La coscienza
del dono ricevuto
Anzitutto - dice Cristo - bisogna che voi sappiate chi siete stati e chi siete diventati, cioè che conosciate la grandezza del dono ricevuto da Dio. Poiché sono state fatte per voi grandi cose, molto piú grandi che per quelli che sono vissuti prima di voi. Ciò che io stesso faccio per coloro che credono in me e che sono divenuti miei discepoli per elezione, in verità il mette molto al di sopra dei discepoli di Mosè. Se infatti è vero che la prima Alleanza fatta sul Monte Sinai genera per la schiavitú, allora anch`essa è schiava e genera schiavi (cf. Gal 4,24s). Erano infatti schiavi tutti quelli soggetti ai comandamenti: questi regolavano la loro condotta; e la pena di morte, alla quale nessuno poteva sfuggire, era diretta contro tutti quelli che violavano i comandamenti.
Ma voi, grazie a me, avete ricevuto il dono dello Spirito Santo; esso vi ha fatti diventare figli adottivi e cosí potete chiamare Dio Padre vostro. Infatti, non avete ricevuto lo Spirito per ricadere nella schiavitú e nella paura; ma lo spirito di adozione a figli, grazie al quale nella libertà chiamate Dio Padre (cf.Rm 8,15). Adesso, voi servite in Gerusalemme con orgoglio e avete quella libertà che spetta a coloro che la risurrezione rende liberi ed immutabili, e partecipi della vita celeste già in questo mondo.
Dunque, poiché c`è questa differenza tra voi e quelli che sono soggetti alla Legge - se è vero che la lettera della Legge uccide e condanna coloro che la violano ad una morte inevitabile, lo spirito invece vivificato dalla grazia fa sí che mediante la risurrezione diventiate immortali e immutabili - sarebbe bene che voi anzitutto sapeste mantenere costumi degni di tale nobile condizione; infatti, solo quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio, quelli invece che sono soggetti alla Legge, hanno soltanto il nome comune di figli. Ho detto: "Siete dèi e figli dell`Altissimo" (Sal 81,6s), ma come uomini morirete. Perciò, coloro che hanno ricevuto lo Spirito Santo e che quindi aspettano l`immortalità, devono vivere dello Spirito, vivere secondo lo Spirito e avere la coscienza degna di coloro che lo Spirito guida, cioè tenersi lontani dal peccato, avere costumi conformi alla vita divina. In caso contrario, non sarò con voi quando invocherete il nostro Signore e Dio.
Bisogna naturalmente che sappiate che Dio è Signore e Creatore di tutte le cose e dunque anche di voi; infatti, è grazie a lui che godete molti beni. Eppure, chiamatelo Padre affinché, una volta compresa la vostra nobile condizione, la vostra dignità e la vostra grandezza di figli del Signore di tutte le cose e vostro Signore, possiate agire in armonia con queste verità.
Non dite, allora: «Padre mio», ma: «Padre nostro». Egli è infatti Padre di tutti come la grazia, mediante la quale siamo diventati suoi figli adottivi. Perciò, non vogliate solo agire degnamente verso il Padre, ma vivete anche in buona armonia con i vostri fratelli, che sono nelle mani dello stesso Padre.
(Teodoro di Mopsuestia, Hom. Catech., 11, 7-9)