Dare voce
Giorgia Cona
Tirar fuori i sentimenti che ti tormentano. Quanto lo reputate difficile?
Ho 16 anni, i miei problemi, i miei mostri mi fanno paura, vorrei solo tenerli stretti dentro di me fino a farli soffocare. Questo è quello che penso quando sento di avere l’acqua alla gola. Questo è quello che pensano molti miei coetanei con ansia, paura, rabbia, tristezza.
Gli adulti lo dicono sempre “parlate, solo così potete ricevere aiuto!” e, anche se non sembra, vi stupirete del fatto che non appartiene a una di quelle frasi scontate dette e ridette con leggerezza. Genitori, insegnanti, parenti vogliono solo il meglio per noi!
Pensiamo spesso che i problemi che ci tormentano siano frutto della nostra paranoia, non comparabili con quelli degli adulti, di conseguenza ci asteniamo dal parlarne, anche per paura di non essere ascoltati e compresi. Ogni cosa, anche piccola, che fa provare sentimenti di tristezza, deve cessare di esistere e il modo corretto non è di certo ignorarla o stampare un falso sorriso sul volto e continuare a trascurarla, perché come una pallina di neve in cima ad una montagna, man mano che precipita, si ingigantisce non lasciando più spazio a niente, soffocandoti e opprimendoti.
Tenersi le cose dentro non è una cosa da tipi “fighi” e misteriosi come invece fa crederti Tumblr, causa malessere e non va bene.
In testa hai la confusione, tutto ti sembra precipitare, andare male irreparabilmente; apri la bocca allora, parla, solo così capirai quanto quei mostri che prima ti sembravano enormi e intimidatori in realtà sono solo parole.
Anche se può sembrare impossibile e inutile, dar voce ai problemi ti libera e innesca in te un sentimento di consapevolezza che diventa una delle migliori armi contro la paura.