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    I cieli narrano…

    (Salmo 19)

    Gianfranco Ravasi


    L'
    estate col trionfo del sole evoca al lettore attento della Bibbia alcune pagine tutte intrise di luce, di calore, di splendore.

    È il caso del Salmo 19 (18 nella numerazione della liturgia), illuminato da due dischi solari, quello dell'astro naturale che incombe anche sulla nostra estate e sulle nostre vacanze e quello della parola di Dio i cui "comandi sono limpidi, danno luce agli occhi". Il salmo è affacciato, allora, proprio su questi due soli, quello che brilla nel nostro cielo (vv. 2-7) e quello che risplende all'orizzonte delle nostre coscienze (vv. 8-15). Un rabbino medievale, grande studioso della Bibbia, di nome Kimchì, affermava che "come il mondo non si illumina e vive se non per opera del sole, così l'anima non si sviluppa e non raggiunge la sua pienezza di vita se non attraverso la parola di Dio". E in questi anni più vicini a noi il pastore protestante e teologo D. Bonhoeffer, che è stato impiccato nei campi di concentramento nazisti, scriveva: "Il salmo 19 non può parlare della magnificenza del corso degli astri senza pensare, con uno slancio improvviso e nuovo, alla magnificenza della rivelazione della legge di Dio".
    Noi ci fermeremo a contemplare il primo sole, quello della natura, così come ce lo dipinge il poeta biblico nella prima parte della sua lirica-preghiera. Se questa strofa può essere letta proprio nella cornice di una luminosa giornata estiva, essa però non si riduce ad un idillio paesaggistico. Il sole e il mondo sono sempre agli occhi del credente "creazione", sono quasi una misteriosa parola sussurrata da Dio all'uomo. Il celebre astronomo Keplero nella sua opera Armonia cosmica, dopo aver citato il nostro salmo, scriveva: "Ti ringrazio, mio Dio, nostro creatore, di avermi mostrato la bellezza della tua creazione e così io gioisco dell'opera delle tue mani. Ecco, io ho compiuto l'opera alla quale mi sono sentito chiamato: ho annunciato agli uomini lo splendore delle tue opere. Nella misura in cui il mio spirito limitato le ha potute comprendere, gli uomini ne leggeranno qui le prove". Ascoltiamo anche noi le parole del salmista:

    I cieli narrano la gloria di Dio
    e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
    Il giorno al giorno ne affida il messaggio
    e la notte alla notte ne trasmette notizia.
    Non è linguaggio e non sono parole
    di cui non si oda il suono.
    Per tutta la terra si diffonde la loro voce
    e ai confini del mondo la loro parola.
    Là pose una tenda per il sole
    che esce come sposo dalla stanza nuziale,
    esulta come prode che percorre la via.
    Egli sorge da un estremo del cielo
    e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
    nulla si sottrae al suo calore (vv. 2-7).

    Si intravedono facilmente all'interno di questa strofa,che costituisce il primo movimento del salmo, alcuni simboli applicati al sole: nuziale, militare, atletico. Il sole, infatti, tanto celebrato soprattutto in Egitto in seguito ad una riforma religiosa di stampo monoteistico imposta dal faraone Akhnaton (XIV sec, a. C.), è dipinto dal poeta biblico come un eroe guerriero che, dopo essere uscito dalla stanza nuziale ove ha trascorso la notte (il grembo delle tenebre), inizia la sua folle corsa sull'orizzonte come un campione che non conosce soste e stanchezze, mentre tutto il pianeta è avvolto dal calore irresistibile del giorno.
    Questo intreccio di immagini nuziali, sportive e militari era noto anche nelle preghiere mesopotamiche: "O Sole, guerriero ed atleta, e tu Notte, sua sposa, lanciate sempre uno sguardo favorevole alle mie suppliche e alle mie pie azioni!".
    Questo primo movimento del salmo si snoda, però, su due piccoli quadri. Il primo raccoglie il canto dei cieli, presentati come se fossero persone che fanno da testimoni entusiasti dell'opera creatrice di Dio. Essi, infatti, "narrano", "annunciano" le meraviglie del Creatore che li ha fatti. Anche il giorno e la notte sono rappresentati come messaggeri che trasmettono di postazione in postazione la grande notizia del Signore che si rivela proprio nelle sue creature. Spazio (i cieli) e tempo (notte e giorno) sono, perciò, coinvolti in una specie di "vangelo"di gioia e di luce, "nell'universo – scriveva un commentatore tedesco dei Salmi, H. Gunkel – risuona una musica teologica".
    Si tratta, però, di una musica e di un messaggio che non conoscono parole sonore ed echi; eppure questa strana voce silenziosa percorre tutto l'universo. Lo sguardo interiore dell'uomo e il suo orecchio spiritualmente attento possono decifrare questo enigma che è il creato. Il mondo muto si rivela all'occhio e all'orecchio dell'uomo come una realtà che parla e canta. S. Giovanni Crisostomo, celebre padre della Chiesa di Cappadocia (nell'attuale Turchia centrale), scriveva: "Questo silenzio dei cieli è una voce più risonante di quella di una tromba. Questa voce grida ai nostro occhi e ai nostro orecchi la grandezza di chi li ha fatti". Il salmo si trasforma, allora, in un invito a vivere la nostra vacanza non come un semplice spazio vuoto, di riposo, di divertimento, di dispersione ma come un tempo colmo di scoperte e di stupore. Lo scrittore inglese Chesterton, il famoso creatore del personaggio popolare di P. Brown, sacerdote-investigatore, affermava che "il mondo non perirà per mancanza di meraviglie ma per mancanza di meraviglia".
    Il secondo quadro è avvolto dalla luce del sole, il principe del nostro orizzonte. La "tenda" è la notte ove il sole si ritira come fa il nomade che all'incombere della tenebra si rifugia nella sua tenda. Da questa camera nuziale notturna il sole esce all'alba come sposo – guerriero - atleta, pronto ad iniziare il suo lavoro – conquista – corsa negli spazi siderali. Ecco, ormai il poeta vede fiammeggiare il sole in pieno cielo, tutta la terra è pervasa dal suo calore, l'aria è immobile, nessun angolo può sfuggire alla sua luce. Ma a questo punto il salmo ha una svolta: diventa un inno al sole della parola di Dio. E noi invitiamo chi ci ha seguito fin qui a prendere tra le mani una Bibbia e a concludere da solo la lettura del Salmo 19 scoprendo i raggi di luce che emanano dalla parola di Dio.

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