Santità
senza contraffazione
Thomas Merton
Chi è il santo? Sigillo inconfondibile di una vita di santità è, per Merton, la semplicità, la naturalezza che rifugge da ogni artificio esteriore, da ogni comportamento esibito con affettazione.
Un santo è capace di amare le cose create, di goderne e di servirsene con semplicità e naturalezza, senza nessun accenno ufficiale a Dio, senza attirare l'attenzione sulla propria pietà, senza rigidità artificiale. La sua mansuetudine e la sua dolcezza non vengono spremute attraverso i pori mediante la costrizione di una camicia di forza spirituale. Queste derivano dalla sua docilità immediata alla luce della verità e alla volontà di Dio. Un santo, quindi, è capace di parlare delle cose del mondo senza fare esplicito riferimento a Dio; ma il modo in cui ne parla dà maggiore gloria a Dio e suscita un maggiore amore per Dio, di quanto non farebberole osservazioni di una persona meno santa che deve fare uno sforzo per stabilire un collegamento tra le creature e Dio attraverso analogie trite e metafore logore, che si rivelano così deboli da gettare un velo di sospetto sulla religione.
Il santo sa che il mondo e tutto ciò che è stato creato da Dio è buono; mentre coloro che non sono santi, pensano che le cose create non siano sante, oppure non si curano di ciò né in un senso né nell'altro, perché si interessano unicamente di se stessi. Quando siamo una sola cosa con l'amore di Dio, tutte le cose ci appartengono in Lui. Sono nostre per offrirle a Lui in Cristo Suo Figlio. Perché tutte le cose appartengono ai figli di Dio e noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio. Cercando la Sua gloria al disopra di ogni piacere e pena, gioia o dolore, al disopra di ogni bene o di ogni male, noi amiamo in ogni cosa la Sua volontà più che le cose in se stesse, e in questo modo facciamo del creato un sacrificio in lode di Dio. Questo è il fine per cui tutte le cose furono fatte da Dio.
(Semi di contemplazione, 28-29)