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     Misericordia

    Gesù,
    l'amore incarnato

    A cura di Maria Rattà

    BlochCarl-ChristConsolator

    Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth.
    (Francesco, Misericordiae Vultus, n.1)

     

    3a50c63ab43dcdf14fa36e1be4a6659c L'INCARNAZIONE DEL VERBO

    L'offerta del perdono di Dio

    * Nel mistero del Natale di Cristo, il Padre celeste manifesta all'umanità la sua misericordia. Egli non ha voluto abbandonare l'uomo a se stesso e al suo peccato, ma a lui è venuto incontro, offrendogli il perdono che libera dall'oppressione del peccato con la potenza della sua grazia.
    (Benedetto XVI, Discorso, 16 dicembre 2005)

    * Attraverso l'Incarnazione Dio ha dato alla vita umana quella dimensione che intendeva dare all'uomo sin dal suo primo inizio, e l'ha data in maniera definitiva - nel modo peculiare a Lui solo, secondo il suo eterno amore e la sua misericordia, con tutta la divina libertà - ed insieme con quella munificenza che, di fronte al peccato originale ed a tutta la storia dei peccati dell'umanità, di fronte agli errori dell'intelletto, della volontà e del cuore umano, ci permette di ripetere con stupore le parole della sacra Liturgia: «O felice colpa, che meritò di avere un tanto nobile e grande Redentore!».
    (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, n. 1)

    Scoprire di essere amati gratuitamente

    * Venendo nel mondo, Gesù ha sparso con abbondanza tra gli uomini doni di bontà, di misericordia e di amore. Quasi interpretando i sentimenti degli uomini di ogni tempo, l’apostolo Giovanni osserva: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio” (1 Gv 3,1). Chi si ferma a meditare davanti al Figlio di Dio che giace inerme nel presepe non può non sentirsi sorpreso da quest’evento umanamente incredibile. Nel Bambino di Betlemme ogni uomo scopre di essere gratuitamente amato da Dio; nella luce del Natale si manifesta a ciascuno di noi l’infinita bontà di Dio.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 3 gennaio 2007)

    * La manifestazione del Figlio di Dio sulla terra segna l’inizio del grande tempo della misericordia, dopo che il peccato aveva chiuso i cieli, elevando come una barriera tra l’essere umano e il suo Creatore. Dio ci dà nel Cristo la garanzia di un amore indistruttibile. Da quando il Verbo si è fatto carne è dunque possibile vedere i cieli aperti. È stato possibile per i pastori di Betlemme, per i Magi d’Oriente, per il Battista, per gli Apostoli di Gesù, per santo Stefano, il primo martire, che esclamò: «Contemplo i cieli aperti!» (At 7,56). Ed è possibile anche per ognuno di noi, se ci lasciamo invadere dall’amore di Dio, che ci viene donato la prima volta nel Battesimo per mezzo dello Spirito Santo. Lasciamoci invadere dall’amore di Dio! Questo è il grande tempo della misericordia! Non dimenticatelo: questo è il grande tempo della misericordia!
    (Francesco, Angelus, 12 gennaio 2014)

    Liberi di lasciarsi trasformare dalla misericordia

    * Il Verbo fatto bambino ci aiuta a comprendere il modo di agire di Dio, affinché siamo capaci di lasciarci sempre più trasformare dalla sua bontà e dalla sua infinita misericordia.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 22 dicembre 2010)

    * Nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio c’è anche un aspetto legato alla libertà umana, alla libertà di ciascuno di noi. Infatti, il Verbo di Dio pianta la sua tenda tra noi, peccatori e bisognosi di misericordia. E tutti noi dovremmo affrettarci a ricevere la grazia che Egli ci offre. Invece, continua il Vangelo di san Giovanni, “i suoi non lo hanno accolto” (v. 11). Anche noi tante volte lo rifiutiamo, preferiamo rimanere nella chiusura dei nostri errori e nell’angoscia dei nostri peccati. Ma Gesù non desiste e non smette di offrire se stesso e la sua grazia che ci salva! Gesù è paziente, Gesù sa aspettare, ci aspetta sempre.
    (Francesco, Angelus, 5 gennaio 2014)

    Ulivi1 GESÙ, REDENTORE MISERICORDIOSO

    L’amore è sempre pronto a perdonare

    * L'amore è più grande del peccato, della debolezza, della «caducità del creato», più forte della morte; è amore sempre pronto a sollevare e a perdonare, sempre pronto ad andare incontro al figliol prodigo, sempre alla ricerca della «rivelazione dei figli di Dio», che sono chiamati alla gloria futura. Questa rivelazione dell'amore viene anche definita misericordia, e tale rivelazione dell'amore e della misericordia ha nella storia dell'uomo una forma e un nome: si chiama Gesù Cristo.
    (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, n. 2)

    * Ciò che muoveva Gesù in tutte le circostanze non era altro che la misericordia, con la quale leggeva nel cuore dei suoi interlocutori e rispondeva al loro bisogno più vero.
    (Francesco, Misericordiae Vultus, n.8)

    Preghiera e sacrificio

    * Gesù, assumendosi l'opera di misericordia, mirò a ristabilire tra gli uomini e il loro Creatore quell'ordine che il peccato aveva turbato ed a ricondurre al Padre Celeste, primo principio ed ultimo fine, la misera stirpe di Adamo infetta dal peccato d'origine. E perciò, durante la sua dimora terrena, non solo annunziò l'inizio della redenzione e dichiarò inaugurato il Regno di Dio, ma attese a procurare la salute delle anime con il continuo esercizio della preghiera e del sacrificio, finché, sulla Croce, si offrì vittima immacolata a Dio per mondare la nostra coscienza dalle opere morte onde servire al Dio vivo (Heb. 9, 14).
    (Pio XII, Mediator Dei)

    * Cristo ci ha indicato le molteplici vie della misericordia, che non perdona soltanto i peccati, ma viene anche incontro a tutte le necessità degli uomini. Gesù si è chinato su ogni miseria umana, materiale e spirituale. Il suo messaggio di misericordia continua a raggiungerci attraverso il gesto delle sue mani tese verso l’uomo che soffre.
    (Giovanni Paolo II, Omelia, 30 aprile 2000)

    Sacro Cuore2 IL MISTERO DEL CUORE DI CRISTO

    La fonte della misericordia

    * Il cuore di Cristo è divino-umano: in Lui Dio e Uomo si sono perfettamente incontrati, senza separazione e senza confusione. Egli è l’immagine, anzi, l’incarnazione del Dio che è amore, misericordia, tenerezza paterna e materna, del Dio che è Vita.
    (Benedetto XVI, Angelus, 9 marzo 2008)

    * In questo Cuore c’è la fonte della misericordia che salva e genera speranza.
    (Francesco, Discorso, 1 ottobre 2015)

    Un cuore che scioglie la massa del male

    * Cristo, Figlio vero di Dio, fattosi uomo vero, ha assunto in se tutta la nostra colpa. Egli stesso è il luogo di contatto tra miseria umana e misericordia divina; nel suo cuore si scioglie la massa triste del male compiuto dall’umanità, e si rinnova la vita.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 7 gennaio 2009)

    * Palpitava d’amore il Cuore di Cristo nel pronunziare i discorsi, e nel proporre e spiegare le parabole, specialmente quelle che più ci parlano della sua misericordia. Ma particolarmente di amore e di timore palpitò il Cuore di Gesù nella imminenza dell’ora della Passione, allorché, provando naturale ripugnanza dinanzi al dolore e alla morte ormai incombenti, esclamò: «Padre mio: se è possibile passi da me questo calice!»; palpitò poi di amore e di intensa afflizione quando, al bacio del traditore, Egli oppose quelle sublimi parole, che suonarono come un ultimo invito rivolto dal misericordiosissimo suo Cuore all’amico, che con animo empio, fedifrago e sommamente ostinato si accingeva a consegnarlo nelle mani dei carnefici: «Amico, a che sei venuto? Con un bacio tradisci il Figliuol dell’uomo».
    (Pio XII, Haurietis Aquas)

    * Gesù riceve incessantemente dal Padre, ricco di misericordia e compassione, l'amore che Egli prodiga agli uomini (Eph. 2, 4; Iac.5,11). Il suo Cuore rivela particolarmente la generosità di Dio verso il peccatore. Dio, reagendo al peccato, non diminuisce il suo amore, ma l'allarga in un movimento di misericordia che diventa iniziativa di redenzione.
    (Giovanni Paolo II, Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù, 11 giugno 1999)

    Un flusso d'amore per l'uomo di ogni tempo

    * Il Cuore di Cristo! Il suo "Sacro Cuore" agli uomini ha dato tutto: la redenzione, la salvezza, la santificazione. Attraverso il mistero di questo cuore ferito, non cessa di spandersi anche sugli uomini e sulle donne della nostra epoca il flusso ristoratore dell'amore misericordioso di Dio. Chi anela alla felicità autentica e duratura, solo qui ne può trovare il segreto.
    (Giovanni Paolo II, Omelia, 22 aprile 2001)

    * Le rivelazioni, di cui fu favorita Santa Margherita Maria, non aggiunsero alcuna nuova verità alla dottrina cattolica. Ma la loro importanza consiste in ciò che, il Signore — mostrando il suo Cuore Sacratissimo — in modo straordinario e singolare si degnò di attrarre le menti degli uomini alla contemplazione e alla venerazione dell’amore misericordiosissimo di Dio per il genere umano. Infatti, mediante una così eccezionale manifestazione Gesù Cristo espressamente e ripetutamente indicò il suo Cuore come un simbolo quanto mai atto a stimolare gli uomini alla conoscenza e alla stima del suo amore; ed insieme lo costituì quasi segno ed arra di misericordia e di grazia per i bisogni spirituali della Chiesa nei tempi moderni.
    (Pio XII, Haurietis Aquas)

    Accostarsi al Sacro Cuore per venerare e diffondere la misericordia

    * Veneriamo il Cuore di Gesù pieno d’amore. Preghiamo affinché sperimentando quest’Amore divino rispondiamo con gioia, con il cuore ardente e con opere di misericordia verso i fratelli.
    (Benedetto XVI, Angelus, 1 giugno 2008)

    * La Chiesa sembra professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla, rivolgendosi al Cuore di Cristo. Infatti proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto - in un certo senso centrale e nello stesso tempo più accessibile sul piano umano della rivelazione dell'amore misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale della missione messianica del Figlio dell'uomo.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 13)

    Jesus and His Father NEL FIGLIO SI RENDE VISIBILE IL PADRE

    Gesù, il volto della misericordia

    * La misericordia è il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio, il volto con il quale Egli si è rivelato nell’antica Alleanza e pienamente in Gesù Cristo, incarnazione dell’Amore creatore e redentore.
    (Benedetto XVI, Regina Coeli, 30 marzo 2008)

    * In Cristo e mediante Cristo, diventa particolarmente visibile Dio nella sua misericordia, cioè si mette in risalto quell'attributo della divinità che già l'Antico Testamento, valendosi di diversi concetti e termini, ha definito «misericordia». Cristo conferisce a tutta la tradizione vetero-testamentaria della misericordia divina un significato definitivo. Non soltanto parla di essa e la spiega con l'uso di similitudini e di parabole, ma soprattutto egli stesso la incarna e la personifca. Egli stesso è, in un certo senso, la misericordia. Per chi la vede in lui - e in lui la trova - Dio diventa particolarmente «visibile» quale Padre «ricco di misericordia» (Ef 2, 4).
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 2)

    La missione di Gesù: mostrare il Padre

    * Il render presente il Padre come amore e misericordia è, nella coscienza di Cristo stesso, la fondamentale verifica della sua missione di Messia.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 3)

    * In tutta la sua vita pubblica Gesù, mediante la predicazione del Vangelo e i segni miracolosi, ha annunciato la bontà e la misericordia del Padre verso l’uomo. Questa missione ha raggiunto il culmine sul Golgota, dove Cristo crocifisso ha rivelato il volto di Dio, perché l’uomo, contemplando la Croce, possa riconoscere la pienezza dell’amore.
    (Benedetto XVI, Discorso, 15 giugno 2010)

    * L'incontro con Gesù, con questa figura umana, storica, reale, mi aiuta a conoscere man mano Dio; e, dall'altra parte, conoscere Dio mi aiuta a capire la grandezza del mistero di Cristo, che è il Volto di Dio. Solo se riusciamo a capire che Gesù non è un grande profeta, una delle personalità religiose del mondo, ma è il Volto di Dio, è Dio, allora abbiamo scoperto la grandezza di Cristo e abbiamo trovato chi è Dio. Dio non è solo un'ombra lontana, la «Causa prima», ma ha un Volto: è il Volto della misericordia, il Volto del perdono e dell'amore, il Volto dell'incontro con noi.
    (Benedetto XVI, Discorso, 22 febbraio 2007)

    Un messaggio sul valore di ogni uomo

    * Il messaggio della divina misericordia è, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l’accesso alla sua intimità. Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza.
    (Giovanni Paolo II, Omelia, 30 aprile 2000)

    * Occorre far trovare Dio nel volto misericordioso di Cristo: senza questa prospettiva, una civiltà non si costruisce su basi solide. Nel volgerci al divino Maestro, nel convertirci a Lui, nello sperimentare la sua misericordia grazie al sacramento della Riconciliazione, scopriremo uno “sguardo” che ci scruta nel profondo e può rianimare le folle e ciascuno di noi. Esso restituisce la fiducia a quanti non si chiudono nello scetticismo, aprendo di fronte a loro la prospettiva dell’eternità beata.
    (Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2006)

    * Davanti al volto di Gesù Misericordioso cercate la risposta ai vostri interrogativi, alle vostre inquietudini e alla vostra attesa di felicità.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 30 maggio 2012)

    Trinità Crocifisso CREDERE NEL FIGLIO CROCIFISSO PER VEDERE IL PADRE

    La croce, misura dell'amore misericordioso

    * Gli eventi del Venerdì santo e, prima ancora, la preghiera nel Getsemani introducono, in tutto il corso della rivelazione dell'amore e della misericordia, nella missione messianica di Cristo, un cambiamento fondamentale. Colui che «passò beneficando e risanando» e «curando ogni malattia e infermità» sembra ora egli stesso meritare la più grande misericordia e richiamarsi alla misericordia, quando viene arrestato, oltraggiato, condannato, flagellato, coronato di spine, quando viene inchiodato alla croce e spira fra tormenti strazianti. È allora che merita particolarmente la misericordia dagli uomini che ha beneficato, e non la riceve.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 7)

    * Nell’evento della Croce ci offre la misura del suo amore, che non calcola e non ha misura. Non c’è persona che non sia raggiunta e interpellata da questo amore fedele, capace di attendere anche quanti continuano a rispondere con il «no» del rifiuto o dell’indurimento del cuore.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 30 maggio 2012)

    La Passione nell’orizzonte dell’eterna misericordia di Dio

    * “Eterna è la sua misericordia”. Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Lo attesta l’evangelista Matteo quando dice che « dopo aver cantato l’inno » (26,30), Gesù con i discepoli uscirono verso il monte degli ulivi. Mentre Egli istituiva l’Eucaristia, quale memoriale perenne di Lui e della sua Pasqua, poneva simbolicamente questo atto supremo della Rivelazione alla luce della misericordia. Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua passione e morte, cosciente del grande mistero di amore che si sarebbe compiuto sulla croce. Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: “Eterna è la sua misericordia”.
    (Francesco, Misericordiae Vultus, n. 7)

    * Credere nel Figlio crocifisso significa «vedere il Padre», significa credere che l'amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l'uomo, L'umanità, il mondo sono coinvolti. Credere in tale amore significa credere nella misericordia. Questa infatti è la dimensione indispensabile dell'amore, è come il suo secondo nome e, al tempo stesso, è il modo specifico della sua rivelazione ed attuazione nei confronti della realtà del male che è nel mondo, che tocca e assedia l'uomo, che si insinua anche nel suo cuore e può farlo «perire nella Geenna».
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 7)

    La croce dona la vita

    * La croce di Cristo, sulla quale il Figlio consostanziale al Padre rende piena giustizia a Dio, è anche una rivelazione radicale della misericordia, ossia dell'amore che va contro a ciò che costituisce la radice stessa del male nella storia dell'uomo: contro al peccato e alla morte.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 8)

    * Gesù ci dà la «vita» perché ci dà Dio. Ce lo può dare perché è Egli stesso una cosa sola con Dio” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Milano 2007, 399.404). Infatti, mentre il Signore sembra confondersi tra due malfattori, uno di essi, consapevole dei propri peccati, si apre alla verità, giunge alla fede e prega “il re dei Giudei”: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Da Colui che “è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono” (Col 1,17) il cosiddetto “buon ladrone” riceve immediatamente il perdono e la gioia di entrare nel Regno dei Cieli. “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). Con queste parole, Gesù, dal trono della croce, accoglie ogni uomo con infinita misericordia.
    (Benedetto XVI, Angelus, 21 novembre 2010)

    * Nella morte in croce - apparentemente il più grande male della storia -, si compie "quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo - amore, questo, nella sua forma più radicale", nel quale si manifesta cosa significhi che "Dio è amore" (1 Gv 4, 8) e si comprende anche come debba definirsi l'amore autentico (cfr Enc. Deus caritas est, nn. 9-10 e 12). Al potere del male e del peccato non oppone un potere più grande, ma - come ci ha detto Papa Giovanni Paolo II - preferisce porre il limite della sua pazienza e della sua misericordia, quel limite che è, in concreto, la sofferenza del Figlio di Dio. Così anche la nostra sofferenza è trasformata dal di dentro, è introdotta nella dimensione dell'amore e racchiude una promessa di salvezza.
    (Benedetto XVI, Discorso, 19 ottobre 2006)

    Guardare il crocifisso per essere guariti

    * Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove può arrivare la misericordia di Dio.
    (Francesco, Misericordiae Vultus, n. 24)

    * Il Figlio di Dio s’è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce (cfr Fil 2,8). È per la sua Croce che siamo salvati. Lo strumento di supplizio che, il Venerdì Santo, aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. “Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!” diceva sant’Agostino (Tract. in Johan.,XII,11). Sollevando gli occhi verso il Crocifisso, adoriamo Colui che è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo e donarci la vita eterna.
    (Benedetto XVI, Omelia, 14 settembre 2008)

    Noel Coypel The Resurrection of Christ3 LA RISURREZIONE DI CRISTO ALLA LUCE DELLA MISERICORDIA

    L'amore ha riportato la vittoria sul peccato

    * All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia! Signore, che con la tua morte e risurrezione riveli l’amore del Padre, noi crediamo in Te e con fiducia ti ripetiamo quest’oggi: Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
    (Giovanni Paolo II, Regina Coeli, 3 aprile 2005)

    * “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo” (Sal 118, 22). Il versetto del Salmo responsoriale ci aiuta a comprendere la verità sulla risurrezione di Cristo. Esprime anche la verità sulla Divina Misericordia rivelatasi nella resurrezione: l’amore ha riportato la vittoria sul peccato, e la vita sulla morte. Questa verità costituisce in un certo senso l’essenza stessa della Buona Novella. Cristo pertanto può dire: “Non temere!”. E ripete tali parole ad ogni uomo, specialmente a chi è sofferente nel fisico o nello spirito.
    (Giovanni Paolo II, Omelia, 23 aprile 1995)

    Risurrezione, attuazione della misericordia

    * Il messaggio messianico di Cristo e la sua attività fra gli uomini terminano con la croce e la risurrezione. Dobbiamo penetrare profondamente in questo evento finale che, specialmente nel linguaggio conciliare, viene definito mistero pasquale, se vogliamo esprimere sino in fondo la verità sulla misericordia, così come essa è stata sino in fondo rivelata nella storia della nostra salvezza. Il mistero pasquale è il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia, che è capace di giustificare l'uomo, di ristabilire la giustizia nel senso di quell'ordine salvifico che Dio dal principio aveva voluto nell'uomo e, mediante l'uomo, nel mondo.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 7)

    * Il fatto che Cristo «è risuscitato il terzo giorno» costituisce il segno finale della missione messianica, segno che corona l'intera rivelazione dell'amore misericordioso nel mondo soggetto al male.
    (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 8)

    * Rimaniamo nell’atmosfera della gioia che nasce dalla consapevolezza che Cristo è veramente risorto. La dolorosa vicenda della Sua morte ci tocca, quando sperimentiamo il peccato. Tuttavia non ci rassegniamo alla diffidenza e alla disperazione, perché sappiamo che egli ha vinto il peccato e la morte. Ecco perché l’affidamento alla misericordia di Dio fa nascere in noi la gioia. Questa gioia perseveri in voi.
    (Benedetto XVI, Udienza Generale, 7 aprile 2010)


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