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    Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile di Roma

    “FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME” (Lc 22,19)


    Scheda quinta - Gennaio

    Chi costruisce la Chiesa?

    L’Eucaristia fa la Chiesa e genera la carità


    I. Di che cosa parliamo

    * Se facessimo una inchiesta tra i giovani (e non giovani) su cosa è Eucaristia; cosa vuol dire; quando si realizza; se è lo stesso che la Messa; che importanza ha l’Eucaristia per la Chiesa, e perché; se si va (se tu ci vai ) a messa, perché sì o perché no…: quali sarebbero presumibilmente le risposte? Ma tu stesso personalmente cosa risponderesti?
    Di qui parte la nostra ricerca piuttosto impegnativa prendendo la direzione di marcia dataci da Benedetto XVI nella citata Esortazione Apostolica, Sacramentum Caritatis, ai nn. 14 -15.
    * Eucaristia principio causale della Chiesa
    14. Attraverso il Sacramento eucaristico Gesù coinvolge i fedeli nella sua stessa « ora »; in tal modo Egli ci mostra il legame che ha voluto tra sé e noi, tra la sua persona e la Chiesa. Infatti, Cristo stesso nel sacrificio della croce ha generato la Chiesa come sua sposa e suo corpo.(…). La Chiesa, in effetti, « vive dell'Eucaristia”(…) . C'è un influsso causale dell'Eucaristia alle origini stesse della Chiesa. L'Eucaristia è Cristo che si dona a noi, edificandoci continuamente come suo corpo. Pertanto, nella suggestiva circolarità tra Eucaristia che edifica la Chiesa e Chiesa stessa che fa l'Eucaristia, la causalità primaria è quella espressa nella prima formula: la Chiesa può celebrare e adorare il mistero di Cristo presente nell'Eucaristia proprio perché Cristo stesso si è donato per primo ad essa nel sacrificio della Croce. La possibilità per la Chiesa di « fare » l'Eucaristia è tutta radicata nella donazione che Cristo le ha fatto di se stesso. Anche qui scopriamo un aspetto convincente della formula di san Giovanni: « Egli ci ha amati per primo » (1 Gv 4,19) (…). Egli è per l'eternità colui che ci ama per primo.
    Sono affermazioni che toccano un nodo sostanziale della verifica cui il Papa invita tutta la sua diocesi di Roma: il nodo tra chiesa, eucaristia e carità. Ne abbiamo parlato nella scheda precedente, ora l’approfondiamo dal punto di vista dell’Eucaristia. Crediamo che su questo legame si richiede a tanti (ai più?) cristiani (giovani) di oggi, una vera e propria conversione.
    Ma vediamo i punti toccati
    - Dice il Papa nel documento citato che esiste una “suggestiva circolarità tra Eucaristia che edifica la Chiesa e la Chiesa stessa che fa l’Eucaristia”. L’abbiamo scelto nel titolo di queste schede. Però è la prima parte che fa da fondamento, la seconda è conseguenza bella e necessaria ( lo vediamo nella scheda successiva).
    - Alla base sta il sacrificio di Cristo sulla croce il venerdì santo seguito dalla risurrezione (domenica di pasqua) che garantisce la validità del sacrificio stesso. La Pasqua si manifesta quale testimonianza dell’assoluto amore di Dio per noi e perciò è causa della nostra salvezza. Ma perché possa raggiungere ogni uomo, distante nel tempo e nello spazio, Gesù nell’Ultima Cena (il giovedì santo) istituisce il rito dell’Eucaristia o Messa per cui il sacrificio della croce realizzato una volta per sempre duemila anni fa, viene ricordato, anzi attualizzato in ogni tempo e in ogni luogo (è il senso di quel ‘fate questo in memoria di me’). Dunque dal sacrificio di Gesù risorto dai morti che ci raggiunge mediante l’Eucaristia, da questa catena di amore inaudito, nasce la Chiesa.
    La Chiesa nasce ogni volta si può dire da questo infinito gesto di amore di Cristo con il suo carico di liberazione dal male, di vita nell’amore, di impegno missionario, di speranza oltre la morte. Ad ogni Messa la Chiesa si trova a ‘mangiare e bere’, nutrirsi di Gesù, a purificarsi, a ricevere perdono e prendere forza alla sorgente.
    L'Eucaristia, dunque, è costitutiva dell'essere e dell'agire della Chiesa. La Messa non è tutto nella Chiesa, ma senza Messa la Chiesa non può esistere
    * La Chiesa è la comunione eucaristica con Gesù che si tramuta in comunione tra persone.
    “L'antichità cristiana designava con le stesse parole Corpus Christi il Corpo nato dalla Vergine Maria, il Corpo eucaristico e il Corpo ecclesiale di Cristo. Questo dato ben presente nella tradizione ci aiuta ad accrescere in noi la consapevolezza dell'inseparabilità tra Cristo e la Chiesa. L'Eucaristia si mostra così alla radice della Chiesa come mistero di comunione” (Sacramentun caritatis, n. 15).
    È quanto Benedetto XVI ha sottolineato con riferimenti concreti in particolare al Convegno di Roma
    “La comunione e l'unità della Chiesa, che nascono dall'Eucaristia, sono una realtà di cui dobbiamo avere sempre maggiore consapevolezza, anche nel nostro ricevere la santa comunione, sempre più essere consapevoli che entriamo in unità con Cristo e così diventiamo noi, tra di noi, una cosa sola. Dobbiamo sempre nuovamente imparare a custodire e difendere questa unità da rivalità, da contese e gelosie che possono nascere nelle e tra le comunità ecclesiali. In particolare, vorrei chiedere ai movimenti e alle comunità sorti dopo il Vaticano II, che anche all'interno della nostra Diocesi sono un dono prezioso di cui dobbiamo sempre ringraziare il Signore, vorrei chiedere a questi movimenti, che ripeto sono un dono, di curare sempre che i loro itinerari formativi conducano i membri a maturare un vero senso di appartenenza alla comunità parrocchiale. Centro della vita della parrocchia, come ho detto, è l'Eucaristia, e particolarmente la Celebrazione domenicale. Se l'unità della Chiesa nasce dall'incontro con il Signore, non è secondario allora che l'adorazione e la celebrazione dell'Eucaristia siano molto curate, dando modo a chi vi partecipa di sperimentare la bellezza del mistero di Cristo. Dato che la bellezza della liturgia «non è mero estetismo, ma modalità con cui la verità dell'amore di Dio in Cristo ci raggiunge, ci affascina e ci rapisce» (Sacramentum caritatis n. 35), è importante che la Celebrazione eucaristica manifesti, comunichi, attraverso i segni sacramentali, la vita divina e riveli agli uomini e alle donne di questa città il vero volto della Chiesa.
    I riferimenti sono così concreti e pratici che non vi è bisogno di spiegazione
    * Infine l’Eucaristia genera la carità
    Lo afferma il Papa in Sacramentum Caritatis.
    Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo (n. 88)
    «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo » (Gv 6,51). Con queste parole il Signore rivela il vero significato del dono della propria vita per tutti gli uomini. Egli esprime attraverso un sentimento profondamente umano l'intenzione salvifica di Dio per ogni uomo, affinché raggiunga la vita vera. Ogni Celebrazione eucaristica attualizza sacramentalmente il dono che Gesù ha fatto della propria vita sulla Croce per noi e per il mondo intero. Al tempo stesso, nell'Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo”.

    Notiamo
    - Chi incontra Gesù entra nell’area della vita compresa radicalmente come dono.
    - L’Eucaristia che della vita di Gesù è la ‘memoria vivente’, specie del suo ultimo supremo gesto di amore sulla croce, genera, come in Gesù, un dinamismo di amore intelligente, generoso, concreto verso ogni uomo, accolto quale nostro fratello perché sia per lui che per noi Cristo è morto (cfr 1Cor 8 ,16).
    - Andare a Messa è imparare ad amare, è accogliere la sfida di amare secondo il cuore di Gesù.

    II. In ascolto della Parola di Dio

    Proponiamo il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima Cena . Si vorrà rimarcare l’intreccio di due mondi: quello di Gesù e quello dei discepoli, con in testa Pietro, è la Chiesa in germe. Gesù fa loro il dono di tutto se stesso (“mio corpo, mio sangue per voi”); i discepoli non capiscono, incespicano, tradiscono, fuggono, vorrebbero la spada, ma Gesù ‘il più grande’ fa capire che dall’eucarestia può venire solo un atteggiamento di servizio. E infatti in questa occasione Gesù lava i piedi dei discepoli invitandoli a imitarlo con l’amore reciproco, “come io ho amato voi” (cfr Giov 13,1-20).

    Dal Vangelo secondo Luca 22, 14-32
    14Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
    21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
    24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
    28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
    31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli».

    … e della Chiesa

    “ L’Eucaristia è veramente compresa, capita, non semplicemente quando la si celebra, la si adora, la si riceve con le dovute disposizioni, ma soprattutto quando essa diviene la sorgente della nostra vita personale e il modello operativo che impronta di sé la vita comunitaria dei credenti … Significa vivere di attenzione di ascolto, di disponibilità , di valorizzazione dei doni degli altri , di perdono…Ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, impariamo a guardare il mondo come lo vedeva Gesù dalla croce; a guardare il mondo, la storia, la comunità, la chiesa, i nostri problemi avendo capito qualcosa dell’infinita misericordia del Padre e per ciascuno di noi. E sentiremo allora il bisogno di spenderci anche noi per la salvezza dell’umanità, di fare dell’Eucaristia un ringraziamento di lode a Dio, donando nella quotidianità l’amore del Padre ai fratelli” (Card. C.M. Martini, Prendete il largo!, 113)

    III. Una traccia di riflessione e condivisione

    * Al cuore di questa scheda sta lo stretto legame tra Eucaristia e Chiesa. Ritieni di aver capito abbastanza questo rapporto? Non sarebbe meglio dialogare con l’animatore su quanto qui esposto?
    * L’Eucaristia fa la Chiesa, dice il Papa. In che senso? Le tue eucaristie o messe domenicali ti fanno essere più Chiesa?
    * Diceva S. Caterina: “Andare a Messa è esporsi a fuoco”. È una frase retorica o può essere vera?
    * Ti sei dato una ragione circa l’obbligo alla Messa domenicale? Viene dagli uomini di Chiesa, o nasce dal valore che ci ha messo Dio?
    * La carità che nasce dall’Eucaristia è una bontà generica o ha dei lineamenti specifici?

    IV. Preghiera conclusiva

    La preghiera del Padre Nostro è nel cuore dell’Eucaristia. Viene in conseguenza del dono che Gesù fa di sé con la consacrazione. Collega Dio, il Padre, e tutti noi come fratelli. Preghiamola insieme, invocazione per invocazione, lentamente, come fossimo a Messa.
    Signore oggi abbiamo compreso, almeno in parte, che per essere tuoi discepoli occorre far parte della tua Chiesa, ma diventiamo tua Chiesa se facciamo Eucaristia. Perché lì, in quell’azione scopriamo che tu ci fai dono non solo di qualcosa, ma di te stesso, anzi di te stesso nel momento supremo in cui ci offri non una buona parola, o un gesto di amicizia, ma la tua stessa vita, la dai a noi quando eravamo e siamo ancora peccatori, così poco coraggiosi.
    Signore aiutaci a cogliere e vivere il miracolo della Messa.

     


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