparato; dammi quello con cui il senatore non si degna di parlare nemmeno quando compra il pesce: dammelo. Quando l'avrò trasformato, sarà chiaro che sono io ad agire. Benché, anche nel senatore e nell'oratore e nell'imperatore agirò io; ma, sebbene io agisca nel senatore, tanto più sicuramente ciò sarà nel pescatore. Il senatore può vantarsi di se stesso, così pure l'oratore o l'imperatore; il pescatore, non può gloriarsi che del Cristo. Venga, venga per primo il pescatore, a insegnare l'umiltà che salva;dopo di lui potrà passare meglio anche l'imperatore.
Ricordate perciò il pescatore santo, giusto, buono, pieno di Cristo, che ha avuto la missione di prendere nelle sue reti gettate in tutto il mondo insieme agli altri popoli, anche questo. Ricordatevi che ha detto: «Abbiamo conferma migliore della parola dei profeti» (2 Pt 1,19).
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo.