Mi ami tu?
Ma, prima, il Signore domanda a Pietro ciò che già sapeva. Domanda, non una sola volta, ma una seconda e una terza se Pietro lo ama, e da Pietro altrettante volte si sente rispondere che lo ama; e altret - tante volte niente altro gli affida che il compito di pascere le sue pecore. Alla sua triplice negazione fa riscontro la triplice confessione d`amore, in modo che la sua parola non obbedisca all`amore meno di quanto ha obbedito al timore, e in modo che la testimonianza della sua voce non sia meno esplicita di fronte alla vita, di quanto lo fu dinanzi alla minaccia di morte. Sia dunque prova del suo amore pascere il gregge del Signore, come rinnegare il pastore costituí la prova del suo timore.
Coloro che pascono le pecore di Cristo con l`intenzione di farne le proprie pecore, si convincano che amano se stessi, non Cristo; si convincano di essere guidati dal desiderio di gloria, di potere, di denaro, e non dalla carità, che vuole soltanto obbedire, soccorrere ed essere gradita a Dio. Contro costoro vigila la parola del Signore cosí insistentemente ripetuta, gli stessi che strappavano gemiti all`Apostolo perché cercavano la propria gloria, non quella di Gesú Cristo (cf. Fil 2,21).
Che vogliono dire infatti le parole: «Mi ami? Pasci le mie pecore»? È come se, con esse, il Signore dicesse: Se mi ami, non pensare di pascere le pecore nel tuo interesse; pasci le mie pecore in quanto sono mie, non come se fossero tue; cerca nel pascerle la mia gloria, non la tua; cerca di stabilire il mio regno, non il tuo; cura il mio interesse, non il tuo, se non vuoi essere nel numero di coloro che, in questi tempi perigliosi, amano se stessi, e che perciò cadono in tutti gli altri peccati che da tale amore per sé derivano come dal loro principio. L`Apostolo, dopo aver detto: «Gli uomini invero ameranno se stessi», aggiunge infatti: "Ameranno il denaro, saranno presuntuosi, superbi, bestemmiatori, disobbedienti ai genitori, ingrati, scellerati, empi, disamorati, calunniatori, incontinenti, crudeli, nemici del bene, traditori, protervi, ciechi, amanti piú del piacere che di Dio con la sembianza della pietà, ma privi in realtà della sua virtù" (2Tm 3,1-5).
Tutte queste colpe derivano, come dalla loro sorgente, da quella che per prima l`Apostolo ha citato: «amano se stessi». È dunque con ragione che il Signore chiede a Pietro: «hai dilezione per me?», e giustamente, alla sua risposta: «Sí, ti amo» egli replica: «Pasci i miei agnelli»; e giustamente ripete per tre volte tali parole. Vediamo anche, in questa circostanza, che la dilezione è la stessa cosa che l`amore: la terza e ultima volta, infatti, il Signore non dice: «hai dilezione per me», ma dice: «Mi ami?».
Non amiamo noi stessi, ma il Signore: e nel pascere le sue pecore, cerchiamo ciò che è suo, non ciò che è nostro. Non so in quale inesplicabile modo accade che, chi ama se stesso e non Dio, non ama nemmeno sé, mentre chi ama Dio e non ama se stesso, in effetti ama anche sé. Colui che non ha la vita da se stesso, muore amando sé: quindi non ama se stesso chi sacrifica la propria vita a questo amore. Colui, invece, che ama il principio della sua vita, tanto piú ama se stesso non amando sé, poiché trascura sé per amare colui dal quale deriva la propria vita.
Non siano dunque tra quelli che «amano se stessi», coloro che pascono le pecore di Cristo, per non pascerle come proprie, ma del Signore...
Tutte queste colpe e le altre simili, sia che si trovino riunite nello stesso uomo, sia che esercitino separatamente il loro dominio, alcune su certi uomini, alcune su altri, derivano tutte dalla stessa radice, cioè dall`amore «per se medesimi». Questo è il pericolo dal quale, sopra tutto, debbono stare in guardia coloro che pascono le pecore di Cristo, in modo da non ritrovarsi mai a cercare il proprio interesse invece dell`interesse di Cristo, o a tentare di trarre soddisfazione dei propri desideri dalle pecore per la cui salvezza è stato versato il sangue di Cristo. L`amore per Cristo deve tanto crescere in colui che pasce le sue pecore, sino a giungere a quell`ardore spirituale che gli farà vincere anche il naturale timore della morte, in modo che egli saprà morire proprio perché vuole vivere con Cristo. L`apostolo Paolo ci dice infatti di avere un grande desiderio di essere sciolto dai vincoli della carne, per ritrovarsi con Cristo (cf. Fil 1,23). Egli geme per il peso di questo corpo, ma non vuole essere spogliato, ma piuttosto sopravvestito, onde ciò che è mortale in lui sia assorbito dalla vita (cf. 2Cor 5,4).
(Agostino, Comment. in Ioan., 123, 5)