Guarda
con gli occhi della fede
la vita eterna
«Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini» (1 Cor 15,19). C’è dunque un’altra vita. Ciascuno interroghi il Cristo riguardo alla propria fede. Ma la fede dorme. È logico che sia fluttuante, perché il Cristo sta dormendo nella barca. Gesù infatti dormiva nella barca ed essa era sballottata sulle acque tra molte tempeste. Si agita dunque il cuore quando il Cristo dorme. Ma Cristo è sempre desto; che significa allora che il Cristo dorme? È la tua fede che dorme. Perché sei ancora agitato dalle tempeste del dubbio? Sveglia Gesù,sveglia la tua fede: guarda con gli occhi della fede la vita futura in vista della quale hai creduto, per la quale sei stato segnato col sigillo di lui. Egli ha vissuto questa vita per mostrarti quanto sia disprezzabile quella che tu amavi e quanto sia da sperare quella che tu non speravi. Se dunque avrai risvegliato la fede e fissato il tuo sguardo sulle realtà ultime, sulle gioie del secolo futuro che godremo dopo la seconda venuta del Signore e il suo giudizio, quando sarà stato consegnato ai santi il regno dei cieli; se avrai diretto il tuo pensiero verso quella vita e verso la pacifica attività che vi si svolge; allora, o carissimi, non sarà agitata la nostra fatica, il nostro lavoro sarà traboccante di una dolcezza unica, non molestato da nulla, non danneggiato da alcuna stanchezza, non turbato da nessuna nube.
Quale sarà allora la nostra occupazione? Lodare Dio, amare e lodare, lodare amando e amare lodando.
«Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!» (Sal 83,5) Per quale ragione, se non perché ti ameranno per sempre? Per quale ragione, se non perché ti vedranno per sempre? Quale spettacolo sarà dunque mai, fratelli miei, la contemplazione di Dio! Noi, fratelli, se viviamo col continuo desiderio di appartenere a lui e perseveriamo in esso fino alla fine, giungeremo alla visione e saremo ricolmi di gioia. Saranno tutti puri i cittadini di quella città e non vi sarà ammesso nessun sedizioso o turbolento. Quello stesso nemico che qui ci ostacola per non farci giungere a quella patria, là non può più insidiare nessuno, perché non gli è neppure permesso di entrarvi. Se già ora infatti è escluso dal cuore dei credenti, come non lo sarà dalla città dei viventi? Cosa non sarà mai, o fratelli, cosa non sarà, chiedo a voi, abitare in quella città, se già il parlarne dà tanta gioia?
Dobbiamo preparare il cuore a questa vita futura; chi prepara il cuore ad essa, disprezza del tutto questa; il disprezzo di questa, poi, gli fa aspettare con sicurezza quel giorno che il Signore ci invita ad attendere nel timore.
(Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo)