1. Quant’è vario il catalogo
dei «cattivi maestri»
Nicolò Anselmi
Nell’ultimo messaggio ai giovani per la Giornata mondiale della gioventù 2009 che si celebrerà il 5 aprile in ogni diocesi del mondo, il Papa parla dei “cattivi maestri” che hanno trascinato e trascinano oggi tanti giovani su strade sbagliate.
“Cattivi maestri” è una espressione forte che invita alla preghiera; chiedo perdono per le volte che posso essere stato un cattivo maestro e prego per la conversione dei “cattivi maestri” dei giovani, in obbedienza all’invito di Gesù di amare i nemici e pregare per i persecutori.
Nella mia vita ho incontrato alcuni “cattivi maestri”; molti erano tali perché ingannati a loro volta dall’amor proprio: provavano gusto nel diffondere le proprie idee ed essere considerati intelligenti; sono convinto che alcuni sanno di essere in errore ma l’orgoglio impedisce loro di cambiare strada e ritrattare le proprie posizioni; spesso i cattivi insegnamenti sono anche di tipo morale: vengono proposti come buoni o innocui gesti e azioni che lasciano invece segni profondi e dolorosi nella vita dei giovani.
Ho incontrato altri “cattivi maestri” che erano tali semplicemente perché superficiali, presentavano come assoluta quella che invece è solo una parte della verità; l’orgoglio impedisce loro di ammettere i propri limiti; spesso sono persone che non sanno dialogare e in particolare non sanno ascoltare; dal punto di vista morale, travisano delle verità perché non riescono a viverle.
Altri “cattivi maestri” sono tali per smania di denaro e di potere.
Gli insegnamenti sbagliati sono fondamentalmente delle bugie. All’origine della storia umana, in fondo, c’è una bugia, quella pronunciata dal primo dei cattivi maestri, il “serpente”; nella storia di ogni uomo c’è la stessa tentazione, quella in cui Dio viene presentato come un antagonista dell’uomo, come colui che limita la nostra libertà anziché come colui che ama l’uomo e lo vuole felice.
Nella mia vita fra i giovani ho notato che la bugia è una realtà molto pericolosa; spesso dietro a uno stato di malessere, di depressione, di poca stima di sè c’è una situazione di non chiarezza famigliare, affettiva, relazionale.
La misericordia di Dio e la grazia ricevuta nel Sacramento del Perdono ci guariscono e ci ristabiliscono nella verità e nella gioia.
I ragazzi spesso sono i più indifesi di fronte alle bugie: non hanno ancora maturato l’esperienza sufficiente a capire chi vuole il loro bene e chi invece è confuso o ha altri fini.
La verità, solo la verità, ci rende liberi. L’inganno, la menzogna, ci rendono schiavi.
San Paolo, nostro maestro durante quest’anno a lui dedicato, con la sua vita ci testimonia che, con umiltà e disponibilità all’amore di Dio è possibile cambiare.
(Avvenire, 31 marzo 2009)