L'amico importuno
"Se uno di voi ha un amico e lo va a trovare a mezzanotte e gli dice: Amico prestami tre pani... (Lc 11,5).
Ecco un altro precetto affinché innalziamo preghiere ogni momento, non solo di giorno ma anche di notte. Vedi infatti che quest`uomo, che è andato a mezzanotte per chiedere tre pani al suo amico, insistendo nella sua richiesta, non prega invano.
Cosa sono questi tre pani, se non l`alimento del mistero celeste? ché se tu ami il Signore Dio tuo, ne potrai ottenere non solo per te, ma anche per gli altri.
E chi è amico nostro piú di colui che per noi ha dato il suo corpo?
A lui, nel mezzo della notte, David domandò dei pani e li ottenne; domandava infatti quando diceva: "Nel mezzo della notte mi alzai per lodarti" (Sal 118,62). Meritò così di ottenere quei pani che ha posti davanti a noi da mangiare. Egli ha chiesto quando ha detto: "Bagnerò ogni notte il mio letto" (Sal 6,7); e non ha avuto timore di svegliare dal sonno colui che egli sa sempre all`opera vigilante.
Memori perciò delle Scritture, giorno e notte con la preghiera chiediamo insistentemente il perdono per i nostri peccati. Se infatti quel sì grande santo, che era preso dalle cure del regno, rivolgeva sette volte al giorno la sua lode al Signore (cf. Sal 118,164), sempre intento ai sacrifici del mattino e della sera, che cosa dobbiamo fare noi? Non dobbiamo chiedere con tanta maggiore insistenza, in quanto molto piú frequentemente cadiamo per la fragilità del corpo e dell`anima, affinché, stanchi del cammino e affaticati per il corso di questo mondo e per la tortuosità di questa vita, non ci manchi per il nostro ristoro il pane che fortifica il cuore dell`uomo?
E non soltanto nel mezzo della notte, ma quasi a ogni istante il Signore ci raccomanda di vegliare; viene egli la sera, e alla seconda e alla terza veglia, ed è solito bussare. Perciò "beati quei servi che il padrone, quando verrà, troverà vigilanti" (Lc 12,37). Se dunque tu desideri che la potenza di Dio si cinga e ti serva (cf. Lc 12,37), devi sempre vegliare; siamo infatti circondati di tranelli e pesante è il sonno del corpo, e se l`anima si mette a dormire perderà il vigore della sua forza.
Riscuotiti dunque dal tuo sonno onde bussare alla porta di Cristo, che anche Paolo chiese gli fosse aperta; egli, non contento delle sue preghiere, supplicò che l`assistessero anche quelle del popolo, affinché gli fosse aperta la porta per parlare del mistero di Cristo (cf. Col 4,3).
E forse è proprio questa la porta che Giovanni vide aperta; vide infatti e disse: "Dopo di ciò vidi, ed ecco una porta aperta in cielo e la voce che avevo udito prima mi parlava come una tromba e diceva: Sali fin qui e ti mostrerò ciò che deve accadere" (Ap 4,1). La porta si è dunque aperta a Giovanni, si è aperta a Paolo, per poter ricevere per noi i pani da mangiare. Paolo ha perseverato nel bussare alla porta, in modo opportuno e importuno (cf. 2Tm 4,2), allo scopo di rianimare i Gentili, affaticati e stanchi dalla fatica del cammino nel mondo, con l`abbondanza del nutrimento celeste.
Questo passo ci dà dunque il precetto di pregare di frequente, ci dà la speranza di ottenere e l`arte di persuadere: prima esponendo il precetto stesso, e poi fornendoci un esempio. Colui infatti che promette una cosa, deve dare la speranza della promessa, in modo che si presti obbedienza all`avvertimento e fede nella promessa: questa fede, sull`esempio della bontà umana, acquista a piú forte ragione la speranza della bontà eterna, sempreché siano giuste le cose che si chiedono per evitare che la preghiera divenga peccato (cf. Sal 108,7).
Paolo poi non si è vergognato di chiedere piú volte la stessa cosa, per non sembrare o poco fiducioso nella misericordia del Signore, o orgogliosamente impermalito per non averla ottenuta con la preghiera. "Per questo" - egli dice - "tre volte pregai il Signore" (2Cor 12,8); e ci indica cosí che spesso Dio non ci accorda ciò di cui lo preghiamo, perché giudica inutile quanto invece noi riteniamo esserci vantaggioso.
(Ambrogio, In Luc., 7, 87-90)