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     Cristo, la risposta

    che ci è donata

     

    «Il nostro cuore è inquieto finché non si placa in Te», potremmo dire con sant'Agostino rivolgendoci a Cristo. Davvero il Signore Gesù è la risposta alle nostre attese.

    Ma non illudiamoci. Il Cristianesimo non è nostra invenzione, per fortuna. Diversamente, sarebbe ben povera cosa.

    Non possiamo metterci a studiare noi stessi, a rilevare i nostri desideri più profondi ed autentici, con la candida pretesa di ricostruire il dono di Dio che ci viene offerto. Non caviamo da noi la realtà cristiana come da un cappello di prestigiatore. E Gesù ha pure una genealogia, ma non è frutto della storia: è una novità che irrompe nella nostra trama di uomini da una Trascendenza. È un inizio.

    «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi... E io conosco quelli che ho chiamati». Sono parole di Cristo che fan cadere molte nostre pretese.

    Sì, perché Dio non risponde alle nostre richieste. Le supera e le suscita.

    Nessuna fantasia di poeta e di santo sarebbe giunta al progetto dell'Incarnazione del Verbo. Ma la fantasia di Dio eccede la nostra. Esaudisce le invocazioni con uno stile che non è la stretta misura, il minimo indispensabile: dona tutto, ama «sino alla fine», offre se stesso. E noi siamo posti di fronte ad un'Iniziativa e ad una Presenza che neppure sappiamo comprendere.

    Di più. Non conosciamo nemmeno noi stessi. Abbandonati alle nostre forze, non riusciamo neppure a veder chiaro dentro di noi: a rilevare le nostre aspirazioni. Non sappiamo che cosa chiedere, che cosa desiderare; perché non sappiamo chi siamo.

    Cristo è la nostra verità.

    Davanti a Lui - a questo fratello che è Dio -, davan< ti a questa presenza gratuita e imprevedibile dell'Infinito che pure è «come noi», allora ci è consentito di decifrare qualche linea della nostra fisionomia umana.

    Il «conosci te stesso», diviene: «conosci Cristo e conoscerai te stesso».

    Scopriamo la nostra domanda di fronte alla Risposta già data: una Risposta che non è a nostra misura, ma alla misura di Dio. Scopriamo una dignità insospettata, una vocazione vertiginosa: come è sorpresa e meraviglia l'amore che si rende presente.

    Anzi, già che ci siamo, caviamo le ultime conseguenze. Di fronte a Cristo scopriamo che non solo la Risposta di Dio, ma anche le nostre interrogazioni, il nostro aspettare, il nostro invocare è dono. Strana cosa, il Cristianesimo. Uno s'illude di progettarlo, e invece lo deve accogliere. Uno s'illude di bramarlo, almeno; e s'avvede che la stessa brama è frutto di Colui che la colma.

    E ci si mette in ginocchio, accettando d'essere prevenuti da ogni parte. Poiché tutto è grazia. Non solo il Dono, ma lo stesso aprirsi al Dono. Ne viene un grazie stupito e dolcissimo.

    (Alessandro Maggiolini)


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