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    Giuseppe Bucaro

    Filosofia
    della religione
    Forme e figure

     

    Presentazione di Gaspare Mura

     

    CHE COSE LA FILOSOFIA DELLA RELIGIONE?

    Il libro che qui presentiamo sulla «filosofia della religione» si accredita non solo per l'estesa panoramica sulle principali «forme» in cui si è configurata e si configura oggi la «filosofia della religione», ma anche, e soprattutto, per la capacità di chiarire i nodi teoretici legati ai problemi sollevati dalla riflessione filosofica sulla religione. L'Autore, docente della materia, e che non cela i suoi prevalenti intenti didattici, dopo aver definito il compito della filosofia della religione, consistente nel cogliere l'essenza e le forme del fatto religioso, tenendo conto degli apporti di tutte le discipline e le scienze della religione, espone con chiarezza il metodo misto e comparato proprio della filosofia della religione, che deve tener conto sia delle ricerche scientifiche sulla religione che delle varie ermeneutiche dei fenomeni religiosi, al fine di poter garantire la peculiarità propriamente filosofica di questa importante disciplina. Ciò, didatticamente, permette di far comprendere subito agli allievi, nell'attuale contesto tendente o a ridurre la filosofia della religione nell'ambito di una qualche «scienza» delle religioni, oppure ad assorbirla ad un qualche tipo di filosofia totalmente avulsa dal fatto concreto della religione, in che consista e quale sia propriamente la realtà che è oggetto della filosofia della religione. Dal punto di vista teoretico, inoltre, il metodo proposto risulta particolarmente valido al fine di aprire il discorso metafisico sulla religione senza mortificare le ricerche scientifiche che studiano il fatto religioso. Dal punto di vista storiografico, infine, è proprio tale metodo che permette di leggere le diverse forme di filosofia della religione che si sono configurate storicamente, attraverso figure di autori particolarmente significativi, all'interno di un'unica prospettiva interpretativa, che pur cogliendone pregi e limiti, evidenzia con chiarezza la tesi di fondo dell'Autore, intesa da una parte a distinguere efficacemente la filosofia dalla religione, e dall'altra a cogliere la specificità universale del fatto religioso nella prospettiva della filosofia.
    Emerge cosi con chiarezza sia la differenza tra la filosofia della religione e l'apologetica, in quanto la filosofia della religione non privilegia una qualche religione, ma viceversa tenta di fondare la comprensione del fatto religioso come è vissuto universalmente dall'uomo; sia anche la differenza tra la teologia delle religioni e la filosofia della religione, la quale deve rimanere entro un ambito strettamente filosofico, e pur in stretta relazione con l'antropologia, deve essere aperta ad una ulteriore riflessione di tipo metafisico e anche teologico. Inoltre, viene chiarita la differenza della filosofia della religione dalla teologia filosofica o teodicea naturale: la filosofia della religione non si occupa di dimostrare l'esistenza di Dio, o di conoscerne gli attributi, ma parte dal fatto storico della religiosità dell'uomo per interpretare questo fatto. L'«ente» come oggetto proprio della filosofia della religione è il Sacro religioso, di cui si cerca di cogliere ciò che è unico nelle varie religioni al fine di definire ciò che è in sé la religione. Con ciò la filosofia della religione si apre anche a cogliere la specifica razionalità che è implicita in ogni autentica religione, e chiarisce i suoi rapporti con la ricerca teologica.
    Tenendo conto dell'attuale contesto culturale in cui si muove la filosofia della religione, il denso e meditato lavoro del Bucaro si rivela teoreticamente fecondo, offrendosi come un significativo contributo a chiarire un'altra importante differenza: quella tra filosofia della religione e filosofia religiosa. Contro una tendenza oggi dominante a risolvere la filosofia della religione nella sfera di una filosofia per sé religiosa, Bucaro evidenzia infatti la netta distinzione tra la filosofia e la religione e confuta ogni tipo di indebito assorbimento o riduzionismo della religione nell'ambito di una filosofia. Come pure chiarisce la differenza che esiste tra il tipo di riflessione teoretica proprio della filosofia della religione, da quello di una filosofia che parte già dall'interno di una religione, al fine di esplicitarne la razionalità, applicando il metodo metafisico ai contenuti insiti in una determinata religione storica. La filosofia della religione studia il pensiero religioso come fatto umano universale e, come tale, non investe una sola forma storica di religione, ma cerca di enucleare gli elementi essenziali della religione in generale.
    È in questo contesto metodologico che vengono trattate le principali tematiche attinenti alla filosofia della religione: dal problema della fenomenologia religiosa, alle tematiche relative al Sacro, o al senso dell'utopia, dalla domanda sul valore simbolico del linguaggio religioso, nel contesto dell'attuale filosofia linguistica ed ermeneutica, alla riflessione sul Mito, dal problema del «senso» della fede come paradosso religioso, all'analisi dell'esperienza delle forme piú specifiche del fatto religioso. Ed è parimenti con notevole chiarezza concettuale ed espositiva che vengono inquadrati i vari autori in una prospettiva sintetica, unitaria, ben sorretta teoreticamente e criticamente, e che si risolve in uno strumento di particolare utilità didattica. A questo proposito vanno anche messi in luce il linguaggio e lo stile chiari, personali e stilisticamente efficaci, segno di notevole capacità didattica ed espressiva.
    Sulla base di tali criteri metodologici ben evidenziati viene impostata la struttura del lavoro, volta a chiarire le varie forme in cui si è configurata storicamente la filosofia della religione nella cultura filosofica moderna e contemporanea, attraverso un discorso di interna critica ed interpretazione. A tal fine vengono accomunati sotto forme di comuni tematiche figure di autori diversi per epoca e per scuola, per far meglio risaltare qual è l'ambito proprio, i metodi e l'oggetto della filosofia del fatto religioso. In particolare, vengono esaminate le seguenti forme della filosofia della religione, entro le quali vengono studiate ed analizzate le diverse figure degli autori: la forma che intende la filosofia come religione (Spinoza, Kant, Hegel); la forma che contrappone la religione alla filosofia (Hume, Feuerbach, Marx); la forma che tende al netto distacco della religione dalla filosofia (Kierkegaard, Barth); le tendenze che collocano lo studio del fatto religioso unicamente entro l'ambito delle scienze sociali o psicologiche (Comte, Durkheim, Weber, Freud); le varie forme che riconoscono l'autonomia della sfera e dell'esperienza religiose (Schleiermacher, Otto e la fenomenologia del Sacro, Scheler e l'«eterno nell'uomo»); le forme nichilistiche della filosofia della religione, considerata all'interno della crisi del Sacro nella civiltà occidentale (Nietzsche); le forme che considerano la filosofia della religione unicamente all'interno dei pur fondamentali problemi del linguaggio e in particolare del linguaggio su Dio (Wittgenstein); le forme di filosofia della religione che si configurano nell'ambito delle vaste ricerche sul Mito, il Simbolo, il Rito (da Platone a Vico, Lévy-Bruhl, Cassirer, van der Leeuw, Malinowski, Lévi-Strauss, Kirk); la forma della filosofia della religione considerata come pensiero utopico in un contesto ateo (Bloch).
    Nella conclusione, si ribadisce come la filosofia della religione si svolga come comprensione del fatto religioso, offerta attraverso tematiche e metodologie che sono pro- priamente filosofiche, e non consista quindi in una sua spiegazione puramente scientifica. La prospettiva tematica conclusiva, particolarmente originale e suggestiva, e che prelude ed annuncia un ulteriore lavoro di approfondimento teoretico sul «senso» e sull'«essenza» del fatto religioso, mette bene in luce come, a differenza della filosofia, la religione sia Salvezza, perché è sapere salvifico che ha Dio come principio e l'uomo come responsabile; sia Esperienza, perché interpella l'uomo cui propone la pienezza della verità sull'uomo; sia quindi, implicitamente, Etica, Evento, Parola, Rito, tematiche tutte che già introducono le linee argomentative del nuovo lavoro.
    Una menzione va fatta alla sobria essenzialità dell'apparato critico e bibliografico, che senza eccedere in lunghe elencazioni di titoli, coglie con sicurezza e precisione i testi fondamentali degli autori, nonché gli studi e le monografie fondamentali e piú recenti, offrendo anche in questo agli allievi un materiale validamente utilizzabile e chiaramente specificato.
    In un contesto didattico e scolastico che vede profondamente rinnovati i metodi e i criteri per l'insegnamento della religione nelle scuole, soprattutto in quelle secondarie superiori, nelle quali non è più possibile non tener conto delle correlazioni interdisciplinari con le discipline filosofiche, il lavoro del Bucaro, per il notevole valore didattico e per l'attualità delle tematiche trattate, nonché dell'impostazione offerta, si presenta come un significativo contributo agli studi della filosofia della religione particolarmente utilizzabile a fini didattici, sia da parte degli insegnanti di religione che dei docenti di filosofia, distinguendosi per completezza e chiarezza espositiva rispetto ad analoghe opere che risultano a tali fini o troppo difficili, o eccessivamente monografiche, o esclusivamente legate a personali e discutibili concezioni filosofiche.


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    p a g i n A


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