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     L’incontro con

    Gesù di Nazaret

    Orizzonte educativo dell’esperienza cristiana

    José Luis Moral


    Introduzione

    Questo «incontro con Gesù di Nazaret» si pone in continuità con un’altra pubblicazione precedente (Ricostruire l’umanità della religione) dove cercavo di delineare alcuni tratti fondamentali dell’«orizzonte educativo dell’esperienza religiosa». Ora si tratta di affrontare l’«orizzonte educativo dell’esperienza cristiana» e, ovviamente, devo tinteggiarlo con i due colori fondamentali usati da papa Francesco, cioè, «tornare a Gesù» e «recuperare la freschezza del Vangelo».
    L’incontro con Gesù di Nazaret, nonostante il titolo, non è davvero un libro di teologia o di religione. Benché presenti al suo interno questioni teologiche e religiose al suo interno, tutto si muove in funzione del rapporto fra l’esperienza e l’educazione o, meglio ancora, per segnalare quei dinamismi e processi che, arricchiti dalla relazione con il Nazareno, conducono a un’autentica crescita e maturazione della persona. L’argomento, pur essendo fondamentale nella vita cristiana, non ha ottenuto una sufficiente attenzione da parte degli studiosi. Non è una questione certamente semplice.
    Si tratta di un argomento complicato anzitutto perché la relazione attuale con Gesù sarà sempre un qualcosa di inconsueto: l’incontro non è un mero ricordo, come quello che dedichiamo ai grandi personaggi della storia; non è neanche il rapporto normale che possiamo avere con le persone vive del nostro ambiente. In secondo luogo, l’argomento è complicato perché adesso, dopo numerose vicissitudini, non sono pochi quelli che finiscono per non credere più alla storia raccontata dalla Chiesa cattolica e non sono molti quelli che mostrano il desiderio di avvicinarsi a Cristo. In definitiva, Gesù di Nazaret, l’uomo in carne e ossa, non esiste più; tuttavia, benché morto più di duemila anni fa, noi cristiani affermiamo che l’incontro e il rapporto con lui sono reali.
    A tutto ciò possiamo aggiungere anche un’altra piccola complicazione: la vita e le parole del Nazareno – e di conseguenza qualsiasi incontro o rapporto con lui – sono inevitabilmente oggetto di una lettura e comprensione diverse a seconda della socio-cultura di ogni momento storico. Il significato della sua persona e delle sue azioni non può essere lo stesso in una cultura mitica, sacrale o in un’epoca secolarizzata, caratterizzata da una cultura ermeneutica e democratica. Più ancora, lo stesso dato di base, cioè, le notizie circa l’uomo Gesù, cambia profondamente nel processo delle interpretazioni: non è lo stesso prendere letteralmente i Vangeli che leggerli con gli strumenti dei metodi storico-critici o con la prospettiva della sociologia e dell’antropologia. Dunque, se volgiamo oggi portare all’incontro e relazione personale con Gesù Cristo, sicuramente dobbiamo prendere sul serio il nuovo paradigma antropologico-culturale, così come lo statuto di maggiore libertà e pluralismo della riflessione scientifica.
    Presupposti di questo genere determinano le scelte tematiche e metodologiche del testo. Riguardo le prime, si deve garantire, da una parte, il realismo; dall’altra, la consistenza e significatività dell’incontro e del rapporto odierni con Gesù, il Cristo.
    Se vogliamo assicurare un certo realismo, in primo luogo, non possiamo prendere direttamente come modello la vita del già risorto, ma quella che era stata la sua vita di prima della Pasqua, la sua storia come cammino verso la risurrezione. Non c’è dubbio che è principalmente nella vita del Nazareno che deve educarsi la nostra esperienza, in modo tale da poterlo riconoscere, incontrare e stabilire un vero rapporto personale con lui. Se ciò non toglie che l’incontro avvenga in modi molto diversi, sempre e comunque dobbiamo tornare al Gesù della storia.
    D’altro canto, si deve prendere atto che questo incontro e relazione, in parole di K. Rahner, si muovono necessariamente tra un «gesuanismo» afferrato alla storia particolare e soggettiva di Gesù e il «culto a un’idea astratta di Cristo», così identificata con Dio da potersi convertire in «pura cifra», scindibile e interscambiabile con altre. La consistenza e significatività dell’analisi, quindi, è vincolata alla necessità di collegare entrambi i poli (Gesù-uomo, Cristo-risorto): se è vero che tale articolazione non può che basarsi sulla vita storica del Nazareno, è altrettanto innegabile che solo lo Spirito del Risorto può garantire un rapporto autentico con Gesù Cristo. Eppure, seguendo quel «tornare a Gesù e alla freschezza del Vangelo» e collocato nella prospettiva educativa, ho privilegiato l’angolazione tematica della strada più che quella della meta: essere come il Risorto è la nostra meta, ma solo la vita concreta del Gesù storico può essere la strada per arrivarci.
    Il metodo che utilizzo e quello dell’analisi interdisciplinare ed ermeneutico: antropologia, educazione e teologia sono gli ambiti fondamentali del dialogo interdisciplinare; radicamento esperienziale, aggancio antropologico e verifica prassica, invece, costituiscono le «categorie-guida» dell’interpretazione.
    L’incontro con Gesù Cristo resterebbe astratto e, in qualche maniera, inoperoso se non si traducesse in una relazione viva con lui, in modo tale da trasformare la nostra propria esistenza e allargare i suoi orizzonti. Ciò non può essere raggiunto però con un incontro e rapporto teorici, semplicemente religiosi o meramente intimistici. La prima parte del libro («Oltre la religione»), pertanto, si occupa di analizzare il «contesto religioso» dove rischiamo di imprigionare la figura di Gesù e lo stesso cristianismo. La seconda («Il luogo dell’incontro») presenta la struttura argomentativa del resto dell’opera: 1/ Dapprima, l’avvenimento dell’incontro, l’andamento dell’incarnazione e l’avventura della relazione – che si collegheranno a più livelli nelle parti successive del testo – vengono esaminati nell’ambito della cristologia fondamentale e, contemporaneamente analizzati nelle loro implicazioni antropologiche basilari; 2/ Dopodiché le categorie ermeneutiche citate (radicamento esperienziale, aggancio antropologico e verifica della prassi) si uniscono alla riflessione sulla credibilità, ragionevolezza e senso salvifico dell’esperienza cristiana; 3/ Infine, si esemplifica l’intreccio «incontro-incarnazione-relazione» con i pilastri – Abbà e Regno di Dio – attorno ai quali si è strutturata la personalità e la prassi del Nazareno.
    Gli argomenti centrali del libro sono contenuti nella parte terza, quarta e quinta parte, in ognuna delle quali si mettono in relazione rispettivamente: incontro, credibilità e radicamento esperienziale; incarnazione, ragionevolezza e aggancio antropologico; relazione, senso salvifico e verifica prassica.
    Se di per sé il Cristo-risorto, nel suo significato più stretto, ci parla dell’«oltre la morte», nel Gesù-uomo appare con chiarezza il rimando al «prima della morte»: chi risorge è il crocifisso; la vita del Nazareno viene accolta e potenziata dal Dio che risuscita i morti; si tratta, quindi, dell’unica vita ora rivelata in profondità e la cui base si trova nella sua e nella nostra storia. Ecco perché queste tre ultime parti si muovono sempre dalla cristologia fondamentale all’antropologia, passando attraverso i diversi criteri per autenticare l’incontro e la relazione con Gesù Cristo e da alcuni parametri attuali dell’esperienza cristiana.
    La terza parte – «INCONTRO» (CREDIBILITÀ): RADICAMENTO ESPERIENZIALE –, dunque, comincia raggruppando i primi dati storici della vita di Gesù (capitolo quarto) intorno al tema di «un nazareno, pericoloso cercatore di Dio», per passare dopo a esaminare l’autenticità dell’incontro e della relazione con lui mediante il criterio del loro radicamento esperienziale che costituisce la base della credibilità del cristianesimo (quinto capitolo); da ultimo, si presentano alcuni contenuti dell’antropologia e identità di ogni cristiano (capitolo sesto), raccolti attorno all’esperienza dell’amore di Dio e il concetto di creazione.
    I dati storici della parte quarta – «INCARNAZIONE» (RAGIONEVOLEZZA): AGGANCIO ANTROPOLOGICO – si organizzano (settimo capitolo) sotto il titolo «Profeta del Regno della vita e della misericordia»; se ne analizza l’autenticità con il criterio dell’aggancio antropologico, strettamente legato alla ragionevolezza dell’esperienza cristiana (capitolo ottavo) e finalmente (nono capitolo), si torna ad altre tematiche dell’antropologia riguardanti il male e il peccato.
    Nella quinta e ultima parte del libro – «RELAZIONE» (SENSO SALVIFICO): VERIFICA PRASSICA – si esaminano i dati storici sul Nazareno (capitolo decimo) quale «Maestro di vita e martire del Regno confermato da Dio», per passare successivamente alla comprensione dell’autenticità dell’incontro e del rapporto con Gesù Cristo attraverso il criterio interpretativo della loro verifica prassica, la cui base risiede nel senso salvifico della fede e della tradizione cristiane (undicesimo capitolo); le riflessioni si chiudono (capitolo dodicesimo), da una parte, con i contenuti antropologici legati alla Grazia, alla filiazione, alla fratellanza e ai «cieli e terra nuovi»; dall’altra, con la segnalazione di uno schema fondamentale dell’intreccio tra maturazione della fede e maturazione umana, cioè, del potenziale educativo che ha in serbo la relazione con Gesù quando decidiamo di costruire sia l’identità personale che il nostro stile di vita secondo il modello di un’esistenza umana autentica come la sua. Benché facciamo appello a un’esperienza radicata nella fede, il riferimento alla vita storica del Nazareno costituisce il centro per capire e organizzare la nostra.
    In definitiva, l’incontro e il rapporto con Gesù, il Cristo, passano attraverso i processi antropologici che configurano la maturazione umana; ciò include essenzialmente la dimensione educativa. Ecco sia la strada che l’orizzonte finale del cammino: ogni esperienza di fede deve essere considerata e va educata all’interno dei dinamismi della crescita personale.
    Queste sono conclusioni decisive proprio perché una delle questioni principali della pastorale e della catechesi consiste nel considerare se e in quale misura l’educazione alla fede sia intimamente connessa alla maturazione umana oppure se si tratta di due realtà diverse, autonome, quando non addirittura contrapposte. Soltanto se cerchiamo di comprendere Dio a partire da Gesù, soltanto se l’Incarnazione si colloca quale criterio normativo centrale saremo in grado di superare una tale antinomia. Alla fin fine, è l’Incarnazione a consentirci di capire che la fedeltà a Dio può esistere solo nella fedeltà all’uomo.

    Indice

    Introduzione

     

    Prima Parte: OLTRE LA RELIGIONE
    1. L’umanità della religione
    1.1. Un fatto umano
    - Ricerca di senso e prassi di autotrascendenza
    - Perdita di umanità
    1.2. La dimensione religiosa
    - Dalla natura umana alle dimensioni della persona
    - Ermeneutica della religione
    2. La relazione con Gesù di Nazaret, il Cristo
    2.1. Una concezione distorta della divinità
    - La trappola dei bisogni e dei desideri umani
    - Una rappresentazione del Trascendente mal riuscita
    2.2. L’umanizzazione di Dio
    - Il centro del cristianesimo non è Dio, ma Gesù
    - Ripensare la trascendenza nella profondità dell’immanenza
    2.3. La rivelazione divina nella realizzazione umana
    - Rivelazione come «dialogo maieutico»
    - Relazione con Gesù: esperienza, antropologia e prassi

     

    Seconda Parte: INTERMEZZO: IL «LUOGO» DELL’INCONTRO
    3. Incontro, incarnazione e relazione
    3.1. Cristologia e antropologia
    - Pensare Dio per pensare l’uomo
    - Cercare la divinità di Cristo nell’umanità di Gesù
    3.2. Radicamento esperienziale, aggancio antropologico e verifica prassica
    - Rivelazione, fede e tradizione nella Chiesa
    - Esperienza, umanizzazione e prassi coerente
    3.3. L’esistenza storica di Gesù di Nazaret: Abbà e Regno
    - Abbà e il Regno della vita
    - «Spiritualizzazione del Regno»: dal popolo agli eletti, dalla vita alla virtù

     

    Terza Parte: «INCONTRO» (CREDIBILITÀ): RADICAMENTO ESPERIENZIALE
    4. Cristologia/1: Un nazareno, pericoloso cercatore di Dio
    4.1. La centralità dell’esperienza di Dio
    - Un’esperienza che trasforma la vita di Gesù
    - Un’esperienza che lo spinge alla misericordia e alla giustizia
    4.2. La condotta conflittuale del Nazareno
    - Un comportamento strano e pericoloso
    - La relazione con Dio e una vita conflittuale
    5. Credibilità e radicamento esperienziale dell’incontro
    5.1. Incontro: Che significa incontrare (e amare) Gesù?
    - Articolare i due piani dell’esperienza
    - Incontrare Gesù, incontrare Dio in un essere umano
    5.2. Relazione: Chi è Gesù per me? Cosa significa nella mia vita?
    - «Così umano può esserlo solo Dio»
    - Relazione con Gesù e cambio di paradigma antropologico-culturale
    - Confessare Gesù di Nazaret, il Cristo
    6. Antropologia/1: Amati gratuitamente e incondizionatamente
    6.1. Amati in «eccesso»: il destino dell’«animale simbolico»
    - Qualcuno ci ama incondizionatamente e gratuitamente
    - Destino e finalità della vita umana
    - Dio è la «prova» dell’uomo: non siamo cattivi né la vita è assurda
    6.2. Dio crea per amore e per la salvezza
    - Creati per amore: Dio ci precede e conferma la libertà e creatività dell’essere umano
    - Gesù, la logica di Dio: «Tutto nella vita è divino quando è veramente umano»
    - «Creati creatori» in Gesù Cristo: Dio crea per salvare
    6.3. Recuperare e ripensare l’«idea di creazione»
    - Oltre una considerazione assoluta e astratta dell’onnipotenza divina
    - La differenza umana: siamo ciò che con la libertà facciamo
    - Incontrare Gesù, incontrare Dio: il pericolo di ridurre il «mistero» a problema

     

    Quarta Parte: «INCARNAZIONE» (RAGIONEVOLEZZA): AGGANCIO ANTROPOLOGICO
    7. Cristologia/2: Profeta del Regno della vita e della misericordia
    7.1. La passione per il Regno di Dio
    - Regno e vita, utopia e profezia
    - La forza della poesia e il pericolo della prosa
    7.2. Simboli di un mondo nuovo
    - Curare la vita, difendere gli ultimi
    - Simboli di una vita nuova
    8. Ragionevolezza e aggancio antropologico dell’incontro
    8.1. Incarnazione: la porta di accesso all’incontro con Gesù
    - La logica dell’Incarnazione: «umanizzazione di Dio»
    - Fedeltà a Dio nella fedeltà all’uomo
    8.2. Il rapporto con Gesù e il cammino della croce
    - Rapporto con Gesù e dinamismi della maturazione umana
    - La croce, «ultima grande lezione nel processo rivelatore»
    9. Antropologia/2: Dio o la maniera infinita di essere uomo
    9.1. La creatura umana, immagine di Dio
    - Immagine di Dio… fatta di creta
    - Limitati… ma con un «dinamismo illimitato»!
    - Naturale e soprannaturale
    9.2. Il modo infinito di essere uomo
    - Dio si fece uomo perché l’uomo diventasse Dio
    - «Dio sarà tutto in tutti»
    - «Mi portano via i demoni»: un’immagine e una promessa frustrate
    9.3. Cadere in «dis-Grazia»: il male e la tristezza della finitudine
    - Il mondo è in frantumi: «il peccato non è un’invenzione dei preti»
    - Vittime e colpevoli: peccato strutturale, personale e «originale»
    - «Non c’è peccato se non perdonato»

     

    Quinta Parte: «RELAZIONE» (SENSO SALVIFICO): VERIFICA PRASSICA
    10. Cristologia/3: Maestro di vita e martire del Regno «confermato da Dio»
    10.1. Maestro creativo e innovatore
    - Al di là della legge: «cuore nuovo», etica e amore
    - Un movimento innovatore: popolo, discepoli e apostoli
    10.2. Martire risuscitato da Dio
    - Commiato, condanna a morte e crocifissione
    - La fede in Cristo: Dio lo ha risuscitato!
    11. Senso salvifico e verifica prassica dell’incontro
    11.1. Incontro con Gesù: una «esperienza nuova»
    - Ancoraggio della risurrezione nell’esperienza attuale
    - Il nostro rapporto con Gesù morto e risorto
    11.2. Ricostruire la relazione con Gesù
    - Cambiare l’immaginario: ripensare e ricuperare
    - Una vita «con spirito»
    12. Antropologia/3: l’uomo o la maniera finita di essere Dio
    12.1. Vivere… «in stato di grazia» o il modo finito di essere Dio
    - Amati sino all’estremo: graziati nella disgrazia
    - È Grazia: perdonati e accolti incondizionatamente da Dio
    - Ri-creati: la giustificazione come umanizzazione per la fede
    12.2. Solo Dio può essere così umano: filiazione per la fratellanza
    - Umanizzati da Dio: la Grazia è fonte di libertà
    - «Nati da Dio»: la filiazione divina
    - Liberazione per gli altri: la fraternità umana
    12.3. Il culmine dell’eccesso: «Cieli e terra nuovi»
    - Il paradiso riacquistato
    - Mistero del male e «cieli e terra nuovi»: destinati alla salvezza
    - Vivere da salvati
    12.4. Sequela e scuola della vita: «educar-ci» nelle relazioni
    - Affrontare le sfide della vita e crescere nelle relazioni quotidiane
    - Una vita «con spirito»/1: Identità e rapporto con Gesù
    - Una vita «con spirito»/2: Vocazione-azione e costruzione del Regno
    - Seguire Gesù: esperienza e relazione

     

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