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    Scheda 7

    Ministerialità e apostolato

    dei fedeli laici

    nella Chiesa

    (LG 26)

     

    cf "Chiesa, che cosa dici di te stessa? perché tu sei?"

    I. PARTE TEOLOGICA

    Approfondimento tematico

    I laici sono parte integrante del Corpo di Cristo che è la Chiesa, all’interno del quale tutti i membri hanno pari dignità, pur mediante ministeri e carismi diversi. Come membra del Corpo ecclesiale, ricevono e vivono la vocazione comune di edificare tale Corpo, collaborando con i pastori e cooperando al bene e alla crescita della Chiesa e della sua santità.
    L’apostolato dei laici assume il proprio senso dalla loro partecipazione alla stessa missione salvifica della Chiesa e a questo apostolato sono destinati tutti dal Signore Gesù grazie al battesimo e alla confermazione.
    La fonte di tale missione e apostolato sgorga dai sacramenti, specie dall’Eucaristia, la quale nutre l’amore verso Dio e verso gli uomini. La carità, infatti, è la vita e la finalità dell’apostolato della Chiesa.
    In modo specifico i laici sono chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quelle situazioni e in quei luoghi dove essa può diventare sale della terra solo con la loro presenza e azione specifica. Pensiamo, per esempio, a tutti quegli ambiti lavorativi, sociali, politici dove come cristiani si può essere presenti soltanto come fedeli laici, cioè non come sacerdoti né come religiosi.
    Nell’ambito dell’apostolato nel mondo proprio dei laici, questi possono essere chiamati anche a collaborare più da vicino con l’apostolato della Gerarchia, avendo come modello quelle persone che aiutavano l’apostolo Paolo nell’evangelizzazione, faticando molto per il Signore (Cf Fil 4,3; Rm 16,3ss).
    Il Signore Gesù, volendo continuare la sua testimonianza e il suo ministero anche tramite i laici, li vivifica con il suo Spirito e li spinge incessantemente ad operare in modo buono e perfetto. È proprio, infatti, donando loro il suo Spirito che li rende partecipi del suo essere sacerdote, profeta e re.
    Poiché li congiunge intimamente alla sua vita e alla sua missione, li rende partecipi del suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, affinché Dio sia glorificato e gli uomini siano salvati. Per cui, visto che i laici sono dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, essi sono mirabilmente chiamati e istruiti per portare abbondanti frutti nello Spirito. Tutte le loro opere, se sono compiute nello Spirito, diventano sacrifici spirituali graditi a Dio per Gesù Cristo (cf 1Pt 2,5), comprese tutte le difficoltà che sopportano con pazienza e affrontano con coraggio. Nell’Eucaristia tutto viene da loro offerto al Padre insieme all’offerta del Corpo del Signore. I laici, dunque, in quanto adoratori che operano santamente ovunque, consacrano a Dio il mondo stesso.
    Cristo, il grande Profeta, il quale ha proclamato il Regno del Padre con la testimonianza della vita e con la potenza della sua Parola, continua il suo ufficio profetico anche per mezzo dei laici, i quali sono da Lui costituiti suoi testimoni e formati nella fede e nella grazia della Parola (cf At 2,17-18; Ap 19,10), affinché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale. Per fedeltà a tale vocazione profetica, devono essere forti nella fede e nella speranza e rendere fecondo il tempo della loro vita (cf Ef 5,16; Col 4,5). La speranza deve sapersi coniugare con la pazienza, nell’attesa della gloria futura che verrà rivelata ai figli di Dio (cf Rm 8,25) e la professione della propria fede deve coniugarsi con una vita di fede. Va tenuto conto che tale evangelizzazione, fatta con la testimonianza di vita e con la parola, assume una certa specificità e una particolare efficacia in quanto viene compiuta nelle comuni condizioni secolari.
    A questo riguardo un’attenzione speciale va rivolta alla vita matrimoniale e familiare, eccellente scuola di apostolato dei laici, dove la religione cristiana permea tutto il tenore di vita e giorno dopo giorno lo trasforma sempre più in direzione di Cristo Gesù. I coniugi vivono lì la loro vocazione, per essere l’uno all’altro e ai figli testimoni della fede e dell’amore di Cristo.
    Il Signore Gesù, entrato nella gloria del suo Regno, rende partecipi i suoi discepoli della sua libertà regale, affinché con una vita santa vincano in se stessi il regno del peccato e si pongano a servizio del Regno di Dio. Porsi al servizio di Cristo e, quindi, anche degli altri, significa condurre, con umiltà e pazienza, i loro fratelli al Re. S. Agostino ha affermato che la vera libertà consiste nel servire Cristo. La LG al n. 36 afferma che servire Cristo vuol dire regnare con Lui. Vuol dire, cioè, collaborare con Lui a dilatare il suo Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, affinché il mondo sia permeato dallo Spirito di Cristo e raggiunga più efficacemente il suo fine nella giustizia, nella carità e nella pace.
    I laici si impegnino in ogni ambito possibile, impregnando di valore morale la cultura e le opere umane, tenendo conto in ogni cosa temporale che devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al comando di Dio. Infatti, «tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1Cor 3,23). Il battezzato, segnato dal sigillo di Cristo grazie all’azione potente dello Spirito, non appartiene più a se stesso ma al Signore Gesù e in qualsiasi situazione si trova a vivere e ad operare non deve mai dimenticare che «questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).

    II. PARTE CATECHETICA

    Idea di fondo

    Nella vita della Chiesa i laici sono chiamati ad un servizio molto importante per far risplendere il messaggio cristiano nel quotidiano e nell’ordinario della loro esistenza come “luce nel mondo”. I laici, essendo proprio del loro stato che “vivano nel mondo”, sono chiamati da Dio affinché, ripieni dello spirito cristiano, a modo di fermento esercitino nel mondo il loro apostolato.

    Riferimento ai Catechismi della CEI

    Catechismo della Chiesa Cattolica – cfr. Parte I, n°897/913, pag. 245-248.
    Bambini (fino a 6 anni) – cfr. “Lasciate che i bambini vengano a me”, Parte I, Cap. 3, pag. 28/31.
    Fanciulli (6-8 anni) – cfr. “Io sono con voi”, Unità 2, pag. 26-27.
    Fanciulli (8-10 anni) – cfr. “Venite con me”, Unità 5, pag. 74-75.
    Ragazzi (11-12 anni) – cfr. “Sarete miei testimoni”, Unità 6, pag. 100/102.
    Preadolescenti (12-14 anni) – cfr. “Vi ho chiamato amici”, Unità 6, pag. 186.
    Adolescenti (15-18 anni) – cfr. “Io ho scelto voi”, Capitolo 5, Paragrafo 4 , pag. 262/264.
    Giovani (18-25 anni) – cfr. “Venite e vedrete”, Capitolo 5, Paragrafo 3, pag. 221-222.
    Adulti (25 anni in poi) – cfr. “La Verità vi farà liberi”, Parte II, Sezione I, Cap. 12, Paragrafo 5, pag. 256/258.

    Proposte e attività a miksura per ogni età

    Bambini (fino a 6 anni)
    I bambini sono invitati a cogliere la presenza di tante persone nella loro comunità che riescono a trovare il tempo per stare con Gesù anche in mezzo ai tanti impegni a cui il Signore li chiama nella loro vita. Il gruppo dei bambini potrebbe preparare un’intervista con diverse domande rivolte a queste persone che abbiano l’obiettivo di sottolineare il perché del loro agire e che cosa comporti tutto ciò. Dalle interviste, poi rilette insieme o riviste con una piccola telecamera, dovrebbero emergere le motivazioni che rendono preziosa la presenza di queste persone che uniscono al loro impegno di vita anche il loro servizio nella Chiesa.

    Fanciulli (6-11 anni)
    I ragazzi vengono invitati ad ascoltare il brano dal titolo “il significato della vita” nel libro di Bruno Ferrero dal titolo: “Solo il vento lo sa, piccole storie dell’anima”, edizioni ElleDiCi, Rivoli 1995. Dopo l’ascolto vengono invitati alcuni testimoni che con il loro servizio umile e gratuito contribuiscono ogni giorno alla costruzione della Chiesa, comunità di carismi e di ministeri. Dopo qualche minuto di confronto insieme, ai ragazzi viene consegnato un frammento di specchio (come nella storia) sul quale ciascun ragazzo scriverà qual è il proprio posto, il proprio significato all’interno della comunità parrocchiale.

    Preadolescenti (12-14 anni)
    I ragazzi vivono la bellezza dell’annuncio del Vangelo condiviso con la comunità, nella consapevolezza che solo il contributo di tutti edifica una Chiesa che è davvero volto di Cristo. Il lancio del tema può essere fatto con la proclamazione del testo di Atti 18,1-18a. Successivamente alcuni educatori presentano attraverso una drammatizzazione i personaggi dell’apostolo Paolo e dei suoi amici Aquila e Priscilla. Aquila e Priscilla sono due “laici” che hanno stretto un’amicizia con l’apostolo delle genti e collaborano con lui per l’annuncio del Vangelo. Mentre raccontano della loro vita insieme e di come si sono conosciuti … lavorano a cucire una stoffa o a rammendare una coperta con alcuni strappi … così fanno capire ai ragazzi che è importante nella Chiesa come nella società ricucire strappi, divisioni, lacerazioni … è lo stare con Gesù che ci permette di essere uniti. Al termine della drammatizzazione si possono sottolineare le frasi più significative e parlarne, magari aiutati da una traccia.

    Adolescenti (15-18 anni)
    Il gruppo dei giovanissimi, confrontandosi con il proprio educatore o con un sacerdote, viene invitato ad approfondire e a capire come il proprio rapporto con Dio possa far luce sul servizio che si può offrire alla Chiesa. Esiste una vera e propria “fantasia della carità”, come diceva Giovanni Paolo II, per cui c’è spazio per tutti nel servizio a cui la Chiesa ci chiama. Il gruppo viene invitato ad interrogarsi sulle propensioni e le qualità di ciascuno per “uscire allo scoperto” e mettersi a servizio della Chiesa che vive in quello specifico territorio.

    Giovani (18-25 anni)
    A ciascun giovane viene fatta prendere coscienza della propria appartenenza alla Chiesa particolare in cui Dio lo ha inserito. La propria Chiesa, il contesto di quei particolari fratelli e sorelle con i quali si è stati chiamati a realizzare e sperimentare il Regno dei Cieli, diventa il luogo ben definito in cui siamo invitati a vivere tutta la nostra fede. Ci si interroga personalmente ed in gruppo per verificare se si è davvero a servizio dei fratelli e, dunque, a questa Chiesa oppure se si vive per conto proprio. Questa riflessione e verifica potrebbe far nascere una nuova e più convinta disponibilità o anche rinvigorire le motivazioni che già ti impegnano a servire la tua comunità.

    Adulti (25 anni in poi)
    Il gruppo opportunamente stimolato dalla lettura di alcuni passi della lettera ai fratelli laici consegnata dalla Commissione episcopale per il laicato CEI dal titolo “Fare di Cristo il cuore del mondo”, approfondisce alcuni aspetti specifici dell’impegno e del servizio a cui i fedeli laici sono chiamati nella Chiesa. Da questo confronto si approfondisca in modo specifico il concetto di “indole secolare”.

    Per chi vuole approfondire

    Proposte per i ragazzi (fino ai 14 anni)
    · M. Parodi, Che cosa farebbe Gesù, Ed. S.Paolo.

    Proposte per i giovani (15-25 anni)
    · G. Bentivenga, I carismi nella Chiesa, Ed. RnS.
    · P. Bignardi, La parrocchia nel cambiamento, AVE.
    · T. Bello, Servi inutili a tempo pieno, Ed. S.Paolo.
    · G. Lazzati, Il Laico, AVE.

    Proposte per gli adulti (dai 25 anni in poi)
    · Commissione Episcopale Laicato CEI, Fare di Cristo il cuore del mondo, Ed. Paoline.
    · L. Alici-P.Bignardi-D.Coletti, La vita è adesso, Ed. In Dialogo.
    · S. Dianich, Dossier sui laici, Ed. Queriniana.
    · G. Lazzati, La spiritualità laicale, AVE.

    III. PARTE SULLA PREGHIERA

    Preghiamo Dio perché tutta la famiglia umana, pellegrina nel tempo, si rinnovi nello Spirito, prendendo coscienza che in Cristo, Signore dell’universo e centro della storia, ha compimento la speranza terrena e quella eterna.
    Signore dacci la gioia e l’onore di collaborare con te!
    Per questo nostro tempo, segnato dalle conquiste della scienza e della tecnica perché non venga mai meno nel credente il senso della vocazione fondamentale dell’uomo come collaboratore unico e prezioso del Creatore nella redenzione e nella santificazione dell’universo.
    Perché le famiglie si rinsaldino nella fedeltà e nell’amore, le categorie sociali sappiano superare nella carità le storici contrapposizioni, le generazioni si incontrino nella stima reciproca e nel superamento di ogni ambizione ed egoismo, ognuno collabori al disegno di Dio in Cristo, col miglioramento interiore e il generoso servizio del bene comune.
    Perché Dio benedica il lavoro dei campi e delle officine, l’impegno intellettuale e scientifico, il servizio apostolico e missionario dei credenti e renda feconda ogni iniziativa per liberare l’uomo da ogni schiavitù morale e materiale, e per debellare lo scandalo della miseria e della fame nel mondo.
    Perché all’interno della comunità scolastica e nella società, docenti, genitori e studenti imparino a educarsi vicendevolmente nella ricerca della vera sapienza; perché il lavoro in tutte le sue espressioni tragga luce e forza dalla parola e dall’esempio di Cristo, nella consapevolezza che è Lui l’unico futuro dell’uomo.
    O Padre che in Cristo tuo Figlio, hai dato all’uomo la verità che lo illumina la via che indica il cammino, la vita che continuamente lo rinnova, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché cresciamo ogni giorno nella conoscenza della nostra missione di collaboratori di Dio nel suo amore e nella speranza del Regno. Per Cristo nostro Signore.


    T e r z a
    p a g i n A


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