Le luci del mistero
Dietrich Bonhoeffer
Non ci sono esperienze mistiche se non all'ombra del mistero; e parole risplendenti di fede e di speranza sono quelle scritte da Dietrich Bonhoeffer. Sono parole di straordinaria chiarezza che ci portano al cuore di quello che si può dire del mistero come dimensione essenziale della vita. Sono parole che mi sembrano avvicinarsi, o almeno non essere lontane, a quelle di Simone Weil nelle sue pagine, le ultime della sua vita, e allora, in questo mio seguire associazioni tematiche che mi portano alle sorgenti di altre esperienze di vita e di morte non estranee a quelle di Simone Weil, vorrei richiamarmi alle parole del grande teologo tedesco.
"Vivere senza mistero significa non sapere nulla del mistero presente nella nostra vita, del mistero dell'altro, del mistero del mondo; significa passare sopra ai lati reconditi di noi stessi, dell'altro e del mondo; significa rimanere alla superficie, significa prendere il mondo sul serio soltanto nella misura in cui esso può essere calcolato e sfruttato, non recedere al di là del mondo del calcolo e dell'utilità. Vivere senza mistero significa non vedere o addirittura negare i processi decisivi della vita."
Ma ancora: "Non vogliamo sentirci dire che il mistero è la radice di tutto quanto è comprensibile, chiaro e manifesto. E quando ce lo sentiamo dire, vogliamo aggredire tale mistero, calcolarlo e spiegarlo, vogliamo sezionarlo, e il risultato è che, così facendo, uccidiamo la vita e non scopriamo il mistero. Il mistero rimane mistero. Si sottrae alla nostra presa. Mistero non significa però semplicemente non sapere qualcosa. Non la stella più lontana è il mistero più grande, bensì, al contrario, quanto più una cosa ci viene vicino, quanto meglio la conosciamo, tanto più misteriosa essa diventa per noi. Non l'essere umano più lontano è per noi il mistero più grande, bensì proprio il più vicino. E il suo mistero non diventa per noi più piccolo per il fatto che lo conosciamo sempre di più, bensì con la sua vicinanza egli diventa per noi sempre più misterioso. L'ultima profondità del mistero l'abbiamo lì dove due persone diventano così vicine l'una all'altra da amarsi reciprocamente. Da nessun'altra parte al mondo l'essere umano percepisce la potenza del mistero e la sua magnificenza tanto fortemente come qui".
Il mistero circonda la nostra vita, e non ha senso contestare la realtà umana delle esperienze mistiche in base a considerazioni razionali che non possono non essere radicalmente estranee all'essenza del mistero. Sì, le esperienze mistiche sono immerse nel mistero ma il mistero si accompagna in ogni momento alla nostra vita. Nel mistero si snodano le patti oscure dell'anima di san Giovanni della Croce ch6harmo lambito, e talora sommerso, anche le esperienze umane e religiose di Dietrich Bonhoeffer, di questo straordinario teologo protestante, che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita nel carcere berlinese di Tegel, dal quale è stato poi trasferita, negli ultimi giorni di quello che è stato l'orrore nazionalsocialista tedesco, nel campo di concentramento di Flossenbürg dove a trentanove anni è stato ucciso.
(in Eugenio Borgna, L'indicibile tenerezza, Feltrinelli 2016, pp. 191-3)