Il Signore è con te
Domenico Sigalini
Chi frequenta la chiesa e partecipa a qualche liturgia, come la messa, si sente dire tante volte, come saluto, come augurio, come inizio di dialogo: «Il Signore sia con voi».
Prima di dire una preghiera, prima di dare una benedizione, prima di congedare, prima di fare un gesto solenne, il prete dice – talvolta svogliato, talaltra deciso, spesso in maniera ripetitiva e automatica: «Il Signore sia con voi».
Come sempre, quando ci si abitua a delle espressioni, queste perdono il loro significato e diventano modi di dire. Quando l’angelo lo disse a Maria, non stava facendo liturgie, non ha detto «il Signore è con te» per cominciare una preghiera, ma definiva un fatto nuovo nella storia dell’umanità.
Dio non è colui che abita nei cieli, l’inaccessibile, colui che non può essere circoscritto in nessuna realtà creata? È sempre stato un grande desiderio di ogni uomo religioso poter stare con Dio, vivere con lui, avere un contatto con la divinità. Gli ebrei andavano al tempio e con sacrifici propiziatori chiedevano di poter parlare con Dio, dialogare con lui. Il pontefice faceva da "ponte" appunto per creare il contatto, per dare all’uomo una vaga speranza di poter invadere lo spazio di Dio in cerca di aiuto.
L’angelo Gabriele invece salta tutti i sacrifici propiziatori, tutte le volute d’incenso che riempivano il tempio, cambia il grande desiderio dell’uomo di voler incontrare Dio nella decisione definitiva di Dio di abitare con l’uomo, di stare con lui, e garantisce a Maria che il contatto, la presenza impossibile, la vicinanza di Dio stava diventando per lei un dato di fatto, un’esperienza assolutamente nuova che cambiava il corso della storia. Con Maria cambia radicalmente la storia: il Signore viene ad abitare nella vita dell’uomo. La Madonna non risponde: «E con il tuo Spirito», non stava a messa distratta, ma viene colpita dall’intensità del significato.
Come? Io, una ragazza come tante, con i miei progetti, i miei sogni, i miei slanci di amore verso Giuseppe, sono la dimora di Dio, sono abitata da Dio? Sono piena di lui, non c’è in me più nessuno spazio per altri, che non sia colmato e riempito alla grande da Dio?
Non è che non capisco la grandezza della prospettiva, ma la ritengo esageratamente alta per me. Mi vedo umile, semplice, piccola e chiamata a queste altezze da vertigine. Come può essere?
Questo Signore per la prima volta sta con la creatura in maniera definitiva, nuova, unica.
Da allora tutto è talmente vero e bello che Dio non ha più abbandonato l’uomo e il saluto delle messe: «Il Signore sia con voi» è un saluto che ci garantisce che Dio non ci abbandona più, è sempre con noi, ci abita, ci possiede, ci fortifica dall’interno. Per ogni cristiano si può dire: il Signore è con te. Dio sta qui, non lassù, è in te con lo Spirito, è dentro di te con la sua forza. Non sei solo, non sei abbandonato a te stesso, non sei di nessuno, ma c’è con te il Signore, il Kyrios, l’Onnipotente. Dio non abita in case di pietre, non si fa raggiungere da sangue e sacrifici di animali, ma è inquilino di ogni persona.
Nel vangelo tante altre volte Gesù si sentirà chiedere dalla gente: «Maestro dove stai? dove abiti? quale è il tuo spazio di vita, di forza, di azione, di amore? da che cosa ti fai circondare?». La sua risposta è coinvolgente: «Venite e vedrete, voglio stare con voi, voglio che stiate cuore a cuore con me».
Noi stiamo cuore a cuore con Dio; da quando Maria ha concepito Gesù, non c’è più nessun vuoto, nessuna solitudine, nessun abbandono. «Io sono con te». Il Signore è con te come lo è per Maria, ti può riempire tutto se vuoi. Perché tante persone che abitano nelle clausure più isolate sono felici? Perché sperimentano che Dio è con loro, si fa incontrare lì nella vita contemplativa.
La solitudine è sconfitta, Dio è presente nella nostra vita, la sua dedicazione senza riserve al nostro quotidiano è garantita. E noi lo contempliamo estasiati in Maria.