L`anello regale,
che d`autorità è il segno,
fa` ch`io lo riporti nella mano destra,
per non deviare mai piú verso sinistra.
E come protezione dal Serpente
metti scarpe ai miei piedi
perché non urtino la tenebra,
ma la sua testa schiaccino.
Al sacrificio del vitello grasso,
che sulla Croce per noi s`è immolato
e al sangue uscito per la lancia dal Costato
donde usciva il ruscello della Vita,
fammi partecipare nuovamente,
come nella parabola del Figlio Prodigo,
per mangiare il pane che dà vita,
per bere alla tua celeste coppa...
Sulle tracce del Prodigo ho camminato
in paesi estranei e lontani;
l`eredità paterna ho scialacquato
che al Fonte sacro avevo ricevuto.
Laggiú straziato fui da carestia
del Pane de]la Vita e della divina Bevanda.
Pascolando il gregge dei porci, sfamato
non mi son con i peccati della dolce carruba.
Invoco il Padre tuo come il cadetto
dicendo: «Contro Te e contro il ciel peccai;
anche se di figlio il nome al tuo cospetto,
Padre celeste, non son degno di portare.
Fa` di me (quantomeno) un salariato
che per modesta paga compia il bene;
(ponimi) tra quei che son salvati dal secondo gruppo,
perché ho spezzato l`amor dovuto al Padre».
Accoglimi tra le braccia per esser da Te curato,
o Sublime; rendimi degno del tuo santo bacio;
sostituisci, o Immortal, col tuo profumo,
il lezzo cadaverico dell`anima!
Dammi la carne del Vitello grasso;
il vin che è sulla Croce fammi bere;
allieta lo stuol degli angeli,
perch`io morto la vita ho ritrovato.
L`Ebreo, figlio primogenito,
ovver color che son dei Giusti a lato,
che provenendo dal campo della Legge,
alla tua Chiesa vennero,
sol da lontano intesero la voce,
dei suoi figli che danzavano concordi,
e non vollero entrar nel Santuario,
quali persone afflitte alla maniera umana.
Si consumavan per la gelosia
al veder la salvezza dei gentili:
poiché si vantavano i lor padri
che la tua Legge non han trasgredito.
Quanto ad essi, non erano salvati
né dal Vitello grasso, olocausto di tuo Figlio,
né dal capretto pure immolato
per umano od angelico che fosse.
(Nerses Snorhalí, Jesus, 19-25, 591-600)