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    Cercare Dio cercando l’uomo

    Luigino Bruni *

    a cura di Gaia Zordan

     

    Avete scelto questo tema “cercatori i Dio” in maniera sinodale ed è un titolo forte per giovani della vostra età, la maggior parte di voi universitari. Che cosa significa cercare Dio nella tradizione cristiana? C’è qualcosa di specifico nel modo cristiano di cercare Dio? Nella tradizione cristiana è impossibile cercare Dio senza cercare l’uomo. È strettamente intrecciato con l’umanesimo, con la vita civile, della città. I cercatori di Dio nel mondo cristiano sono anche e soprattutto cercatori di uomini, di donne, di poveri, di scartati. Non poveri in senso classico. Il cercare Dio non può essere sganci dal cercare gli altri uomini. Il cercare Dio slegato dalle altre persone diventa è sempre pericoloso; è, anche in buona fede, una forma di nozionismo spirituale. La ricerca di Dio che ti porta a guardare in alto porta a guardare in basso, qui. Libro dei re: muore uno dei re giusti d’Israele. Un uomo [?] Va dal profeta Isaia a dirgli: «Non voglio morire, non vedrò più il Signore». [2Re, 19,1-7] Perché il Signore lo vedeva qua, nel tempo, lo ascolti nei profeti. La domanda detta da Dio all’uomo: «Uomo dove sei? (Adam dove sei)» [Genesi 3, 9]. La storia biblica è un incontro di uomini che cercano Dio e di Dio che cerca l’uomo. È un incontro di due ricerche. E se è vero che il sogno dell’uomo è incontrare Dio, il sogno di Dio è incontrare l’uomo. Tanto è vero che ci ha creati.

    Cercare Dio oggi

    Dove si trova Dio nel nostro tempo? Ci sono persone che hanno speso l’intera vita a cercare Dio e non si sono accorti di averlo trovato. È intrinseco alla ricerca: cercare di trovare qualcosa di importante, non è una merce, un prodotto che si compra, né un contratto di assicurazione che poi si trovi. Se poi, per incidenti di percorso, la vita ti dà scacco matto, e hai un’impressione di fallimento, è stata una vita spesa bene perché si è ricercato Dio. Il movimento francescano è particolare perché Francesco non va dai poveri per aiutarli, come hanno fatto tanti altri carismi. I carismi seicenteschi, cosiddetti sociali, operavano per assistere i poveri, per curarli. San Francesco va dai poveri per essere come loro. Era attratto dalla vita dei lebbrosi di chi non possedeva nulla. Infatti si sposa con la Povertà. La povertà è un luogo teofanico, dove si può incontrare Dio. La povertà è non avere veli, ostacoli; a volte le cose diventano degli schermi che non ci fanno vedere. Ridotto a niente, nel povero, posso vedere Dio. La povertà è una precondizione antropologica, non è solo un termine politico. Dopo Gesù, san Francesco, la parola “povertà” diventa ambivalente, non più una maledizione ma una beatitudine. Oggi uno dei luoghi importanti dove si può cercare e incontrare Dio è l’ambiente. La gioventù non è attratta dal religioso, dai luoghi spirituali classici, bensì da luoghi di testimonianza ambientale. In ambito francese, per esempio, esistono le cosiddette “comunità di transizione”, in cui si vive come dovremmo fare tutti per evitare il tracollo ambientale. Queste comunità profetiche sono molto attraenti. L’idea è che la Profezia passa attraverso “membra profetiche” legate all’ambiente. Dopo papa Francesco e gli ultimi eventi, è chiaro come non sia possibile occuparsi di povertà senza occuparsi di ambiente, e viceversa. Come scritto nella Laudato si «Il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido» [Laudato sì, Cap. I, par. V Inequità planetaria, p. 44]. Oggi la Profezia ha il volto dell’ambiente. Un luogo dove cercare Dio oggi è cercarlo dove non c’è. Dio muore in croce, abbandonato, ricordiamo il grido di Gesù sulla croce. Dio è diverso, è una guida che ti invita a cercarlo dove sembra non esserci, dove c’è buio. Una cosa fondamentale che dovrebbero fare oggi i credenti è leggere la “grande notte” di Dio come figlia della Chiesa e non come qualcosa che è fuori. La grande assenza, così sembra, di Dio nel mondo di oggi si rivede nell’inquadramento civile che funziona senza la dimensione religiosa, nella dimensione quotidiana in cui il tema religioso sembra molto passato, a differenza dei secoli passati in cui religione e culto erano centrali. Sono del pensiero che questa notte sia, invece, figlia della Chiesa: «Sentinella quanto manca? Quanto resta della notte, quanto manca del giorno?» [Is, 21, 11].

    Paradigmi biblici di cercatori di Dio

    Tutti questi personaggi biblici che diventano cercatori di Dio all’inizio non cercavano niente. Sono cercati da Dio. Gli stessi apostoli vengono chiamati e personaggi come Zaccheo, Levi, vengono intercettati mentre fanno cose strane. La vocazione avviene quando ti chiama qualcuno. Una volta che vengono chiamati, non smettono di cercare Dio. Abramo è, innanzitutto, il primo ebreo della Bibbia, nel capitolo undici. Viene chiamato dalla zona del Caldei, l’attuale Iraq, a nord-est della Palestina. Abramo parte credendo in una promessa di felicità, la Terra Promessa. Rede in una chiamata e si mette a camminare verso l’ignoto, verso un futuro migliore del presente. Mosè non cerava niente, mentre pascolava le pecore di suo suocero, pagano in terra pagana. Tante vocazioni accadono mentre la gente lavora, non al Tempio, non nei luoghi sacri. Amos mentre raccoglieva sicomori, Davide mentre pascolava le pecore, Come pure Mosè. Maria, secondo il vangelo di Luca, era in casa, presumibilmente mentre stava svolgendo le faccende domestiche, quando arriva l’arcangelo Gabriele. Pure Madre Teresa di Calcutta ricevette la chiamata a fondare un altro ordine religioso, uscendo da quello cui già apparteneva, mentre era su un pullman che stava andando ad un ritiro spirituale. La chiamata arriva, dunque, nella vita normale, mentre lavi i piatti, mentre sei in università: Dio parla comunque; quindi, anche mentre sei nella vita di tutti i giorni, è Dio della vita, della strada. A Mosè Dio non promette nessuna forma di felicità: libera il mio popolo, schiavi d’Egitto. Dio ci mette molto tempo per convincerlo, come tutti i profeti, non si sente adatto al compito. Il profeta percepisce di non essere all’altezza. Dio lo convince con quale primo atto? Mentre Mosè si mette in cammino verso l’Egitto, Dio lo attaccò per ucciderlo. Dio ti dà un compito e, dopo avertelo dato, Dio ti combatte. Non ti dà tutti i mezzi, perché nella vita quando si riceve un compito non lo si sa fare. Tu cerchi Dio e Dio ti complica la vita per cercarlo. Un altro modello biblico è quello di Ruth. Parte, lascia la sua terra non per servire Dio ma per assistere la suocera Noemi. «Dove tu andrai io andrò. Dove tu sarai io sarò. Solo la morte ci potrà separare» [Ruth 1, 16-17]. Ci sono persone che partono seguendo altre persone, senza cercare direttamente Dio. Nella storia umana è nascosta la chiamata di Dio. Non tutti partono perché sentono una voce dal cielo. Ci sono tanti modi di essere cristiani e di essere chiamati. C’è chi comincia a camminare seguendo una compagnia dove sta bene, scoprendo, poi, una vocazione. Ci sono vari modi di seguire e cercare Dio. A ciascuno il suo, purchè non cessi questa ricerca.

    * Economista e storico del pensiero economico. Studioso di teoria economica, anche in relazione alla Bibbia, e di organizzazioni a movente ideale. Estratto del suo discorso agli Stati generali della FUCI nel 2023

    FONTE:
    https://www.portale.fuci.net/2023/12/14/cercare-dio-cercando-luomo/


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