Grazie alle lunghe ore passate di fronte al Santissimo, mi resi conto dell'immenso e incalcolabile potere dell'intercessione. Più mi addentravo in questo tipo di preghiera – così sacerdotale – e più ne constatavo l'efficacia, di cui è possibile dare testimonianza. In questo modo, inoltre, la mia preghiera finì per arricchirsi di nomi e volti e per prolungarsi sempre più, poiché non potevo ricordare tanti nomi e volti se non impiegando parecchio tempo. Visualizzare un nome o un volto non era sufficiente per sentirmi autorizzato ad abbandonarli e passare ai successivi. Perché quanto più visualizzavo un viso, tanto più quest'ultimo mi chiedeva di essere visualizzato di nuovo e meglio.
Quanto più intercedevo per qualcuno, tanto meglio comprendevo la grande necessità di molti altri di ottenere la mia intercessione. E così passavo le ore, visualizzando volti e ripetendo nomi che più pronunciavo e più dolci mi suonavano. In realtà, non smettevo di pregare per qualcuno se non avevo estratto dal suo nome un sapore, se non provavo un'intima soddisfazione nel pronunciarlo. Immaginavo di dirlo al cospetto del Signore, oppure che il Signore lo dicesse davanti a me affinché chi lo portava non sentisse di avere una vita o un destino indifferenti agli occhi del mondo, bensì importanti.
Più pregavo per i miei simili e più li amavo. Oggi posso dire che amo fondamentalmente per mezzo della preghiera o, cosa equivalente, che per me pregare è il miglior sinonimo di amare. Anzi: non concepisco un amore che non si trasformi in preghiera. La cosa migliore da farsi nei confronti di chi si ama è, senza dubbio, porlo dinanzi a Dio, e la cosa migliore da farsi nei confronti di chi non si ama è, ancora, porlo dinanzi a Dio, perché così si imparerà ad amarlo. In realtà, non c'è nulla di meglio che porre tutto dinanzi a Dio, perché solo allora mostrerà il suo vero e autentico valore. Senza preghiera non c'è chiarezza e si può essere tratti in inganno; con la preghiera, invece, tutto acquisisce una luce perfetta. Questa stessa pagina, per esempio, se dice qualcosa di Dio è di sicuro perché l'ho pregata prima di scriverla. Perché l'ho scritta mentre pregavo e pregherò con questa intenzione – o tale è il mio proposito – una volta arrivato al punto fermo che proprio ora pongo per poterla pregare e ringraziare.
(Pablo d'Ors, L'oblio di sé. Un'avventura cristiana (Diario in prima persona di Charles de Foucauld), Vita e Pensiero 2016, pp. 324-325)