E la luce fu
Jean D'Ormesson
CAPITOLO UNICO
in cui c'è qualcosa al posto di niente
Dio guardava il mondo che era ancora soltanto il suo sogno. Vi scorrevano fiotti di sangue. Era sommerso dalle lacrime. Una voce proveniente dagli abissi gridava attraverso i secoli: «A che pro? a che pro?». Dio stesso si domandava con una specie di angoscia che cosa sarebbero stati gli uomini nello spazio e nel tempo. Sapeva già la risposta: affinché si faccia la storia, si sarebbero serviti contro di lui di quell'intelligenza e di quella libertà che avrebbe dato loro. Vicini a Dio, e lontani da Dio, il male li avrebbe tormentati e li avrebbe travolti. Ma nella sofferenza e nel delitto, nell'indifferenza, nell'odio, avrebbero amato Dio poiché si sarebbero amati. E, penetrati d'orgoglio, di crudeltà, di menzogna, aspirati dal male, devastati dal dolore, sempre in cerca d'altro, si sarebbero amati tra loro perché li avrebbe amati Dio.
Dio li amava.
Allora, la voce di Dio risuonò nel suo sogno. Disse:
«Sia la luce!».
E la luce fu.
E ci fu qualcosa al posto di niente.
INIZIO
(Dio: Vita e opere, Rizzoli 1982, p. 409)