Giovanni Battista
Commento patristico
Il coraggio di Giovanni nel colpire i vizi.
Questa notizia riguardante Giovanni - che cioè egli non portava vesti sontuose - può avere anche un’altra interpretazione allegorica. In coerenza col rifiuto di abbigliamenti lussuosi, egli mai incoraggiò con blandizie la vita dei disonesti, ma la colpì con il vigore di aspre invettive, dicendo: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sottrarvi all’ira che sta per venire?
Cosi dice, in proposito, Salomone: Le parole dei sapienti sono come pungoli e come chiodi profondamente confitti. Le parole dei saggi possono quindi essere paragonate a chiodi e a stimoli, perché rifiutano di accarezzare le colpe dei disonesti e ne sono come dei pungoli.
Perché Giovanni è proclamato più che un profeta.
Chi siete andati a vedere nel deserto? Un profeta? Si, vi dico; anzi, più che un profeta. Il ministero profetico comporta, infatti, la predizione degli eventi futuri, non anche di mostrarli compiuti. Giovanni dunque è più che un profeta, perché indicò presente il Signore, dopo averlo preannunziato ed esserne stato il precursore. Di lui si afferma che non fu canna agitata dal vento, che non portava vesti sontuose e che l’appellativo di profeta era inadeguato.
Ascoltiamo allora ciò che degnamente può essere detto per definirlo: Egli è colui di cui sta scritto: Ecco io invio davanti a te il mio messaggero, che preparerà la tua via innanzi a te. Il vocabolo «angelo», di origine greca, in latino indica chi fa da messaggero, ed è esatto definire con questo termine chi è inviato ad annunciare il Giudice divino: si esprime cosi, nel linguaggio, la dignità tipica dell’azione. Il nome è solenne, ma la vita di Giovanni non gli fu inferiore.
(S. Gregorio Magno)