4. La donna, luce di speranza
sulla via della vita
sr Rosangela Siboldi
Si avverte qualche difficoltà a sottolineare la presenza femminile in campo educativo, perché le “pari opportunità” hanno come risvolto appunto la “pari” responsabilità e potenzialità dell’uomo e della donna in educazione. Se poi si è d’accordo nel considerarci in tempo di “emergenza educativa”, ci chiediamo chi deve sentirsi maggiormente interpellato ad essere una presenza capace di infondere nelle nuove generazioni la coscienza della dignità di ogni persona, la fiducia in se stessi e negli altri, la speranza in un futuro migliore, il senso di responsabilità.
Sebbene sembri “tradizionale” pensare che alla figura femminile è “affidato”, in modo particolare, l’essere della persona, come donna vorrei rilevare che, in realtà, è qualcosa che di generazione in generazione risulta di fatto come una vocazione a prendersi particolarmente cura della formazione di esistenze “buone” perché la vita sia abbondante per tutti.
Ci si accorge di ciò quando nelle famiglie la presenza femminile è “assente” o “distratta” o “troppo impegnata in altro”; quando si incontrano giovani che non sanno sorridere e sui loro volti si possono leggere precocemente le rughe della nostalgia, della solitudine, del non senso, causa di una “non presenza” sofferta. Avvertono ciò tante donne che, pur tenendo testa con orgoglio e competenza a lavori altamente impegnativi come quelli dell’uomo, sentono la responsabilità di essere “più presenti” al quotidiano dei propri figli per accompagnarli con maggior prudenza, rispetto, consapevolezza e preventività; per esercitare verso di loro la cura che favorisce la costruzione della persona, le dà forma, la rende “personalità.
La figura femminile e “materna” è figura incisiva e qualificante. La “giornata della donna”, perché non rischi di risultare una delle tante giornate stabilite per accontentare tutti, potrebbe essere un’occasione in cui specialmente noi donne possiamo chiederci come occupiamo il nostro “posto” nel compito educativo; come assumiamo con coraggio il non facile esercizio di trasmettere ciò che di meglio siamo e la nostra visione della vita e del mondo.
Nella giornata della donna viene spontaneo volgere il pensiero riconoscente alle donne che sono come astri che indicano la rotta, persone che si appassionano ad educare e vivere rettamente, senza attendersi riconoscimenti o ricompense. Esse sono giorno dopo giorno luci di speranza per tanti, luci vicine che accompagnano lungo le strade della vita.
Una particolare gratitudine va espressa alle donne di fede, a coloro che donano luce traendola da Gesù Cristo, la luce del mondo, e offrono così un orientamento sicuro per la traversata della vita (cf Benedetto XVI, Spe salvi 49). Il pensiero va a tante madri, educatrici, giovani educatrici che sono presenze certe e qualificanti per quel patto educativo che tutti interpella. Esse puntano su una scelta educativa con al centro l’amore di Dio per ogni giovane, la fiducia nelle potenzialità di bene di ogni persona giovane, la pazienza operativa e instancabile della speranza, la compagnia sicura nelle varie situazioni. Sono donne che camminano con umiltà e gioia tra le giovani generazioni con la certezza di condividere una fede che è sorgente di vita abbondante.