Incipit exire qui incipit amare
Sant'Agostino
Osservate i nomi di queste due città: Babilonia e Gerusalemme. Babilonia significa " confusione ", Gerusalemme significa " visione di pace ". Guardate ora la città della confusione, per comprendere la visione di pace. Sopportate quella, sospirate a questa. Come possono essere riconosciute queste due città? Possiamo forse separarle ora l'una dall'altra? Sono mischiate; anzi, dall'inizio del genere umano avanzano mischiate sino alla fine del mondo. Gerusalemme iniziò con Abele, Babilonia con Caino, anche se gli edifici delle due città sono stati costruiti più tardi. Gerusalemme venne infatti edificata nella terra dei gebusei (e dapprima essa fu chiamata Gebus 7) dopo che la gente dei gebusei era stata scacciata da quella regione, al tempo in cui il popolo di Dio fu liberato dall'Egitto e condotto nella terra della promessa. Babilonia invece fu fondata nelle più interne regioni della Persia, ed essa per lungo tempo drizzò la testa al di sopra degli altri popoli. Orbene, queste due città furono costruite in determinate epoche come figura delle altre due città, la cui origine risale molto più indietro nel tempo e debbono rimanere in questo mondo sino alla fine dei tempi e poi, alla fine, essere separate. Come possiamo noi conoscerle attualmente, se esse sono mescolate? Ce le mostrerà in chiara luce il Signore, quando porrà gli uni a destra e gli altri a sinistra. Gerusalemme sarà a destra; Babilonia a sinistra. Gerusalemme udrà: Venite, benedetti del Padre mio; ricevete il regno che è stato preparato per voi fin dall'origine del mondo. Babilonia udrà invece: Andate nel fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo e gli angeli suoi 8. Possiamo tuttavia, per quanto ci consente il Signore, mettere in risalto alcuni elementi in base ai quali distinguere anche in questo tempo i buoni fedeli, che poi sono i cittadini di Gerusalemme, dai cittadini di Babilonia. A queste due città danno origine due amori: l'amore di Dio è all'origine di Gerusalemme; l'amore del mondo a quella di Babilonia. Chieda dunque ciascuno a se stesso che cosa ami e vedrà di quale città è cittadino. Se scoprirà di essere cittadino di Babilonia, estirpi la cupidigia e faccia fiorire la carità; se invece scoprirà di essere cittadino di Gerusalemme, sopporti la prigionia e speri nella libertà. Infatti molti cittadini della santa madre Gerusalemme un tempo erano prigionieri di desideri di Babilonia e ne contraevano la corruzione; anzi, per tale corruzione essi erano diventati veri e propri cittadini di quella città. Di persone così asservite ve ne sono ancora molte e ve ne saranno in questa terra anche dopo di noi. Ma il Signore, il fondatore di Gerusalemme, sa quali suoi cittadini abbia predestinati: quali, cioè, pur essendo ancora sotto il dominio del diavolo, dovranno essere redenti dal sangue di Cristo. Egli li conosce prima che essi conoscano se medesimi. È con tali significati allegorici che si ha da cantare questo salmo. Nel suo titolo troviamo anche due profeti, Geremia ed Ezechiele. A quel tempo essi erano in prigionia e cantavano alcune cose quando cominciavano ad uscire. Comincia a uscire chi comincia ad amare. E molti escono, sebbene di nascosto; e piedi di coloro che escono sono gli affetti del loro cuore. L'importante è che escano da Babilonia. Che cosa significa " uscire da Babilonia "? Significa uscire dalla confusione. In qual modo si esce da Babilonia, cioè dalla confusione? Coloro che dapprima erano confusi e simili l'uno all'altro per i desideri, cominciano a distinguersi per la carità. Ormai sono distinti, non sono più confusi. Anche se col corpo restano ancora mischiati agli altri, tuttavia se ne distinguono per il santo desiderio. Per la mescolanza materiale non sono ancora usciti del tutto ma, per quanto concerne il sentimento del cuore, hanno cominciato ad uscire. Ascoltiamo dunque, fratelli! Ascoltiamo, cantiamo e desideriamo la città cui apparteniamo. Quali gioie saranno il tema del canto che ascolteremo? E come potrà rinascere in noi l'amore per la nostra città, di cui ci eravamo dimenticati nel lungo esilio? Proprio per questo il Padre nostro ci ha inviato delle lettere: Dio ci ha dato le Scritture. Per tali lettere rinasce in noi il desiderio di tornare in patria, come amando il nostro esilio ci eravamo volti verso il nemico, girando le spalle alla patria. Che cosa dunque si canta qui?
(Esposizione sui Salmi, 64,2)