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    Salesiana /1




    IL CAMMINO DELLA CONGREGAZIONE NELLO SVILUPPO DELLA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA DOPO IL CONCILIO VATICANO II

    L’azione educativa e catechistica salesiana si era strutturata seguendo il modello dell’Oratorio di Valdocco, all’interno del quale, per rispondere al bisogno dei giovani, si erano sviluppati una casa per ospitare i giovani senza famiglia o lontani da essa, laboratori di arti e mestieri per insegnare un lavoro, e una scuola per quei giovani che potevano realizzare gli studi letterari o scientifici.
    L’animazione di queste opere venne affidata ad alcune figure che costituivano il nucleo della comunità: il Direttore, centro di unità e guida della comunità nel suo impegno educativo-pastorale; il Prefetto, primo collaboratore del Direttore e anche responsabile dell’amministrazione; il Consigliere, responsabile della disciplina e dell’aspetto accademico e organizzativo; il Catechista, che animava l’aspetto religioso, la formazione catechetica, i gruppi… Questo modello guidò lo sviluppo delle opere educative della Congregazione e restò codificato nelle Costituzioni e Regolamenti fino all’anno 1972.
    Negli ultimi cinquant’anni si cominciò a sentire il bisogno di adeguare questo modello alle nuove situazioni sociali. Si avviò così un cammino di ripensamento e di rinnovamento della pratica educativa e pastorale, che ci ha condotto sino all’attuale modello pastorale.

    1.1 Un lungo percorso

    1.1.1 I primi passi: dal CG19 (1965) al CG21 (1978)
    Il CG19 rappresenta il primo atto di consapevolezza comunitaria nella Congregazione riguardo al cambiamento che si sta operando nell’area giovanile e all’esigenza di riformulare la prassi educativo-pastorale tradizionale. Si incomincia con alcuni ritocchi parziali, ma soprattutto si tenta un primo rinnovamento delle strutture centrali di animazione e governo per renderle più adeguate alla nuova situazione, in fedeltà all’impostazione originaria.[1]
    Fino a quel momento le strutture di animazione e governo della missione della Congregazione si articolavano secondo i principali settori dell’attività: un Consigliere del Capitolo Superiore incaricato per la scuola, un altro per la formazione professionale, il Catechista che coordina l’animazione degli aspetti religiosi e la formazione cristiana… Il CG19 adotta, ad experimentum, fino al seguente Capitolo Generale, una strutturazione d’animazione mondiale che manifesta una visione più unitaria della pastorale salesiana, istituendo il Consigliere per la Pastorale Giovanile che assume la responsabilità dell’animazione di tutti i settori della pastorale salesiana nelle diverse opere.[2] A livello ispettoriale, corrispondentemente, si istituiscono Delegati ispettoriali incaricati per le varie attività con compiti di studio, sviluppo, organizzazione e coordinamento.
    In riferimento ai contenuti della Pastorale Giovanile il Capitolo presenta soltanto alcune priorità: l’Oratorio “opportunamente aggiornato e ridimensionato… perché riesca ad attrarre e servire il maggior numero di giovani, con varietà di istituzioni (centri giovanili, clubs, associazioni varie, corsi, scuole serali)”.[3] Elabora un documento specifico per le Scuole Professionali, chiedendo alle Ispettorie di «istituire una commissione per l’educazione dei giovani lavoratori con compiti di studio, di documentazione e di consulenza al servizio delle case».[4] A livello centrale, sotto la presidenza del Consigliere per la Pastorale Giovanile istituisce una Commissione centrale per l’educazione dei giovani lavoratori.
    Il CG20 (CGS), nel suo sforzo per ripensare la vita e la missione della Congregazione riformula la missione salesiana e i suoi destinatari, riaffermando la “priorità assoluta della Pastorale Giovanile”,[5] presenta gli atteggiamenti pastorali fondamentali che devono guidare i Salesiani nella loro azione pastorale[6] e incoraggia ad aprire la presenza salesiana ai nuovi bisogni dei giovani mediante “nuove presenze” che allarghino gli orizzonti dell’azione pastorale realizzata nelle opere tradizionali.[7] Contemporaneamente, ribadisce la nuova struttura dell’animazione centrale della PG includendola nelle Costituzioni.[8]
    Il CG21, assumendo gli orientamenti del CG20, li ripensa e li sviluppa proponendo i contenuti educativi dentro un quadro di riferimento maturato fino a quel momento; propone le linee fondamentali per un Progetto Educativo-Pastorale che risponda alla nuova situazione dei giovani;[9] ribadisce la stretta integrazione di educazione ed evangelizzazione nel sistema educativo salesiano.[10] Inoltre, impegna le Ispettorie a ripensare il Sistema Preventivo, a studiare la condizione giovanile odierna, ad esprimere in maniera adeguata le finalità, i contenuti e lo stile salesiano nel Progetto Educativo-Pastorale, a costituire e far crescere in ogni opera salesiana la Comunità educativo-pastorale.[11] Questi orientamenti saranno, poi, codificati nelle Costituzioni e Regolamenti dal Capitolo Generale 22.[12]

    1.1.2 Lo sviluppo delle linee del CG21 promosso dal Dicastero (1978-1990)
    Il CG21 aveva impegnato la Congregazione in un profondo rinnovamento della Pastorale Giovanile. Per aiutare le comunità e le Ispettorie a capirlo ed assumerlo pienamente, il Consigliere per la Pastorale Giovanile, D. Juan E. Vecchi, e la sua équipe realizzano un grande sforzo di approfondimento degli elementi fondamentali del Progetto Educativo-Pastorale salesiano e della Comunità educativo-pastorale, offrendo strumenti pratici per guidare la sua elaborazione, per qualificare i programmi educativi e pastorali nelle diverse opere secondo le indicazione dei Capitoli.[13] Attraverso questi strumenti il Dicastero orienta le Ispettorie a conoscere, assumere e sviluppare nella loro situazione concreta le linee centrali del modello della Pastorale giovanile salesiana come una realtà unitaria e organica.[14]
    Bisogna riconoscere che questo sforzo di riflessione, formazione e comunicazione sistematico e globale è seguito dalle Ispettorie in forma piuttosto irregolare. Mentre alcune Regioni e Ispettorie lo assumono e lo sperimentano, altre, per diverse cause, continuano con il modello precedente, a volte soltanto cambiando alcuni nomi. In generale, si percepisce la difficoltà dei confratelli e delle comunità per assumere la nuova mentalità e rinnovare la prassi quotidiana.

    1.1.3 I Capitoli Generali 23 (1990) e 24 (1996)
    In seguito, il CG23 raccoglie il cammino precedente della Congregazione e presenta una proposta unitaria di cammino pastorale che raccoglie organicamente tutti gli elementi fondamentali della Proposta educativa pastorale salesiana.
    Diceva il Rettor Maggiore nella sua relazione al Capitolo sullo stato della Congregazione: «L’area della Pastorale giovanile ha bisogno di una seria nuova considerazione organica e operativa […] Giudicando a livello mondiale, si può dire che l’area giovanile è stata oggetto di incoraggiamenti generali, ma non di spinte strutturali innovatrici, decisive e operative, con applicazione di persone, mezzi e orientamenti obbliganti».[15] Si può affermare che il CG23 costituisce la risposta a questo bisogno: una presentazione unitaria, organica e operativa di tutta la Proposta pastorale salesiana.
    Il Capitolo propone alla Congregazione le linee fondamentali di un itinerario salesiano di educazione alla fede che risponda alla complessa condizione giovanile nei suoi diversi contesti e realizzi nella prassi la sintesi tra educazione ed evangelizzazione che caratterizza il nostro sistema educativo; presenta, in forma dinamica e progressiva, gli elementi centrali delle quattro aree dell’itinerario di educazione alla fede, aree che corrispondono perfettamente con le quattro dimensioni della proposta educativo-pastorale salesiana, cioè, l’area della maturità umana, l’area dell’incontro con Gesù Cristo, l’area dell’appartenenza ecclesiale, l’area dell’impegno per il Regno.[16]
    Il Capitolo sviluppa pure i valori della Spiritualità Giovanile Salesiana, che, come progetto originale di vita cristiana e cammino di santità, costituisce la meta e l’ispirazione che deve guidare e sostenere tutto il cammino di educazione alla fede.[17]
    Oltre a presentare i contenuti, i valori e i passi della proposta, il Capitolo offre anche alcuni orientamenti per renderla operativa: la comunità salesiana, animatrice di una comunità educativo-pastorale, come il soggetto fondamentale della proposta;[18] un’animazione pastorale ispettoriale che favorisca e promuova l’unità organica dei diversi aspetti della pastorale (il Delegato ispettoriale per la Pastorale Giovanile e una sua équipe);[19] l’orientamento vocazionale come elemento qualificante dell’itinerario;[20] l’importanza della comunicazione sociale come cammino e forma attuale per l’evangelizzazione.[21]
    Dopo il Capitolo parecchie Ispettorie s’impegnano con sforzo ed entusiasmo a mettere in atto concretamente nel proprio contesto le indicazioni dell’itinerario di educazione alla fede. Ma sovente la scarsa formazione degli animatori rende poco operativi questi itinerari.
    Il CG24 approfondisce un aspetto centrale del modello pastorale, il suo soggetto fondamentale, la comunità educativo-pastorale, nella quale i Salesiani e i laici condividono lo spirito e la missione di Don Bosco. Alla luce di un’ampia verifica della situazione e del cammino realizzato nella Congregazione, il Capitolo presenta le motivazioni ecclesiali, carismatiche e culturali che invitano ad andare oltre e offre i criteri di azione e gli orientamenti operativi necessari.
    La novità, diceva il Rettor Maggiore alla conclusione del Capitolo, «proviene dall’irruzione dei laici nell’orizzonte salesiano e dall’inserimento della loro esperienza ricompresa nel cuore del carisma».[22] Il Capitolo ci invita a passare dall’accettazione dei laici come semplici collaboratori ad un vero loro coinvolgimento nella missione, da un aiuto operativo ad una vera e propria corresponsabilità, da rapporti prevalentemente funzionali ad una profonda comunicazione interpersonale e di gruppo attorno ai valori della pedagogia e della spiritualità salesiana, e tutto questo con itinerari sistematici di formazione qualificata.
    In questo modo il CG24 ribadisce e approfondisce l’importanza della CEP, come la forma concreta di realizzazione del progetto educativo-pastorale salesiano, coinvolgendo, in clima di famiglia, giovani, educatori, religiosi e laici; definisce il ruolo specifico della comunità religiosa salesiana nell’animazione della CEP e i criteri fondamentali per la formazione pastorale salesiana che deve animarla.[23]

    NOTE

    [1] Atti del CG 19. “Le strutture della Congregazione”. ACS 244, gennaio 1966, pag. 17-47.

    [2] «Il Capitolo Generale ha creduto opportuno affidare ad un unico Consigliere tutta la Pastorale Giovanile e quella parrocchiale per i loro stretti rapporti... Il Consigliere incaricato curerà la formazione generale sotto l’aspetto religioso, morale, intellettuale in tutte le case salesiane (Oratori, Convitti, Esternati, Pensionati, Centri Giovanili, Circoli, Compagnie, Associazioni giovanili varie), salvo le competenze degli Ispettori e la collaborazione del  Consigliere incaricato del gruppo di Ispettorie, per quanto riguarda la parte strettamente locale di carattere organizzativo, tecnico, scolastico, professionale, ecc.» Idem, pag. 24

    [3] CG19. “Apostolato giovanile”. ACS 244, gennaio 1966, pag. 103.

    [4] Idem, pag. 125.

    [5] CG20, n. 180

    [6] Cf. CG20, nn. 360-365

    [7] “La missione salesiana non ha saputo trovare, in parecchi luoghi, la presenza nuova che richiedeva un mondo in trasformazione. Molto del CG XIX è rimasto sulla carta” (CG20, n. 393)

    [8] Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales. Ed. 1972. Art. 137. 140.

    [9] CG21, cf. n. 14. 80ss. 96ss; cf. n. 105 (progetto educativo ispettoriale); e successivamente per le diverse opere:  n. 127 (oratorio); n. 132. 134 (scuola), n. 140 (parrocchia)

    [10] Idem, cf. n. 4. 14

    [11] Idem, cf. nn. 63-68. 79.

    [12] Cf. Costituzioni art. 47; Regolamenti art. 4 e 5.

    [13] Cf. I documenti elaborati dal Dicastero per la Pastorale Giovanile lungo gli anni 1979 – 1988. Si trova l’elenco in La pastorale giovanile salesiana. Quadro di riferimento fondamentale. Seconda edizione. Roma 2000, pag. 13-14

    [14] Vedi come sintesi finale il libro: Dicastero per la pastorale giovanile. Pastorale giovanile salesiana. Roma. 1993. In esso si raccolgono gli elementi fondamentali della Pastorale Giovanile Salesiana in disegni brevemente commentati.

    [15] Cf. “La Società di San Francesco di Sales nel sessennio 1984-1990”. Relazione del Rettor Maggiore (al CG23), n. 180

    [16] Cf. CG23, nn. 120-157.

    [17] Cf. CG23, n. 161 ss.

    [18] Cf. CG23, nn. 232-238.

    [19] Cf. CG23, nn. 239-246.

    [20] Cf. CG23, nn. 247-253.

    [21] Cf. CG23, nn. 254-260.

    [22] CG24, n. 231

    [23] Cf. CG24, nn. 149-161.


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