GENERAZIONE
Indagine sulla condizione giovanile
nel territorio di Fidenza
a cura di Pierpaolo Triani e Valerio Corradi
Un'indagine sulla condizione giovanile di un preciso territorio trova il suo senso compiuto nella misura in cui non solo traccia un profilo, ma apre piste di lavoro.
Per questa ragione, anche alla luce dei focus svolti sia con i ragazzi sia con alcuni adulti che operano nelle agenzie educative del territorio fidentino, si intende enucleare alcune conclusioni prospettiche attorno ad alcune parole chiave. Esse sono state scelte tenendo come base una prospettiva precisa: considerare gli adolescenti non semplici destinatari di interventi educativi, quanto piuttosto protagonisti in prima persona della loro vita e risorsa importante per la vitalità e la qualità della vita del territorio fidentino.
Famiglia - Scuola
Dalla ricerca emerge con chiarezza che dentro le incertezze dell'attuale contesto sociale i ragazzi mantengono due punti di riferimento: la propria famiglia e la scuola. Sebbene queste due `istituzioni' siano attraversate da diverse debolezze interne, esse sono ancora per gli adolescenti fonte di sostegno e di crescita, contesti in cui la dinamica del 'diventare grandi' può ancora prendere forma in modo significativo. Se la famiglia è per eccellenza il luogo degli affetti e della cura, la scuola è il principale luogo dove i ragazzi imparano la mediazione tra sfera privata e sfera pubblica dell'esistenza. Da questa centralità discende una conseguenza chiara: prendersi a cuore gli adolescenti significa anche avere attenzione verso la qualità educativa delle famiglie e delle scuole, significa agire nella direzione di un potenziamento del sostegno formativo nei confronti dei genitori e degli insegnanti.
Responsabilità - Partecipazione
L'attenzione necessaria alle figure adulte porta però con sé un rischio: il rafforzamento di una cultura eccessivamente tutelativa verso gli adolescenti, dove prevale l'atteggiamento del controllo su quello della responsabilizzazione e del coinvolgimento attivo. È importante chiedersi come fare in modo che gli adolescenti non siano solo destinatari di proposte pensate da adulti, ma siano progressivamente attori in prima persona. Ciò che la ricerca ci restituisce a questo proposito è il profilo di un adolescente attento a sé e timoroso di mettersi in gioco nel sociale. In parte per poco interesse, ma in parte perché teme la logica dell'impegno definitivo che spesso gli viene presentato dagli adulti. Anche nella responsabilità verso gli altri gli adolescenti avvertono la necessità di `sperimentarsi', di fare volontariato prima di 'sentirsi' propriamente volontari.
Nuovi media
La dialettica tra attenzione al sé e apertura all'altro, tra coltivazione delle proprie reti amicali e sperimentazione dell'attenzione e dell'impegno verso il mondo, lo troviamo chiaramente anche nell'utilizzo dei nuovi media. Come ci ricordano da tempo gli studi di settore, lontano dall'essere strumenti per dire qualcosa, sono veri e propri contesti sociali che concorrono a delineare la dimensione privata e sociale dei ragazzi. Come gli adolescenti stessi ci suggeriscono non si tratta di contrapporre i nuovi media con le forme più 'tradizionali' di socializzazione, ma di comprenderle in modo integrato.
Territorio
E proprio nell'ottica dell'integrazione è importante guardare con particolare attenzione alla vitalità educativa di un territorio nel suo insieme. I ragazzi non stanno solo a scuola o in casa, o non sono solo collegati alle 'rete', abitano anche un territorio in rapporto a ciò che esso può offrire. Frequentano associazioni sportive, parrocchie, oratori, coltivano i loro hobby, si ritrovano in bar e luoghi di divertimento, vanno al cinema (la cui offerta territoriale vorrebbero potenziata). Tutte queste realtà svolgono naturalmente funzioni diverse, è importante però che, a partire dalle agenzie più specificatamente educative, si intensifichi lo sforzo del pensarsi 'insieme' per e con i ragazzi.
Rischio
L'importanza di collegamento tra le diverse realtà del territorio e dell'assunzione di un'attenzione comune verso la crescita degli adolescenti appare ancora più chiaro in ordine al tema dei comportamenti a rischio. La ricerca ci dice che anche nel territorio fidentino vi sono adolescenti che mettono in atto pratiche che possono compromettere seriamente la loro salute. Accanto alle campagne di informazione e sensibilizzazione, appare importante una comunità territoriale attenta ai percorsi di vita delle singole persone, capace non solo di stigmatizzare, ma di sostenere e di dare ragioni per vivere.
Politica
Nell'ottica di promuovere un maggior coinvolgimento sociale dei ragazzi, occorre fare i conti con la crisi di credibilità e autorevolezza della politica. Essa è letta dalla maggior parte dei ragazzi come un mondo estraneo, e come un meccanismo 'necessario' , ma poco pulito. Sembra necessario a questo riguardo un nuovo investimento ideale capace di alimentare nei ragazzi la passione civile, a interpretare la mediazione dei processi politici non come ricerca dell'interesse particolare, ma di una convergenza per il bene di tutti.
Religiosità
Nel campo degli atteggiamenti verso la vita e dell'orizzonte valoriale merita un discorso a parte la dimensione religiosa che, sebbene sia considerata nella percezione sociale spesso un fatto meramente privato e individuale, chiede invece di essere presa in seria considerazione, in quanto rappresenta, al di là della forma attraverso quale si esprime (credenza, agnosticismo, ateismo...) un tratto caratteristico dell'esperienza umana. I dati ci dicono come vi sia in atto una trasformazione profonda dell'appartenenza e religiosa e del vissuto del credere. Si tratta di un cambiamento che richiede alle realtà formative di carattere religioso, in primis la Chiesa Cattolica, di interrogarsi sia sulla propria capacità di intercettare realmente, con i propri linguaggi e le proprie proposte, le domande fondamentali in ordine al senso del vivere, che continuano ad abitare nell'animo dei ragazzi, sia sulla propria capacità di promuovere nelle nuove generazioni una comprensione non pregiudiziale ma intelligente dell'esperienza religiosa.
Futuro
Le ragazze e i ragazzi di Fidenza amano vivere intensamente il presente, ma diversi di loro fanno fatica ad immaginare il proprio futuro. La curvatura sull'oggi non è solo dei ragazzi, è invece un tratto dell'attuale dinamica sociale che fa fatica a ragionare 'in grande', si è portati a pensare al proprio domani, molto meno al destino futuro di tutti. Senza immagini costruttive di futuro però anche il presente rischia di diventare sterile. Se si vuole scegliere un campo su cui costruire alleanze tra ragazzi e adulti, quello del cercare ragioni non solo per l'oggi ma anche per il domani di tutti appare certamente interessante e promettente.
(indagine quantitativa utilizzando un questionario standardizzato di 31 domane e alcuni focus group tematici, su un campione di 600 soggetti di età tra i 13 e i 19 anni)